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Klimt, il bacio

 

 

Psicotrappole, ciò che in un primo tempo sembra una soluzione, col tempo diventa una galera per la mente.

Foto di hommelibre10

   Psicotrappole è un libretto di facile fruizione in cui Giorgio Nardone concentra i più comuni vizi della mente umana che l'uomo si costruisce da sé e ne diviene vittima nel tentativo disperato di difendersi dall'angoscia.

   L'autore ne rileva 27 raggruppate in 3 gruppi fondamentali: psicotrappole del pensare, dell'azione e combinazioni patologiche, le più pericolose.

Nelle trappole del pensare si annoverano autoinganni e illusioni come 1.L'inganno delle aspettative, 2.L'llusione della conoscenza definitiva, 3.Il mito del ragionamento perfetto, 4.Lo sento quindi è, 5.Pensa positivo, 6.Coerenza a ogni costo, 7.Sopravvalutazione e sottovalutazione.

Come si vede, sono i tipici inganni della mente e del disperato tentativo della ragione di avere il controllo su tutto, di pensare che tutto sia conoscibile e quindi prevedibile e controllabile, da cui la pretesa che tutto debba andare liscio e senza sorprese mentre la legge dell'entropia ci dice che ogni organizzazione tende al disordine e alla distruzione.

Sembra infatti che il vizio delle società mature e della decadenza sia prporpio l'inganno dell'intelletto che pensa di risolvere tutto con l'analisi e l'attività intellettuale, non saranno però gli stoici e degli epicurei che vogliono controllare il desiderio per non soffrire a impedire che Atene finisse sotto il domino di Alessandro, né saranno gli slanci della religione laica di Plotino o la denuncia dei vizi di Roma operata da S. Agostino a impedire l'arrivo dei barbari. Altresì risulteranno sterili le analisi di Guicciardini e Machiavelli che, per quanto corrette e consapevoli di ciò che stava accadendo alla Bella Italia, non potranno impedire che la Penisola più ricca d'Europa, ma più debole militarmente, fosse invasa dagli eserciti stranieri.

In quanto all'oggi, fase di grave stagnazione per l'Occidente ma forse non ancora di decadenza e tuttavia preludio di un possibile peggiorare della situazione, razionalismo, facili schematizzazioni del comportamento umano, sopravvalutazione di alcuni fenomeni di violenza in uno dei paesi più sicuri del mondo, sottovalutazione della persistente crisi economica che tradisce la sfiducia del popolo nell'impresa e nello stato e conseguenti scelte sbagliate come l'assistenzialismo invece del lavoro, l'ossessivo controllo invece della fiducia, la repressione e la demonizzazione al posto della conoscenza e della cura del male sono i segni di un popolo che ci si sta costruendo da sé le trappole che distruggono le sue energie, impediscono l'azione, condannano alla depressione, alla rassegnazione e allo scetticismo e al distacco dalla realtà.

Per ognuna di queste psicotrappole, Nardone propone una soluzione ma sul piano politico e sociale a noi preme sottolineare che il paese ha bisogno di più riconoscimenti e men o punizioni, più fiducia e meno sospetti, più impresa e meno assistenzialismo, più conoscenza e meno giudizi e condanne, più equità e meno vendette.

In quanto alle psicotrappole dell'azione, l'autore elenca: 1. Insistere, 2.Rinunciare e arrendersi, 3.La mania del controllo, 4.L'evitamento, 5.Rimandare, 6.L'aiuto che danneggia, 7.Difendersi preventivamente, 8.Socializzare tutto.

È chiaro come esse siano le conseguenze degli errori della mente da cui discendono gli errori della volontà e quindi dell'azione. Pensare cioè di risolvere i problemi con l'impegno e la coerenza anche se l'analisi è sbagliata e l'azione è inefficace, moltiplicare i controlli invece che formare e istruire, correre in aiuto di chi può farcela da solo rendendolo dipendente dagli altri, raccontare i fatti personali in Tv o sui social danneggiando la vita privata sono solo alcuni aspetti delle psicotrappole sociali in cui cade l'attuale società.

Ne deriva un inutile quanto dannoso spreco di risorse e di energie rubate alla corretta azione e al vivere sereni in casa propria pensando di sfuggire all'ansia del fallimento e della sconfitta, consolazione che divengono poi la causa del fallimento stesso e l'aumento dell'ansia e dell'angoscia rendendo l'individuo sempre più insicuro, falso e intimamente violento.

Passando dal piano del privato a quello del pubblico, gli esempi di azioni sbagliate di certo non mancano, ma qui ci preme evidenziare l'azione distruttiva e distrattiva del gossip televisivo, questo ospite inquietante sempre presente nelle nostre case diviene spesso un parassita della mente che distoglie energie da ciò che è veramente utile e gratificante per la vita rendendo l'uomo sempre più dipendente, incapace di stare solo con i suoi pensieri, attento a ciò che lo circonda.

Per fortuna però si va in vacanza, spesso all'estero, si sospende il rapporto con l'alterità virtuale dei mezzi di comunicazione di massa e ci si rigenera un po' ritrovando se stessi e il mondo che ci circonda tanto che a volte ci si scopre diversi dal solito, ci si chiede chi si è veramente fuori dai condizionamenti quotidiani del circo mediatico.

 

 

 

 
 
 

Accusare rende.

Post n°128 pubblicato il 27 Settembre 2019 da hommelibre10

LE FALSE ACCUSE CONTRO I MARITI IN OCCASIONE DEL DIVORZIO STANNO DIVENTANDO UN PROBLEMA SOCIALE DI GRAVE ENTITA'. COPIO E INCOLLO QUESTO DOCUMENTO ESPLICATIVO.

 

Gli studi sulle problematiche della separazione denunciano, da circa 16 anni, un uso strumentale della carta bollata: l'utilizzo della denuncia per violenza di varia natura, pianificata per raggiungere obiettivi diversi da quelli dichiarati.
Può essere un'arma di ricatto per ottenere vantaggi economici, uno strumento per allontanare il "nemico" dai figli con accuse costruite ad arte, una rivalsa per il piacere di vedere l'ex in rovina.
Quale che sia lo scopo occulto, è ben lontano dall'essere una reale tutela per l'incolumità di chi denuncia.
Anche se non esiste una concreta situazione di rischio, è utile costruirla: garantisce risultati certi, da 30 anni, invariabilmente.
Gli approfondimenti sulle false accuse in ambito separativo dicono che il soggetto abusante, nella maggior parte dei casi, non esiste affatto.
Oggi, dopo lunghi anni di silenzio, il fenomeno ha ormai raggiunto proporzioni talmente macroscopiche da non essere più sottovalutabili; sul riconoscimento dell'emergenza convergono operatori di diverse aree coinvolte: Polizia, Magistratura, Avvocatura, Neuropsichiatria, Psicologia, Criminologia.
Una doverosa precisazione: nessuno ha intenzione di sottovalutare la gravità delle ignobili violenze fisiche e sessuali delle quali sono vittime le donne.
Quando sono vere.
Chi invece le inventa e le utilizza in tribunale per scopi diversi da quelli dichiarati, non nuoce solo ai figli e all'ex coniuge: la falsa denuncia insulta in primis chi una violenza l'ha subita davvero.
Mille vittime di stupri e/o percosse non possono essere messe sullo stesso piano della persona che si morde le labbra e corre in ospedale a denunciare l'ignaro ed incolpevole ex partner.
Magari con l'avallo di avvocati e servizi sociali conniventi, che hanno costruito un muro di indifferenza sul dramma sociale delle false accuse.
Il muro di indifferenza si sta incrinando, per rispetto delle vittime innocenti - adulti e minori coinvolti senza motivo - ma anche delle donne che una violenza l'hanno subita davvero.
Estratti
«I maltrattamenti in famiglia stanno diventando un'arma di ritorsione per i contenziosi civili durante le separazioni...», «...è appurato che le versioni fornite dalle presunte vittime sono gonfiate ad arte. Solo in 2 casi su 10 si tratta di maltrattamenti veri, il resto sono querele enfatizzate e usate come ricatto nei confronti dei mariti durante la separazione...». «una tiratina d'orecchi ai centri antiviolenza, che istigano a denunciare senza fare la dovuta azione di filtro, ma poi si disinteressano di come va a finire...».
Carmen Pugliese, Sostituto Procuratore c/o Trib. di Bergamo - inaugurazione anno giudiziario 2009, previa autorizzazione del Proc.Gen Addano Galizi, 29/1/2009


«Sempre più spesso si ricorre alla querela del coniuge o del convivente per risolvere a proprio favore i contenziosi civili per l'affidamento dei figli o per l'assegno di mantenimento...».
Barbara Bresci, Sostituto Procuratore c/o Trib. di Sanremo - Il Secolo XIX, 25/11/2009

«Onestà intellettuale vuole che (...) si parli anche dei casi di "false" violenze o meglio di "false" denunce di violenza subita...».., «Inutile dire che per l'esperienza fatta le false denunce provengono quasi nella totalità da donne, spesso madri che in tal modo tentano di allontanare gli ex mariti dai figli...».
Jacqueline Monica Magi, Sostituto Procuratore c/o Trib. di Pistoia - il Sole 24 Ore, 25/10/2009


«L'accusa di violenza sessuale è il modo più facile per estromettere il padre dalla vita dei figli. La donna non solo si libera del partner come coniuge ma anche come padre, facendolo uscire definitivamente dalla sua vita....», «La legge attuale non garantisce né il padre, né il minore. Per quanto riguarda il bambino (...) quando si rivela la falsa accusa, che di solito è fatta su istigazione della madre, la situazione si rivolta proprio contro di lui...».
Maria Carolina Palma, CTU c/o Trib. di Palermo - Avvenire, 13/4/2009
"Uno dei miti diffusi nella nostra società è che la violenza domestica è qualcosa che gli uomini fanno alle donne [...] Le donne istigano la maggior parte delle violenze in ambiente domestico e costruiscono false accuse"".
Rossana Alfieri, pedagogista clinica


"Tematiche spesso ignorate e sottaciute....il concetto di violenza di genere viene inteso come indissolubilmente legato alla vittima femminile, ma la realtà è diversa... ...A fronte della violenza cieca, diretta dell'uomo, esiste una violenza subdola, fredda, vendicativa, tipica della donna...L'utilizzo emergente delle false accuse in caso di separazione è solo uno degli aspetti....
Chiara Camerani - docente di Criminologia, Università de L'Aquila


"Se ci sono i minori in ballo, si mettono in atto dinamiche crudeli: le donne costruiscono false denunce di maltrattamenti o molestie sui figli a scapito del coniuge, per togliere a quest'ultimo la patria potestà"
Cristina Nicolini - avvocato matrimonialista


"credo che la tendenza stia crescendo: questo è sintomo di un disagio della mancanza di un punto d'ascolto. [...] Ad adottare questi sotterfugi sono sempre le donne: se la separazione è in corso, non ci sono strumenti prima dell'udienza per allontanare uno dei due genitori da casa. L'ordine di allontanamento giunge solo in caso di violenza fisica, ed ecco perché arrivano le denunce verso i mariti, per la maggior parte dei casi inventate"
Clara Cirillo - Presidente AGI (Associazione Giuristi Italiani) 4 feb 2010


"...le false accuse di maltrattamenti, percosse, abusi sessuali e violenze di vario genere su donne adulte e figli minori - le querele costruite al solo scopo di eliminare l'ex marito dalla vita dei figli - oscillano nelle procure italiane da un minimo del 70 ad un massimo del 95%..."
Sara Pezzuolo, Psicologa giuridica - Convegno ANFI (Associazione Nazionale Familiaristi Italiani)
Firenze, 29 aprile 2010
"...il "vizietto" nostrano di approfittare della legge, quando c'è, proprio non vuole morire. E, spesso si configura un reato, legato al mero interesse (economico) della presunta vittima di molestie. Non è un caso che spesso si ricorra alla querela del coniuge o del convivente per risolvere a proprio favore i contenziosi civili per l'affidamento dei figli o per l'assegno di mantenimento".
Valentina Noseda - giornalista, consulente RAI


"...una ricerca pubblicata dal Prof. Giovanni Camerini della Cattedra di NPI a Modena, relativa ad una casistica di 60 denunce di abuso sessuale all'interno di separazioni conflittuali, porta ai seguenti risultati: 3 casi di condanna, i rimanenti 57 esitati in archiviazione, proscioglimento in istruttoria o assoluzione perché il fatto non sussiste. Sarebbe utile indagare sulle conseguenze, non solo per gli adulti ma per gli stessi bambini, di questi coinvolgimenti in denunce infondate. Occorre più ricerca sull'uso strumentale delle denuncie di abusi, oltre ad un'inchiesta sul modus operandi dei centri.che le favoriscono..."
Benedetta Priscitelli, neuropsichiatria infantile, Modena


«... false denunce generate nel contesto delle controversie legali della separazione. È quest'ultimo l'ambito nel quale viene evidenziata la maggiore incidenza (...)in letteratura l'accento è stato posto sulle ripercussioni per il minore abusato che non viene creduto, ma anche nel caso di una falsa denuncia ritenuta fondata il bambino è destinato a subire un trauma.(...) non solo rimane intrappolato nella spirale dell'iter processuale, ma è avviato a percorsi terapeutici per vittime di abuso (...) invasivi e potenzialmente iatrogeni»
Jolanda Stevani, Psicologa Forense, CTU c/o Trib. Di Roma - Psicologia Contemporanea, nov. 2010, pp 18-23


"...a fronte di una separazione coniugale, sono sempre più frequenti accuse di abusi/maltrattamenti del tutto strumentali, finalizzate ad arrecare forte danno all'ex partner; la letteratura parla persino di "Sindrome da accuse sessuali in divorzio". In questi casi la rottura passa attraverso la più totale distruttività nei confronti dell'altro, attraverso accuse gravissime che sconvolgono l'esistenza del soggetto minore coinvolto e del genitore ingiustamente accusato. Il fenomeno è in crescita esponenziale soprattutto in assenza di modelli strategici atti ad arginarlo nonostante siano stati stilati protocolli finalizzati ad una corretta valutazione sia della testimonianza del minore, sia del contesto di riferimento. La mia tesi è che si assista comunque alla negazione del diritto al giusto processo nei confronti di indagati e di imputati coinvolti; infatti spesso l'esito è un processo di tipo "verificazionista": "di abuso si parla e l'abuso si deve trovare".
Chi è chiamato a giudicare viene condizionato da quella che personalmente chiamo "Sindrome di Stoccolma per procura", secondo la quale, in presenza di prassi devianti, si preferisce evitare un trauma psicologico alle vittime presunte causandone uno altrettante grave che consiste nel ritenere aprioristicamente verosimile l'accusa, emettendo ordini di protezione dalla persona falsamente accusata. Le ideologie sacrificano nel loro nome il diritto alla difesa. Si attribuisce a chi denuncia un credito riconducibile al pregiudizio, sacrificando integralmente il diritto di difesa degli indagati a causa della non riconosciuta necessità di rispettare, specie nella fase iniziale delle indagini, canoni scientifici, linee guida e protocolli riconosciuti a livello nazionale ed internazionale.
L'abuso dell'abuso/maltrattamento rappresenta una prassi dalla quale è molto difficile difendersi.
Credo che le intenzioni dei magistrati e degli operatori coinvolti nelle valutazioni debbano essere quelle di tutelare il minore affinché non subisca ulteriori e inutili traumi, ma anche di garantire l'adulto che, in questi casi, è stato accusato falsamente di un reato infamante. Inoltre, credo che
una ulteriore garanzia debba essere posta nei confronti del legame genitoriale che viene strumentalmente ed ingiustamente reciso per lunghissimo tempo"..
Loretta Ubaldi - Pedagogista Forense, Specializzata in Diritto del Minore, Esperta gestione e risoluzione dei conflitti (ADR), Consulente dei Tribunali di Roma


"(...) molti genitori sono mostruosamente orgogliosi, consapevoli di usare i propri figli per teatrini macabri e nel proprio esclusivo interesse (...) falsi abusi, falsi maltrattamenti, false corruzioni a danno dei figli, per togliere di mezzo l'altro genitore, ritenendolo rottamabile con mezzi disonesti e rapidi (...)"
Annamaria Bernardini De Pace - avvocato
Divorzi difficili e menzogne - Quei padri-mostri costruiti a tavolino - Il Giornale, 27 giugno 2011
Polizia Moderna - organo ufficiale della Polizia di Stato


"(...) si registra una epidemia di denunce nei confronti di ex mariti e padri degeneri accusati, fra l'altro, di maltrattamenti ed abusi sessuali sui loro stessi figli. Alcune di queste accuse sono purtroppo fondate come recenti e terribili fatti di cronaca confermano, ma la maggior parte di esse, spesso le più infamanti, si dimostrano, dopo un iter doloroso e certamente non breve, false o inattendibili.
Le denunce "false" costituiscono un'ampia gamma di resoconti non corrispondenti alla verità/realtà dei fatti che vanno dalle dichiarazioni menzognere sostenute dalla precisa volontà e finalità di danneggiare l'ex marito-padre, alle dichiarazioni erronee a causa di una interpretazione distorta
(...)"
http://www.poliziadistato.it/poliziamoderna/articolo.php?cod_art=2375 - giugno/luglio 2011
----------------
Inoltre in alcuni casi emerge un'operazione di lobbyng antimaschile a prescindere dalla fondatezza o meno delle accuse formulate; alcuni centri antiviolenza pubblicizzano apertamente la propensione del proprio pool legale ad aggirare la legge. Sul sito differenzadonna.it, nello spazio "Assistenza Legale" si legge:1
1 A richiesta, pdf della pagina web
"...le nostre legali intervengono a favore della donna solo nei casi di separazione decisa per violenza agita nei confronti della donna stessa e dei bambini. Professioniste molto motivate, sempre al corrente delle ultime leggi, molto valide nel sottolinearne le novità negative e trovare il modo di aggirarle..."
Vale a dire: con l'affido condiviso i figli non sono più proprietà esclusiva di un genitore?
E' una novità negativa, quindi urge studiare una strategia per aggirarla.
L'unico criterio di esclusione del coniuge è la pericolosità dovuta alla violenza.
Ergo: se la violenza c'è si denuncia, se non c'è si trova il modo di costruirla.
Le operatrici del Diritto - tutte di genere femminile - testimoniano come tale strategia venga messa in atto in percentuali che oscillano, a seconda delle Procure, tra il 70 ed il 95%
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E' bella la città?

Post n°127 pubblicato il 22 Gennaio 2019 da hommelibre10
 

  Il mondo sta cambiando, veniamo da due secoli di urbanizzazione, la città come incontro, opportunità, euforia, conoscenza, liberazione... ma io sono in città da un mese e ho solo voglia di sprofondare in me stesso, di stare in casa a leggere o scivere qualcosa sui social, la città non ispira più la vita reale frenetica e liberatoria ma quella privata e virtuale, eppure le città sono molto più belle di 40 anni fa quando sono emigrato per la prima volta a Torino ma la bellezza esteriore non c'entra con i bisogni interiori. La storia è un continuo e sorprendente paradosso.

   Per fortuna c'è l'arte come anticipazione, questa canzone di Gaber, Il ragazzo della via Gluck di Celentano ed altre in qualche modo ci misero in guardia. Il mondo sta cambiando ma non sappiamo ancora come.

 

 
 
 

La follia è una benedizione per l'arte

Post n°126 pubblicato il 20 Gennaio 2019 da hommelibre10

Ho visto l'ultimo film su Van Gogh, è un film che rende lidea, Vincent è un mistico che trova nell'arte il sublime che i santi trovano nell'incontro mistico con Dio. L'arte riempie ogni vuoto dell'anima, la materia osservata e riprodotta non è più materia, è puro spirito, emozione, sguardo sull'infinito. Ma la santità è anche dolore, follia, estraniazione dal mondo, emarginazione, ghetto, stigma, insulto. E Vincent Van Gogh li prova tutti, più è intenso è il dolore, più intensa è l'estasi e la consolazione dell'arte. Come un mistico e un ispirato ha il senso della sua missione, se Dio gli ha dato il dono della pittura vuol dire che dipingere in quel modo è il suo compito sulla terra e non importa la sofferenza e l'incomprensione che ne deriva, se non vende un quadro è "perché sono nato troppo presto, dipingo per le future generazioni", c'era un altro uomo, un filosofo, suo coevo, che scriveva come un artista e che aveva la stessa percezione di sé: "Sono venuto troppo presto", aveva  scritto, quel filosofo era Neatzsche e come lui andava in giro per l'Europa  in cerca di ispirazione e conobbe l'orrida esperienza del manicomio.  L'angoscia dell'artista incompreso che sa di dover fare una rivoluzione a costo della sua salute mentale, è un dramma ricorrente del secondo Ottocento, l'età cosiddetta del Decadentismo.

 
 
 

Le nife di Waterhouse offendono la direttrice

Post n°125 pubblicato il 05 Febbraio 2018 da hommelibre10

Manchester, via le ninfee dal museo,erotismo offensivo.

Ormai all'insengna del Me-too la caccia alle streghe non ha più limiti né pudore. Non si sa per quale ragione, per quale perversa sensazione imbarazzante della direttrice del museo, queste giovani fanciulle che accolgono graziose il giovane Ila, genera «Un nuovo imbarazzo nel vedere corpi femminili come forma di arte passiva».
Per ora è ancora nei paesi protestanti che si scatena il perverso puritamesimo dell'età vittoriana ma, di questo passo, anche l'Italia del Rinascimento finirà per rimanerne malauguramente influenzata.
Non sono mancate le proteste: «Un pericoloso precedente», «Repressione in stile talebano. E da parte di una donna!» , «Avete appena comunicato a milioni di donne che devono vergognarsi del proprio corpo. Burqa per tutti»,
«Il politicamente corretto è solo un'altra forma di
Fascismo».
Tuttavia il tema è così imbarazzante che alla fine vinceranno sempre le signore no...fino al prossimo Sessantotto.

http://www.corriere.it/esteri/18_febbraio_01/manchester-via-ninfe-museo-erotismo-offensivo-ma-polemica-59644ee4-0732-11e8-8886-af603f13b52a.shtml

 

 
 
 
 

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