Mondo Parallelo

SILENZIOSO CIELO

Le lacrime della tenerezza si devono tenere per sé, in certi casi va bene una maschera di cera spalmata sulle palpebre e sulle labbra, e fingere che ti importi di ciò che ti viene detto, e fingere di crederci, come raccontare una storia. C`era una volta. Viaggio della mente per strade inesplorate, viaggio dei sensi su corpi che non sai come, dove, cosa sono. Nomi, visi, mani. Storie di gente perduta, lasciata, scordata nel taschino di quella vecchia maglietta stinta, stretta, fuori moda, di tanti anni fa. Storie di mille persone ciascuna con il suo cruccio e il sorriso stampato sulle labbra. Tanti discorsi racchiusi in parole a forma di goccia. Miseria umana che trascende dall’animo ed io che ascolto in silenzio fingendo di dormire su una sdraio, di sotto un ombrellone con un caldo da incubo. Non c’è brezza dal mare, solo piccole folate a volte accarezzano la pelle, poi scompaiono, quasi miraggio d’una frescura a venire. Storie di amicizie vere, come è vera l`aria, come sono vero io, come viene domani, come sparisce l’oggi. Sole rosso, palla bassa e accecante di fuoco, carne abbrustolita ai raggi d'un astro infuocato, immobili corpi stesi immersi in mille pensieri; gli smartphone tra le mani, un pezzo di plastica che non manca a nessuno e magari tiene compagnia. L’amico accanto sonnecchia e russa tra i sorrisini della gente vicina. Corpi distesi ad assorbire una energia che brucia. Domani, domani sarà più carica la pelle di un colore più scuro. Un trillo lontano, una voce, un sorriso, un ciao, un messaggio a chissà chi. Musiche cubane nell’aria infuocata di un tormentone estivo, bimbi che corrono, la sabbia che brucia, granite che appaiono tra le loro mani quando il carretto dei gelati si ferma e richiama la gente con tre squilli di tromba. Abbagliante certezza, luce che acceca e rende fragili, luce che svela ogni cosa, luce che guarisce, luce che mette a nudo le verità più dure. Volgo un attimo il viso al sole, brucia da dietro gli occhiali scuri, le palpebre chiuse. Luce.

Giov@nni