Mondo Parallelo

Ritagli di vita e di suoni

 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Febbraio 2015 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28  
 
 

FACEBOOK

 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

NORMAGIUMELLIcassetta2virgola_dfshivasal16Costanzabeforesunsetlascrivanamariomancino.mletizia_arcurimenegi53Quid_Zenbatengmariangela.adorisioserena9990sempliceauroraardizzoia.natalia
 
Citazioni nei Blog Amici: 39
 

ULTIMI COMMENTI

Un saluto dal 2024
Inviato da: cassetta2
il 06/06/2024 alle 18:52
 
Ciao Giovanni. Buongiorno. Ormai ci siamo. L'anno...
Inviato da: virgola_df
il 31/12/2023 alle 11:48
 
Grazie Virgola ero passato sul tuo blog perché nella mia...
Inviato da: menegi53
il 04/08/2020 alle 16:19
 
Ciao Giovanni, buongiorno. T'ho intravisto tra le mie...
Inviato da: virgola_df
il 01/08/2020 alle 11:55
 
Buon 2019!!!!!!! :-) Con affetto!
Inviato da: NORMAGIUMELLI
il 08/01/2019 alle 14:46
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
 

BACK TO BLACK

He left no time to regret, kept his dick wet, same old safe bet. Me and my head high, and my tears dry, get on without my guy, you went back to what you knew, so far removed from all that we went through, and I tread a troubled track, my odds are stacked, I'll go back to back. We only said good bye with words, I died a hundred times, you go back to her and I go back to...I go back to us, I love you much; it's not enough, you love blow and I love puff, and life is a pipe, and I'me a tiny penny rolling up the walls inside. We only said good bye with words, I died a hundred times, you go back to her, and I go back to...

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

SI DEVE ESIGERE PIÙ DA SE STESSI CHE DAGLI ALTRI

Se a un certo punto un'amicizia o un amore cessano, forse non sono mai esistiti davvero.


aquila

 

S'I' FOSSE FOCO (SONETTO DI CECCO ANGIOLIERI)

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Febbraio 2015 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28  
 
 

SMILE: THE LIFE IS SO GOOD!

 

LOVE HER AGAIN (DAL CD "ALONE" DI G.M.)

    

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Febbraio 2015 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28  
 
 

FIAMMELLA SEMPRE ACCESA NEI CUORI

L'importante è come si vive e non quanto.

 

THE SECRET (BY GIOV@NNI)

 

Messaggi di Febbraio 2015

NUVOLE DI ZUCCHERO FILATO

Post n°743 pubblicato il 28 Febbraio 2015 da menegi53
 

Nuvole di zucchero,

piccoli puntini sulla pelle,

gattino impaurito,

aspettavo un gesto gentile

per allontanare

i fantasmi della paura

che danzavano intorno a me.

Lacrime strane

traboccavano dai miei occhi,

occhi di bimbo.

Da solo nella stanzetta

non riuscivo a dormire.

Fantasticavo tenerezze

e filastrocche

che non arrivavano mai.

“Guardati!”, mi dicevano gli gnomi

da sotto il lettino,

"Non ci  sembri sereno!"

“Non vedi il vuoto della notte

scavare i tuoi occhi?“.

Poi piano piano con la fantasia

ricamavo i miei silenzi!

Le parole sul libro posato sul petto,

pesavano come macigni

e non ho mai avuto la forza

di rotolarle via,

parole difficili, non le capivo.

Eppure erano dentro di me,

al primo posto nei miei pensieri.

Quante lacrime di commozione

hanno inzuppato il cuscino!

Favole dolci e la fata turchina

che mi faceva l’inchino.

Quante ore rubate al sonno!

Cosa dire adesso?

Adesso che tanto tempo è passato

ed è rimasto solo un sorriso stampato

in un ricordo che torna e ritorna.

Ritorna, o meglio

non è mai andato via.

Tutte le stelle nel buio

cadevano giù, dal libro

della fantasia e Peter Pan,

senza volerlo, era scivolato

in un baratro senza fare rumore.

Mi chiamava a giocare e a cercarlo,

Il mio cuore non sapeva capire.

E lui poi risaliva e volandomi attorno

mi copriva di piccole stelle,

poi si eclissava e mi lasciava da solo;

io, restavo a guardare,

io, che come un gomitolo

caduto dal cesto di paglia,

mi dipanavo fuori di me

per cercare quell’isola strana

che allora esisteva per me;

e adesso la cerco ma forse

è scomparsa  negli abissi del mare

perché per quanto mi sforzi a cercare, 

davvero più, non la riesco... a trovare.

 

                                                            Giov@nni

 
 
 

IL SUONO DELL'INQUIETUDINE

Post n°742 pubblicato il 27 Febbraio 2015 da menegi53
 

Notte silenziosa, sensazione profonda,

strada senza lampioni, in questo silenzio di ghiaccio.

E nella mia ombra si attaccano fogli

strappati ad un giorno di sole.

Dammi le tue mani per l’inquietudine,

dammi le tue mani da tener tra le mie,

dammi le palme per toccare la mia solitudine.

Dammi le tue mani perché io sia consolato,

le tue sulle mie, con quella tua stretta un poco allentata

con un sorriso nel viso per dirmi che è poco,

solo così senza motivo, magari per gioco,

per non far affiorare il senso di paura, turbamento e fretta

che sento veloce improvviso ad ogni stretta,

quando le prendo come neve disfatta

che mi sfugge e veloce si scioglie attraverso le dita.

Non potrai mai sapere ciò che mi trapassa

come un ago di ghiaccio il cuore,

ciò che mi sconvolge e che m’invade.

Non potrai mai sapere altrimenti ciò che mi strugge

e che ho perduto col mio trasalire

ogni momento che mi guardo dentro.

Ciò che in tal modo dice il linguaggio profondo,

questo muto parlare dei sensi nascosti dal velo del niente.

Senza bocca e senz’occhi, specchio senza immagine

è questo fremito antico che non dice parole.

Non potrai mai sapere ciò che le dita pensano

quando cercano l’appiglio di altre più forti.

Una preda tra esse per un istante tenuta

nel muto sentire d’essere cosciente di essere niente.

Non potrai mai sapere ciò che il loro silenzio

avrà rischiarato quel giorno mai nato

quel giorno trascorso, nel tempo perduto.

Dammi le tue mani ché il mio cuore vi si conformi

e ne faccia tesoro per scaldarlo un poco.

Taccia il mondo per un attimo almeno

come un disegno fatto di nuvole rosse di sole

in questo momento che adesso il cuore non duole.

Dammi le tue mani ché la mia anima vi s’addormenti

un poco discosta dai soliti eventi.

Rimango seduto, come un angelo nelle mani di un barbiere,

che i riccioli vuole tagliare ma non lo sa fare

perché abbagliato dal loro chiarore,

impugnando un bicchiere dalle profonde pieghe di vetro.

Un sorso, poi un altro, d’acqua di fonte,

e, fra i denti, un fiore colto per dirti che adesso

non conta se non mi vedi e sono piccino,

perché io continuo il cammino di sempre,

e nelle tue mani ho posato per un attimo solo le mie.

Nelle tue mani ho trovato il segreto

d'una carezza e di un dolce calore,

solo, vorrei rimanesse accesa fiammella

per sempre con me, col suo chiarore

nel più piccolo e angusto rifugio del cuore.

 

                                                Giov@nni

 
 
 

DOMANI

Post n°741 pubblicato il 26 Febbraio 2015 da menegi53
 

Domani raccolto in un'idea

riabbraccerò l'alba

o un desiderio che si scalda

al primo tepore

o al sogno che si spegne

in un sospiro

nell'accorgermi che è già mattino.

Domani guarderò

sotto il chiarore delle stelle

e osserverò la luna

nel suo brillare una notte intera

come un desiderio

che si spegne al suono

di mille ricordi.

Domani mi racchiuderò

in un tramonto

nel guardarmi attorno,

nello spegnere una candela

o nell'addormentarmi

quando sarà sera.

 

                                                        Giov@nni

 
 
 

PASSI LEGGERI

Post n°740 pubblicato il 25 Febbraio 2015 da menegi53
 

Un pomeriggio d’inverno di alcuni anni fa, transitavo per la Val di Nievole e ammiravo il paesaggio, quando in lontananza, scorsi un paesino appollaiato su un cocuzzolo incastonato tra i boschi di castagno che attirò la mia curiosità. Su un’insegna scolorita lessi “Bar”; il sole stava dietro le nuvole, faceva freddo, decisi di entrare per riscaldarmi con un caffè. Una folata di caldo mi avvolse. Profumo di vino e di caffè si mescolavano con l’odore della gente che vive in campagna. L’uomo dietro al banco mi porse il caffè fumante nel bicchiere di vetro. Scambiai poche parole per soddisfare la mia curiosità. Mi disse che nel paese vivevano poche decine di abitanti e solo in estate il paese si popolava. Tanto per fare, chiesi se c’erano delle abitazioni in vendita. Lui disse di sì e chiamò a gran voce un signore impegnato a un tavolino nel gioco delle carte. Mi venne incontro un anziano contadino magro, coi capelli luminosi come la neve. L’uomo dietro al banco si rivolse a me dicendomi che lui aveva una casa da vendere. Si chiamava Antonio. E subito rispose: “No, no! la casa non la vendo più, sono stufo di farla vedere!”. Capii che molti l’avevano vista senza concludere nulla. Il rifiuto stimolò la mia curiosità e benché non avessi alcuna intenzione di acquistare casa in montagna, insistei per vederla. L’uomo mugugnò un po’ e poi mi disse di aspettarlo mentre andava a prendere la chiave. La casa da vendere era proprio di fronte alla fontana, un terra-tetto fatiscente in pietra che mi incuriosì. Non so cosa accadde in me, ma fui spinto a chiedergli a quanto vendeva la casa. Il prezzo che mi richiese era veramente minimo e benché non avessi programmato quella spesa decisi di acquistarla. Scrivemmo, una volta tornati al bar, su un foglio di quaderno, la cifra che anticipai per l’acquisto. Poi un nuovo incontro con il notaio per concludere. Non appena in possesso della casa affidai il restauro a un muratore anziano del luogo. La casa divenne per parecchio tempo il mio rifugio estivo e io ero contagiato dalla passione per i funghi. Poi, dopo anni in cui non mi recai più nel paesello, una volta tornatovi, mi accorsi che la casa necessitava di un ammodernamento. Poiché il muratore che anni addietro si era occupato del restauro, se n’era andato, affidai i lavori ad un’impresa del luogo. Dovevano iniziare i lavori a settembre, eravamo a dicembre, ricordo, così decisi di recarmi là per alcuni giorni a metà gennaio, il tempo necessario per demolire alcune pareti divisorie e altre cose, tanto per accelerare i tempi e fare un po’ di vacanza. La scala a giorno, che dal pianterreno conduceva al piano camere, e proseguiva fino alla mansarda, era in legno. Decisi di accamparmi su, dato che le pareti da demolire erano nei piani di sotto, svuotati dai mobili e ammassati in cantina per agevolare il lavoro. Dopo mangiato, stesi una coperta per terra per trascorrere la notte. Faceva freddo fuori, la stufa scoppiettava divorando la legna che avevo preparato per scaldarmi, infilato in un sacco a pelo. A notte fonda, fui svegliato dai miagolii dei gatti in amore che nel silenzio della notte si aggiravano per il paese addormentato. Immerso nel silenzio me ne stavo rannicchiato nel mio sacco a pelo, aspettando il sonno. L’orologio della torre aveva battuto da poco due colpi quando udii dei passi salire per la scala di legno. Il sangue mi si raggelò  immobilizzandomi e, incapace di reagire sentivo i passi, svelti e leggeri, che mi fecero pensare a una persona giovane, ad una donna che saliva dal piano terra verso di me. Dalla finestrella alle mie spalle filtrava fioca la luce della luna. Con gli occhi rivolti verso la scala aspettavo il comparire di quella presenza che di lì a poco si sarebbe materializzata. Ormai ci separava solo il solaio… ma i passi si fermarono sotto di me e tutto piombò nel silenzio. Mi rincantucciai dentro il sacco a pelo serrandomi le orecchie. Il mattino mi trovò sveglio. Andai a controllare una volta alzato, porte e finestre. Tutto era ermeticamente chiuso. Avevo impresso nella mente il ritmo di quei passi, leggeri e veloci, passi di donna. Decisi di tornare  a casa nel pomeriggio. Ero troppo turbato per rimanere là un’altra notte. L’anno dopo, decisi di rimettere mano alla cantina, visto che ne aveva bisogno. A spingermi fu più che altro la curiosità. Su una delle pareti di pietra si stagliava un arco, un passaggio murato che già lo scorso anno aveva attirato la mia attenzione. Sotto alla volta, nella vecchia parete murata a secco, s’era formata una fessura. Presi un bastone e l’infilai per saggiarne la profondità; ne entrò un bel pezzo. Così decisi di vedere cosa c’era oltre il muro. Con un muratore iniziai a ingrandire la fessura. Le pietre si toglievano facilmente essendo murate a secco, e la breccia si ingrandiva a vista d’occhio. L’arco ormai aperto, lasciò trasparire un ambiente, una grossa mangiatoia dove un tempo si nutrivano le bestie della famiglia che ci abitava. Ci chiedemmo il perché di quella chiusura. Con una torcia elettrica, illuminammo l’ambiente e vedemmo, adagiata al centro del vano una lastra di pietra, ricoperta di polvere, con inciso alcune lettere: Anna. A.D. MCCCXXVIII. Turbati sollevammo la pietra. Scavammo e infine apparvero i resti di quella donna. Ricordo che il fatto fece scalpore in paese, giunsero le autorità che intrapresero gli accertamenti del caso. Passarono alcune settimane. Infine mi venne detto che quei miseri resti risalivano all’epoca incisa sulla lastra di pietra. Mi spiegarono che durante gli assedi, all’epoca numerosi in quella zona, se una persona moriva non potevano sotterrarla fuori le mura, essendo accerchiati nel borgo. Probabilmente era stato così anche per Anna, e i parenti l’avevano inumata sotto casa sua, lontano dalla terra consacrata. Fu deciso di far benedire la salma e sotterrare i miseri resti nel cimitero. Alla benedizione volli esserci anch’io. Io avevo udito i suoi passi e percepito la sua femminilità. Così durante la funzione il mio pensiero volò a quella donna del passato, ai passi uditi quella notte d’inverno che ancora adesso sento dentro me. Immaginai tante volte Anna, rischiarata dal fioco lume di candela, agonizzante nel letto, tormentata al pensiero di dover lasciare i piccoli figli e i suoi cari. Allontanai spesso da me l’idea che Anna fosse rimasta vittima  di un’atroce aggressione, e il suo corpo occultato dal suo carnefice dietro al muro. Pensai, sì, tuttora lo penso, quando guardo un paesaggio solitario di un borgo di montagna, che Anna se n’era andata in una notte di gennaio, di tanti anni prima, e ad ogni ricorrenza la sua essenza lasciava il sepolcro per salire le scale e a passi svelti e leggeri, ritornare nel luogo dove aveva vissuto. Una cosa mi fa sorridere quando ci penso, e cioè, che finalmente Anna aveva trovato la pace, laggiù, nel piccolo fazzoletto di terra consacrata. Ricordo che la casa l’ho venduta e ne hanno fatto un luogo con un a stradina tra siepi da percorrere a piedi, un luogo silenzioso, pieno di mistero, con turisti che la visitano. Io, ogni tanto mi reco al piccolo cimitero ma la casa la vedo solo di sfuggita, da lontano, non mi va di entrarci, non so perché, è come una sensazione di infinita tristezza che mi prende alla gola, ma non è forse nemmeno quello, non so spiegarmelo, mentre metto un fiorellino di campo su una tomba con una scritta, dal nome breve e misterioso, quello di una fanciulla che ha inciso i suoi passi leggeri e veloci nella mia memoria. Volevo tenere per me questa storia ma non è colpa mia se l’ho scritta, forse perché volevo dimenticarla, forse perché la fanciulla invece non lo voleva affatto… va bene… va bene… ho capito… va… bene così!

 

Giov@nni 

 
 
 

PAROLE SCRITTE

Post n°739 pubblicato il 24 Febbraio 2015 da menegi53
 
Tag: Per chi
Foto di menegi53

 

 

 

 

 

 

Scrivo per chi ha perso

la voglia di scrivere,

scrivo per chi non ha inchiostro,

per chi non ha carta,

scrivo per chi non ha parole

o semplicemente per chi

ha perso la facoltà di esprimerle.

Scrivo per chi non vuole

per chi non sa dare amore

per quelli che non hanno forza

né occhi per capire

un semplice perché.

Scrivo, sì scrivo,

scrivo adesso per chi non ha anima

per chi non ha cuore,

per chi non ha mente

o mani per poterlo fare.

Scrivo, sì scrivo,

scrivo per emozionare,

per chi non ha il coraggio

di mettere la sua anima sul bianco.

Scrivo per aiutare, per chi ha paura

di chiedere una mano.

Per chi non può abbracciare

perché troppo lontano.

Scrivo, scrivo,

scrivo anche soltanto per il piacere

di farlo e alla fine molti

capiranno e come me faranno

della loro penna una passione:

non c’è ballo del corpo più bello

armonia di uno scritto di getto,

la parola fatta concetto,

rimane ancorata nera su bianco

oltre le note del tempo.

Scrivo per chi non ha pianto,

per quanti vorrebbero farlo

ma non hanno occhi per questo,

chiusi nel loro silenzio,

oltre i confini dell’uomo.

Nel vago svanire

dell’umana natura, in un mondo

coperto di nuvole,

nel freddo pungente delle lande deserte,

chiuso tra i ghiacci sottili del cuore

alla continua ricerca

di un vago tepore.

Scrivo, sì scrivo,

là, sotto la tenda coperta di stelle,

niente di così importante,

nulla che non si possa capire

ma è poca cosa,

senza pretese, senza clamore,

come una piccola, dolce,

parola d’amore.

 

                                                            Giov@nni

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: menegi53
Data di creazione: 23/11/2011
 

L'IGNORANZA E' MENO ODIOSA DELLA PRESUNZIONE

 

NON FARE DEL BENE SE NON ACCETTI L'INGRATITUDINE

 

CI VUOLE TUTTA UNA VITA PER IMPARARE A VIVERE

 

LA FELICITA' E' FATTA DI POCHI ISTANTI

aquila-immagine-animata-0012

 
Citazioni nei Blog Amici: 39
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

INCONTRIAMO IL DESTINO SULLA VIA PER EVITARLO

L'amicizia: gli amici ti aiutano, i conoscenti ti salutano!

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Febbraio 2015 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28  
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 39
 

A VOLTE UN PO' DI SOLITUDINE CI FA STARE BENE

Chissà perchè certe donne e certi uomini non cambiano mai! Com'è squallida l'umanità, e io ne faccio parte!

 

RONDINI (DAL CD "TIME OFF" DI G.M.)

 

Volano, come rondini volano

poi nel cielo scompaiono

i miei sogni così.

Tornano come rondini tornano

anche se non vorrei...

I miei sogni così.

Chi non ama ricordi non ha...

sempre solo restare dovrà...

Una vita vissuta così...

non vorrei...non vorrei.

Meglio ridere e piangere se...

se l’amore ora viene ora va...

fa soffrire, ma è meglio così:

solo non sarai...no mai!

I ricordi verranno da te

come gocce di pioggia...

cadranno giù...

dai tuoi occhi dal cuore e poi tu,

sognerai... Di tornar tra le braccia di chi... se ne andò..

senza dirti nemmeno perché...

Sognerai... Di fermare quel bacio... così,

che hai rubato alle labbra di chi...mai t’amò... mai t’amò.

 

NOTHING MORE

 

Alcuni si ricordano dell'educazione

solo quando la pretendono dagli altri

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Febbraio 2015 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28  
 
 
 

ULTIMI COMMENTI

Un saluto dal 2024
Inviato da: cassetta2
il 06/06/2024 alle 18:52
 
Ciao Giovanni. Buongiorno. Ormai ci siamo. L'anno...
Inviato da: virgola_df
il 31/12/2023 alle 11:48
 
Grazie Virgola ero passato sul tuo blog perché nella mia...
Inviato da: menegi53
il 04/08/2020 alle 16:19
 
Ciao Giovanni, buongiorno. T'ho intravisto tra le mie...
Inviato da: virgola_df
il 01/08/2020 alle 11:55
 
Buon 2019!!!!!!! :-) Con affetto!
Inviato da: NORMAGIUMELLI
il 08/01/2019 alle 14:46
 
 

FELICITÀ

Non parlate della vostra felicità a chi è meno felice di voi.

La felicità è come la febbre poichè tutti ci sono intorno per farcela passare.Felicità

 

SCENDI! (A SONG BY GIOV@NNI)

 

TURBOLENZE D'ONDE

Senza il tuo consenso nessuno potrà mai farti sentire inferiore.

 

 

POLVERE DI STELLE SULLE MANI

Io sono più importante dei miei problemi.

 

COME SPIGHE DI GRANO

Il falso amico è come l'ombra che ci segue finché dura il sole

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963