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AI TEMPI DEL MAGLIONE GIALLO - RALLY

Post n°72 pubblicato il 01 Agosto 2014 da rozappa

Era una passione comune a molti ragazzi, come noi, negli anni 70

Chi non ricorda la Lancia Stratos e il suo equipaggio di punta: Munari e Mannucci, per 3 anni consecutivi campioni del mondo, finché la Fiat (proprietaria della Lancia) decise che avrebbe dovuto vincere un'auto a marchio Fiat: la 131; ma non ci sarebbe mai più stata un'auto così nel panorama del rally mondiale e la Lancia Stratos continuò a vincere gare su gare finché non poté più gareggiare per scadenza del brevetto, nel 1982

In quegli anni si correva il Rally Colline di Romagna, e una delle prove speciali, in notturna, attraversava il territorio della Prè e noi programmavamo di andare a vederla mesi prima.

Non ricordo in che anno accadde l'episodio che sto per raccontare, non poteva essere estate perché sarei stato al mare a fare la stagione, forse era l'autunno del 1975 o più probabilmente la primavera del 1976, quando vinsero il Rally Vudafieri-Salvador su Lancia Stratos 

Solo una piccola nota sulla vettura di cui stiamo parlando...

La Lancia Stratos montava trasmissione e motore del Dino Ferrari 246, con telaio a monoscocca centrale in alluminio motore centrale posteriore con 6 cilindri a V. Cilindrata 2418, Potenza 179/200 kW, trazione posteriore 

 

  1. Lunghezza3.710 mm
  2. Larghezza1.750 mm
  3. Altezza1.080 mm
  4. Passo2.160 mm
  5. Peso980 kg

 

Ebbene eravamo così innamorati di quella macchina che ci trovammo a trascorre la serata e quelle poche ore di sonno tutti assieme a casa della nonna di un amico per non disturbare nessuno ed essere sicuri di svegliarci per tempo e poter arrivare in orario al punto di osservazione che avevamo individuato.

La serata iniziò con la preparazione della cena 

Non ricordo ormai più chi si fosse spacciato per esperto pizzaiolo, ma già dalla scelta della "tegame" capii che non sarebbe stata un capolavoro (aveva scelto la casseruola per le lasagne  e naturalmente una pizza alta 10cm qualche problema di cottura l'avrebbe avuto)...

Passiamo agli ingredienti: tutto ciò che trovò in frigorifero (insomma gli avanzi della nonna)...

Il forno... una cucina economica a legna

Volete sapere come risultò la cena? UN PIANTO

ma scherzandoci un po' su e annaffiandola con del buon (insomma...) sangiovese e parlando degli argomenti che piacciono di più a noi maschietti...Donne e motori (gioie e dolori)...terminò in allegria.

E arrivò il momento di andare a letto.

La stanza da letto era grande, come nelle case di una volta, c'era un letto matrimoniale e uno singolo.

I due gemelli dormirono nel letto singolo, come erano abituati a fare da anni.

Gli altri 5 si sistemarono nel letto matrimoniale.

Dovete sapere che all'estrema sinistra del letto matrimoniale c'era Aldo,(che era abituato a dormire nel buio più assoluto), poi io, dopo c'era Elio (che era bituato a dormire sempre a luce accesa)  quindi Felice e Gino.

Dopo un'ulteriore mano di chiacchere, verso le 22 si decise di spegnere la luce perché alle 2 ci saremmo dovuti alzare.

Inizia la discussione se spegnere o lasciare accesa la luce, infine poiché Elio soffriva di crisi claustrofobiche al buio, si decise di lasciare la luce accesa. Passarono i minuti e Aldo iniziò a rigirarsi e a sbuffare, mentre dopo un quarto d'ora Elio sembrò addormentato profondamente. Aldo con indifferenza avvicinò la mano all'interrutore, spense la lampada ed emise un sospiro di sollievo. Neanche 2 minuti e si sente la voce di Elio..."Ragazzi, ragazzi, ... cosa è successo? è andata via la corrente?, qualcuno faccia luce con l'accendino" Aldo faceva finta di dormire e il tono di panico e di voce di Elio salì, finché con un "Uffa" Aldo accese di nuovo la luce. Il giochino andò avanti 2 o 3 volte finché ci rassegnammo a farci due risate e a passare la notte in bianco (a parte Aldo che era incazzato nero e Elio che passava dal sonno al panico totale)...forse gli unici che dormirono quella notte furono Fabio e Federico (i due gemelli).

Alle 2, puntuali come una cambiale, ci alzammo.

La sveglia ci sorprese semi addormentati, ci lavammo in fretta, colazione ultrarapida (anche perché la pizza semicruda si faceva sentire)...un caffé, un po' di latte, un mezzo panino e via, in macchina, verso Monte Mirabello.

Arrivammo che la strada era ancora aperta, parcheggiammo la macchina in un campo, e via a cercare il tornante che, secondo noi, ci avrebbe dato lo spettacolo più bello...la zona era già affollata, ma infine trovammo quello che cercavamo.

Eravamo lì da mezz'ora, quando Gino se ne esce con..."um scapa ad caghé"...(che tradotto in linguaggio più educato, fa più o meno così..."devo andare in bagno e ci devo stare un po'") e in quella si allontana di qualche metro e fa per "espletare".

Quasi all'unisono lo riprendiamo..."azzo fai? non vorrai mica farla lì? che così ci sentiamo la puzza tutta la notte e oltretutto rischiamo di pestarla"

Di malavoglia, borbottando qualche insolenza, accendino in mano, Gino si incammina su per il campo...

Passa ancora un po' di tempo e sentiamo il rombo della prima macchina che arriva, sembrava proprio lo scoppiettare del motore Ferrari (ora non sono più sicuro che la prima macchina a passare fosse proprio la Lancia Stratos, ma mi piace pensare che sia stato così)...vediamo i fari fendere la notte e si intuiscono le sbandate e i controsterzi nelle curve, mentre la macchina saliva... il pilota da e molla il gas (piede dall'acceleratore) facendo salire e scendere il rombo e pattinare le ruote che lanciano sassi ai lati del percorso...ragazzi è uno spettacolo, visto di giorno, ma di notte, anche se si vede pochissimo, il fascino è ancora maggiore.

All'uscita di un tornate, inizia un piccolo rettilineo e la macchina illumina con tutte le luci (che sono almeno 6 coppie di fari abbaglianti allo xeno) il tornante successivo e... e, cosa si vede sullo sfondo? 

Il culo bianco di una persona accovacciata proprio lì, in mezzo al tornante

Si è sentito salire un boato di risate fra la gente assiepata in quel percorso e ancora di più dal nostro gruppo, che sapeva chi era l'involontario protagonista del vero spettacolo di quella sera.

Cos'era successo? Il nostro amico, armato di accendino (mica avevamo una torcia elettrica) aveva tagliato in diagonale il campo e, senza accorgersi era finito a un metro dalla strada sul tornante precedente al nostro.

Inutile dire che l'abbiamo preso per il culo per anni

 

 
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