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Post n°129 pubblicato il 22 Marzo 2020 da hommelibre10
Psicotrappole è un libretto di facile fruizione in cui Giorgio Nardone concentra i più comuni vizi della mente umana che l'uomo si costruisce da sé e ne diviene vittima nel tentativo disperato di difendersi dall'angoscia. L'autore ne rileva 27 raggruppate in 3 gruppi fondamentali: psicotrappole del pensare, dell'azione e combinazioni patologiche, le più pericolose. Nelle trappole del pensare si annoverano autoinganni e illusioni come 1.L'inganno delle aspettative, 2.L'llusione della conoscenza definitiva, 3.Il mito del ragionamento perfetto, 4.Lo sento quindi è, 5.Pensa positivo, 6.Coerenza a ogni costo, 7.Sopravvalutazione e sottovalutazione. Come si vede, sono i tipici inganni della mente e del disperato tentativo della ragione di avere il controllo su tutto, di pensare che tutto sia conoscibile e quindi prevedibile e controllabile, da cui la pretesa che tutto debba andare liscio e senza sorprese mentre la legge dell'entropia ci dice che ogni organizzazione tende al disordine e alla distruzione. Sembra infatti che il vizio delle società mature e della decadenza sia prporpio l'inganno dell'intelletto che pensa di risolvere tutto con l'analisi e l'attività intellettuale, non saranno però gli stoici e degli epicurei che vogliono controllare il desiderio per non soffrire a impedire che Atene finisse sotto il domino di Alessandro, né saranno gli slanci della religione laica di Plotino o la denuncia dei vizi di Roma operata da S. Agostino a impedire l'arrivo dei barbari. Altresì risulteranno sterili le analisi di Guicciardini e Machiavelli che, per quanto corrette e consapevoli di ciò che stava accadendo alla Bella Italia, non potranno impedire che la Penisola più ricca d'Europa, ma più debole militarmente, fosse invasa dagli eserciti stranieri. In quanto all'oggi, fase di grave stagnazione per l'Occidente ma forse non ancora di decadenza e tuttavia preludio di un possibile peggiorare della situazione, razionalismo, facili schematizzazioni del comportamento umano, sopravvalutazione di alcuni fenomeni di violenza in uno dei paesi più sicuri del mondo, sottovalutazione della persistente crisi economica che tradisce la sfiducia del popolo nell'impresa e nello stato e conseguenti scelte sbagliate come l'assistenzialismo invece del lavoro, l'ossessivo controllo invece della fiducia, la repressione e la demonizzazione al posto della conoscenza e della cura del male sono i segni di un popolo che ci si sta costruendo da sé le trappole che distruggono le sue energie, impediscono l'azione, condannano alla depressione, alla rassegnazione e allo scetticismo e al distacco dalla realtà. Per ognuna di queste psicotrappole, Nardone propone una soluzione ma sul piano politico e sociale a noi preme sottolineare che il paese ha bisogno di più riconoscimenti e men o punizioni, più fiducia e meno sospetti, più impresa e meno assistenzialismo, più conoscenza e meno giudizi e condanne, più equità e meno vendette. In quanto alle psicotrappole dell'azione, l'autore elenca: 1. Insistere, 2.Rinunciare e arrendersi, 3.La mania del controllo, 4.L'evitamento, 5.Rimandare, 6.L'aiuto che danneggia, 7.Difendersi preventivamente, 8.Socializzare tutto. È chiaro come esse siano le conseguenze degli errori della mente da cui discendono gli errori della volontà e quindi dell'azione. Pensare cioè di risolvere i problemi con l'impegno e la coerenza anche se l'analisi è sbagliata e l'azione è inefficace, moltiplicare i controlli invece che formare e istruire, correre in aiuto di chi può farcela da solo rendendolo dipendente dagli altri, raccontare i fatti personali in Tv o sui social danneggiando la vita privata sono solo alcuni aspetti delle psicotrappole sociali in cui cade l'attuale società. Ne deriva un inutile quanto dannoso spreco di risorse e di energie rubate alla corretta azione e al vivere sereni in casa propria pensando di sfuggire all'ansia del fallimento e della sconfitta, consolazione che divengono poi la causa del fallimento stesso e l'aumento dell'ansia e dell'angoscia rendendo l'individuo sempre più insicuro, falso e intimamente violento. Passando dal piano del privato a quello del pubblico, gli esempi di azioni sbagliate di certo non mancano, ma qui ci preme evidenziare l'azione distruttiva e distrattiva del gossip televisivo, questo ospite inquietante sempre presente nelle nostre case diviene spesso un parassita della mente che distoglie energie da ciò che è veramente utile e gratificante per la vita rendendo l'uomo sempre più dipendente, incapace di stare solo con i suoi pensieri, attento a ciò che lo circonda. Per fortuna però si va in vacanza, spesso all'estero, si sospende il rapporto con l'alterità virtuale dei mezzi di comunicazione di massa e ci si rigenera un po' ritrovando se stessi e il mondo che ci circonda tanto che a volte ci si scopre diversi dal solito, ci si chiede chi si è veramente fuori dai condizionamenti quotidiani del circo mediatico.
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Post n°128 pubblicato il 27 Settembre 2019 da hommelibre10
LE FALSE ACCUSE CONTRO I MARITI IN OCCASIONE DEL DIVORZIO STANNO DIVENTANDO UN PROBLEMA SOCIALE DI GRAVE ENTITA'. COPIO E INCOLLO QUESTO DOCUMENTO ESPLICATIVO.
Gli studi sulle problematiche della separazione denunciano, da circa 16 anni, un uso strumentale della carta bollata: l'utilizzo della denuncia per violenza di varia natura, pianificata per raggiungere obiettivi diversi da quelli dichiarati.
«Onestà intellettuale vuole che (...) si parli anche dei casi di "false" violenze o meglio di "false" denunce di violenza subita...».., «Inutile dire che per l'esperienza fatta le false denunce provengono quasi nella totalità da donne, spesso madri che in tal modo tentano di allontanare gli ex mariti dai figli...».
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Post n°127 pubblicato il 22 Gennaio 2019 da hommelibre10
Il mondo sta cambiando, veniamo da due secoli di urbanizzazione, la città come incontro, opportunità, euforia, conoscenza, liberazione... ma io sono in città da un mese e ho solo voglia di sprofondare in me stesso, di stare in casa a leggere o scivere qualcosa sui social, la città non ispira più la vita reale frenetica e liberatoria ma quella privata e virtuale, eppure le città sono molto più belle di 40 anni fa quando sono emigrato per la prima volta a Torino ma la bellezza esteriore non c'entra con i bisogni interiori. La storia è un continuo e sorprendente paradosso. Per fortuna c'è l'arte come anticipazione, questa canzone di Gaber, Il ragazzo della via Gluck di Celentano ed altre in qualche modo ci misero in guardia. Il mondo sta cambiando ma non sappiamo ancora come.
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Post n°126 pubblicato il 20 Gennaio 2019 da hommelibre10
Ho visto l'ultimo film su Van Gogh, è un film che rende lidea, Vincent è un mistico che trova nell'arte il sublime che i santi trovano nell'incontro mistico con Dio. L'arte riempie ogni vuoto dell'anima, la materia osservata e riprodotta non è più materia, è puro spirito, emozione, sguardo sull'infinito. Ma la santità è anche dolore, follia, estraniazione dal mondo, emarginazione, ghetto, stigma, insulto. E Vincent Van Gogh li prova tutti, più è intenso è il dolore, più intensa è l'estasi e la consolazione dell'arte. Come un mistico e un ispirato ha il senso della sua missione, se Dio gli ha dato il dono della pittura vuol dire che dipingere in quel modo è il suo compito sulla terra e non importa la sofferenza e l'incomprensione che ne deriva, se non vende un quadro è "perché sono nato troppo presto, dipingo per le future generazioni", c'era un altro uomo, un filosofo, suo coevo, che scriveva come un artista e che aveva la stessa percezione di sé: "Sono venuto troppo presto", aveva scritto, quel filosofo era Neatzsche e come lui andava in giro per l'Europa in cerca di ispirazione e conobbe l'orrida esperienza del manicomio. L'angoscia dell'artista incompreso che sa di dover fare una rivoluzione a costo della sua salute mentale, è un dramma ricorrente del secondo Ottocento, l'età cosiddetta del Decadentismo. |
Post n°125 pubblicato il 05 Febbraio 2018 da hommelibre10
Manchester, via le ninfee dal museo,erotismo offensivo. Ormai all'insengna del Me-too la caccia alle streghe non ha più limiti né pudore. Non si sa per quale ragione, per quale perversa sensazione imbarazzante della direttrice del museo, queste giovani fanciulle che accolgono graziose il giovane Ila, genera «Un nuovo imbarazzo nel vedere corpi femminili come forma di arte passiva». http://www.corriere.it/esteri/18_febbraio_01/manchester-via-ninfe-museo-erotismo-offensivo-ma-polemica-59644ee4-0732-11e8-8886-af603f13b52a.shtml
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Inviato da: MalinconieSublimi
il 12/03/2022 alle 21:24
Inviato da: cassetta2
il 28/11/2020 alle 15:47
Inviato da: ormalibera
il 13/11/2020 alle 08:48
Inviato da: cassetta2
il 12/08/2020 alle 14:29
Inviato da: ditantestelle
il 07/08/2020 alle 11:35