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UN VANGELO SPIRITUALE

Gesù disse: "Colui che cerca, non smetta di cercare finchè non trova e quando troverà sarà commosso e quando sarà commosso contemplerà  e  regnerà  su  tutto"    Vangelo di Tommaso

  

 

LA PORTA ALCHEMICA

La Porta Alchemica, detta anche Porta Magica o Porta Ermetica o Porta dei Cieli, è un monumento edificato tra il 1655 e il 1680 da Massimiliano Palombara marchese di Pietraforte (1614-1680) nella sua residenza, villa Palombara, sita nella campagna orientale di Roma sul colle Esquilino. La villa che ora non esiste più, si trovava vicino piazza Vittorio, dove oggi è stata collocata la strana porta. La Porta Alchemica è l'unica sopravvissuta delle cinque porte di villa Palombara, sull'arco della porta perduta sul lato opposto vi era un iscrizione che permette di datarla al 1680, inoltre vi erano altre quattro iscrizioni perdute sui muri della palazzina all'interno della villa.

 

AFFRESCO CON CAVALIERI CROCIATI A CLERMONT

 

PASTORI IN ARCADIA DI N. POUSSIN.

 

L'ULTIMA CENA,DI LEONARDO DA VINCI

 
 

CHI E'?

 

MARIA MADDALENA, ATTRIBUITO A LEONARDO DA VINCI

 

SAN MICHELE ARCANGELO

 

MADONNA DEL PILERIO, COSENZA

 

LA DEA ISIDE CHE ALLATTA HORUS

 
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Recensione

Post n°31 pubblicato il 19 Settembre 2008 da AlessioFerrazzoli
 

Pensate a quanto può essere    bello e gratificante, leggere un libro in un giorno di sole, magari  in giardino o in spiaggia  sotto l'ombrellone, o quando piove in una fredda giornata d'inverno al calduccio, davanti ad un camino acceso. E' bello e rassicurante potersi rifugiare in un buon libro. E' sempre un'ottimo svago dedicare un pò di tempo alla lettura. Dopo questa premessa vorrei parlarvi dell'ultimo libro che ho letto dal titolo: "Gesù non l'ha mai detto. Millecinquecento anni di errori e manipolazioni nella traduzione dei Vangeli", l'autore è Bart D. Ehrman. Il titolo del suo libro può sembrare provocatorio, ma se si ha la pazienza di iniziare a leggerlo si svela un mondo ai più sconosciuto, che soltanto con uno studio accurato e una conoscenza approfondita della Bibbia, come quella  del prof. Ehrman si potrebbe  riuscire a comprendere. Non posso quindi nascondere che la lettura di questo libro è stata da me molto gradita. Lo scoprire come e perchè i Vangeli che da sempre credevamo immutabili, monolitici, veri pilastri della cristianità, invece siano stati  nei secoli manipolati, ritoccati, modificati, si siano verificate aggiunte e omissioni di vario tipo e per cause diverse e discutibili. Ad esempio gli errori di traduzione o di copiatura, le alterazioni spesso intenzionali introdotte dagli scribi con lo scopo di giustificare determinate dottrine teologiche. Il prof. Eherman è un luminare nel campo degli studi biblici e le sue spiegazioni, rendono la  lettura piacevole e avvincente. La ricerca sui testi antichi è essenziale per la compresione delle modifiche apportate su di essi, resta comunque quasi impossible risalire alle parole originali dei Vangeli. Molti studiosi sono attualmente impegnati negli studi degli antichi manoscritti e purtroppo debbono sempre confrontarsi con l'amara realtà, cioè, che dei Vangeli non possediamo gli originali, ma soltanto copie di copie...
Se siete degli appassionati della storia del cristianesimo primitivo e del testo Biblico non dovete perdervi questo libro.

Riporto una breve biografia dell'autore, prof. Bart D. Ehrman, trovata su internet:

Bart D. Ehrman è professore e capo del dipartimento di studi religiosi all'università del Nord Carolina a Chapel hill, dove insegna da 15 anni. Ha completato i suoi studi al college di Wheaton ed ha ricevuto il master e dottorato al seminario teologico di Princeton. Prima di entrare alla UNC, il Professor Ehrman ha insegnato all'università di Rutgers. Il professor Ehrman ha pubblicato dozzine di libri ed articoli per giornali accademici. E' stato autore di 12 libri, inclusi: Apocalyptic Prophet of the New Millennium, The New Testament: A Historical Introduction to the Early Christian Writings, and After the New Testament: A Reader in Early Christianity. E' stato presidente della società della letteratura biblica, editore del giornale della letteratura biblica, editore della serie monagrafica del nuovo testamento nei padri Greci. Ha ricevuto diversi riconoscimenti nell'insegnamento.
 

 
 
 

CONVEGNO A ROMA

Post n°30 pubblicato il 19 Luglio 2008 da AlessioFerrazzoli

                                                 

Chi era Maria Maddalena? Perché la figura di Maria Maddalena è stata da sempre fonte di polemiche? Quale interpretazione viene data alla Bibbia riguardo la storia di  Maria Maddalena? Proveremo a dare delle risposte a queste domande e a fare luce su una delle figure più controverse della Bibbia.

 

MariaMaddalena,

l’apostola degli apostoli 

Dalla Bibbia al Codice da Vinci, una donna misteriosa ha attraversato il tempo fino ai nostri giorni

 Hotel Casa Domitilla

Domenica 23 novembre 2008

   ore 10,00

Via delle Sette Chiese, 280 - Roma


RELATORI

Ferrazzoli Alessio
Presidente dell'ass. di promozione sociale TEMPORA. Studioso delle religioni e di storia medioevale. Ricercatore dei misteri del sacro.

Dott.ssa Marinacci Clotilde
Psicologa, Psicoterapeuta, Analista transazionale. Docente di corsi di formazione

Programma:

10,15 : Maria Maddalena, l ’apostola degli apostoli

11,00 : Attualità della figura di Maria Maddalena, analisi psicologica

11,45 coffee break

12,00 : Religiosità tellurica, il culto della  grande dea madre terra.

13,00: PAUSA PRANZO

15,00: Chi era Maria Maddalena?   Documentario

15,45: Dibattito

17,00: Conclusioni e presentazione del prossimo convegno

Questo convegno è organizzato dall'associazione di promozione sociale TEMPORA, causa posti limitati, si prega prenotare mandando l'adesione al convegno "Maria Maddalena l'apostola degli apostoli" che si terrà in data 23 novembre 2008 a Roma ed il vostro nominativo all'E-mail: ass.tempora@yahoo.it vi verrà mandata una E-mail di risposta e ulteriori informazioni sull'evento.

 
 
 

Le società segrete

Post n°29 pubblicato il 06 Giugno 2008 da AlessioFerrazzoli

Le società segrete nel corso della storia hanno intrecciato rapporti e infiltrato i propri membri nei centri di potere, nelle aziende, nelle istituzioni pubbliche? A che livello i membri delle società segrete si sono collocati nelle gerarchie mondiali? Quale è il loro scopo? Queste domande forse non avranno mai una risposta certa, ma è sempre  possibile analizzare l'abbondante materiale storico sulle varie società segrete, disponibile ad oggi  e poi con un pò d'intuito e di buon senso si potrà forse  dare un'interpretazione più o meno realistica e azzardare qualche risposta. Forse tutto questo lavoro non servirà a niente ma certamente potrà aiutare a mantenere alta la vigilanza e a maturare una maggior consapevolezza. Analizzando la storia delle società segrete e le loro varie forme associative costituite nel tempo  (almeno quelle ad oggi conosciute). si capisce quale fu la loro origine e il loro andamento evolutivo. Prima tra tutte le varie società segrete  per importanza storica e probabilmente anche per  potere acquisito, è la Massoneria. Come è nata la Massoneria? La nascita della Massoneria è caratterizzata da numerose teorie, più o meno realistiche e verificate dal lavoro di numerosi storici, ricercatori e anche per la testimonianza di alcuni membri della Massoneria stessa. Non è possibile rintracciare un unica massononeria, visto che da una ne sono nate diverse, probabilmente con uno stesso scopo, come un fiume in piena formato da numerosi rivoli che comunque si diriggono tutti verso il mare, in questo caso il mare è rappresentato dall'unico scopo storico della massoneria, quello di sovvertire l'ordine mondiale per crearne uno nuovo. Nei prossimi post analizzerò le varie teorie che riguardano la nascita della massoneria e delle società segrete, ma anche di quelle non segrete, visto che le radici di molte associazioni affondano nelle più oscure e segrete società mondiali.

 
 
 

LE APOCALISSI GNOSTICHE

Post n°27 pubblicato il 24 Marzo 2008 da AlessioFerrazzoli
 

....essi andranno in quella terra nella quale si troveranno gli uomini grandi, che non si sono macchiati e non si macchieranno di brama alcuna; poichè la loro anima non è venuta da una mano macchiata, ma è venuta da un grande comando di un angelo eterno. Allora su quegli uomini sarà gettato fuoco, zolfo e bitume; fuoco e caligine scenderà su quegli uomini e gli occhi delle forze degli illuminatori saranno accecati, sicche in que giorni gli eoni non potranno vedere per mezzo di essi. Scenderanno grandi nubi luminose, e su di esse scenderanno altre nubi luminose provenienti da grandi eoni. Scenderanno Abrasax, Sablo e Gamaliel e libereranno quegli uomini dal fuoco e dalla collera; li porteranno al disopra degli eoni e degli arconti delle forze; li libereranno, daranno loro l'eterna gloria della vita e li introdurranno nella forza degli eoni. Tratto dall' "Apocalisse di Adamo", (testo gnostico ritrovato a Nag Hammadi) Questo testo sembra affondare le sue radici nella cultura giudaica, ma molti studiosi hanno riscontrato la presenza di elementi ebraici, ebraico-cristiani e gnostico-cristiani. Il periodo in cui Gesù Cristo predicava il suo messaggio di pace e di speranza era intriso di Apocalittica, ma quest'ultima non era mai presente nelle parole e nei pensieri di Gesù, infatti Egli stesso affidò agli apostoli il compito di predicare il suo messaggio fino ai confini del Mondo. L'apostolo Giovanni descrive nell' Apocalisse un cataclisma: ...Avvenne un gran terremoto e il sole divenne nero come un panno da lutto, la luna diventò come sangue e le stelle del cielo caddero sulla Terra  la volta celeste si squarciò e si arrotolò come una pergamena e ogni montagna e ogni isola vennero rimosse dai loro siti. (6, 12-14) ...una tempesta di fuoco e grandine mescolati con sangue, si riversò sulla terra una massa ardente simile ad una montagna infuocata fu precipitata nel mare cadde dal cielo una grande stella, ardente come una torcia, che piombò su un terzo dei fiumi e delle sorgenti. (8, 7)...vidi una stella che era caduta dal cielo sulla terra. (9, 1)...da quando gli uomini esistono sulla terra non si era avuto un terremoto cosi violento tutte le isole scomparvero e le montagne non si videro più. (16, 18) Allora vidi un nuovo cielo e una nuova terra il primo cielo e la prima terra erano spariti e il mare non c'era più. (21, 1) Riporto di seguito, Il diluvio universale dall' "Apocalisse di Adamo", (testo gnostico ritrovato a Nag Hammadi) ...Allora i rovesci di acqua verranno dal cielo in terra e l'intera moltiudine della carne scomparirà nell'acqua. Allora Dio placherà la sua collera, e getterà sull'acqua la sua forza. Egli per mezzo dell'Arca darà forza a Noè ai sui figli, alle loro donne, e agli animali nei quali si era compiaciuto, e agli uccelli del cielo che egli aveva chiamato e posto sulla terra. Quando sentiamo nominare il diluvio universale,il nostro pensiero corre subito alla Bibbia e alla storia dell'arca di Noe'. Questa straordinaria storia dell'antico testamento si diffuse grazie al cristianesimo in tutto il mondo, divenedo una tradizione nota un po' a tutti, quindi anche la Bibbia cristiana, parla del diluvio universale e tale evento è riscontrabile in molte altre culture e religioni nate in luoghi molto lontani tra loro. Anni fa, l'oceanografo Robert Ballard affermò di essere in grado di provare che il diluvio universale accadde davvero. Lo studioso ritrovò tracce del Diluvio Universale in un'antica linea costiera, situata tra il Mar Mediterraneo ed il Mar Morto, che scomparve, in seguito ad un’immane inondazione, circa 8000 anni fa. Per Ballard, quel ritrovamento dimostrava pienamente la veridicità del racconto biblico. Anche prima di questa scoperta, però, molti studiosi si erano convinti che dietro la storia mitica di Noè si nascondesse il ricordo di uno sconvolgimento globale che aveva interessato la terra migliaia di anni fa. Infatti, la leggenda del diluvio universale o di una catastrofe simile non si ritrova solo nella tradizione giudaico-cristiana. Anzi, si può ritenere con una certa sicurezza che la storia di Noè sia la versione rielaborata dal popolo ebraico di antichi miti sumeri. Nel mito di Gilgamesh, (l'eroe sumero semidivino), si racconta, infatti, di Utnapishtim, un vecchio, che per volere del dio Ea, era sopravvissuto al diluvio voluto dagli dei per punire l'umanità corrotta. Lo stesso dio Ea aveva dato a Utnapishtim le misure di un'imbarcazione da costruire per salvare se stesso e tutte le creature viventi. Ma il racconto degli uomini malvagi puniti con il diluvio ricorre in innumerevoli tradizioni, non solo nell'area eurasiatica. In alcuni  casi la figura accostabile a Noè ha un nome molto simile: c'è l'hawaiano Nu-u, il cinese Nuwah, l'amazzonico Noa... Tutto ciò ha portato gli studiosi a pensare che migliaia di anni fa una catastrofe naturale, abbia veramente decimato la popolazione mondiale. Ma cosa potrebbe essere stato realmente il diluvio? Sembra molto difficile che la matrice del cataclisma possa essere stata solo piovosa: è più verosimile l'ipotesi per cui altri eventi naturali abbiano provocato inondazioni in varie parti del nostro pianeta poste in zone relativamente basse rispetto al livello del mare. In effetti, un evento di tale portata si è realmente verificato in un arco di tempo che varia fra i 10.000 e i 13.000 anni fa: a quel periodo risale, infatti, l'ultimo spostamento accertato dagli scienziati dei poli magnetici della Terra. Lo spostamento dei poli potrebbe essere stato causato dall'impatto della Terra con un asteroide o un altro oggetto proveniente dallo spazio. Tra l'altro, una leggenda diffusa tra vari popoli, cita l'esistenza in passato di tre lune nel nostro sistema solare, e la caduta di due di esse sul nostro pianeta. Al di là di come siano andate le cose, quello del Diluvio Universale rimane ancora oggi un racconto che affascina e forse proprio perché poggia su un mistero antico e ancora irrisolto. Le notizie che ho riportato sono frutto di ricerche effettuate su internet e del  libro che ho letto "Le Apocalissi gnostiche" GLI ADELPHI, 1 EDIZ. 2005. La riflessione a cui sono giunto è che in passato qualcuno da un altro mondo influenzò la nostra storia e che in seguito ad una catastrofe naturale abbandonò il nostro mondo o peggio fu eliminato dagli eventi catastrofici che si abbatterono sulla terra. Forse un giorno riusciremo a sapere la verità, a patto che continuiamo a cercarla. (Nella foto, Michelangelo Buonarroti: Diluvio universale)

 
 
 

Non è di questo mondo

Post n°26 pubblicato il 03 Marzo 2008 da AlessioFerrazzoli
 

"La verità, quando la nascondi, diventa il tuo peggior nemico; se la riveli essa è invece la tua amica migliore"!  Col. Philip J. Corso
Chi era il Col. Philip J. Corso? Per tutti gli appassionati di ufologia è come un padre, un punto di riferimento. Philp J. Corso era un colonnello dell'esercito USA, ex membro del National Security Council (Consiglio della sicurezza nazionale) del presidente Eisenhower e già capo della Divisione Tecnologica Straniera del dipartimento R&D (ricerca e sviluppo). Nel lontano 1961 Philip Corso era  tenete colonnello e aveva l'incarico di sviluppare un programma segreto che riguardava materiali rinvenuti dalla caduta sulla terra di uno scafo extraterrestre, a Roswell. Partendo dalla sua diretta testimonianza, apprendiamo che Corso lavorava direttamente per il Pentagono, con lo scopo di fornire alle industrie americane le istruzioni e il materiale ottenuto dalla navicella aliena, necessario per ottenere significative scoperte tecnologiche. La testimonianza del colonnello Corso comprende anche la denuncia sulla strategia che il Pentagono mise in atto per insabbiare le prove e per nascondere i documenti relativi al ritrovamento extraterrestre. Il dipartimento R&D del Pentagono aveva il compito di trasferire le conoscenze acquisite dalla tecnologia extraterrestre negli armamenti militari e nelle aziende private. Tutte queste notizie le ho apprese dal  fantastico e sconvolgente libro "Il giorno dopo Roswell" scritto dal Col. Philip J. Corso.  Riporto di seguito, una parte tratta dal libro appena citato:"Gli avvenimenti accaduti all'indomani dell'incidente di Roswell hanno dell'incredibile: recuperato l'oggeto alieno, ne studiammo la tecnologia e la impiegammo per fronteggiare una possibile minaccia proveniente dallo spazio. In tal modo riuscimmo anche a vincere la guerra fredda. Io stesso non riuscì a capacitarmene. Svolgevo semplicemente il mio lavoro al Pentagono. Solo quando riuscimmo a concentrare una mole sufficiente di queste tecnologie aliene ai nostri programmi industriali, fu allora che la macchina si mise in moto e ne ottenne applicazioni concrete che finirono nelle mani delle forze armate". (tratto dal libro "Il giorno dopo Roswell" ediz. italiana intro pag 5) Moltissima gente non è ancora a conoscenza del cover-up governativo che fu attuato per non far trapelare notizie sull'UFO di Roswell. Attualmente non sono disponibili documentazioni a riprova della testimonianza del Col. Corso. Nel suo libro, Corso denuncia la strategia che fu adottata dal Pentagono, per inquinare ed insabbiare le prove dell'accaduto, nascondendo all'America e al Mondo la verità sul ritrovamento di Roswell. Forse non siamo soli nell'Universo? Io sono convinto che esistano in chissa quale pianeta o galassia, altre forme di vita differenti da noi, forse più progredite e meglio organizzate. L'ipotesi che qualche rappresentante di queste civiltà aliene, sia giunto sulla terra, nel passato, non è poi così difficile da credere. Tante sono le cose del passato che non riusciamo a spiegare; ad esempio, sorvolando l'antica città di Nazca sulle Ande Peruviane, precisamente nella valle del Palpa vi è una pianura di circa 60 km di lunghezza e 2 km di larghezza, dove si possono vedere enormi linee rette e strani disegni sul terreno, alcune linee corrono parallele altre  creano strani incroci. A cosa srvivano le linee di Nazca? Perche dovevano  vedersi soltanto dall'alto? Probabilmente la piana di Nazca era una pista d'atterraggio, per gli dei che venivano dal cielo. Se analizziamo le iscrizioni cuneiformi e le tavolette di UR che ai giorni nostri rappresentano i libri più antichi dell'umanità, possiamo apprendere come venivano rappresentati gli dei, cioè con armi terribili, su barche volanti con le quali  provenivano dalle stelle e che tra le stelle fecero ritorno. Antiche iscrizioni cuneiformi sumeriche affermano che la durata della vita era enormemente più lunga della nostra, infatti i primi dieci re regnarono complessivamente per ben 456.000 anni. Da un'iscrizione sumerica possiamo leggere "e poi  venne il diluvio e dopo il diluvio scese la regalità ancora una volta dal cielo..." Molti ritrovamenti archeologici possono far pensare che extraterrestri visitarono il nostro pianeta in un lontano passato. A Heluan è stato trovato un frammento di panno risalente al periodo preistorico, che per realizzarlo occorrerebbe una fabbrica specializzata. In Irak e in Egitto sono state trovate lenti di cristallo molate, realizzabili soltanto con l'ossido di cesio, (un ossido realizzato per via elettrochimica). Nelle regioni tra i monti del Kohistan in Asia vi è una raffigurazione rupestre dei pianeti, nella posizione in cui si trovavano 10.000 anni fà. In una tomba in Cina sono stati ritrovati parti di una cinta di alluminio. Sull'altopiano peruviano furono ritrovati monili in platino. Queste incredibili scoperte, che ho appena elencato, sono solo una piccola parte delle stranezze inspiegabili del nostro lontano passato, ma possono già bastare per svegliare la nostra curiosità. Le risposte ai numerosi interrogativi che l'archeologia ogni giorno ci pone sono tutt'altro che facili. La verità è ancora lontana, comunque bisogna sempre cercarla con ogni mezzo a nostra disposizione, con forza e obiettività. Una civiltà che si attesta a dominare un pianeta, non può avere un brillante futuro se non conosce il suo passato.

 
 
 

Chi erano i primi cristiani?

Post n°25 pubblicato il 22 Febbraio 2008 da AlessioFerrazzoli
 

Il cristianesimo, grazie alle nuove scoperte archeologiche forse potrebbe essere interpretato e riletto sotto una nuova luce. La sconvolgente analisi delle nuove fonti come ad esempio i codici di Nag Hammâdi, hanno contribuito a far emergere importanti notizie sull' origine della religione cristiana e sulla presunta manipolazione adoperata dagli apostoli o da personaggi successivi i quali utilizzarono la figura di  Gesù  delineando così  il carattere della nuova  religione. Successivamente alla morte di Gesù, in molti cercarono di far  espandere il credo cristiano cercando di coinvolgere più gente possibile. Nacquerò così molte piccole comunità cristiane che a volte erano molto diverse tra loro. Nel 1958 Mortom Smith (studioso e poi docente di Storia antica presso la Columbia University di New York) fece un importante ritrovamento in una piccola biblioteca nella città Mar Saba vicino Gerusalemme, una copia di una lettera scritta dal patriarca del II secolo Tito Flavio Clemente conosciuto come Clemente Alessandrino, la quale era stata scritta in risposta ad un cristiano, un certo Teodoro che chiedeva di avvicinare il gruppo dei “carpocraziani”. Nella lettera si parlava di un presunto e sconosciuto “Vangelo segreto di Marco”, una versione presumibilmente esoterica del vangelo biblico, che si rivolgeva solo agli iniziati. Il gruppo eretico che deteneva il Vangelo segreto di Marco erano noti come  “carpocraziani”, i quali praticavano una sorta di antichi riti sessuali facenti riferimento a quello che risultava scritto nel vangelo in loro possesso. I “carpocraziani” era un gruppo gnostico guidato da Carpocrate di Alessandria, definito in seguito dall’esperto di gnosticismo Tobias Churton, «un protocomunista…un intellettuale anarchico che coniò il detto “la proprietà è un furto”» Contro i carpocraziani si abbattè l’ira di S. Ireneo, vescovo di Lione. «Marco creatore di idoli, osservatore di portenti. Versato nell’osservazione degli astri, e profondo conoscitore delle oscure arti magiche, che confermi, con tali artifizi, le dottrine dell’errore,   offrendo segni  a coloro che tu stesso attiri nelle insidie dell’illusione, meravigli del potere disgiunto da Dio e apostata, che Satana, tuo vero e unico padre, ti dà ancor licenza di operare, con l’aiuto di Azazel, angelo decaduto e ciò nondimeno potente, rendendoti, così precursore delle sue empie attività.» S. Ireneo dichiarò: «Marco si dedica in particolar modo alle donne, soprattutto a quelle ben educate ed elegantemente vestite e assai ricche, che con assiduità tenta di attirare a sé rivolgendo loro parole assai seducenti come …”fatti bella come una giovane promessa in attesa del tuo sposo, affinché tu possa essere ciò che io sono, e ciò che tu sei. Lascia entrare il principio della luce nella tua camera nuziale. Ricevi da me uno sposo e donati a lui”» Forse Marco realmente traeva benefici personali dal culto da lui promosso, il fondatore del culto Carpocrate aveva creato una religione nuova cristiano/pagana fondata sul culto di Iside, sui riti dell’ iniziazione, sul battesimo, (non tanto diverso da quello praticato da Giovanni Battista),  sulla antichissima triade Iside, Osiride, Horus, e si veneravano personaggi come Pitagora, Platone e Gesù, questo ultimo considerato un semi-Dio, e per i carpocraziani la sua nascita era del tutto normale e naturale.  Da alcuni studi si può affermare che i carpocraziani avessero un ritratto di Gesù. Tale ritratto era stato commissionato per ordine di Pilato, da quale trassero ispirazione per la statua di Gesù, la quale erano soliti portare in processione, furono così i primi ad adorare Gesù Cristo. La grande novità che apportarono i carpocraziani fu l’abolizione della proprietà privata, un sorta di comunismo dei primordi o del concetto che in seguito fu fatto proprio dalla Chiesa, di concentrare la proprietà non del singolo ma dell’intera comunità ecclesiastica. Infatti i carpocraziani dividevano tutti i loro averi, ed adottavano anche pratiche sessuali promiscue e di scambio di compagni, tra le loro regole era proibito procreare ma questa regola era naturalmente  spesso trasgredita. Il sesso era considerato gradito agli dèi, il seme maschile era per loro la vera forza divina, il peccato era poi considerato il mezzo per cui Dio poteva operare la salvazione e quindi si poteva e doveva commettere. Le orge praticate dai carpocraziani avvenivano dopo abbondanti pasti, consumati in comune, la stanza veniva oscurata dalla luce e tutti si abbandonavano in amplessi e orge di gruppo e nella più totale promiscuità. Scrive così il Patriarca Clemente:«Essi si univano come meglio gli aggradava e  con chiunque desiderassero». Probabilmente nell’ antico culto del cristianesimo delle origini erano realmente presenti dei rituali legati alla sfera sessuale e all’unione con la grande madre terra. Forse erano gli stessi rituali che venivano utilizzati nelle cerimonie gnostiche in cui il sesso era praticato realmente. Il seme maschile era considerato sostanza sacramentale, logos spermatikos (il verbo spermatico – il creatore divino) o scintilla creatrice, frammento dello spirito nella natura. Gli gnostici cristiani avevano fatto propria la parabola di Cristo sul contadino che semina la terra arida e sterile, dandogli la loro interpretazione in cui è appunto il seme dell’uomo la forza creatrice con la quale l’uomo si avvicina maggiormente a Dio. Tendere verso il divino è l'obiettivo che da sempre l'uomo si pone e le difficoltà a comprendere i misteri spirituali sono legate alla sfera materiale. Il mondo va per la sua strada, l'uomo è debole e pertanto guiderà l'umanita per strade tortuose e  piene di tribolazioni, dove facilmente si può cedere alle tentazioni che la vita ci mette davanti. Alla base di questa riflessione vi è un solo pensiero, la paura che tutti gli uomini provano... la paura di morire.

 
 
 

Martin Lutero, lo scisma.

Post n°24 pubblicato il 17 Febbraio 2008 da AlessioFerrazzoli
 

Martin Lutero  era un monaco agostiniano dall’aspetto rude e dai modi decisi. Quel giorno era li davanti la Chiesa di Wittenberg  con lo sguardo fisso sul portale d’ingresso. Lutero era fermo immobile, il suo sguardo era pieno di rabbia e di risentimento. Quello che stava per fare lo sentiva provenire dal profondo di se stesso, la  decisione era ormai presa e Lutero era determinato a non tornare indietro. La Chiesa cattolica di cui Lutero faceva parte, in quel periodo praticava un commercio inquietante e quanto mai immorale ed ingiusto, “il commercio delle indulgenze”, cioè,  il perdono dei peccati in cambio di somme di denaro. In quel epoca era tutto in vendita e per una certa somma un ricco poteva garantirsi un posto in paradiso. Esisteva un vero e proprio tariffario a seconda del peccato commesso e dello stato sociale del peccatore. Con il denaro ricavato da questo particolare commercio veniva finanziata la costruzione della grande e sfarzosa Basilica di S.Pietro a Roma. Martin Lutero non accettava questo uso scorretto della religione, nella quale credeva profondamente. Lutero si ribellò al potere costituito della Chiesa e del papa, negando l’infallibilità di quest’ultimo. In quella fredda mattina Lutero decise di denunciare lo stato di corruzione della Chiesa e di tracciare un solco tra lui e quella Chiesa di cui non si sentiva più parte. Lutero, affisse sul portone della chiesa di Wittenberg le 95 tesi contro la corruzione della Chiesa, (le tesi originali erano scritte in latino e poggiavano sul fatto incontrastabile per un vero cristiano, che i sacerdoti non potevano concedere ciò che solo Dio poteva concedere), decise così di salvare in questo modo cio’ che di onesto rappresentava la religione cristiana cioe’ la grande fede che provava in  Dio e la sua totale avversione alle ingiustizie. Quella mattina si stava  compiendo uno strappo che avrebbe infangato  la chiesa di Roma e che avrebbe fornito agli storici e a tutti gli uomini, nuovo materiale e nuovi spunti su cui riflettere. E da quel giorno nacque il movimento cristiano protestante, attualmente  molto presente in Germania e in Europa.

 
 
 

Cristianesimo, cenni storici

Post n°23 pubblicato il 13 Febbraio 2008 da AlessioFerrazzoli
 

In passato la Chiesa cristiana conobbe personaggi illuminati dalla saggezza e dallo spirito santo, che portarono nuova linfa, prestigio e santità alla comunità religiosa. La comunità cristiana, intanto cresceva economicamente e diventava sempre più numerosa e organizzata. Voglio ricordare il primo dei padri Cappadoci: Basilio di Cesarea (330-379), che fu l’autentico ed il vero maestro del monachesimo d’Oriente. Basilio di Cesarea, aveva meditato e viaggiato molto, tra le sue mete vi fu l’Egitto, la Palestina e la Mesopotamia. Nella sua opera principale, “Le grandi e piccole Regole”, frutto delle sue conoscenze e delle riflessioni sulle  molteplici sfaccettature dell’animo umano e di  una profonda consapevolezza delle debolezze dell’uomo, tanto da farne un ottimo trattato di psicologia. Nell’opera di Basilio  tra le virtù cristiane trova grande spazio, la carità, quella carità che intende aiutare il prossimo, creando ospedali, rifugi per i pellegrini, ricoveri per i lebbrosi, e che promuove l’istruzione per i laici, l'amore per il lavoro, inoltre possiamo  trovare comprensione per il dolore e la sofferenza umana. Sono tutti ottimi propositi, idealizzati e portati avanti da quella sana voglia di migliorare la qualità della vita della comunità cristiana, che dovrebbe caratterizzare la Chiesa. La Chiesa e chi la serve si dovrebbe quindi porre, sia come  aiuto materiale per i bisognosi e  sia come guida spirituale per i credenti. Basilio disponeva, come riportato dallo storico Paolo La Manna, che i ragazzi cristiani, soprattutto gli orfani, siano accolti nel convento per infondere loro l’amore per il lavoro. Basilio era  convinto che la preghiera arrivasse a Dio tramite le occupazioni materiali e spirituali. Se riflettiamo, troviamo nelle regole di Basilio l’origine dell’ ora et labora Benedettino. Alla base del monachesimo vi è senza dubbio una matrice, la “regula ad servos Dei” di san Basilio nella quale prevale la ricerca costante di Dio, realizzandola nella piena comunione dei beni e nella povertà individuale. I padri del cristianesimo primitivo  non contribuirono soltanto ad ammantare la Chiesa di santità e ascetismo, ma anche di renderla un punto di riferimento per le masse di poveri, ignoranti e di tutti gli uomini privi di una guida e di un’identità. Questo modo di condurre la religione cristiana, si tradusse con il tempo in un forte senso di  appartenenza verso la Chiesa. La porta che la nuova Chiesa lasciava sempre aperta (cioè la possibilità di diventare cristiano a prescindere dei peccati commessi e del proprio torbito passato), fu la chiave di volta per una fortissima crescita in termini numerici. Il cristianesimo era sempre più in espansione e sempre più influente sulla vita degli uomini. Le ingiustizie di cui il cristianesimo primitivo volle farsi carico erano molteplici e di grave entità.  Le sacche di povertà erano in larga parte formate da gente ormai sfiduciata e ridotta ad una vita misera.  Il credo cristiano poteva quindi fare breccia nei loro cuori e ridare una nuova speranza di salvezza per cercare di colmare il bisogno di quella  povera gente. Ma andò sempre così? E adesso? Spero in un dialogo costruttivo e ricco di opinioni, anche divergenti.

 

 
 
 

Chi era Gesù?

Post n°22 pubblicato il 04 Febbraio 2008 da AlessioFerrazzoli
 

L’amore per la verità e per  la storia, mi hanno condotto ad analizzare la figura di Gesù, inducendomi a riflettere sulla portata dei suoi insegnamenti. La mia ricerca è iniziata  proprio per il senso di disagio, dato dal terribile vuoto spirituale odierno. Gesù nacque in Palestina da una famiglia di ebrei, più di 2.000 anni fa, ma con la sua vita e la sua morte legò straordinariamente il nostro destino indissolubilmente al suo. La sua storia e  la sua vita continua ancora oggi ad affascinare studiosi, storici, uomini e donne di fede. E’ con entusiasmo, che io mi appresto a descrivere la mia analisi sociologica emersa dalla lettura degli unici testi antichi, i libri raccolti nella Bibbia, (i quattro Vangeli canonici) anche se sono stati tradotti spesso con errori e modificati anche volontariamente durante tutto l’arco della loro comparsa, restano le uniche testimonianze sulla vita di Gesù. Questi testi, sono  considerati Sacri dalla religione cristiana perché ispirati direttamente da Dio. Come sappiamo nel Vangelo di Marco non sono riportate notizie riguardanti la nascita di Gesù ma è raccontata la sua storia dall’inizio del suo ministero, la sua morte e la sua resurrezione. Nel Vangelo di Marco, non è menzionato neanche la preghiera del Padre nostro. All’occhio attento non può sfuggire un fatto che è invece riportato solo nel Vangelo di Marco. La sera dell’arresto di Gesù, mentre tutti gli altri fuggivano per non farsi arrestare, soltanto un ragazzo rimase lì ad osservare  la scena. Questo bambino coraggioso o ingenuo non solo assistì all’arresto di Gesù ma segui i soldati che lo stavano portando via. Questo fanciullo era…. «coperto soltanto con un lenzuolo; e  lo afferrarono; ma egli lasciando andare il lenzuolo, se ne fuggì nudo.» Marco 14,52. Qualche studioso ipotizzò che quel ragazzo fosse Marco stesso, per aver riportato quel ricordo chiaro, preciso e così pieno di emozioni. I testi dai quali possiamo trarre notizie sulla vita di Gesù non sono solo i vangeli canonici (cioè quelli approvati e riconosciuti come ispirati da Dio, dalla Chiesa cristiana cattolica) ma anche i  vangeli apocrifi, (quelli nascosti, non condivisi e considerati falsi ed eretici dalla medesima Chiesa) e poi una miriade di testi e lettere. Gesù è tutt’ora una figura così presente e così amata e venerata, da diventare un vero punto di riferimento per tutto il mondo. La ragione spesso ci porta ad escludere alcune possibili risposte, la mia intenzione è invece quella di analizzare proprio quelle risposte nascoste, che solo la fede e la spiritualità rende accessibili all’uomo iniziato. La vita di Gesù rappresenta un cammino di fede o un processo iniziatico volto a trasferire una determinata conoscenza. Il processo iniziatico, che un uomo ha mai compiuto fu proprio quello che ci viene tramandato dai racconti della vita di Gesù e dalle sue parole, giunte fino a noi per mezzo di antichi manoscritti. Gesù,  fu certamente un uomo coraggioso, lo testimonia il fatto che morì per ii suoi ideali. Gli uomini lo elessero alla più alta “carica” possibile, quella di Dio in terra. Certamente Gesù fu innalzato alla gloria, da uomini che credevano fermamente in lui e che si sentivano ormai investiti dalla missione di portare al mondo il suo coraggioso messaggio. Gesù fu reso Dio per soggiogare gli animi al suo messaggio rivoluzionario che fu fonte di molti contrasti per l’epoca. Un messaggio forte, ricco d’amore e di giustizia sociale. Fu reso Dio da  uomini che videro in lui un leader, una guida spirituale, il Messia tanto atteso. La percezione che la gente aveva di Gesù, quando ascoltava le sue parole era l’incarnazione del verbo divino, la parola dell’anima, (la parola, dal greco “logos”), (anima, dal greco “psiche”). Quindi, oggi possiamo considerare Gesù come il primo vero psicologo della storia. Gesù, un profeta, un rivoluzionario,  che portò al popolo d'Israele il messaggio di salvezza e di speranza che da molto tempo aspettava, quel messaggio era nascosto nelle profondità dell’anima e solo un uomo capace di una così profonda introspezione poteva capire e divulgare, anche a costo della sua vita. Quel messaggio infatti da molti non è stato volutamente ascoltato, perchè recepirlo significava dover fare un passo indietro dalla loro posizione di potere, perchè significava riabilitare le donne e perchè sconvolgeva quell'equilibrio precario sul quale poggiava Israele all'epoca dei fatti. Gesù di fatto, fu crocifisso per volere dei sacerdoti d'Israele, i quali erano i primi ad essere minacciati dalle sue parole. Un destino comune a quello di Gesù spetta a  chi contrasta il potere e a chi si pone in dissenso con certe alleanze o  contro chi le alleanze le crea  segretamente. Si può convenire come il  confine tra la vittima e il carnefice è spesso inesistente. E’ il ruolo che crea il carnefice, ed è il contesto che definisce lo stato di vittima. Chi siamo, vittime o carnefici? Il contesto in cui agiamo ci condiziona, ci induce in tentazione, è il contesto il vero demonio, la fonte di tutti i mali. Quindi la battaglia di Gesù Cristo era contro il contesto in cui la gente viveva, contro il potere costituito, gestito da uomini stolti ed egoisti che sottomettevano ai loro voleri le masse povere e disagiate. Gesù proponeva per quei tempi, una rivoluzione ideologica molto forte ma non violenta, contro le istituzioni religiose e governative che controllavano la vita del popolo ebraico. Gesù, l’uomo,  forse come afferma qualcuno, era soltanto uno dei tanti profeti ebrei che in quel periodo agitavano le folle e preparavano la venuta del regno e questo e quello che credono ancora gli ebrei. Gesù certamente era uno bravo nel farsi capire dalle folle di gente ignorante che si assiepavano ad ascoltare le sue parole. La storia che si ripete del Dio sacrificato ma pronto a risorgrere per continuare il ciclo  della natura e  ridare la speranza della rinascita dopo la morte. Molti credevano veramente che un giorno Dio sarebbe sceso sulla terra per ribaltare la condizione umana, “gli ultimi saranno i primi, e i primi diverranno gli ultimi”. Oggi è forse cambiato qualche cosa? Secondo voi (e su questo vorrei una risposta) c'è ancora qualcuno pronto a crocifiggere il Cristo di nuovo? Nella situazione attuale si è  creato un contesto ancora più complesso e variegato, dove troppo spesso chi viene sottomesso si confonde con chi invece tende a dominare, dove i giusti si confondono con gli empi. Spesso sono i giusti ad essere considerati empi e gli empi passano per giusti.

 
 
 

I cavalieri di Cristo

Post n°21 pubblicato il 26 Gennaio 2008 da AlessioFerrazzoli
 

L’ordine del tempio, divenne ben presto ricco e potente, e con il passar del tempo si  dovettero  modificare alcune regole sulle quali si basava la sua organizzazione. Ad esempio,  dapprima spettava al vescovo reclutare ed ammettere  nell’ordine  i cavalieri e dopo spettò al maestro e ai frati.  Si aprirono così le porte del più ricco e potente ordine militare cristiano, che trovo un sempre crescente favore dalla Chiesa e dai potenti di tutta Europa. Si aprì per l’ordine templare un nuovo orizzonte per il suo futuro sviluppo. I templari oltre a scortare i pellegrini cristiani in Terra Santa, iniziarono a gestire il denaro ed i patrimoni di nobili e dei re europei, (non dimentichiamo che dobbiamo ai templari la nascita del moderno sistema bancario), inoltre si occupavano della coltivazione dei campi, dando lavoro e protezione ad un numero vastissimo di persone,  in seguito i templari iniziarono un fiorente commercio dei vari prodotti agricoli, sia per terra, che per mare. Questa fama e la crescente ricchezza dell’ordine del tempio, favorì l’ingresso a cavalieri sconosciuti e pericolosi criminali, l'unica condizione era la  conversione al cristianesimo. Una delle principali attività dei cavalieri del tempio in Terra Santa, fu quella di cercare reperti archeologici, reliquie e testimonianze della fede cristiana.  A Gerusalemme, durante il corso della guerra contro i musulmani, probabilmente i cavalieri di Cristo, scavando nei sotterranei delle antiche mura del tempio di  re Salomone, trovarono molte reliquie cristiane significative  e vecchi manoscritti risalenti all’inizio dell’epoca cristiana. Alcuni dei manoscritti probabilmente erano i vangeli gnostici o comunque documenti che contenevano probabilmente notizie sull'origine del cristianesimo in Terra Santa. I manoscritti in parte, erano sepolti lì da sempre e altri probabilmente, provenivano  dalla favolosa biblioteca di Alessandria. I vangeli gnostici furono da sempre banditi e tenuti nascosti dalla Chiesa cristiana cattolica, forse perché il loro contenuto minacciava la sua dottrina. La Chiesa si adoperò molto contro questi manoscritti, per preservare da eventuali controversie e incoerenze con la dottrina e l’organizzazione che la Chiesa  stava  sviluppando per la gestione del suo crescente potere  spirituale e finanziario. La storia spesso non è come dovrebbe essere, perché a scriverla sono sempre i vincitori, e spesso cancellano ciò che potrebbe minacciare il loro potere. La storia ci da notizia di un inestimabile tesoro,  custodito dai cavalieri templari, composto da numerose reliquie cristiane prelevate in terra santa, da antichi manoscritti, “ dal tesoro di re Salomone”,  il misterioso “Santo Graal” e  la leggendaria “Arca dell’ Alleanza”.  L’Arca della alleanza cioè l’antico contenitore  delle tavole della legge che Dio consegnò a Mosè, è tuttora avvolta nella leggenda insieme ai suoi terribili e leggendari poteri.  I Templari conobbero un periodo di grande ricchezza, possedevano numerose fortezze e proprietà considerevoli, in seguito si ipotizzò che  possedevano un immenso tesoro che però non fu mai ritrovato. Secondo l’ipotesi formulata da molti storici e ricercatori,   il “Santo Graal”  che nei manoscritti più antichi si legge spesso “Sangraal” o “Sangréal” dal francese  “Sang Réal” cioè “Sangue Reale”, in pratica sarebbe la genealogia del re dei re, Gesù Cristo, probabilmente appresa da manoscritti apocrifi o da antiche pergamene trovate in Terra Santa o in Francia, (in Linguadoca), nei possedimenti che furono dei Visigoti, i quali saccheggiarono Roma  e s’impadronirono del tesoro di Gerusalemme. La storia così, si riallaccia al mistero di  Rennes-le-Château.  I Visigoti, tra l’altro dettero origine alla dinastia dei re merovingi   che come ipotizzato da antichi miti, leggende e da poco attendibili ricerche di audaci storici, la quale genealogia discenderebbe dalla tribù di Beniamino; che dopo aver lasciato Gerusalemme si era stanziata sulle sponde del Reno dando origine all’Arcadia poi detta Austrasia Si ipotizza che l’ultimo re merovingio Dagoberto II, nascose in quelle terre un grande tesoro, appunto il tesoro di Gerusalemme sottratto a Roma. Comunemente con   il termine “apocrifo”, si attribuisce a testi religiosi, (Vangeli, atti, ecc), considerati non autentici, “eretici”. Il termine apocrifo è una traslitterazione del greco απόκρυφα (απο = da + κρυπτω = nascondere), indicante "ciò che è tenuto nascosto", "ciò che è tenuto lontano (dall'uso)". Nell'uso corrente la parola è riferita comunemente alla tradizione giudeo-cristiana, all'interno della quale è stata coniata. In essa con “apocrifo” si intende un testo non canonico, cioè non incluso nell'elenco dei libri sacri della Bibbia ritenuti ispirati e pertanto non usato a livello dottrinale e liturgico. Visto che le differenti confessioni religiose hanno adottato diversi canoni dei libri della Bibbia, la qualifica di apocrifo varia a seconda della confessione di riferimento. Nella terminologia religiosa, con “apocrifo”,   s’ indicava i libri segreti, rivelatori di verità non assimilabili dalle masse dei fedeli e quindi destinate esclusivamente all’istruzione superiore degli iniziati. La popolazione cristiana adoperava primitivamente l’aggettivo apocrifo per definire i testi gnostici, che usavano un linguaggio ermetico, di simbolismi e crittogrammi, poco comprensibili dalle masse dei fedeli. Un altro capitolo importantissimo della storia medioevale europea, riguarda i Catari,  la loro fede religiosa era una forma di cristianesimo primitivo, basata sulla dualità di un Dio buono e un Dio cattivo. Il loro cristianesimo era basato sui Vangeli di Filippo e di Giovanni Battista.   Importante è ricordare che i Catari (puri),  furono sterminati per volere del Vaticano, infatti la Chiesa promosse addirittura una crociata contro di loro, con tanto di indulgenza dei peccati per i combattenti. Questo è un argomento complesso e delicato che tratterò più avanti in modo approfondito. Gli unici che si rifiutarono di partecipare alla crociata contro i Catari, furono i cavalieri templari. In quel periodo i templari erano all'apice della loro potenza e la loro idea era di creare uno stato tutto loro. Dove? Gurda caso in Linguadoca. Il Vaticano successivamente sacrificò l'ordine del tempio dichiarandolo  eretico. Filippo il bello re di Francia, all'epoca dei fatti era fortemente intenzionato ad impossessarsi dell'immensa ricchezza dell'ordine del tempio. La Chiesa aveva paura di uno scisma e Filippo il bello aveva fame di ricchezze, quindi decretarono la fine dll'ordine templare. I cavalieri templari furono sorpresi e arrestati e successivamente processati e condannati  al rogo. Gli storici affermano che durante gli arresti operati dagli uomini di  Filippo il bello, non furono rinvenuti particolari tesori. L'anno scorso nell'archivio segreto del Vaticano  è stata ritrovata la pergamena di Chinon,  nella quale è documentato il processo e  l'assoluzione dei templari da parte del Vaticano, ma la Chiesa ancora  non accenna a riabilitare l'antico ordine. La fine dei templari è un capitolo doloroso della storia medioevale che merita un post a parte. Secondo una antica leggenda francese Maria Maddalena sarebbe giunta a Marsiglia via mare portando con se il “Sang Réal”, ossia la figlia di Cristo, dalla quale sarebbe iniziata la dinastia dei sovrani merovingi, che  in antiche leggende erano riconosciuti come detentori del potere di guarire.  Questo terribile segreto se fosse provato potrebbe essere causa di pesanti attenzioni da parte della Chiesa, soprattutto verso gli iniziati ai quali probabilmente fu rivelato. La teoria è affascinante ma quanto mai controversa. Dan Brown nel suo libro “Il codice da Vinci” non fa altro che romanzare  quella antica leggenda e creare i collegamenti con le varie ipotesi formulate da fantasiosi ricercatori o scaturite dalle intuizioni di alcuni storici. L’ipotesi che Gesù Cristo fosse stato  sposato  con Maria Maddalena e che avrebbe avuto da lei, una figlia, è un mistero di difficile soluzione, sia per i teologi che per gli storici.  Questa vicenda se fosse provata, minaccerebbe la dottrina della  Chiesa?  Potrebbe concedere un maggiore potere alle donne all'interno della Chiesa cristiana? Un potere che da lungo tempo è stato loro negato da un società profondamente  maschilista, ma di questo ne parlerò un’altra volta. Nella foto in alto a sinistra, il sigillo dei templari.

 
 
 

Nascita dei templari

Post n°20 pubblicato il 19 Gennaio 2008 da AlessioFerrazzoli
 

Prima di parlare dei templari, bisogna tornare alla prima crociata, perchè fu proprio in quell'occasione che naque l'ordine dei cavalieri di Cristo. Il vescovo di Le Puy, Ademaro di Monteil  guidò quella  prima crociata “ufficiale”, questa impresa, si rivelò un enorme successo militare e una grande affermazione della fede cristiana. L’ampia risonanza che l’impresa ebbe in tutto l’occidente, contribuì a far nascere miti e leggende riguardanti i combattimenti contro gli infedeli mussulmani. Da questa esaltante esperienza si formarono  gli ordini militari-religiosi, i quali avevano lo scopo primario  di scortare  e difendere i pellegrini in visita al Santo Sepolcro a Gerusalemme. In quel periodo si stava consolidando il concetto di “guerra giusta” o addirittura “guerra Santa”. La guerra intesa come conquista di ricchezza e onore era illecita, ma la guerra per affermare e far rispettare un diritto era permessa. Questo concetto si stava facendo strada nel Chiesa cristiana e  contribuì fortemente a far nascere una nuova figura il “monaco soldato”.  Furono tre gli ordini militari che si distinsero nel medioevo: l’ordine dei cavalieri del tempio, l’ordine dell’ospedale, l’ordine dei cavalieri teutonici. Tra gli ordini militari, il più importante e quello  che riuscì a conquistare la piena fiducia della Chiesa, dei re e dei nobili di tutta Europa, fu l'ordine dei cavalieri del Tempio. In origine, si costituirono come “i poveri cavalieri di Cristo” successivamente furono chiamati  Templari”, per aver fatto del Tempio di re Salomone la loro dimora a Gerusalemme. Il primo gran maestro, ideatore e fondatore dell’ordine dei monaci cavalieri, sembra essere stato un francese, Ugo di Payns, ma esiste anche l’ipotesi attualmente, meno accreditata  che fosse un italiano Ugo de Pagani. Payns è un centro posto sulla riva sinistra della Senna, i suoi abitanti, per la maggior parte erano di  fede cristiana ed  erano estremamente devoti. Ugo aveva una moglie e si ha notizia di un suo figlio Tebaldo, destinato a divenire abate del monastero Saint-Colombe di Troyes, si trattava di un signore appartenente alla media borghesia . Ugo era un fervente cristiano, tanto da compiere vari pellegrinaggi e soggiorni in Terra Santa. L’ordine dei cavalieri del tempio nacque in seguito al successo della prima crociata. Nel 1119 alcuni cavalieri, sotto la guida di Ugo di Payns, feudatario della Champagne e parente di Bernardo, fondarono un nuovo ordine monastico-militare, l'Ordine dei Cavalieri del Tempio, con sede in Gerusalemme,  lo scopo primario dell'Ordine, posto sotto l'autorità del patriarca di Gerusalemme, era di vigilare sulle strade percorse dai pellegrini cristiani. L'Ordine ottenne nel concilio di Troyes del 1128 l'approvazione di papa Onorio II e sembra che la sua regola sia stata ispirata da Bernardo (San Bernardo di Chiaravalle), il quale scrisse, verso il 1135, l'Elogio della nuova cavalleria (De laude novae militiae ad Milites Templi). Era il 1120 quando re Baldovino II occupò la moschea di al-Aqsa, da quel giorno quel luogo divenne  la residenza Reale e dimora dei templari. La moschea di al-Aqsa era un luogo sacro molto caro ai mussulmani, prima di essere abitata fu  completamente ristrutturata per soddisfare le esigenze del re Baldovino, di Ugo de Payns, dei  poveri cavalieri di Cristo e dei loro cavalli.  Nei sotterranei  vi erano delle grandi sale a volta utilizzate come riparo per i cavalli, i cavalieri templari esplorando attentamente quelle sale  si accorsero dell’esistenza di vecchie fondamenta, che appartenevano al Tempio di re Salomone. Si racconta che i templari, passarono molto tempo a scavare, forse in cerca di reperti storici e antiche e sacre reliquie. L’ordine dei templari in origine era un ordine monastico che comprendeva cavalieri e cappellani, maestri e frati. I “poveri cavalieri di Cristo” inizialmente non avevano una  gerarchia, visto anche l’esiguo numero di uomini di cui l’ordine era composto. Si tramanda che all’inizio fossero solo nove, ma dopo i primi successi il loro numero aumentò sempre più tanto che bisognò provvedere a dare all’ordine una struttura e un’ organizzazione durevole. I templari avevano regole conformi all’insegnamento cristiano, e tra queste vi era il voto di povertà e di castità. La permanenza in Oriente  inevitabilmente portò  i templari  a contatto con nuove culture e con il tempo qualcosa in loro cambiò, ma di questo ne parlerò più avanti.

 
 
 

Un' antica leggenda Indù...

Post n°19 pubblicato il 16 Gennaio 2008 da AlessioFerrazzoli
 

Un’antica leggenda indù, tramandata nei secoli, afferma che un tempo lontanissimo gli uomini erano dei. Essi però si approfittarono del loro potere divino,     tanto  che Brahama (entità superiore della trinità indiana) decise di togliere agli uomini la loro divinità e di nasconderla dove non l’avessero potuta ritrovare. Per decidere il luogo più segreto dove nascondere la divinità dell’uomo, convocò una riunione con tutti gli dei minori. All’inizio fu proposto di sotterrarla nelle profonde viscere della terra,  ma Brama rispose no, gli uomini nel tempo avrebbero scavato fino al centro del pianeta e l’avrebbero trovata. Allora qualcuno propose di nasconderla negli abissi degli oceani, ma Brama disse che prima o poi l’uomo avrebbe sondato le profondità, e l’avrebbe fatta riemergere. Gli dei erano avviliti, sembrava che non ci fosse luogo dove gli uomini non sarebbero arrivati, e dove fosse possibile nascondere la loro divinità con sicurezza. Brama decise di nasconderlo nei meandri più reconditi dell’uomo stesso: “Sarà l’unico posto dove non gli verrà in mente di cercare”, sentenzio. Da allora il genere umano ha fatto il giro del Mondo, ha scalato le montagne, ha sondato gli abissi degli oceani, ha scavato il sottosuolo e ha esplorato la volta celeste, in cerca di quella divinità che è nascosta da sempre dentro di lui. Grande somiglianza con questa bellissima leggenda indù la possiamo apprezzare con il passo del Vangelo Tommaso riportato di seguito: Queste sono le parole segrete che Gesù il vivente ha detto e che Didiamo Giuda Tommaso ha scritto. Egli disse: “Chiunque trova la spiegazione di queste parole non gustera la morte.” Gesù disse “Colui che cerca non cessi di cercare, finchè non trova e quando troverà sarà commosso, e quando sarà  commosso contemplerà e regnerà su tutto.” Gesù disse “Se coloro che vi guidano vi dicono: “Ecco! Il regno è nel cielo”, allora gli uccelli del cielo vi saranno prima di voi. Se essi vi dicono:”Il regno è nel mare”, allora i pesci vi saranno prima di voi. Ma il regno è dentro di voi ed è fuori di voi. Quando conoscerete voi stessi, sarete conosciuti e saprete di essere figli del Padre Vivente. Ma se non conoscerete voi stessi, allora sarete nella privazione e sarete voi stessi privazione.” Vangelo di Tommaso (apocrifo ) Il Vangelo di Tommaso è considerato il quinto Vangelo ed è stato scoperto, fra i manoscritti copti, nel 1945 a Khenoboskion, da studi recentemente effettuati, il manoscritto risale al IV secolo ma l’opinione più accreditata è che sia una copia di uno scritto originale risalente alla prima metà del II secolo, collocando questo vangelo tra i primi documenti della cristianità. Questo viaggio all’interno dell’uomo alla ricerca della divinità insita in lui stesso si scontra con la profonda imperfezione che l’uomo stesso rappresenta. Siamo imperfetti, ma aspiriamo comunque alla santità e al controllo di tutto il creato. Purtroppo siamo  deboli e stolti, tanto da farci coinvolgere e irretire dal potere e dalla ricchezza.  Santificare il passato non ha nessun senso, (vedi concilio vaticano II), se non si santifica il presente. Il credente che decide d'intraprendere il cammino spirituale che lo porterà alla piena consapevolezza di se stesso, non può e  non deve  essere guidato. L'uomo  deve poter gestire il suo cambiamento da solo e tutti noi siamo chiamati a farlo. Forse qualcuno non gradisce che si inizi a ragionare e a pensare con la propria testa, ma l’uomo è da sempre chiamato a raggiungere quella consapevolezza e quella convinzione chiamata fede, che lo avvicini a Dio e lo rendà finalmente libero. Sono convinto che non abbiamo bisogno di guide ma di esempi. I mercanti del tempio furono cacciati da Cristo, e mai più dovranno ripresentarsi, il denaro, la ricchezza, il potere, il clericalismo fideista, sono i mali che oggi ostacolano il processo di santità che la comunità umana attende di compiere da moltissimo tempo. Gesù fu colui che segnò il passo, poi ripreso da molti uomini e donne che fecero della loro vita una missione volta a santificare il mondo dai suoi innumerevoli mali e produrre l’esempio per chi volesse seguire tale cammino. Chi siamo? L'origine dell'umanità è forse universale? Probabilmente, discendiamo da un'unico popolo, che per motivi ignoti, riuscì a popolare gran parte della Terra. Con il tempo, da un'unica cultura l'uomo ha generato la diifferenze che oggi vediamo. Forse, un tempo esisteva  un popolo che aveva un culto religioso  basato sulla fede nella divinità che da sempre è dentro l'uomo. Quel popolo adesso siamo noi. Il nostro destino sarà forse migliore di quello che ci si prospetta oggi?

 
 
 

La porta alchemica

Post n°18 pubblicato il 09 Gennaio 2008 da AlessioFerrazzoli
 

 La porta alchemica o anche conosciuta come  "porta magica" o "porta ermetica",  fu   costruita per volere del  marchese di Palombara nella sua villa. La villa,  oggi non esiste più, ma la  porta con le inquietanti  iscrizioni si può ancora vedere in piazza Vittorio, a Roma. Il marchese dedicava molto del suo tempo allo studio dell’alchimia. Il crescente interesse per la scienza da parte del marchese,  era incentivato  anche dalla frequentazione della corte romana  da parte della regina Cristina di Svezia, a palazzo Riario, oggi sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Cristina regina di Svezia dopo essersi convertita al cattolicesimo, abdicò e si trasferì a Roma dove visse fino alla sua morte nel 1689. Nel palazzo Riario si era istituita un’accademia, visto anche la presenza nel suo interno di un avanzato laboratorio gestito dall’alchimista Pietro Antonio Bandiera. Molti nomi illustri frequentarono quell’accademia come l’astronomo Giovanni Cassini, l’alchimista Francesco Maria Santinelli, il medico Francesco Giuseppe Borri e l’erudita Athanasius Kircher, anche alte gerarchie della Chiesa si mischiarono con gli studiosi e gli alchimisti. In quel periodo la Chiesa rifiutava la scienza  in modo deciso, in quanto metteva in discussione il dogma della fede, questo strano interesse da parte di importanti cariche religiose lascia immaginare  un’ala indipendente   della chiesa stessa. Quell'alleanza   improbabile  riuscì forse a cambiare il mondo? Chi erano costoro che si definirono “gli illuminati”? La santa inquisizione perseguitava ferocemente chi  con lo studio della scienza potesse destabilizzare e minacciare l’assetto della Chiesa. La leggenda, tramandata nel 1802 dall’abate ed erudito Girolamo Cancellieri, un pellegrino fu ospitato nella Villa Palombara per una notte. Il pellegrino probabilmente fu l’alchimista Francesco Giustiniani Bono, la storia vuole che per tutta la notte cercasse una misteriosa erba capace di produrre oro, al mattino fu visto sparire attraverso la porta “Porta Alchemica” di Villa Palombara, dietro di lui trovarono frammenti d’oro e una carta con strani simboli ed enigmi che nascondevano il segreto della pietra filosofale. Il marchese di Palombara fece incidere sulle cinque porte e sui muri della sua villa il contenuto del manoscritto nella speranza che un giorno qualcuno riuscisse a capire il loro significato. I simboli incisi sulla “Porta Alchemica” si possono trovare tra le illustrazioni dei libri di alchimia e filosofia esoterica della seconda metà del seicento e che probabilmente il marchese di Palombara ne aveva il possesso. La “Porta Alchemica” presenta enigmi e simboli inquietanti che ancora oggi rappresentano un mistero irrisolto. Sul frontone  della porta, il disegno mostra un disco con all’interno due triangoli sovrapposti che formano la stella a sei punte di Re Salomone e le iscrizioni in latino: TRIASUNT MIRABILIA/DEUS ET HOMO/MATER ET VIRGI/TRINUS ET UNUS: “Tre sono le meraviglie: Dio e Uomo, Madre e Vergine, Trino e Uno”, un cerchio sormontato da una croce e sovrapposto alla stella, reca un altro motto, CENTRUM IN TRIGONI CENTRI , “il centro nel triangolo del centro”, il  riferimento al triangolo con al centro l’occhio onnivegente, lo troviamo anche nella simbologia massonica. Che assurdo patto trasversale  fu sottoscritto? I massoni che ruolo svolgono nella nostra società? Sarà  forse  proprio la massoneria, con tutte le sue molteplici sfaccettature, il nuovo ordine che cambierà il mondo? Sarà forse l’alleanza segreta che sovvertirà l’ordine delle cose? Sono forse i massoni  nuovi detentori del più grande dei segreti, il “Sang Rèal”, cioè la genealogioa di Cristo? Nella parte alta dello stipite della porta, troviamo, una scritta in ebraico RUAH ELOHIM, “Spirito Divino” sotto si trova un riferimento mitologico a Giasone: HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIVS CVSTODIT DRACO ET SINE ALCIDE COLCHICAS MDELICIUS NON GUSTYASSET IASO, “il drago delle esperidi custodisce l’ingresso dell’orto magico, e senza Ercole, Giasone non avrebbe assaggiato le delizie della Colchide”. Gli alchimisti identificavano il Vello d’oro cercato da Giasone nell’antico mito degli Argonauti con la pietra filosofale, l’obiettivo principale dei loro studi. Gli studi alchemici ed esoterici portarono alla conclusione che lo spirito e la materia divengono un tutto uno, come risultato delle nozze alchemiche, cioè l’unione di un principio naturale e del suo opposto, "l’occulto accoppiamento”. Nella parte inferiore dello stipite si presenta il simbolo della monade, l’unità fondamentale dell’essere, e ancora un testo: EST OPVS OCCULTUM VERI SOPHI APERIRE TERRAM VT GERMINET SALVTEM PRO POPVLO, “è l’opera segreta del vero saggio aprire la terra, affinché germini per la salvezza della gente” Sul gradino della porta è inciso un interessante motto: SI SEDES NON IS, si può leggere da sinistra a destra se ti siedi non procedi”  e da destra a sinistra, SI NON SEDES IS, “se non ti siedi procedi”  in entrambi i casi rappresenta un’esortazione a perseverare nel proprio obiettivo. Il simbolismo utilizzato dagli alchimisti per molti versi ricorda quello della massoneria e dei rosacroce.  Il marchese Massimiliano Palombara era un membro dei rosacroce; questo era un importante ordine esoterico la cui origine si perde nella notte dei tempi.  Fonti attendibili  fanno risalire la sua fondazione al 1407 per merito di un occultista tedesco Christian Rosenkreuz, il quale aveva terminato i suoi studi di occultismo in Terra Santa. Probabilmente Rosenkreuz era un membro di quella massoneria, nata successivamente allo scioglimento dell’ordine del tempio. Probabilmente i templari  crearono un nuovo ordine segreto. Tornando all'ordine della Rosa Croce sappiamo che si estinse nel ‘500 ma fu poi rifondato agli inizi del XVII secolo, la dottrina dell’ordine si occupava di molti campi scientifici ed esoterici. L’obiettivo dei rosa croce non è mai stato chiaro, le loro pratiche spesso cariche di misticismo, si basavano sul concetto, che solo gli adepti iniziati potevano avere accesso ai segreti delle conoscenze e in questo precedeva la moderna massoneria, cioè  un  nuovo ordine che per mezzo della conoscenza si pone come obiettivo di  sovvertire il destino del mondo. Tale ordine attraverserà tutta la storia, fino ad arrivare ai nostri giorni, cambiando spesso forma, impetuoso  come un fiume in piena , diviso in mille rivoli, ma con l’unico obiettivo di ergersi alla sommità della scala gerarchica della società mondiale. (Nella foto la porta alchemica, visitabile in  piazza Vittorio a Roma)

 

 
 
 

Il mistero di Rennes-le-Château

Post n°17 pubblicato il 31 Dicembre 2007 da AlessioFerrazzoli
 

Tanto si è scritto e tanto altro si scriverà riguardo Rennes-le-Château e l'abate Saunière ma la vicenda resta ancora oscura. Per ora gli elementi in nostro possesso non sono sufficienti per ottenere la soluzione  di questo mistero. Dagli articoli di Albert Salomon si evince che  il suo  scopo era  di destare la curiosità dei lettori sulla vicenda del tesoro dell’abate Saunière ed attirare gente all’Hotel del signor Corbu, visto anche  l’impervia e proibitiva collocazione del paesino di Rennes-le-Château. Comunque il piccolo centro di Rennes-le-Château divenne presto famoso . La storia intorno al fantastico tesoro di Saunière ha indotto numerosi curiosi a visitare e a scavare in quelle terre. Il comune per far fronte all’assalto dei numerosi improvvisati cercatori di tesori perduti, ha dovuto imporre il divieto di scavare in tutta la zona. In un documento datato 1962, di cui non si conosce l’autore e  forse è attribuibile al signor Corbu e conservato attualmente presso il museo di Rennes-le-Château,  si svela un’altra versione, più dettagliata e realistica di quella apparsa negli articoli di Salomon. Riporto il testo di quel documento, che inizia  la narrazione partendo dalle origini di Rennes-le-Château: Si può dire che la storia di Rennes-le-Château si perda nella notte dei tempi. Possiamo affermare con una certa sicurezza che il sito sia stato oggetto di insediamenti e densamente popolato sin dai tempi più antichi. Alcuni storici ne attribuiscono la fondazione ai Visigoti, attorno al V secolo d.C. Una affermazione completamente in contrasto con i resti di antichissime vestigia che si vedono affiorare qua e là sparse sul territorio di natura preistorica, paleolitica o neolitica, iberica, gallica, romana e gallo-romana. L’abbondanza di queste prove dimostra infatti in modo inequivocabile come la cittadina avesse di già una sua ben chiara fisionomia prima dell’avvento dei Visigoti. Altri sostengono che Rennes-le-Château era la città più importante dei Socinti, una fiera e combattiva tribù di Galli che aveva tenuto in scacco Cesare per molto tempo…per questo è ragionevole supporre che prima di trasformarsi nella potente capitale visigota, il centro avesse già avuto la sua importanza presso i Galli e i Gallo-Romani, derivando la sua antichità sin dalle radici della preistoria.  Sempre in questo documento viene svelato uno dei viaggi di Saunière, a Parigi, dove l’abate si recò per far analizzare le antiche pergamene che ritrovo nella cavità della colonnina visigota che sosteneva l’altare della chiesa.  Continua: Dopo il suo ritorno da Parigi, Saunière riprese il suo lavoro di restauro, senza però limitarsi al solo altare bensì applicando le opere di ripristino all’intera fabbrica della chiesa. Poi passò al piccolo cimitero contiguo, dove il più delle volte preferiva lavorare tutto solo. Fra le altre, egli demolì anche la tomba della contessa Hautpuol- Blanchefort, facendo bene attenzione a eliminare con lo scalpello diverse iscrizioni che comparivano sulla lastra tombale. Alla notizia, il consiglio municipale del villaggio era entrato in eccitazione ed aveva tassativamente proibito al curato di continuare a smantellare il cimitero; ma purtroppo, il grave danno era già stato consumato….. Il  mistero di Rennes-le-Château resta irrisolto, ma è certo che  alla luce dei fatti finora emersi si presenta ridimensionato nella sua portata mediatica, forse si sono operati depistaggi, forse Saunière aveva realmente ritrovato la genealogia di Gesù Cristo e la sua eventuale discendenza, forse utilizzò queste informazioni per ricattare il Vaticano, oppure trovò un ricco compratore per le preziose pergamene e dovette comunque mantenere il segreto, ma queste sono solo ipotesi non suffragate da prove. Purtroppo non ci è dato di indagare oltre su questavecchia e ormai logora storia che si è consumata tra i monti della Linguadoca.  La Linguadoca fu la terra dei Visigoti, dei Catari, e fu anche il territorio scelto dai  cavalieri templari per costituire il loro Stato, prima della loro persecuzione. Le coincidenze sono veramente troppe per non aprire una profonda e acuta riflessione. Come  un fulmine che squarcia la storia e mette a nudo il mistero celato, per poi restare incantati dal grande fascino spirituale che sprigiona. La bellezza dei paesaggi, la grande importanza storica  e il frutto di studi e di ricerche   per trovare qualcosa che solo lì poteva stare e che doveva essere ritrovato ad ogni costo, la fonte di fede e  conoscenza, l’icona con la quale i Catari trovarono la forza di morire sul rogo  senza proferire un lamento e senza rinnegare il loro credo, la stessa icona con la quale i templari trovarono la spinta necessaria per intraprendere il loro cammino spirituale che doveva portarli a ritrovare la divinità nell’uomo, quindi la stessa ricerca della divinità che molti popoli nel passato e molti uomini del presente credono essere dentro l’uomo stesso e che rappresenta la vera comunione con Dio. Questa comunione non è solo quella sensazione  di sentire Dio proprio, ma di sentirlo dentro di Sè.  L’antropologia  e la filosofia ci conducono verso la convinzione che i popoli di tutto il mondo, da sempre credono nel  concetto di divinità e che la sua universalità non è altro che la venerazione del mistero della vita e quindi  il culto primitivo della grande madre. (Nella foto in alto a sinistra,  la colonnina visigota che sorregeva originariamente l'altare della chiesa della Maddalena e dove forse Saunière trovò le tanto discusse pergamene con la genealogia di Gesù Cristo)

 
 
 

Il tesoro

Post n°16 pubblicato il 28 Dicembre 2007 da AlessioFerrazzoli
 

La storia dell'abate Saunière probabilmente ci riserverà ancora molte sorprese. La situazione che si è creata intorno all'abate, ha favorito la nascita di storie e leggende che riguardavano  un presunto ricatto che forse Saunière mise in atto  nei confronti del Vaticano. Il ricatto in questione si pensa che riguardasse alcune  pergamene trovate da Saunière, conteneti terribili segreti in grado di scardinare il potere della chiesa e di rivoluzionare la fede cristiana. Un' altra leggenda riguarda la ricchezza  di Saunière, forse l'abate  trovò veramente un tesoro e se si,  di che tesoro si trattò? Proverò a far luce su questi interrogativi, prima vediamo l'ultimo articolo scritto da  Albert Salomon del  14 gennaio 1956: Il signor Noël Corbu è  al corrente del posto segreto dove si nasconderebbe il tesoro dell’abate Saunière, valutato attorno ai 50 bilioni di franchi? Nel corso della seconda crociata, quella di san Luigi, i baroni francesi si sollevarono contro l’autorità regale. Bianca di Castiglia, che viveva a Rennes-le-Château, ritenendo che Parigi non costituisse un luogo sicuro per conservare il tesoro del re, lo fece trasferire presso di lei, nel suo dominio, dove venne nascosto, sepolto in qualche grotta. Prese le necessari precauzioni, la regina era poi partita alla volta di Parigi per sedare la rivolta che in altre regioni del paese già era stata placata. Qualche tempo dopo Bianca era morta ed era stata sepolta nell’ Abbazia di Maubisson. Tornato dall’Oriente il re Luigi, dopo aver consolidato la sua posizione in patria , era ripartito per la terza crociata, dove trovava la morte nel 1270 a Tunisi, senza aver avuto modo di toccare l’immenso tesoro celato a Rennes-le-Château …...... «A questo punto, secondo lei che cosa sarebbe accaduto?» Dopo un attimo di esitazione, il signor Corbu riprende la narrazione: «Non escludo che grazie alla decifrazione delle pergamene, il curato Saunière abbia rintracciato il tesoro nascosto di Bianca di Castiglia. Un immenso tesoro regale, equivalente, come minimo, a circa 50 bilioni di franchi, dal momento che comprendeva 18.500.000 franchi in pezzi d’oro, che pur valutandoli al minimo storico, ma tenendo anche conto del loro ragguardevole valore archeologico, ammontano ad una cifra di oltre 400 milioni di franchi». «Certo signor Corbu, che tutto il materiale documentale in suo possesso getta singolari bagliori di mistero sul mosaico di Dénarnaud; ma come lei può ben comprendere, al lettore tutto questo non può bastare. Il lettore desidera conoscere, saperne di più». Dopo questa sollecitazione, il mio inesauribile anfitrione, il quale possiede la mirabile capacità di convincere anche i più increduli, mi racconta di quando,  un giorno, girando per i paraggi del villaggio si era imbattuto con la signorina Dénarnaud, la quale dopo la morte del curato aveva continuato a vivere da sola a Villa Betania. Quella bella costruzione, che si affacciava sulla splendida valle dell’Aude, aveva convinto sia lui che sua moglie e i figli a fare altre volte ritorno per godere della simpatica e calda ospitalità della signorina Dénarnaud. Finchè un giorno, la gentile ex perpetua li aveva ufficialmente invitati a prendere dimora stabile a Rennes-le-Château, per poi proporre loro, appena qualche tempo dopo, l’acquisto della villa. Ecco come la casa che un tempo era stata di Saunière era diventata l’Hotel la Torre. La mia curiosità intanto si faceva insaziabile. «Ma, mi dica, signor Corbu, la signorina Dénarnaud era al corrente del grande segreto?» «Preferisco sia lei stesso a valutare. Senta: un giorno, mentre stavo raccontando alla gentile, venerabile, signorina Dénarnaud come avessi perduto la mia fortuna (circa 60 milioni di franchi andati in fumo in un disgraziato affare di commercio di zucchero in Marocco), ad un tratto lei mi aveva preso per la mano e guardandomi con gli occhi assolutamente sinceri mi aveva detto, scotendo la testa come una delle fatine buone che compaiono nelle fiabe di Perrault: “Sorrida, signor Corbu, Sessanta milioni di franchi non sono nulla. Quando morirò lei diventera davvero ricco, immensamente ricco, più ricco di quanto non possa mai immaginare….”». «Ed allora mi dica signor Corbu, lei oggi è in grado di poter mettere le mani sul tesoro?» «Chi lo sa?...»….e in quel suo sorriso fra l’ironico e il sornione credo si potesse leggere una chiara affermazione di certezza. «Dunque, ha già dato il via ai lavori?» «Se intende quelli dell’Hotel, dovrebbero finire entro Natale. In merito ad altri, la terrò informata.Come lei sa, tutt’attorno a questo paese è già stato scavato ovunque, perché aldilà della leggenda del tesoro, si tratta di un sito molto significativo sotto il profilo archeologico. Guardi.». E il signor Corbu mi fece vedere una piccola teca all’interno della quale è custodito il teschi di un antichissimo progenitore, risalente almeno a 10.000 anni or sono. Dopo una prima stupita occhiata, Corbu mi ha portato un foglietto con queste annotazioni: Periodo paleolitico: teschio, ossa, mandibole, denti, punte di freccia litiche, ceramica. Periodo neolitico: asce in pietra e ossa. Periodo gallico: frammenti di anfora. Periodo gallo-romano: ceramica, monete e medaglioni. Periodo visigoto: anello di fidanzamento di una principessa, pezzo unico al mondo. Periodo di Luigi XIII: conio di Gastone d’Orleans. Periodo Luigi XVI e primo anno della repubblica: monete….E così via. Intanto si era fatta l’una di notte. I silenti ed invisibili spettri che sedevano con noi attorno al tavolo della conversazione continuavano frattanto a preservare il loro antico segreto, quello stesso che forse per un mero accidente, l’abate Saunière era riuscito a sottrarre loro…. Era giunto il momento di accomiatarmi. Quando il portone d’ingresso dell’hotel si è  aperto e ho stretto per l’ultima volta la mano del signor Corbu, ho avuto un attimo di esitazione ed un fremito mi ha percorso tutto il corpo: al posto delle stelle luccicanti che  occhieggiavano in cielo mi è sembrato di vedere piovere dall’alto una cascata di rilucenti  monete d’oro, il favoloso tesoro di Bianca di Castiglia. A commento di ciò che il signor Corbu mi ha detto, sappiamo che Rennes-le-Château è stato oggetto di molte spedizioni archeologiche che hanno portato alla identificazione di alcuni siti particolarmente promettenti. Poiché Rennes è stata per molto tempo una delle principali roccaforti dei Visigoti, i quali erano usi seppellire e nascondere i loro tesori, non è da escludere che quello che nel tempo è diventato il tesoro dei Catari possa finalmente tornare alla luce e che esso possa addirittura contenere il Santo Graal. Scritto da A. Salomon. Nella foto in alto, l'architrave della chiesa della Maddalena con la scritta latina: "TERRIBILIS EST locus iste" (Questo è un luogo terribile).

 
 
 

L'abbé Saunière.

Post n°15 pubblicato il 24 Dicembre 2007 da AlessioFerrazzoli
 

Prima di fare qualsiasi commento vorrei esplicitare al meglio questa oscura ed inquietante vicenda e gli articoli qui  esposti saranno di sicuro aiuto per fare un pò di luce  su questo mistero. 2° art. di A. Salomon , 13 gennaio 1956: Dal l’alto del pulpito il nuovo prete di Rennes-le-Château rivolge il suo sermone ai fedeli, la maggior parte suoi parrocchiani. La gente ha ancora negli occhi il vecchio curato, uso a quella stessa ora a scendere nella piccola cappella ricavata a Villa Betania…. Per qualche tempo, Saunière era riuscito a mettere un freno ai suoi eccessi….. Poi erano seguiti gli eccessi di megalomania. Il 5 gennaio 1917, con una lettera protocollata indirizzata ad un fornitore, ordinava la bellezza di 8000 mc di materiali edili, per una spesa equivalente a circa 3 milioni di franchi di lavoro. E che lavoro: una grande torre alta 50 m, dalla quale spingere lo sguardo fino a Couiza; una torre destinata a biblioteca con all’interno una scalinata spiraliforme e con un grande atrio al pian terreno. Ma anche il totale ripristino della strada Rennes-Couiza, l’istallazione dell’acqua corrente in tutte le case dei suoi parrocchiani e molte altre cose ancora. Poi all’improvviso, appena 17 giorni dopo, la morte del misterioso sacerdote.  Il 22 gennaio 1917, dopo una strenua lotta per la vita, il curato si spegneva seduto su una sedia del salotto. «Quale sedia signor Corbu?» «Esattamente quella su cui voi siete ora seduto».  E mentre un sottile brivido di freddo mi percorre dalla testa ai piedi, vengo a sapere che il curato se n’ era andato a 65 anni per cirrosi epatica, complicata da un attacco cardiaco e che dunque i suoi sogni erano rimasti a livello di progetto. Così è trascorsa la vita dell’ex curato di Rennes-le-Château, accudito e confortato dal fedele affetto della perpetua, la Signorina Dénarnaud. Non di rado Saunière spariva da Rennes per qualche tempo, compiendo misteriosi viaggi in Svizzera, Belgio e Spagna. Una nutrita seri di lettere, scritte e firmate in anticipo sulle sue assenze dallo stesso Saunière, aggiungono una dose di mistero in più a questi suoi spostamenti segreti. Alla spedizione a tempo debito delle lettere pensava la signorina Dénarnaud, nella sua funzione di segretaria. In genere, le semplici note suonavano così: «Rennes-le-Château,  Aude, nella fretta di partire per rispondere alla chiamata dei miei colleghi, sono lieto, per il momento, di accusare ricevuta della offerta, per la quale ringrazio. Cordiali saluti, curato Saunière» Che cosa “combinava” nel corso dei suoi viaggi? Ecco che ne pensa il signor Corbu: «Chiunque si prenda la briga di perlustrare dalla A alla Z, l’intero carteggio di Saunière, non può avere dubbi: andava a piazzare il metallo prezioso che aveva fatto fondere. Una persona del villaggio, tuttora vivente, mi ha assicurato di aver visto nella casa del curato dei forzieri colmi di lingotti d’oro».  Scritto da Albert Salomon  (Nella foto una delle pergamene ritrovate da Sauniere)

 
 
 

Il mistero di Rennes-le-Château.

Post n°14 pubblicato il 22 Dicembre 2007 da AlessioFerrazzoli
 

Il 01 giugno del 1855,  il giovane prete Bèrenger Saunière, (foto a sinistra) fu nominato curato di Rennes-le- Chateau, un paesino arroccato tra le bellissime cime della Linguadoca. Quando l’abate Saunière arrivò in quel villaggio si rese subito conto della povertà in cui versavano gli abitanti e dello stato a dir poco disastroso in cui versavano le  loro abitazioni e la Chiesa dedicata a Maria Maddalena, che era il luogo dove lui avrebbe dovuto dire messa. Si racconta, stando alle memorie degli anziani , in  proposito alla storia dell’abate Saunière, che mentre cercava di  sistemare il pavimento della Chiesa, trovò una tomba e una grossa pentola piena di denaro, probabilmente nascosta dal suo predecessore durante l’ultima guerra. Saunière morì nel 1917 e portò  con se il segreto del tesoro che gli consentì la ristrutturazione dell’antica chiesa, la ricostruzione di gran parte delle case fatiscenti del paese, la tubazione necessaria per l’acqua diretta di cui le case del paese erano sprovviste, la costruzione della sua splendida Villa Betania e la costruzione della inquietante torre Magdala, dedicata a Maria Maddalena e  dove era contenuta  la biblioteca.  Nel gennaio 1956 sul giornale locale “La Dèpêche du Midi”, furono pubblicati vari articoli firmati da Albert Salomon, correlati da  alcune immagini fotografiche, con il titolo, “La favolosa scoperta del curato milionario” i quali destarono non poca curiosità intorno a quel piccolo paese. Riporto il testo del primo articolo di Salomon per consentire una ricostruzione più precisa dei fatti accaduti.  1° art. 12 gennaio 1956: Con un colpo di piccone ben assestato contro la colonnina dell’altare, il curato Saunière portava alla luce il tesoro di Bianca di Castiglia. Le tenebre avanzavano veloci sulla campagna dell’Aude, mentre la mia cara e sgangherata automobile mi stava portando, con il singhiozzare del suo motore quasi asfittico, lungo i crinali delle colline che conducono a Rennes-le-Château. Appena arrivati sulla sommità, l’auto ed io siamo inghiottiti dai secoli passati, fra le mura e le case di una cittadella regale. Poi tutto a un tratto, è comparsa la torre, come scaturita da uno scenario di Edgar Allan Poe: un ombra scura che si stagliava contro il cielo ormai nereggiante. Quale l’obbiettivo di questa singolare gita notturna? Rispondere all’invito del Signor Noël Corbu, fondatore e proprietario dell’ Hotel della Torre a  Rennes-le-Château. Un invito doppiamente gradito. Da una parte la gioia di una lunga discussione filosofica, dall’altra, nella mia veste di cronista, il piacere di poter incontrare il fratello di Pierre Corbu, il pilota collaudatore, morto nel 1927  sul Bluebird mentre tentava per la terza volta di superare l’Atlantico, appena qualche tempo dopo la tragica impresa di Nungesser e Coli…...  Il 1 giugno 1855 il prete Berènger Saunière, nativo di Montazales (vicino a Couiza), uno dei tanti figli di una modesta famiglia, viene nominato curato di Rennes-le-Château. Per sette anni, fino al 1892,questo prete conduce la vita anonima del giovane prete di campagna, dividendo il proprio tempo tra la lettura del libro di preghiere, le visite dei suoi parrocchiani, ed i servizi della chiesa. Sebbene completamente votato ai suoi compiti di pastore, così come testimoniato da i suoi parrocchiani, il giovane prete aveva l’animo del costruttore, e accortosi che l’altare principale della chiesa era molto malridotto, si era preso la responsabilità di rimetterlo lui stesso in sesto, attingendo a fondi racimolati da fonti diverse. E così un giorno la vecchia colonnina che sosteneva l’antico altare, sotto i colpi del suo piccone aveva rivelato una cavità all’interno della quale il prete aveva rinvenuto delle teche di legno destinate a preservare delle pergamene scritte in latino. Superfluo sottolineare come nessuno a Rennes-le-Château conoscesse il latino, (neppure il sindaco della scuola che viveva nel vicino villaggio di Couiza). Nessuno fatta ovviamente eccezione per il curato Saunière. Da qui nasce e comincia il mistero. I lavori di restauro vengono immediatamente sospesi per essere ripresi qualche tempo dopo dal prete in persona. Questi non si limita più soltanto a restaurare il vecchio altare, ma rimette in sesto l’intera chiesa, i vetri cattedrali, le statue, i bassorilievi e tutto il resto. Lo sorregge un entusiasmo straordinario. Niente lo può fermare. Dopo la chiesa ricostruisce il presbiterio, il giardino della chiesa, il muro del cimitero annesso, il piccolo calvario. Ma il momento culminante dell’impresa arriva circa tre anni dopo la scoperta delle pergamene. A fianco del modesto edificio del presbiterio, Saunière innalza una splendida costruzione, Villa Betania, corredata da un passaggio coperto; la torre Magdala, un belvedere, un giardino ben curato e tant’altro. Per farla breve nello spazio di pochissimi anni il prete impegna qualcosa come un milione di franchi francesi d’oro….. Nel 1908, Monsignor de Beausèjour, vescovo di Carcassonne, quasi provocato dalle stramberie di quel prete di campagna, gli chiede ragione di quelle spese folli e lo interroga sull’origine di quel denaro. Questo è solo l’atto conclusivo della diatriba, perché già molte altre volte l’ autorità ecclesiastica lo aveva invitato a spiegare con chiarezza ciò che stava succedendo a Rennes-le-Château. Sounière però fa orecchio da mercante, non ne vuole sapere. Esasperato ed irritato dall’insubordinazione del prete, il vescovo lo accusa di loschi intrighi e, durante una sua temporanea assenza dal paese, lo interdice dalla celebrazione del sacro rito, sospendendolo da tutti i suoi incarichi di curato. Saunière non si ferma. Respinge le accuse e presenta un reclamo direttamente alla corte papale a Roma. Dopo circa due anni, il responso della corte ammette che la maggior parte delle accuse mosse contro di lui non sono dimostrate…. Ciò nonostante le pressioni sul Saunière continuano: la Chiesa vuole sapere, vuole conoscere, anche sotto l’impegno del giuramento, da dove egli abbia tratto tutto quel denaro. Tutto è vano. Non servono preghiere, suppliche e minacce. Non c’è nulla che scardini la bocca del curato, che si ostina a tacere e a mantenere il suo segreto. Il 3 luglio 1915 su “Le Samaine Religieuse” compare così la seconda proibizione, questa volta definitiva: «Profondo è il rammarico della amministrazione diocesana di Carcassonne nell’annunciare ai suoi fedeli che l’abate Saunière, già curato di Rennes-le-Château, ed ivi attualmente residente, con giudizio ufficiale dato il 5 dicembre 1911, è stato destituito dai suoi poteri sacerdotali. A seguito di questa sofferta decisione, egli non potrà più celebrare la messa e da questo momento in avanti non sarà più autorizzato neppure a ricevere le elemosine che i parrocchiani volessero affidare nelle sue mani». Scritto da Albert Salomon per  “La Dèpêche du Midi", 12 gennaio 1956. Nei prossimi post pubblicherò gli altri articoli riguardanti questa enigmatica vicenda .

 
 
 

Cattedrali gotiche

Post n°13 pubblicato il 18 Dicembre 2007 da AlessioFerrazzoli
 

 Il lavoro, per la costruzione delle cattedrali, veniva svolto da operai specialzzati, (architetti, muratori, tagliapietre) ed erano delle vere e proprie squadre itineranti. I costruttori, andavano dove venivano chiamati, mangiavano insieme, si rifugiavano dalle intemperie e parlavano di lavoro in una sorta di costruzioni provvisorie di legno, chiamate “loges”. La massoneria assunse questo termine “loggia” soltanto nel 1700, per identificare il luogo delle riunioni, come per ricalcare la segretezza dei costruttori di cattedrali. La massoneria inoltre mira a costruire  una società volta a tramandarsi conoscenze solo ed esclusivamente a favore dei propri iniziati, un pò come facevano i liberi muratori. La massoneria era tesa anche a costruirsi un l’alone di mistero, di cui già godevano i liberi muratori. Le cattedrali, disseminate in tutta Europa,  sono veri e propri gioielli di bellezza e perfezione geometrica. Le cattedrali hanno una caratteristica fondamentale, la  spinta verso l’alto, una linea ideale tesa a raggiungere Dio, esse rappresentano l’insieme della fede e della scienza,  unite per glorificare Dio ed aumentare la sensazione di spiritualità nei fedeli, inoltre destano molta curiosità gli inquietanti giochi di luce che avvengono in alcune cattedrali in determinati periodi dell’anno. Spesso nelle cattedrali troviamo un grande numero di simboli e marchi esoterici, d’incisioni sulle pietre, legate in qualche modo ai loro costruttori. Questi messaggi, ancora in parte oscuri, testimoniano la volontà dei costruttori di lasciarci un messaggio iniziatico nascosto, o soltanto una firma da tramandare ai posteri. Questi misteri contribuiscono alla  grandiosità delle cattedrali e nello stesso tempo alimentano la curiosità dei fedeli, che spesso per visitarle, compiono viaggi molto lunghi. Gli archi a sesto acuto e gli archi rampanti permisero di alleggerire la struttura e renderla slanciata, questa nuova dimensione dell’architettura, rapportata al medioevo risulta di grande impatto sul credente, i fedeli intimiditi dalla perfezione e dall’altezza si commuovono e si stupiscono di fronte a tale grandiosità, aumentando di conseguenza l’influenza della Chiesa sulla vita della gente e sulle istituzioni pubbliche spesso assenti o male organizzate. Possiamo senza dubbio affermare che le cattedrali gotiche sono il frutto di segreti architettonici che i templari appresero in Terra Santa, e che vennero erette in quasi tutta Europa propri dopo il loro  ritorno dalle crociate. Infatti furono proprio i templari, già ottimi costruttori di fortezze, che investirono parte delle loro ricchezze e impegnarono le loro conoscenze acquisite in Terra Santa, per costruire le meravigliose cattedrali gotiche. La spiritualità e la passione religiosa che caratterizzava l’ordine dei frati combattenti,  rasentava il fanatismo e senza dubbio possiamo affermare che i templari erano la maggior espressione militare ed organizzativa, nonchè religiosa di tutto l’oscuro medioevo. La vita che conducevano i templari era estremamente rigorosa e la dedizione che l’ordine aveva nello sviluppo e nella crescita spirituale dei propri membri era ammirata da tutte le genti con cui venivano in contatto. Il fascino dell’esoterismo, del mistero e della simbologia contenuta nelle grandi e imponenti cattedrali gotiche, fa si che l’uomo di oggi e quello di domani, vi si accosteranno sempre con rispetto e curiosità, così che un giorno il loro mistero sarà decifrato e il messaggio nascosto sarà finalmente rivelato. (Nella foto la Cattedrale di Chartres) La cattedrale Notre-Dame de Chartres, chiesa cattedrale consacrata alla Vergine (Notre-Dame), sita a Chartres nel nordovest della Francia (a 95 Km a sud-ovest di Parigi, è il più celebre monumento di Chartres ed è considerata uno degli edifici religiosi più importanti del mondo ed uno dei più perfetti edifici gotici. Il fattore decisivo che la fa prevalere tra le altre cattedrali francesi è il suo buono stato di conservazione, specialmente delle sculture e delle vetrate. Grande interesse desta il labirinto presente sul pavimento della cattedrale, aggiungendo un altro mistero di difficile soluzione. Chartres è anche una tappa importante per i pellegrini provenienti dal nord Europa e diretti a Santiago di Compostela, che percorrono la strada tra Parigi e Tours. La cattedrale di Chartres è stata costruita da operai specializzati, chiamati compagnons, riuniti in confraternite. In questo periodo, esistevano tre confraternite: i Bambini di Padre Soubise, i Bambini del Maestro Jacques, e i Bambini di Salomone legati all'ordine del tempio. Questi ultimi hanno lasciato incisi, sulle pietre o sulle travi, dei segni che sono le loro firme. Le tracce principali dei piani costruttivi, basate sul sistema di numerazione duodecimale, furono messe in pratica direttamente dagli operai grazie alla corda a tredici nodi, uno degli strumenti dei compagnons. Le cifre della cattedrale di Chartres: 

  • Lunghezza: 130 metri
  • Larghezza: 32 / 46 metri
  • Navata: altezza: 37 metri; larghezza: 16,40 metri
  • 176 vetrate
  • Recinto del coro: 200 statue
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    Chi era papa Celestino V?

    Post n°12 pubblicato il 15 Dicembre 2007 da AlessioFerrazzoli
     

    Nella sua visione di una nuova Chiesa spirituale, papa Celestino V, nei pochi mesi del suo pontificato, compì alcuni atti che minarono le fondamenta del potere Vaticano. L'azione di Celestino V, era rivolta solo verso una parte del clero, quella parte che vedeva la carica ecclesiastica come fonte di ricchezza e di privilegi. La forza prorompente e l' altissima spiritualità del coraggioso papa Celestino V, possiamo ammirarla sia nel suo breve ma intenso Pontificato e sia nella coerenza della sua vita eremitica. Una vita interamente dedicata a Dio e al prossimo. Possiamo apprezzare la grande portata del messaggio, che Celestino V ha voluto donare agli uomini, quale è il perdono, l'indulgenza gratuita per tutti, ricchi e poveri, con la "bolla celestiniana". Quello fu il primo giubileo della storia, mentre all'epoca il perdono dei peccati aveva un prezzo, a volte molto alto. Celestino V trovò la morte nella Rocca di Fumone dove fu imprigionato in una piccola cella, da Bonifacio VIII, con il conforto di due monaci del suo ordine i "Celestini". L'ordine dei Celestini oggi non esiste più. Dell'ordine di Celestino V, resta solo una piccola comunità di suore Benedettine Celestine del convento di clausura, di San Basilio, a L'Aquila.

     

     
     
     

    Egitto, un mistero lontano nel tempo.

    Post n°11 pubblicato il 13 Dicembre 2007 da AlessioFerrazzoli
     

    Chi erano gli egiziani? Perchè una civilltà nata più di 5.000 anni fà, aveva conoscenze così avanzate? L'antico Egitto con i suoi reperti archeologici resta ancora avvolto nel mistero. Un mistero da sempre ricco di fascino.  I magnifici luoghi dove la civiltà egiziana trovò la sua massima espressione esercitano ancora oggi un grande richiamo , la maggior attrazione è  rappresentata dalle   piramidi e dai templi, dove ha avuto origine  la spiritualità egiziana. Questi luoghi, ancora oggi, offrono ai visitatori uno spettacolo sublime. Passando tra le colonne e osservando i bassorilievi dei templi, ho potuto vivere quell'atmosfera di mistero e spiritualità, propria di quell'antica civiltà. La civiltà egiziana, non a caso, è  nata, sulle rigogliose sponde del Nilo. La potenza e lo sviluppo dell'antico Egitto, è dovuto in larga parte a questo fiume, senza il Nilo, probabilmente non ci sarebbe stato alcuno sviluppo. Il Nilo è vita, infatti la vita e l'economia e l'agricoltura dell'antico popolo egiziano, erano regolate dallo scorrere di questo grande fiume. Anche oggi il Nilo è di fondamentale importanza, fonte di ricchezza per il turismo, per l'agricoltura e per l'energia. Facciamo un salto nel passato, i faraoni per loro volere, erano considerati Dei. La popolazione egiziana, godeva di una vita agiata, forse per questo non aveva difficoltà nel riconoscere il proprio governante, come un essere superiore. Il faraone, era veramente un essere superiore? Perchè l'uomo da sempre tende verso Dio? L'uomo si è spinto verso Dio, con così tanta forza, che a volte si è direttamente sostituito a Lui. Questa sostituzione dell'uomo con il Divino, nel passato succedeva spesso. E nel presente?

     
     
     
     
     

    INFO


    Un blog di: AlessioFerrazzoli
    Data di creazione: 25/11/2007
     

    TORRE MAGDALA, RENNES-LE-CHÂTEAU

     
     

    CHIESA DELLA MADDALENA, RENNES-LE-CHÂTEAU

     

    CHIESA DELLA MADDALENA, RENNES-LE-CHÂTEAU.

    Il demonio Asmodeo, sostiene l'acqua Santa
     

    LABIRINTO, CATTEDRALE DI CHARTRES

     
     

    SAN GALGANO, SIENA

    L'abbazia di San Galgano, dalle marcate caratteristiche architettoniche gotico-cistercensi, fu costruita a partire dal 1218 e poco lontano dalla Rotonda. L'edificio è imponente e testimonia, così, la diffusione ed il grande seguito del culto di san Galgano. L'abbazia raggiunse, nel XIV secolo, una grande potenza, anche grazie alle immunità ed ai privilegi concessi da vari imperatori, tra i quali Federico II, ed alle munifiche donazioni ricevute; a ciò si aggiunse l'esenzione dalla decima da parte di papa Innocenzo III. La ricchezza raggiunta nel Cinquecento fu tale da scatenare una contesa tra la Repubblica di Siena ed il Papato, che portò nel 1506 ad un interdetto del papa Giulio II contro Siena, che resistette ordinando ai sacerdoti la celebrazione regolare di tutte le funzioni liturgiche.

     

    CATTEDRALE DI SANTIAGO

     

    CHIOSTRO, CATTEDRALE DI SANTIAGO DE COMPOSTELA

     

    ABBAZIA DI CASAMARI

     

    L' Abbazia di Casamari è uno dei più importanti monasteri italiani di architettura gotica cistercense. Fu costruita nel 1203 e consacrata nel 1217. Si trova nel territorio del comune di Veroli, in provincia di Frosinone.

     

    CORO DELL'ABBAZIA DI CASAMARI

     
     

    BASILICA DI COLLEMAGGIO, L'AQUILA.

     

    INTERNO DELLA BASILICA DI COLLEMAGGIO,(AQ)

     

    PIETRA DEI COSTRUTTORI, COLLEMAGGIO, (AQ)

     

    SAN PIETRO AD ORATORIUM, CAPESTRANO, (AQ)

    La chiesa di San Pietro ad Oratorium, si trova nel territorio di Capestrano, a sinistra del fiume Tirino, nella valle Tritana, fu fondata da Desiderio, ultimo re dei Longobardi verso la fine del 756 d. C. Il re Desiderio, donò all'abate di allora, Attone, molti beni e possedimenti perchè vi edificasse anche un monastero da dare ai monaci. La chiesa che oggi vediamo, è un rifacimento del 1100 come si legge dall'iscrizione sul portale. Nell' VIII secolo fu uno dei principali monasteri di tutto l'Abruzzo e godeva di particolari privilegi, rinconfermati successivamente anche da Carlo Magno nel 775 e da re Pipino, Ludovico, Lotario I e II. Pochi monasteri, furono così celebri, Papi, imperatori, re, cardinali, granduchi e in specialmodo i Medici di Firenze, lo resero celebre con la loro protezione e questo condizionò profondamente la vita delle popolazioni della valle Tritana.

     

    SATOR, SAN PIETRO AD ORATORIUM, CAPESTRANO (AQ)

     

    ARCHEOLOGIA E MISTERI

    EGITTO 2007

     

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    Nadir certo che si possono fare ipotesi sul significato...
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    Salve, ROTAS non significa "le ruote" bensì...
    Inviato da: Nadir
    il 21/04/2017 alle 15:23
     
    bello questo post. Buona giornata da Artecreo
    Inviato da: sexydamilleeunanotte
    il 10/09/2016 alle 11:12
     
    Ciao mi chiamo luca e per lavoro cammino molto,un giorno...
    Inviato da: luca
    il 20/04/2016 alle 09:01
     
     

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