Mondo Parallelo

Ritagli di vita e di suoni

 

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BACK TO BLACK

He left no time to regret, kept his dick wet, same old safe bet. Me and my head high, and my tears dry, get on without my guy, you went back to what you knew, so far removed from all that we went through, and I tread a troubled track, my odds are stacked, I'll go back to back. We only said good bye with words, I died a hundred times, you go back to her and I go back to...I go back to us, I love you much; it's not enough, you love blow and I love puff, and life is a pipe, and I'me a tiny penny rolling up the walls inside. We only said good bye with words, I died a hundred times, you go back to her, and I go back to...

 

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SI DEVE ESIGERE PIù DA SE STESSI CHE DAGLI ALTRI

Se a un certo punto un'amicizia o un amore cessano, forse non sono mai esistiti davvero.


aquila

 

S'I' FOSSE FOCO (SONETTO DI CECCO ANGIOLIERI)

 

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SMILE: THE LIFE IS SO GOOD!

 

LOVE HER AGAIN (DAL CD "ALONE" DI G.M.)

    

 
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FIAMMELLA SEMPRE ACCESA NEI CUORI

L'importante è come si vive e non quanto.

 

THE SECRET (BY GIOV@NNI)

 

Messaggi di Dicembre 2014

STAZIONI

Post n°688 pubblicato il 31 Dicembre 2014 da menegi53
 
Foto di menegi53

Sostano i treni nella calma di stazioni senza tempo, e nessuno scende, nessuno sale in un riposo di alberi spogli. Accarezzano i treni, che non hanno orari, marine luccicanti di sale, sabbie dorate, rese più cupe e scure dai colori dell’inverno, portano segreti e sogni inconfessabili, nel vermiglio dei tramonti. Cullano fischiando, di stazione in stazione, occhi dolci e grandi, stanchi ma rassegnati. Sanno di ruggine antica i binari che sembrano sparire nel fitto di vigneti abbandonati e di case isolate. Scesi piano in una stazione immensa e brulicante di gente, poi piano mi avviai all’hotel seguendo un po’ a casaccio nel cielo un volo di uccelli. Di sotto un arco che portava in periferia mi guardai intorno perché m'accorsi che d’un tratto non c'era nessuno. Solo un passante apparve come una sagoma scura, di corsa in tuta marrone, guardando il contapassi allacciato sul braccio; un saluto e un sorriso, e poi dietro la nebbia è scomparso. Non chiesi nulla, solo mi fermai al limite della strada che porta fuori città nel parco, appena dietro un albero. Gli occhi dell'alba erano languidi, e la rugiada era ancora nell'aria. Il forte profumo dell'erba bagnata dalla pioggia appena caduta indugiava nella nebbia sottile che avvolgeva la terra. Sotto un lampione sfumato di giallo, una giovane donna dai capelli neri che si riposava e con le sue mani tenere e infreddolite, teneva un mazzetto di fiori rossi come le sue labbra, sorrideva all’amica seduta accanto sulla panchina che con lei aspettava. Io me ne stavo immobile. Non dissi una parola, rimasi lì, nascosto, dal cespuglio, perché non volevo spaventare un passero che saltellava tra i rovi con un lombrico nel becco. L'albero lì vicino sempre più spoglio lasciava cadere le ultime foglie sulla strada e il cancello del tempo si era aperto per farmi entrare a contemplarlo mentre il cielo si destò al suono di un alito di vento, a toccare con le dita l’anima, come un fragile composito gioiello.

 

Giov@nni

 
 
 

LA POZZANGHERA

Post n°687 pubblicato il 30 Dicembre 2014 da menegi53
 
Tag: Dentro
Foto di menegi53

 

 

 

 

Sono stato a visitare una pozzanghera

dentro, non si vedeva nulla,

mi sentivo  calpestare,

e non mi potevo alzare.

Per mia fortuna c'era il sole!

Asciuga, e piano piano poi prosciuga,

son rimasto lì sul fondo,

steso e un po' meravigliato

in un cucchiaio di terreno.

Poi la gola secca, un po' riarsa

della sete il sentimento

era compagno, della fuga la paura.

Sono uscito a malapena

quando l'acqua più non c'era!

E sorrido e poi ancora un sorriso

mi sfugge, e un altro ancora.

Vorrei vivere di sospiri di immensità

mi dico, tra lo sferzare del vento,

perduto nel volo alto d'un falco.

Quando la città mi stringe,

quando la mente persa nel niente

è una tartaruga nel guscio.

Inseguo i pensieri

sfuggiti nell'immensità del cielo

e li accompagno nei suoi viali,

per far entrar nel cuore l'infinito

e lasciarlo lì come un tatuaggio

nell'animo inciso,

e poi, volgendo lo sguardo

a levante, ne colgo il colore

dell'oro sulle labbra dell'alba.

 

                                              Giov@nni

 
 
 

L'ABETE

Post n°686 pubblicato il 29 Dicembre 2014 da menegi53
 
Foto di menegi53

Ricordo, non c’era neve come adesso, quell’anno. Mai ce ne fu abbastanza per coprire prati pieni di memorie, ma quell’anno il verde dei colli si stagliava nell’aria, attraverso il vetro della finestra. Mi raggiungeva pieno di lusinghe, e ricordo l’abete che, pieno di candeline colorate lasciava cadere insieme con me fiocchi di cielo. Lo piantai in giardino e ora la sua cima si inclina sul tetto della casa; indulgente accoglie nidi di passeri, piccoli ragni tessono la tela fra ramo e ramo. Ora, ancora addobbato di luci e di ghirlande color dell’oro, è un distinto signore, non troppo vecchio, diciamo di mezza età, che conserva nel tronco piccoli tratti fatti col carbone, e conversa con piccioni e lombrichi, e poi sembra non ricordare la tragedia di quando fu sradicato dal bosco e dai compagni vicini. “Non c’è mai neve abbastanza”, mi dice, quando nei giorni che fan da contorno al Natale ormai trascorso, ma ancora vivo, scivolo con la mia mano sul troco e ho braccia insufficienti e troppo piccole per contenerlo. E lo guardo mentre si scrolla di dosso la neve caduta ieri e rimasta sui rami. No, “non c’è mai neve abbastanza”, ripeto con lui, mentre già si incammina la sera, fra sbalzi di luce e di ombre, là sotto i rami sempreverdi. Fruscio d’erba e di ali, fragranze di nuvole, vento gelato e richiami lontani. Ricordo, mi diceva quando la neve cadeva: ”Non mi scacciare se questo è il paradiso, perché della neve che cade raccoglierò ogni fiocco, per i tuoi sogni poi ne farò colline, e tu ti fermerai sotto di me al riparo dal gorgoglio del vento”. E io, andavo a raccontare, tra le fronde in movimento, con le mie parole, silenzi e immagini distorte dalla luce dei lampioni lungo il cilindro d’asfalto più in là. No, adesso non c’è che dire di più, tutto già parla, tutto è divenuto semplice come una farfalla che danza sulle spighe di grano in estate. Così, mentre il tronco sembra avere mani per stringermi, nodoso e segnato dal picchiettare del tempo, piccole ferite ormai chiuse, nella corteccia più viva, io risento tra l’odore di resina familiari rumori, come il tonfo felpato della mia gatta che balza sul davanzale, o il passo lieve di mia madre sull’uscio che chiama. “Non c’è mai neve abbastanza”… va bene, lo so! Ma, mentre ripongo al suo giusto posto un addobbo che s’era staccato da un ramo, da sopra la punta ricurva, mi giunge un suono che par musica lenta, e certe volte mi pare che il cielo cammini con me. Una voce un po’ roca, un soffio di vento, poche parole dalle fronde mosse dal vento: “Son certo che quando l’inverno coi suoi chiaroscuri, segnati dagli spazi di nubi e di piogge, farà sbiadire immagini e colori, allora, sarà soltanto attesa o lento sopore, magari un sonno lieve, ma non troppo lungo… come il silenzio delle rondini, nell’incanto di un giorno che si spegne, insieme con l’eco delle mie parole in un pomeriggio, come questo, freddo ma pieno di sole".

 

Giov@nni

 
 
 

IL TRENO CHE NON C'E'

Post n°685 pubblicato il 28 Dicembre 2014 da menegi53
 
Foto di menegi53

Un momento fa sembrava tutto così tranquillo, il giorno passava sereno come un fiume di stelle, la giacca di lana sulla sedia appoggiata, rosso il colore, accendeva la stanza; nell’aria l’odore di salvia dal forno e un profumo di immagini apriva uno squarcio nel  cielo futuro e palpitava il mio cuore spensierato. Poi la pioggia. Da un brandello di cielo una siepe di fili grigi agganciati alle nuvole si è schiantata sul manto del selciato. Per finire, a sorpresa, un raggio di sole è apparso  e subito sparito avendo forse sbagliato stagione. Così, da un’ora all’altra i segnali hanno preso consistenza indicando non si sa bene cosa. Per esempio, un corvo nero planato sul ramo di un pioppo per una sosta assolutamente necessaria, è dovuto fuggire con rapido sbatter di ali, per un tuono laggiù, dietro l’orizzonte. E all’improvviso, un piccolo cane cucciolo di lupo, si è ricordato chi era, ha ringhiato contro il padrone e si è lanciato contro il gatto dei vicini. Così, come  pure mi han detto, che le rane di uno stagno vicino, nei pressi del parco, dopo un dialogo fitto, si sono messe in ascolto, e questo ha drizzato le orecchie agli altri animali per un chilometro intorno. Inquieto, una piccola ansia allo stomaco in un momento rapido come un lampo dopo quel tuono lontano, mi aveva chiuso la gola. Ma poco dopo ho capito il perché. La promessa non era stata mantenuta. La lettera era arrivata precisa, anche se non scritta. Baci e abbracci, sventolare di mani sul treno, c’erano tutti, tranne me. Per uno strano e stupido errore di orari, il tempo ha inciampato. L’arcobaleno è divenuto tramonto, tinte innaturali irradiano il cielo. Aria sincera, aria fredda intrisa di pioggia, svanisce il sole che prima era apparso, io resto a guardare da sotto l’ombrello, poi riprendo a volare tra le gocce di pioggia, non mi voglio bagnare. Guardo stupito i miei piedi nelle scarpe racchiusi, perché è come se da soli avanzassero, mentre un pensiero mi fa sussultare; si dice che il tempo lenisca il dolore, invece delega al cuore vuoti immensi da colmare, ma questi… d’obbedire, non ne vuole sapere.

 

Giov@nni

 
 
 

UN SORRISO

Post n°684 pubblicato il 27 Dicembre 2014 da menegi53
 
Foto di menegi53

 

 

 

 

 

 

Se non sapessi

cos'è un sorriso

direi con tenera incoscienza:

una smorfia.

Ma un sorriso

è la piena espressione

d'uno stato d'animo,

la voce dei sentimenti.

Un sorriso si manifesta

con semplicità,

ma innata è la sua

incostanza ed armonia.

Un sorriso nel buio della notte

e nel frastuono del giorno,

fa rumore quanto un grido

di un'anima che incombe.

Un sorriso porta amore e felicità,

un sorriso è felicità.

Un sorriso sa dove andare.

Un sorriso sa cosa fare.

 

                                                      Giov@nni

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: menegi53
Data di creazione: 23/11/2011
 

L'IGNORANZA E' MENO ODIOSA DELLA PRESUNZIONE

 

NON FARE DEL BENE SE NON ACCETTI L'INGRATITUDINE

 

CI VUOLE TUTTA UNA VITA PER IMPARARE A VIVERE

 

LA FELICITA' E' FATTA DI POCHI ISTANTI

aquila-immagine-animata-0012

 
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INCONTRIAMO IL DESTINO SULLA VIA PER EVITARLO

L'amicizia: gli amici ti aiutano, i conoscenti ti salutano!

 

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A VOLTE UN PO' DI SOLITUDINE CI FA STARE BENE

Chissà perchè certe donne e certi uomini non cambiano mai! Com'è squallida l'umanità, e io ne faccio parte!

 

RONDINI (DAL CD "TIME OFF" DI G.M.)

 

Volano, come rondini volano

poi nel cielo scompaiono

i miei sogni così.

Tornano come rondini tornano

anche se non vorrei...

I miei sogni così.

Chi non ama ricordi non ha...

sempre solo restare dovrà...

Una vita vissuta così...

non vorrei...non vorrei.

Meglio ridere e piangere se...

se l’amore ora viene ora va...

fa soffrire, ma è meglio così:

solo non sarai...no mai!

I ricordi verranno da te

come gocce di pioggia...

cadranno giù...

dai tuoi occhi dal cuore e poi tu,

sognerai... Di tornar tra le braccia di chi... se ne andò..

senza dirti nemmeno perché...

Sognerai... Di fermare quel bacio... così,

che hai rubato alle labbra di chi...mai t’amò... mai t’amò.

 

NOTHING MORE

 

Alcuni si ricordano dell'educazione

solo quando la pretendono dagli altri

 

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FELICITà

Non parlate della vostra felicità a chi è meno felice di voi.

La felicità è come la febbre poichè tutti ci sono intorno per farcela passare.Felicità

 

SCENDI! (A SONG BY GIOV@NNI)

 

TURBOLENZE D'ONDE

Senza il tuo consenso nessuno potrà mai farti sentire inferiore.

 

 

POLVERE DI STELLE SULLE MANI

Io sono più importante dei miei problemi.

 

COME SPIGHE DI GRANO

Il falso amico è come l'ombra che ci segue finché dura il sole

 
 

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