Resoconto XI Convegno Nazionale del CICAP - Part III

Post n°26 pubblicato il 20 Ottobre 2009 da supergiuggiola
 

XI Convegno Nazionale del CICAP:

L'EVOLUZIONE DEL MYSTERO


Behind The Stage - Part III


Sabato 10

Second Day

E’ appena cominciato il secondo giorno e già inizio a pensare “Uffa, domani sarà tutto finito!”, mentre intanto c’è chi sta ancora arrivando: è il “paparazzo-tutto-pazzo” Alberto, fotografo ufficiale del convegno insieme a Cristina, che nei giorni in cui il suo collega era assente è riuscita a sdoppiarsi e a far foto quasi contemporaneamente in sala, fuori dalla sala e nella saletta stampa durante le interviste!! (cliccando qui potete vedere alcune delle splendide foto fatte ai soci effettivi e alle Star presenti dalla bravissima Cristina)

L’evento più atteso della mattinata è la presentazione della riproduzione della Sindone fatta da Luigi Garlaschelli. Trasportiamo sul palco il grande telo tra gli applausi del pubblico, ignaro che una delle tre persone che muovono il supporto è proprio il modello della Sindone!


Intanto l’autore spiega all’uditorio come fare una Sindone “come Dio comanda” ed è tutto (relativamente) molto semplice: “basta prendere un povero Cristo e…”

Il resto della mattinata e del pomeriggio trascorrono velocemente: io continuo a scappare da un lato all’altro tra quinte, sala e banchetti libri.


Mi sorprendo sempre più della quantità di giovani presenti: un tempo l’unica piccola ero io!! Ci sono anche un paio di bambini sui dieci anni che seguono attentamente le sessioni. Dopo la relazione sul caso del doppio Beatle uno di questi bambini alza la mano per intervenire con una domanda davvero pertinente: “Ma non potevano fargli un esame del DNA?”. Sarà lui il futuro Massimo Polidoro?


La seconda parte del pomeriggio è dedicata a Silvan, diventato socio benemerito del CICAP. Massimo Polidoro conduce l’intervista al grande mago, che racconta il suo impegno di sempre dalla parte della Ragione.

“Poi vai dietro le quinte che serve il tuo aiuto”, mi dicono intercettandomi tra una corsa e l’altra, durante il coffee break prima dell’intervista. Mi precipito nel backstage, arrivo trafelata, appoggio la macchina fotografica, prendo la mia bottiglietta d’acqua e inizio a bere. Improvvisamente sento una voce: “Buona sera, signorina”. Mi giro leggermente, sempre continuando a bere, e vedo Silvan. Imbarazzo a mille! “E’ comparso dal nulla?” gli chiedo per cercare di giustificare il fatto che non l’avessi minimamente visto, in penombra, nascosto dietro l’ultimo sipario nero.

Mentre Silvan è sul palco, finalmente Francesco mi spiega il mio ruolo: alla fine dell’intervista sarà conferito al grande illusionista il Premio "In difesa della Ragione" e sarò io a consegnarglielo!! Aspetto con ansia crescente, faccio un paio di prove, spio la posizione di Silvan sul palco. Il momento arriva e va, credo, tutto bene. E’ emozionante fare la valletta!!


Dopo la consegna del premio e gli applausi si chiude il sipario e Silvan riappare dietro le quinte, fermandosi a parlare con noi che eravamo lì. “Ma come siete gentili, siete proprio tutti gentili qui! Vi devo dare un cartellino con su scritto quanto siete gentili… E lei – dice indicando me, unica ragazza presente – è anche graziosa!” e dopo due minuti riprende: “siete proprio tutti gentilissimi… e lei – sempre indicando me – è anche simpatica!” ^_^ Ok, d’accordo, lo so che probabilmente l’ha detto solo per galanteria, ma fa piacere lo stesso!!!

 

La serata prevede grandi nomi sul palco: Piero Angela, Umberto Guidoni, Steno Ferluga e Paolo Attivissimo. E sono assistente dietro le quinte!! Scappo in albergo a cambiarmi (nel tempo record di 10 minuti) per essere un tantino più elegante e professional quando dovrò salire sul palco.

In albergo trovo mio padre, che durante il convegno ho visto meno di tutti gli altri congressisti, e gli chiedo come sono stata sul palco. E lui: “ma quando?” “Come papà, non sei rimasto a vedere Silvan fino alla fine?” “Sì che c’ero” “E non hai visto la premiazione?” “Sì, l’ho vista!” “Gliel’ho consegnata io la targa!!” “Davvero? Non ti ho proprio notata.. stavo guardando Silvan..” -.- “Del resto, - continua a spiegare - conosci bene il fenomeno della misdirection… sai tipo il gorilla dell’esperimento di Wiseman…” Lasciamo perdere, vah!

 

Torno velocemente in teatro per partecipare alle prove della serata. Prepariamo il palco, recuperiamo la scaletta, controlliamo che sia tutto in ordine. Riusciamo persino a cenare visto che per quella sera il buffet si svolge nel foyer del teatro. Ma noi non abbiamo il tempo di sederci al tavolo a cenare: portiamo i piatti sopra, in teatro, e mangiamo velocemente mentre procedono i lavori. Prima di iniziare faccio anche conoscenza con Paolo Attivissimo e sua moglie.

Direttore dietro le quinte, stasera, è Massimo. La sua presenza ci dà, o almeno mi dà, tranquillità, quasi che, essendo lui a coordinare tutto, nulla possa andare storto. I quattro ospiti della serata sono dietro le quinte a concordare le ultime domande, uno alla volta poi entrano in scena.


Non racconterò qui le risate di quella sera con Massimo, Lorenzo e Simone, cercando di seguire i cambiamenti di scaletta di Piero Angela, o la preoccupazione di essere, alle 10 meno un quarto ancora ad una pagina e mezza su sei della scaletta, “anzi, -precisa Lorenzo- direi più una e un quarto!” perché Piero continua ad improvvisare domande a Guidoni.

A metà serata io e Simone dobbiamo entrare sul palco, “prendere” io Piero Angela e lui Steno Ferluga e portarli dietro le quinte, sperando che Guidoni segua uno dei due, perché la scena deve rimanere libera per permettere l’entrata del gruppo musicale “Rajichi” e delle cantanti “The MoonSisters”. Solo che, a quanto pare, nessuno di loro sa di dover abbandonare il palco. Cosicché, quando ci avviciniamo a loro, non capiscono cosa vogliamo e non ne vogliono sapere di alzarsi!! Mi sento in seria difficoltà, ma vedo che Simone dall’altro lato del palco è nella stessa situazione. Non ricordo bene come, ma ad un certo punto hanno capito che la scena doveva essere lasciata libera e ci hanno seguito! Fiuuu.

Il secondo compito della serata consiste nel portare a Paolo Attivissimo una grande asta con la bandiera americana, simile a quella piantata sulla Luna, per una dimostrazione pratica di come si muove una bandiera in presenza dell’aria. Tutto fila liscio, per fortuna, e inizio a sentirmi proprio a mio agio nel ruolo di valletta!! :D


Finita la serata sono davvero distrutta, ma anche contentissima…


Chiuso il teatro, ci attende la solita birretta notturna, l’ultima (sigh). Con noi viene anche Pif delle Iene, che ha seguito con interesse tutto il convegno. E quando proprio la stanchezza diventa insopportabile decidiamo di andare a dormire…


 


(fine terza puntata... Attendete i prossimi giorni per la continuazione...)

 
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Resoconto XI Convegno Nazionale del CICAP - Part II

Post n°25 pubblicato il 18 Ottobre 2009 da supergiuggiola
 

XI Convegno Nazionale del CICAP:

L'EVOLUZIONE DEL MYSTERO


Behind The Stage - Part II


Venerdì 9

First Day


Alle 8.30 siamo già tutti in teatro per gli ultimi preparativi. Una nuova sfida ci attende: non si sa bene quando, forse durante la notte, sono arrivati nuovi scatoloni dall’ufficio del turismo, con buste da riempire di volantini. Creiamo una catena di montaggio che ci fa subito capire il significato del termine “alienazione” e la nostra pazienza (soprattutto quella di Mauro, a dir la verità) viene messa a dura prova quando ci accorgiamo di non aver aperto uno scatolone e il malcapitato di turno è costretto a rivedere tutte le buste per aggiungere il volantino mancante!


Intanto le porte a specchio del foyer ci permettono di vedere l’arrivo dei congressisti che si accalcano in attesa dell’apertura. Alle 9 ecco spalancarsi le porte, noi siamo lì pronti a riceverli e a consegnare a tutti badge e cartelline. Ogni volta che c’è un problema o un disguido ecco Laura pronta a risolvere la questione. Inserisco qui il mio ringraziamento a lei per esser stata capace, durante i tre giorni, di ascoltare tutte le mie domande anche mentre stava parlando con qualcun altro ed esser riuscita a risolvere ogni complicazione!



Intanto, mentre su in sala inizia il convegno e noi siamo giù ad aspettare i ritardatari e a risistemare i banchetti dei libri, divento sempre più cosciente del fatto che il convegno non lo seguirò seduta in poltrona ma da dietro le quinte o in giro durante le sessioni, in sala durante i dibattiti per portare il microfono e poi di corsa giù dietro ai banchetti durante i coffee break. Sono felice però di correre da un lato all’altro e di essere “dall’altra parte”, non più semplice spettatrice, ma rotellina utile per far camminare il grande carro.


Faccio la foto con Piero Angela che, mentre Cristina scatta, commenta: “Questa foto poi la pubblichiamo su Novella 2000!” Hahha.

A metà mattina, mentre sono dietro ad uno dei banchetti con libri e giochi, arriva una signora che si ferma a chiedermi informazioni e a guardare ciò che è esposto. Come mio solito inizio a mostrare alcuni giochini come la “pietra celtica”, un oggettino in plastica capace di ruotare su se stesso che, se messo in rotazione in un verso dopo un po’ cambia verso di rotazione, mentre ruotato nell’altro senso continua il suo moto sempre nello stesso verso. La mia presentazione del giochino consisteva nel far credere di essere io, grazie all’imposizione delle mani, a far cambiare il verso di rotazione, ma nessuno fino ad allora aveva mai reagito dicendo: “Ah, anche lei ha i poteri??” Guardo la signora un po’ meravigliata, all’inizio penso stia scherzando, ma mi accorgo ben presto che è seria e le risposto: “No, non ho nessun potere…”. E lei: “No?? Io invece ce li ho i poteri: sono una pranoterapeuta!” e inizia a far girare la pietra celtica anche lei, ma dopo un po’ questa si ferma. “Beh, perché non funziona?”, mi chiede indispettita la signora, “che significa? Vuol forse dire che non ho i poteri?”. La guardo con aria perplessa e le rispondo: “non lo so, faccia lei!”. La signora sembra averla presa sul personale, non riesco a capire se ce l’abbia con la pietra celtica che ha smesso di funzionare o se voglia dare la colpa a me dell’improvvisa perdita dei suoi poteri. “Guardi che io ho davvero i poteri. Ho sette certificati che lo dimostrano! Non capisco perché continua a fermarsi…”. Alla fine decide di abbandonare i suoi esperimenti con la pietra celtica e mi domanda: “Ma che ci fa Piero Angela qui? Lui è contro noi sensitivi”. Parto allora con la spiegazione di chi siamo e di cosa si occupa il CICAP, visto che a quanto pare la signora non ha le idee molto chiare sul posto in cui è capitata, e pongo l’accento sul fatto che saremmo felicissimi di trovare un fenomeno paranormale autentico, cosa che finora non è mai accaduta, e che se lei volesse si potrebbe concordare un protocollo per testare i suoi poteri. “No! Io non ve la do questa soddisfazione! Piero Angela ci tratta male, è maleducato, dice che non esistono i poteri paranormali, che sono tutti trucchi!” “Ma no, signora, come le ho detto noi saremmo davvero molto felici di riuscire a dimostrare l’esistenza di un autentico fenomeno paranormale!” “Proprio per questo non ci facciamo testare!”, mi risponde alterata. “Ma come, signora, allora ci vuole tristi???”. E dopo questa mia ultima frase, indispettita, senza sapere che altro dire, se ne va.

Nel primo pomeriggio io e Simone prepariamo i camerini per le guest stars della serata magica: Silvan, Raul Cremona, Walter Rolfo, Edoardo Pecar, Andrew Basso e Francesco Tesei.

Alle 5 rieccoci dietro le quinte, mentre sul palco salgono Piero Angela e Massimo Polidoro. Il programma iniziale prevedeva fosse James Randi il protagonista dell’intervista condotta da Massimo, ma per motivi di salute Randi ha dovuto rinunciare al viaggio in Italia. Ci ha però mandato un video-messaggio che proiettiamo. Lo guardo da dietro al palco e riesco a stento a trattenere le lacrime quando rivela la già nota notizia.

L’intervista va bene, Piero racconta episodi che noi fedelissimi ormai conosciamo a memoria, ma che riascoltiamo con piacere.

E’ strano ritrovarsi, dopo un po’, a chiacchierare dietro le quinte mentre sul palco c’è colui che tutti vorrebbero conoscere. Tanti mi invidiano perché ho conosciuto Piero Angela, perché ho avuto la fortuna di incontrarlo più volte e stringergli la mano e chissà cosa avrebbero dato per poter vederlo. Ormai, a metà del primo giorno, mi ero già abituata alla sua presenza e al fatto che (anche se solo per sciocchezze) mi rivolgesse la parola!

 

Il Gran Galà di Magia me lo godo tranquillamente seduta in platea accanto a mio padre, visto che Silvan non vuole nessuno dietro le quinte tranne i siparisti. Silvan dimostra un’abilità impressionante nel manipolare un mazzo di 140 carte e riesce a prevedere le risposte date da alcuni spettatori su un ipotetico viaggio.


Nota simpatica: un po’ tutti ci siamo domandati che ristorante fosse mai il ristorante “da Riccia”, detto da uno degli spettatori e predetto da Silvan. Ho scoperto al ritorno, da Fabio, che lo spettatore, che era seduto accanto a lui, aveva detto “da Richard” e non “da Riccia”!!

Raul Cremona, che intrattiene il pubblico durante i cambi di scena tra un prestigiatore e l’altro, è bravissimo: ad ogni sua parola tutti ridono di gusto e il bello è che è tutto improvvisato!!


Mago Pecar fa volare un tavolino per tutto il palco, Walter Rolfo stupisce facendo comparire tortore dal nulla, Andrew Basso evade da una camicia di forza e da una specie di cassaforte, Francesco Tesei impressiona con la sua capacità di leggere nella mente…. La serata è un successone e il pubblico rimane a bocca aperta.

Chiuso il sipario scappo nel backstage per vedere se è possibile fare una foto con i grandi illusionisti. Mi ritrovo nello stretto corridoio dei camerini, unica in possesso di una macchina fotografica, davanti a Massimo Polidoro, Piero Angela, Silvan, Raul Cremona e Francesco Tesei.


Su richiesta di Massimo inizio ad inondare di flash il gruppetto che parla… fino a quando non decidono di mettersi in posa per farsi fare una foto decente!


Mentre Raul va a cambiarsi prima di andare a mangiare (è già mezzanotte) riesco a fare una foto con Silvan, in una posa originalissima 


Dopo di che tutti alla solita pizzeria Europa: maghi e scienziati allo stesso tavolo fino quasi al giorno dopo…


(fine seconda puntata... Attendete i prossimi giorni per la continuazione...)

 
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Resoconto XI Convegno Nazionale del CICAP - Part I

Post n°24 pubblicato il 16 Ottobre 2009 da supergiuggiola

XI Convegno Nazionale del CICAP:

L'EVOLUZIONE DEL MYSTERO


Behind The Stage - Part I


Tornare a casa dopo 4 giorni passati tra il teatro Pietro D’Abano e la pizzeria Europa è un po’ come il rientro nella pubblicità della Costa Crociere. Per tentare di rivivere un po’ questi giorni pienissimi e bellissimi inizio a buttar giù, dopo aver recuperato un po’ le forze, il mio solito resoconto, che questa volta verrà pubblicato in puntate. Ecco la prima:

 

Giovedì 8

Tra cavi e libri: I preparativi

 

Credo di poter affermare senza troppi dubbi di essere stata la prima ad arrivare ad Abano (alle 6 di mattina!) il giorno prima del convegno. I lavori nel teatro iniziano non appena arrivano Marco e Nicolas, a cui un bel gatto nero dà il benvenuto (quale migliore inizio di giornata poteva esserci? Sarà una coincidenza? Noi del CICAP crediamo di SI!!).


Per prima cosa bisogna montare la regia. La macchina di Marco è piena di attrezzature, borse e borsoni contenenti cavi e cavetti, mixer e microfoni, mini televisore e lettori dvd. Per scaricare tutto è necessario il carrello della spesa e..un viaggio solo non basta!!


Il foyer del teatro buio e deserto mi fa una strana impressione. Nel pomeriggio cambierà completamente aspetto e stenterò a riconoscerlo.

Montare tutte le attrezzature, nonostante l’aiuto dei tecnici del teatro (un ringraziamento a Fabrizio e Cristiano!), non è affatto facile. Spesso per esaudire le richieste di Marco del tipo “passatemi il cavo che sta nella borsa nera” siamo stati costretti a ricorrere ai superpoteri di Nicolas che cercava di capire, imponendo le mani sulla moltitudine di borse sparpagliate per mezza sala, quale fosse quella giusta.


Verso l’ora di pranzo arrivano Simone, Francesco, Gigi e Giorgio, con i quali decidiamo di andare a riempire lo stomaco in pizzeria. Sarà la prima di una lunga serie di pranzi e cene alla pizzeria Europa. Degno di esser riportato qui è il commento sulla pizza Quattro Formaggi fatto da uno scienziato di fama ormai internazionale di cui non riporto il nome (ma chiunque abbia una minima conoscenza delle persone presenti sa sicuramente a chi attribuire la frase): “Ma cos’è quella roba sulla pizza? Sembra vomito messo sulla pizza a forma di sorriso da un pizzaiolo ubriaco!!”


Alle due siamo di nuovo in teatro per esplorare palco e camerini. Poco dopo arrivano, tra gli altri, Massimo e Paola, un po' irriconoscibili. Il primo indossa Converse, jeans, maglietta e felpa: a parte la faccia, non assomiglia molto alla persona in giacca e cravatta che sono abituata a vedere!

Gigi mi chiede di aiutarlo a montare la Sindone sul supporto e questo mi dà la possibilità di vedere il grande capolavoro in anteprima! Fa senza dubbio un certo effetto...


Pian piano il foyer si riempie di persone venute a dare una mano e il pavimento viene ricoperto da cartelloni, striscioni, poster, pannelli e montagne di scatoloni e fino a mezzanotte siamo tutti impegnati in missioni impossibili come appendere quegli enormi pannelli dal tetto del teatro o sistemare sui banchetti tutti i libri contenuti negli scatoloni, che detto così sembra una cosa semplice, ma si è rivelata peggio della versione più complicata di tetris.


Dalla mattina alla sera il centro congressi è cambiato completamente per diventare quello che tutti i congressisti hanno visto il giorno dopo.

A metà pomeriggio giunge anche Piero Angela, annunciato da Alessandra che era arrivata dicendo: "mi è sembrato di vedere per strada uno che assomigliava a Piero...ma non so se fosse lui!"
Piero entra e stringe la mano a tutti chiedendo: "CICAP?"

Finiti i preparativi una birretta (anche qui, la prima di una lunga serie) per rilassarsi un po’ dopo le fatiche della giornata e poi a nanna, perchè la stanchezza è tanta e la sveglia della mattina alle 5.30 si fa sentire….


 


Un appunto, giusto per fare la scettica: vi ricordate il gatto nero che avevamo incontrato appena arrivati? Noi non crediamo che un gatto nero porti sfiga, ma:

- Il puffo (cioè il figlio) di Cristina e Michele si è ammalato, costringendo il papà a rimanere a casa

- Matteo era assente anche lui per malattia

- Uno dei due lettori dvd di Marco si è rotto

SOLO COINCIDENZE?? Noi del CICAP continuiamo a credere di sì!! :D



(fine prima puntata... Attendete i prossimi giorni per la continuazione...)

 

 
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Abduction seconda parte

Post n°23 pubblicato il 28 Settembre 2009 da supergiuggiola
 
Foto di supergiuggiola

(continua dal post precedente)

"Adotti":

commenti ad una conferenza di Corrado Malanga sui rapimenti alieni

(parte seconda)

 

QUARTO LIVELLO

Il quarto livello è il più profondo: si parla dell’anima, che sarebbe posseduta solo da alcuni esseri umani e sarebbe molto ambita dagli alieni, che invece ne sono sprovvisti. Essi tenterebbero infatti con tutte le loro forze di rubarci l’anima, ma senza successo.

Riporto qui un dialogo tra l’ipnotizzatore e l’adotto sotto ipnosi:

adotto: -“sono una luce della luce però non si vede, sono una matrice di punti di luce”
ipnotizzatore: -“L’uomo ha l’anima?”
adotto: -“No, siamo noi l’anima”
ipnotizzatore: -“Tutti gli uomini hanno l’anima?”
adotto: “No, solo alcuni, gli altri sono gusci vuoti.”

 

Assodato su queste basi che solo alcuni uomini possiedono l’anima, Malanga si chiede cosa distingua un uomo dotato di anima da un “guscio vuoto”. La risposta non poteva essere più ovvia (e priva di senso): un campo elettromagnetico!

L’anima, infatti, non si può “agganciare” a tutti, ma solo a quelli che hanno un DNA particolare, la cui particolarità sta nel centro e dipenderebbe da un enzima transferase terminale, di cui a dir il vero non so le caratteristiche, ma prometto di approfondire quanto prima. Le descrizioni del DNA vengono fatte da un magazziniere e da una impiegata, che secondo Malanga, non potevano assoloutamente conoscere così in dettaglio il DNA da farne addirittura uno schizzo e che quindi sicuramente riferivano attingendo alla memoria aliena. A me pare che un magazziniere e una impiegata possano con grande probabilità riuscire a fare lo schizzo del DNA, anche solo per averlo visto in qualche pubblicità o programma televisivo. Tra l’altro il disegno del DNA era un “compito a casa” e il risultato era alquanto approssimativo, come dice lo stesso Malanga.

 

Ma vediamo un po’ come avviene questo tentativo di furto dell’anima. Gli alieni-serpentoni prendono il DNA degli adotti, che sono dotati di anima e vengono scelti proprio per questo motivo. In seguito modificano il loro DNA, prendono l’anima e cercano di metterla in un serpentone. Questo avviene in una stanza energetica in cui l’anima è inizialmente bloccata. L’anima viene poi scaricata in una stanza dove c’è il serpentone e avviene una lotta tra l’anima e il serpente, che risultano essere incompatibili. Prova di tutto questo è il ricordo, negli adotti, di essere stati serpenti per un po’. L’anima poi, visto che non riesce a rimanere nel serpente, viene rimessa nell’essere umano, che in realtà è la copia.

Se gli alieni riuscissero a prendere l’anima avrebbero la vita eterna, concetto diversissimo, sottolinea Malanga, dall’immortalità! Diverso in cosa non saprei dirvelo perché lui non lo esplicita.

 

Nel cosmo, a quanto pare, noi saremmo gli unici ad avere l’anima. E aggiungerei: accidenti come siamo fortunati!! E pensare che gli scienziati ipotizzano universi paralleli solo perché appare improbabile che il nostro sia l’unico universo esistente…


L’ultima parte della conferenza è un insieme di parole scientifiche e pseudoscientifiche messe in ordine sparso. Per me, che studio fisica, è stato come ascoltare a lungo il rumore delle unghie che graffiano sulla lavagna.

Cerco di riportare qui parte del discorso, con alcune mie riflessioni.

Esistono quattro tipologie di uomini: i gusci vuoti, gli uomini con l’anima, quelli con anima e spirito, e quelli che hanno solo lo spirito. Ma come? Non c’erano solo due tipologie fino a poco fa? E che differenza ci sarebbe tra anima e spirito? Perché gli alieni non sono interessati allo spirito ma solo all’anima? Sarebbe interessante saperlo, ma Malanga non ce lo spiega e continua cercando di dare un senso scientifico alle sue teorie metafisiche.

Da un punto di vista geometrico e matematico le quattro tipologie hanno una loro precisa identificazione. Nel video non si vede bene, ma immagino che Malanga disegni degli assi cartesiani mentre spiega che rappresentano il campo elettrico, che rappresenta la gravitazione, lo spazio, che rappresenta il campo elettrico e tempo che rappresenta il campo magnetico. Non chiedetemi che c’entri il campo elettrico con la gravitazione, perché lo spazio sia il campo elettrico e cosa abbia a che fare il campo magnetico col tempo. Non so dirvelo perché per me non ha assolutamente senso. La grande deduzione di Malanga consiste nell’introdurre un altro asse, chiamato C, che è l’asse della coscienza.

Da qui si parte per comprendere addirittura la nascita dell’Universo! L’universo nasce dall’operatore rotazione, che per Malanga è un operatore come l’addizione e la sottrazione (mbah). A seconda dell’asse attorno al quale ruota, il punto crea un campo elettrico, magnetico o gravitazionale.

Nel momento in cui il primo punto, che è un Dio, comincia a ruotare, abbiamo l’acquisizione della coscienza. Il punto poi, cito le parole dell’esperto, “crea tutto il resto per dividersi in tutte le sue possibili essenze, cioè forme di rotazione: il vuoto, il pieno, l’acqua, il tavolo… allo scopo di guardarsi”. Alla fine c’è la degenerazione in un unico punto, che è dotato di coscienza. Ma, continua Malanga, questo va contro il principio della conservazione della rotazione, cioè dell’energia, cioè dello spin e la rotazione lungo l’asse della coscienza diminuisce e aumenta quella sugli altri due assi. E procede ancora dicendo che “lo spazio e il tempo vettorialmente costruiscono una cosa che è contro l’asse della coscienza ed è la conoscenza: l’universo rinuncia ad essere cosciente per aumentare la sua conoscenza, che è la somma dei vettori fino a quando c’è solo conoscenza e non coscienza.” Mi piacerebbe illustrare a Malanga cos’è un vettore, ma dubito ne avrò il piacere. Siccome il concetto risulta incomprensibile un po’ per tutti, Malanga spiega: “all’inizio Dio ha la coscienza, ma non sa come esiste, di cosa è fatto etc, quando ha accesso alla conoscenza, per un problema vettoriale, la coscienza finisce. Dio non può sapere come è fatto se sa che è, ma non può sapere che è se sa come è fatto.” Una specie di principio di indeterminazione di Heisenberg, dice Malanga.

Ogni cosa ha il suo posto nello spazio quadrimensionale appena costruito: l’anima, ad esempio, non sa cos’è il tempo, ma dipende solo dalla coscienza, dal campo energetico e dallo spazio. Essa è una matrice di punti di luce. Il corpo fisico, invece, dipende dall’energia potenziale perché pesa (ma l’asse dell’energia potenziale quando si è creato?), dallo spazio e dal tempo. Lo spirito “ha coscienza di sé ed è nello spazio tempo, cioè è un campo elettromagnetico con coscienza di sé, cioè l’essere di luce”… O_o

 


Insomma, studiando gli alieni Malanga dice di aver non solo capito non solo cosa volevano gli alieni, ma anche di aver scoperto che gli alieni vogliono delle cose che noi non sapevamo neanche di avere! E cioè?? L’anima è un concetto che è sempre esistito nella filosofia e nella metafisica!!

Abbiamo poi appreso che alcuni di noi sono diversi perché possiedono l’anima, mentre altri sono solo gusci vuoti e Malanga è in grado di riconoscerli guardando il loro chiasma ottico. Per chi non lo sapesse, il chiasma ottico è situato nella parte inferiore del cervello, immediatamente sotto l'ipotalamo ed anteriormente all'ipofisi ed è la sede del parziale incrocio (decussazione) tra le fibre nervose costituenti i nervi ottici. Non viene spiegato quale dovrebbe essere la differenza tra il chiasma ottico di una persona dotata di anima e quello di una che ne è sprovvista, né se questo provochi dei disturbi alla vista…

“Di gusci vuoti oggi ce ne sono un casino!” ride Malanga. E ammetto di non sapere come può lui essere così sicuro di non essere tra quelli.
E citando testualmente lo stesso Malanga: “il guscio vuoto in pratica è un corpo senza coscienza, cioè un coglione.”
Gli esseri di luce, invece, sono persone “che entrano nel tuo corpo per fare esperienze nel corpo.” Gli esseri di luce vogliono il corpo perché non ce l’hanno. E da ciò Malanga evince che alcuni signori, cioè esseri umani con un corpo e con un’anima (o meglio matrice di punti di luce), hanno tutti e quattro gli assi e sono il meglio. L’alieno non vuole solo prendere il DNA, utilizzarlo per riprodursi eccetera, ma vuole anche prendere l’anima. Noi, infatti, siamo meglio degli alieni perché gli alieni non hanno l’anima. E di conseguenza noi abbiamo una potentissima arma. Infatti se si chiede ad uno in stato di ipnosi come far smettere gli alieni risponde “con la religione”, perché essa è la sola ad aumentare il proprio io. L’ego diventa così forte che l’alieno non può fare altro. In molti casi soggetti religiosi sono riusciti a bloccare lo stato di abduction semplicemente pregando.

 

E alla fine della conferenza si arriva alla “verità” e c’è pure Bush di mezzo, alleato con gli alieni affinchè tutti diventino scemi e si favorisca così il furto dell’anima. Questo si fa ad esempio attraverso messaggi subliminali. E’ stato ampiamente dimostrato, tuttavia, che i messaggi subliminali non riescono ad influenzare in alcun modo le menti di chi li vede/ascolta, tuttavia questo argomento meriterebbe una trattazione a parte e mi limito ad accennarlo.

Ci sono poi, afferma Malanga, dei microchip che per ora sono stati impiantati nei cani e nelle mucche, ma ben presto verranno messi anche nei bambini con la scusa di ritrovarli se si perdono. Gli alieni collaborano quindi con i capi umani perché anche i politici vogliono l’immortalità, e per questo sono in accordo con gli alieni-serpentoni.

 

Un incubo insomma.

 

Come lo stesso Malanga ammette, lui pesca un po’ dell’ipnosi, un po’ dalla fisica, un po’ dall’archeologia, un po’ da quello che dicevano gli antichi egiziani… un po’ da tutto insomma, ma, aggiungo io senza alcuna base scientifica di quanto afferma e una serie di evidenti contraddizioni.

 

 
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Abduction prima parte

Post n°22 pubblicato il 28 Settembre 2009 da supergiuggiola
 
Foto di supergiuggiola

"Adotti":

commenti ad una conferenza di Corrado Malanga sui rapimenti alieni

(parte prima)

Alcuni amici mi hanno chiesto di guardare il video di una conferenza di Corrado Malanga sull’“abduction” e voglio riportare qui quel che penso a riguardo. Il video lo potete trovare al seguente link:
http://video.google.it/videoplay?docid=8895015581804952718&ei=6zVVSuOWIZOY2AKKp6GTCA&q=malanga&hl=it#

 

Innanzitutto chi è Corrado Malanga?
Il professor Corrado Malanga, ricercatore e docente di Chimica Organica presso l’Università di Pisa dal 1983, si interessa dell’esplorazione nel campo degli oggetti volanti non identificati da quasi quarant’anni. Attualmente i suoi interessi sono rivolti alla problematiche legate ai Rapimenti Alieni (abduction), che studia mediante tecniche di ipnosi regressiva e Programmazione Neuro Linguistica.

 

Corrado Malanga, all’inizio della conferenza, spiega di lavorare con le persone sotto ipnosi e di aver scritto anche un libro per, sue testuali parole, “pescare” altri adotti e applicare su di loro le sue metodologie. Dopo il primo caso, per studiare il quale è stato necessario un anno e mezzo di lavoro, per gli altri dice che sono state sufficienti 3 ore di seduta.

Le persone analizzate sono state circa 100, non tutte, ammette lui stesso, esaminate a fondo e non tutte risultate veramente vittime di abduction. Ma se tutti, sotto ipnosi, riferiscono le stesse cose, egli ritiene che, su base statistica, il fenomeno sia vero.

Tralasciando il fatto che non viene specificato quale sia il numero reale di casi ben esaminati su cui si baserebbe questa certezza statistica, bisogna premettere che è ormai scientificamente accettato che l'ipnosi non sia un metodo valido per ottenere delle affermazioni attendibili. E non bisogna scordare che Malanga è un chimico, non uno psichiatra esperto di ipnosi!
Ci sono interessanti pubblicazioni riguardo l’ipnosi e i danni che questa può causare sulle persone che si sottopongono a questi trattamenti. Consiglio a questo proposito la lettura dell’interessantissimo libro di Giuliana Mazzoni intitolato “Si può credere a un testimone? La testimonianza e le trappole della memoria”. Il libro, molto chiaro, parla soprattutto di quanto sia influenzabile e fallace la nostra memoria, ma spiega anche come è possibile indurre falsi ricordi nelle menti dei soggetti ipnotizzati, causando ricordi di rapimenti alieni o di violenze subite da bambini. Ricordi, però, assolutamente falsi che il soggetto, dopo la seduta, non sa distinguere dai ricordi veri. In pratica, sotto ipnosi, è possibile far dire e ricordare qualsiasi cosa al soggetto ipnotizzato.

 

Sapendo questo non è neanche necessario proseguire nell’ascolto della conferenza, ma se qualcuno, come la sottoscritta, avesse proprio voglia di continuare ne sentirebbe delle belle.

Da tutte le persone ipnotizzate, che alla fine della conferza sono diventate “centinaia” (mentre all’inizio erano meno di cento), Malanga è riuscito a scoprire cosa vogliono da noi gli alieni, cosa fanno agli adotti, i loro piani per il futuro e addirittura come è nato l’universo. E, come tocco finale, c’è anche il complotto con a capo Bush, coalizzato con gli alieni.

Ma andiamo per ordine.

Spiega Malanga che ci sono quattro livelli.


PRIMO LIVELLO

Il primo motivo per cui gli alieni rapiscono gli umani è la riproduzione. Essi infatti non possono riprodursi autonomamente, ma devono utilizzare il nostro DNA! Dai maschi adotti prelevano sperma, mentre alle donne introducono un tubo negli organi genitali col quale inseriscono qualcosa nel suo corpo. Dopo 3 o 4 mesi la donna viene nuovamente rapita dagli alieni e stavolta dal tubo esce qualcosa. Cito dal racconto di Malanga che riporta le descrizioni di una donna: <>.

E’ simpatico pensare che questo essere esca dalla donna direttamente infilato in una bottiglietta!

I soggetti raccontano di aver stazionato in una stanza detta “dei feti”, piena di bottiglie di vetro con dentro dei feti immersi in un liquido, con ganci e tubicini. Questi feti non erano umani: erano più piccoli, avevano un numero di dita diverso (per la precisione sei) e colore diverso.

Facciamo a questo punto un po’ di considerazioni su quanto sostiene Malanga: gli alieni non possono riprodursi e si riproducono attraverso di noi. Io mi chiedo: ma se non possono riprodursi, come hanno fatto gli alieni ad arrivare fino a noi e a sopravvivere fino a quando non hanno capito che potevano riprodursi attraverso di noi?? Malanga non si pone la mia stessa domanda. E ancora mi domando: se usano lo sperma maschile e le ovaie femminili, in che modo si riproducono loro? A voi non sembrerebbe più che altro una sorta di fecondazione assistita? Come mai invece nascono degli alieni? Malanga non lo spiega.

Ovviamente ci sono anche delle “prove” di queste gravidanze, come la testimonianza di una donna, rimasta incinta senza avere avuto rapporti sessuali, la cui gravidanza dopo due settimana era già al terzo mese. E, come nei migliori film, la corrente va via solo in quella sala operatoria dell’ospedale proprio mentre i medici tentano di operarla e in quel mentre gli alieni la riportano sulla loro astronave per prelevare il feto prima che sia troppo tardi. Che disdetta!

Da altri ricordi, si nota che ci sono importanti analogie tra gli alieni e i sumeri. Alcuni adotti infatti riescono, tramite complicate tecniche di ipnosi, a parlare addirittura nella lingua degli alieni. Si scopre così che, proprio come i sumeri, gli alieni hanno una numerazione in base sei, che comprende i numeri 1, 2, 3, 4, 5 e lo 0. Come è noto, ricorda infatti il professore, la cultura sumera deriva da quella aliena!!!


SECONDO LIVELLO

Il secondo livello riguarda la ricerca dell’immortalità da parte degli alieni.

Una bambina adotta, racconta di una significativa frase detta da un’aliena: “noi ci dobbiamo volere bene perché noi viviamo attraverso la vostra testa”, mentre un altro adotto riporta il seguente colloquio:

alieno: - “noi mettiamo i nostri corpi dentro la vostra testa”
adotto: - “non si possono mettere dentro una macchina?”
alieno: - “no, una macchina si rompe, la vostra testa no.”

Da questo Malanga deduce che gli alieni vogliono…l’immortalità! E per averla utilizzano il seguente metodo: l’alieno prende il soggetto, mette nella mente del soggetto quella di un alieno morto e il soggetto va avanti e cresce con questa mente, che però è ad accesso negato e vi si può accedere solo tramite altre complicate tecniche di ipnosi. Quando il signore muore viene ripresa la memoria e messa in un alieno piccolino, tant’è vero che gli alieni appena nati sanno già tutto e non devono andare a scuola. Il ricordo e le esperienze, infatti, non vanno perdute in questo modo. Il processo viene ripetuto e ogni persona scelta avrà nel suo cervello tutte le memorie degli alieni ma anche le memorie degli altri trasportatori, ed ecco spiegata anche quella che alcuni pensavano fosse la reincarnazione.

A pensarci bene, essendo questo processo infinito, non voglio neanche immaginare la confusione e il mal di testa che avrà il malcapitato a cui viene immessa nella testa la memoria di tutti i trasportatori e di tutti gli alieni precedenti!

Malanga poi si lancia in un approfondimento sulla compatibilità tra umani e alieni con non pochi errori circa alcune delle conoscenze fondamentali del corpo umano e non c’è bisogno di essere medici per comprendere che ciò che dice non ha assolutamente senso.

Malanga si rende conto che la maggior parte degli addotti (non tutti) è Rh- o aveva grande percentuale di fattore rh- in famiglia e aveva memorie aliene di indiani d’america, celti, sumeri, sardi, tutte popolazioni con grande percentuale di fattore Rh-. La popolazione si divide tra quelli che hanno il fattore Rh+ e quelli che hanno il fattore Rh-. I primi, secondo Malanga, sono quelli che discendono dall’australopiteco Lucy, mentre i secondi non viene specificato da chi discendano. Rh- significa che manca il fattore Rh, che, a quanto ne sa Malanga, è una proteina che impedisce al sangue di agglomerarsi e diventare, cito testualmente, “come yoghurt”, causando la morte della persona. Ma dunque… come fanno a vivere le persone Rh+?? Non dovrebbero morire? Eppure l’85% delle persone sono Rh+!!! Malanga prosegue spedito e sicuro di quel che dice. E gli alieni, si chiede, che Rh avranno? Ma negativo, ovviamente! Non discendono mica dalle scimmie! E cercano persone che siano compatibili con loro. Ecco perché gli adotti sono Rh-!


TERZO LIVELLO

Passiamo al livello numero 3, in cui le contraddizioni sono innumerevoli.

Alcuni adotti descrivevano una strana stanza, detta la stanza “del forno” o “delle matriosche”. Ecco in sintesi il racconto di ciò che accade in tale stanza: gli adotti venivano fatti entrare in un cilindro che veniva chiuso con dentro dell’acqua, c’era molto caldo, era buio. Nel cilindro c’era un oblò e si poteva vedere fuori. L’alieno di turno è alto 2.80 metri ed è un anfibio. Al paziente viene addirittura una crisi cardiaca quando rivede, durante l’ipnosi, il “serpentone”, cioè questo alieno-anfibio. Ad un certo punto si accende la luce e il soggetto dall’oblò vede un suo clone che si muove nel suo stesso modo. La perdità d’identità, dice Malanga, porta al panico e al suicidio. Tuttavia poco dopo inizia a ragionare sul fatto che la copia viene rimandata sulla Terra e l’originale rimane agli alieni. Ma l’originale non era morto?

Perché fare una copia della persona, si chiede Malanga? Semplice: se il soggetto muore gli alieni perdono tutta la memoria e per evitare questo disastro fanno un backup e la conservano. Ma siccome si sa che le copie delle copie vengono male, gli alieni tra le due persone preferiscono  tenersi poi l’originale in modo da poter fare altre copie.

Contraddizione numero uno: nel livello 2 Malanga aveva affermato che la memoria veniva trasferita alla morte della persona. Come mai adesso gli alieni temono di perdere tutta la memoria alla morte della persona?

La domanda successiva che si pone Malanga è: come si fa a sapere se la persona sotto ipnosi è l’originale o la fotocopia? Essi infatti sono identici. Ma gli alieni hanno fatto un errore: c’è infatti un solo punto in cui la memoria della copia è diversa dall’originale, il modo di entrare nel cilindro. E dalle testimonianze si riscontra che le persone sono in realtà le copie.

Curiosità: ma la copia non viene quindi creata in quel momento? Per avere memoria di come era entrata nel cilindro doveva esistere già da prima! E come faceva ad esistere prima della clonazione? Se esisteva già gli alieni devono aver trovato un modo per “creare” dal nulla le persone… a che pro quindi prendere quelle sulla Terra??

A questo dettaglio Malanga non pensa.

 

 (continua al post successivo...)

 
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Prima assemblea nazionale: scene e retroscene

Post n°21 pubblicato il 24 Marzo 2009 da supergiuggiola
 

PRIMA ASSEMBLEA NAZIONALE DEL CICAP:

Scene e Retroscene

Parte seconda (continua dal post precedente):

Domenica 22

Suona la sveglia. Come al solito mi alzo io e poi mi tocca svegliar Paola. Apro di nuovo le finestre e... "Paolaaa!! Vieni a vedere! C'è un bellissimo TRAMONTO sulle Alpi stamattina!!!"

Qualcuno si è lamentato del fatto che dalla nostra finestra si vedessero tali spettacoli della natura, mentre le altre stanze si affacciavano su un triste palazzone.... hiihi siam state fortunate!

Stamattina bisogna cercare di concludere. E soprattutto bisogna scontrarsi con la dura realtà: "Qualcuno ha chiesto da dove li prendiamo i soldi?"
La domanda passa in secondo piano e la discussione torna sul tema principale del convegno: le calze del direttore!!!  Oggi il direttore ha deciso di metterci alla prova con disegni geometrici sempre più complicati!

Richiamati all'ordine, si propone quali contenuti mettere sul sito della rivista e quali sulla carta. Io appunto tutto sulla lavagna e aggiungo, anche senza il consenso dell'unanimità, una sezione "giochi e barzellette".
Viene proposta una rubrica dal titolo "False credenze e comodini veri" e il direttore apprezza al punto da ipotizzare di utilizzare tale titolo come titolo della rivista, visto che probabilmente si dovrà cambiare. Non male come idea.

All'1 ci riuniamo in plenaria. L'ultima. Alla resa dei conti sembra che l'esperimento sia riuscito alla grande e son tutti molto soddisfatti. Addirittura si propone di ripeterlo ogni 6 mesi, ma dagli sguardi degli organizzatori non sembra un progetto realizzabile!

 


Facciamo una foto di gruppo con tutti i congressisti. Qualcuno riesce a svignarsela e qualcun altro viene trascinato da me. Come siamo belli tutti quanti!! *_*




Il congresso è finito. I frettolosi partono di già. Ci sono relazioni a casa che aspettano di essere finite (Andrea) e chimici stanchi che salutano subito ammonendo(mi) di non metter foto su fb con tag sbagliati! :P

Chi rimane va in pizzeria. Il cameriere ci pone davanti a domande esistenziali come "quale porzione di farinata volete? piccola, normale, abbondante, mezza teglia, teglia intera..." e anche: "pizza tegamino o mattone?" O_o

Alle 18.30 ho l'aereo per Roma. E' ancora presto e mi godo gli ultimi momenti. Ho visto anche seduto dall'altra parte della tavolata il signore che il giorno prima mi aveva offerto un passaggio per andare all'aeroporto. Da un tavolo all'altro, nel chiasso generale, chiedo a Marta la conferma che sia lui. Ma la risposta che a gesti ricevo da lei è: "non c'è!". Come non c'è???? "Aspetta lo chiamo!". Aspetto. Poi vedo Marta alzarsi e ridere mentre si avvicina al signore che avevo identificato (Ivo)! Eggià, la stanchezza a volte gioca brutti scherzi!! :P

Il pranzo finisce. E' giunto il momento dei saluti, tutti con il sorriso sulle labbra per la perfetta riuscita dell'esperimento e già un po' di nostalgia nel cuore. In questi giorni ho conosciuto molto meglio tante persone e ho fatto amicizia con altre. Ho dato un volto a qualcuno e ho condiviso con tutti momenti bellissimi. Ma adesso è ora di tornare a casa! Un paio di voli mi aspettano!

Ivo accompagna me, Enrico ed Elisabetta all'aeroporto. Enrico ed Elisabetta prenderanno il mio stesso volo per Roma. Mancano ancora parecchie ore. Un quarto d'ora prima dell'orario previsto per l'imbarco iniziano a girar voci che il nostro volo è stato posticipato dalle 18.30 alle 20.30! Loro entrano nel panico per me, io rimango stranamente tranquilla perchè il monitor segnala il nostro volo in perfetto orario e mi fido. Alla fine partiremo solo con una mezzoretta di ritardo, niente di che visto che prima del volo Roma - Bari c'è parecchio tempo. Alle 20 arriviamo a Roma e son costretta a salutare anche loro. Un po' più di un'ora di attesa e salirò sull'altro aereo e poi sarò a casa, penso. Ma mi illudo. Il monitor segnala che l'aereo è in ritardo: orario previsto 21.25 / orario effettivo 21.40. Vabè, poco male. Nuovo aggiornamento del monitor: orario previsto 21.25 / orario effettivo 22.10. Ecco, ora inizio ad agitarmi davvero. Sono sola e già da un'ora faccio su e giù tra i vari gate cercando di ingannare l'attesa, mentre sale l'ansia, la stanchezza si fa sentire più che mai e inizio a temere nuovi aggiornamenti del monitor. Alle 20.50 chiamano per l'imbarco. Cerco di rilassarmi. Ma al gate è tutto fermo. "stiamo aspettando l'ok". Aspetta aspetta aspetta, le 22 passano. Finalmente dopo un sacco di tempo iniziano a farci entrare. Per le 22.30 dovremmo partire. Ma l'imbarco finisce e non si parte. . . Ore 22.45: ci informano che due passeggeri non sono saliti sull'aereo ma hanno imbarcato 5 bagagli (2 passeggeri, 5 bagagli... ) e che finchè non li trovano nella stiva non potremo partire. Imprecazioni contro i due passeggeri.  Ore 23.00: il comandante informa che (cito testualmente) : "abbiamo trovato tutti i bagagli tranne uno o al massimo. Per ragioni di sicurezza un passeggero o un bagaglio non possono essere imbarcati senza un passeggero."  Non fa una grinza. Inizio a pensare a quanto ci avrei messo tornando a piedi invece che in aereo. Ore 23.15: stiamo per partire. A mezzanotte e mezza sarò a Bari e all'una a casa. Stanca, distrutta, ma contenta.


Morale della favola:

1. gli organizzatori son stati tutti entusiasti di aver provato ad organizzare questa assemblea nazionale e anche i più dubbiosi si son dovuti ricredere. Noi tutti li ringraziamo tanto per tutto quel che hanno fatto per far funzionare tutto al meglio.
2. non seguite troppo i navigatori: potrebbero portarvi fuori strada.
3. Paola indossa una parrucca. Non lo sapeva nessuno perchè non è vero. L'ha rivelato alla sottoscritta alle 2 di notte a luci spente dicendo le seguenti parole: "togliamo i capelli" e le ho promesso che non sarebbe rimasto tra me e lei.
4. prendete aerei diretti se potete ed evitate le coincidenze. Su 4 aerei
neanche uno è stato in orario.
5. iscrivetevi al CICAP, abbiamo bisogno di voi!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Dulcis in fundo mi piacerebbe ringraziare nuovamente tutti coloro che hanno partecipato a questa assemblea e mandare un affettuosissimo saluto a tutti gli amici che ho incontrato e rincontrato in questi giorni.

Giulyana

 

 
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Prima assemblea nazionale: scene e retroscene

Post n°20 pubblicato il 24 Marzo 2009 da supergiuggiola
 

PRIMA ASSEMBLEA NAZIONALE DEL CICAP:

Scene e Retroscene

Ed eccomi di nuovo a casa, dopo tre giorni a Torino per partecipare alla Prima Assemblea Nazionale dei Soci CICAP. Cercherò di rendervi partecipi delle mie avventure e disavventure e dell'atmosfera che regna quando cicappini da tutta italia si riuniscono per un paio di giorni.

 Ma iniziamo dal principio...



Parte Prima:

Venerdì 20 Marzo

Hop hop, si parte! Per la prima volta devo prendere l'aereo da sola. La cosa non mi spaventa, anche se l'ansia di perdere la coincidenza a Roma mi assale dal primo momento che mi metto in coda al check-in. E infatti il primo aereo atterra mentre, teoricamente, sta iniziando l'imbarco del secondo. Corsa pazzesca per non perdere il volo, arrivo senza fiato al gate, inutilmente, visto che quando io e gli altri sfortunati arriviamo lo scopriamo ancora deserto. L'aereo è in ritardo, non si sa di quanto e il motivo è... che manca la benzina!! Qualcuno propone una colletta, qualcun altro vede il lato positivo della situazione: "per lo meno non hanno deciso di provare a partire con la riserva!!". Partiamo, finalmente, un'ora dopo. Prima di partire mando un sms a Paola per avvisarla del mio ritardo. Ma questo messaggio giungerà a destinazione molte ore più avanti e tutti mi daranno ben presto per dispersa. Sto per arrivare a Torino e l'ansia non diminuisce perchè a causa del ritardo ho perso il bus che dall'aereoporto mi avrebbe portato alla stazione. Ce n'è un altro che, però, dovrebbe partire pochi minuti dopo l'atterraggio. Correndo correndo arrivo trafelata al bus quasi in partenza. "Posso fare il biglietto sopra?" chiedo con occhi supplichevoli all'autista. "no, la biglietteria è ancora aperta. devi farlo lì!" sgrunt. "Va bene. PERO' LEI MI DEVE ASPETTARE!". E riesco anche a prendere il bus. Avviso la divagatrice (alias Beatrice Mautino) e Pdf (alias Paola De Gobbi) che arriverò in stazione alle 23.30. Paola mi verrà a prendere, Bea le spiegherà la strada. Ora, per chi non fosse pratico di Torino, dovete sapere che in questa città ci sono due stazioni, Porta Susa e Porta Nuova, a distanza di 1.5 km una dall'altra. Bea mi aveva detto di scendere a Porta Nuova e aveva spiegato a Paola, Cristina e Michele come arrivarci. Ma la tecnologia si è messa in mezzo e i tre han ben pensato di impostare la mèta sul navigatore e lasciarsi dirigere da quello. Il che avrebbe anche potuto funzionare, se non fosse che la destinazione impostata era la stazione di Porta Susa, non Porta Nuova!!
Paola mi chiama: "Giuli, noi siamo davanti alla stazione.. ma tu dove sei?"
Io: "sono davanti alla stazione anche io.. ma non vi vedo!"
P: "La vedi la rotonda?"
Io: "no"
P: "vedi dove stanno i taxi parcheggiati?"
Io: "non ci sono taxi qui.... davanti a me ho l'hotel jolly.."
P: "noi vediamo una scritta verde.. la vedi? L'hotel jolly non lo vediamo...      ma..   a che stazione stai??"

Arriviamo all'hotel San Paolo. E' mezzanotte. Io e Paola stiamo in stanza insieme. Sistema questo, sistema quello, mi faccio una doccia e poi a letto. Chiacchiere fino a quando, nel mettere la sveglia per la mattina dopo, ci accorgiamo che mancano solo 6 ore e 23 minuti al risveglio. Forse è ora di dormire!!


Sabato 23

7.35: driin driin Suona la sveglia. Mi alzo, vado in bagno e poi cerco di svegliare Paola che intanto si è riaddormentata:
"Paaaolaa!! Sveglia!! - le urlo aprendo le finestre e facendo entrare luce nella stanza - guarda! Dalla finestra si vede una bellissima alba sul mare!! E un bambino di terracotta! Vieni a vedere"
A colazione incontriamo qualche altro cicappino del "gruppo vacanze san paolo" e dopo ci incamminiamo verso il centro dove si sarebbe tenuta l'assemblea. Come se non bastasse l'esperienza della sera precedente, Michele imposta il navigatore.. in fondo sono solo 900 metri quasi tutti in rettilineo! Ne avremo veramente bisogno?? :P

Arriviamo al centro e inizia l'operazione saluti. Si dà anche un volto a qualche nome, persone che si conoscono solo via email, skype, msn, facebook e che non hanno mai messo una loro foto da nessuna parte. Per fortuna che ci sono i badge con i nomi, o la confusione sarebbe stata ancora maggiore!!


Ha ben presto inizio anche la guerra di flash  con il paparazzo pazzo (alias Alberto V.), guerra però che mi vede presto in svantaggio dovendo io usare una macchina NIKON (io sono canoniana!!!) che non mi appartiene. La mia infatti si è rotta proprio due giorni prima della partenza .


Iniziano i lavori. Dopo una breve presentazione del punto di partenza, correlata da un esilarante filmato autoironico sul cicap ("ma è paranormale?" "HHHMMMM NO!"), i circa cento cicappini si dividono in 4 gruppi di lavori: Indagini e corso, gruppi locali, iniziative ed eventi, Scienza & Paranormale. C'è un po' di perplessità sulle facce dei congressisti, notano la divagatrice e il prof S. Cuorcontento nei loro blog. Io attribuisco la perplessità al giochino del Bingo del CICAP trovato nella cartellina che ci è stata consegnata: nonostante le spiegazioni, nessuno è riuscito a capirlo!

Io mi sono iscritta al gruppo su S&P, il meno numeroso. In realtà è stato tutto un fraintendimento... io e Alberto eravamo certi di esserci iscritti al gruppo "Scatti & Paparazzi" e ci siam ritrovati nel gruppo sulla rivista (il gruppo al completo lo vedete in foto).

I coordinatori del gruppo della rivista S&P sono "il direttore calzelunghe" (alias Lorenzo Montali), la divagatrice e il Prof. Sentimento Cuorcontento (alias Stefano Bagnasco). Questi ultimi due aggiorneranno minuto per minuto, a reti unificate, i loro blog che trovate qui e qui.



La discussione è animata e intervallata da momenti di grande intensità in cui si commentano le calze del direttore (le potete vedere nella foto a sinistra scattata dal prof S.C.).

Io prendo appunti sulla lavagna. Alla fine non c'è stato neanche bisogno di rubare i pennarelli alla divagatrice!!

La domanda principale della mattinata è "CHI SIAMO NOI?". No, tranquilli.. non volevamo porci domande a livello esistenziale, ma solo definire il target a cui destinare la rivista.
Si propone, e la sottoscritta è decisamente d'accordo, di separare l'abbonamento a S&P dall'iscrizione al CICAP. Per come è strutturato ora, infatti, non ci si può abbonare alla rivista senza diventare automaticamente soci CICAP e non si può sostenere il CICAP se non abbonandosi alla rivista. Secondo Paolo è come dire "io mi voglio sposare perchè credo nel matrimonio, però mi tocca tenermi anche la moglie"...Esempio perfetto, direi!

A fine mattinata si va in plenaria, cioè ci riuniamo tutti per raccontare agli altri di cosa si è discusso nei gruppi e scambiare qualche idea. Poi a mangiare!!

Il pranzo è anche un'occasione per scambiarsi racconti lasciati in sospeso da mesi, meglio se in bilico sulle scale facendo la fila per prendere un piatto di pasta. (E Matteo G. ne sa qualcosa!)

Come si suol dire, le migliori idee vengon mangiando, e infatti mentre il nostro stomaco si riempie, il direttore e io proponiamo di inserire una pagina su S&P di giochi e barzellette. La divagatrice non è per niente d'accordo e scuote la testa.

Il pomeriggio si continua, prima divisi in gruppi e a fine serata in plenaria. Finisce così il primo giorno di assemblea.

Il gruppo "vacanze al san paolo" si dirige verso l'albergo per una rapida rinfrescata prima di recarsi al ristorante CH4, dove ci sarà la cena etnica, allietata da danza del ventre e giochi di prestigio.
Mentre torniamo in albergo Paola mi fa: "se mi stendo sul letto non mi alzo più... Non devo farlo! Non mi devo rilassare! Giuro che non mi metto sul letto...". Neanche il tempo di richiudere la porta della stanza dietro di me che....eccola qua!

Al ristorante ci andiamo in macchina. Io, Paola, Barbara e Lorenzo (il direttore) andiamo nella macchina di Marco (Morocutti). Ben presto Lorenzo nota uno strano oggetto sul cruscotto e Marco ci spiega che è un apparecchio progettato da lui e dai suoi dipendenti che consente di prevenire eventuali incidenti. Subito ci dà esempio del suo funzionamento mettendosi in condizioni da incidente, cioè accelerando proprio dietro un'auto che rallenta: beeeeeeep - suona l'apparecchio-, aaaaaaaargh - urliamo noi dietro - .. "Marco, lo sappiamo che funziona!! Non c'è bisogno che ce lo dimostri!!"

Sani e salvi raggiungiamo il ristorante, trovando, come era ovvio che fosse essendoci Paola in macchina, parcheggio proprio davanti. Vi chiederete perchè io stia puntualizzando pure il luogo dove abbiamo parcheggiato l'auto. Ebbene, in questi due giorni, da bravi scettici quali siamo, abbiamo verificato la facoltà di Paola di far trovare parcheggio davanti all'entrata di qualsiasi posto, a patto che, specifica lei, non si inizi a cercare 1 kilometro prima!

La serata è animata dalle danzatrici del ventre di tutte le età, guidate da un'insegnante 57enne, e dal mago Marco Aimone.
Incredibile e senza alcuna spiegazione immaginabile è stato uno dei numeri presentati dal mago e che mi ha visto personalmente coinvolta:
Mago a me: "Sei in un supermercato, immagina il carrello della spesa pienissimo. Prendi un oggetto dagli scaffali e lo metti in cima al carrello. Cos'è?"
Io: "un succo di frutta"
Mago: "gusto? marca?"
Io: "ananas, ****"
Mago estraendo da una busta: "Non ci crederete ma ho qui.. il codice a barre del succo di frutta al gusto ananas della marca **** !!!!"



Finita la serata siam tutti abbastanza stanchi, ma a quanto pare nessuno ha voglia di ritirarsi e andare a letto. Nessuno tranne uno: Gigi. Ma in fondo è ancora presto e i poveri compagni di stanza di Gigi, Simone (Angioni) e Marco non son entusiasti all'idea di doversi ritirare così presto mentre gli altri progettano follie in giro per la città.
Tento di persuadere Simone a seguire noi, offrendogli un posto per dormire nella nostra stanza, ovviamente sul pavimento.
Simone: "ma non c'è una vasca almeno?"
Io: "Sì, ma è piccola... Però potresti dormire sui fornelli che stanno nell'armadio!" (in un armadio c'era una cucina n.d.a.)
Alla fine Gigi acconsente a tornare in hotel con qualcun altro e a lasciare la stanza aperta in modo che Marco e Simone possano venire con noi. Olè!

Ci dividiamo nelle macchine e io, Paola e Barbara accettiamo il passaggio di Claudio P.
Tutti avevano la macchina vicina all'ingresso del ristorante, mentre a noi toccava far un po' di strada a piedi per raggiungere l'auto. Ci incamminiamo verso destra. Un bel po' di strada dopo, Claudio si ricorda che in realtà la macchina era dal lato opposto! Con la massima nonchalance torniamo indietro, passando davanti alle altre macchine che ci aspettavano ferme non conoscendo la strada. Nel vederci iniziano a seguirci, senza capire il perchè di questo "diversivo"!! Marco e Simone tentano di impaurirci con la musica a tutto volume di Ghostbuster..
Siamo quasi arrivati al pub e Claudio (in testa al gruppo di 3 macchine) inizia a girare in tondo alla ricerca di un parcheggio. Trova un posto bello grande, accosta, mette la freccia e le altre due macchine accostano dietro di lui. "Beh, avranno capito che stiamo cercando dove lasciare l'auto, no? Questo posto lo lasciamo ad uno di loro e noi proseguiamo nella ricerca". Un ragionamento simile lo fa Michele alla guida della macchina dietro di noi, lasciando quel posto più largo a Marco, in coda al gruppo, che aveva l'auto più lunga. Senonchè Marco e Simone, distratti dalla musica di Ghostbuster, non capiscono che quel posto è proprio per loro e preferiscono continuare a seguirci!!! In seguito diranno che avevan voglia di fare un giro più lungo delle strade di Torino!

Il pub è accogliente e il barista sembra un autentico druido. Un piccolo gruppetto ci aspetta già davanti ad una birra. Ci stringiamo al tavolo e iniziamo a studiare la vasta varietà di birre. Simone si mostra subito deciso nel prendere una birra che io noto essere alquanto alcolica. Lui mi invita a prender la stessa, ma io rifiuto non potendo, gli dico, rischiare di ubriacarmi. Lui non ne vede il motivo finchè non gli spiego che sto in stanza con Paola e che lei sicuramente non si ricorda il numero della stanza! Urge una verifica della mia affermazione, perchè Simone non sembra crederci. Alla sua destra c'è proprio Paola:
Simone: "Paola, qual è  il numero della vostra camera in albergo?"
Paola: " ... "
Io: LOOOL
Nota positiva: Paola non ha più dimenticato che la nostra stanza era la numero 307!! C'è da dire però, a suo favore, che per lo meno lei si ricordava dove fosse ubicata la stanza, perchè io andavo sempre dal corridoio sbagliato!!

Risate e racconti da scettici sugli sciachimisti e su altri divertenti episodi fanno passare velocemente il tempo. Rimane in sospeso solo l'aneddoto di Bea sulla vecchietta col cane. Una storia che doveva esser triste, ma faceva morir dal ridere chi ne era a conoscenza.

E' notte inoltrata quando si propone di tornare in albergo per far riposare le stanche membra. La proposta viene accettata all'unanimità.
Si progettano scherzetti per svegliare Gigi che ormai dormirà profondamente.

Io e Paola decidiamo di dormire quando scopriamo che mancano meno di 6 ore alla sveglia!! Domani sarà un'altra emozionante giornata!

(continua al post successivo...)

 
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DE FATO, Cicerone

Post n°19 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da supergiuggiola

Lo scetticismo nell'antica Roma


http://marcellomuste.blog.kataweb.it/files/2008/07/cicerone2.jpg

Marco Tullio Cicerone, spesso tanto odiato da noi studenti del liceo classico per la difficoltà delle versioni tratte dalle sue opere, può essere considerato uno dei primi scettici. Con alcuni dei suoi trattatati, il De Fato e il De Divinatione, cercava di portare un po' di razionalità nella antica Roma, ai tempi di Cesare, Pompeo e Marco Antonio.
La sua critica nei confronti del fato è cauta. Non perchè egli manifesti dubbi riguardo all'esistenza di quest'ultimo, ma in quanto il fato era un concetto centrale del pensiero tradizionale romano, ancora più della divinazione.

"Se dovessi dichiararmi d'accordo con Epicuro, e negare che ogni enunciato sia vero o falso, preferirei accettare questo colpo piuttosto che ammettere che tutto accade per opera del fato; infatti se la prima tesi è senz'altro discutibile, la seconda non è nemmeno tollerabile."

Ma egli si sente in dovere di ridare agli uomini il senso di libertà e di responsabilità che la predestinazione e il fato tolgono. Come accade in ogni periodo dominato dal fatalismo, il pessimismo e l'inoperosità dilagavano, creando un clima non intellettualmente vivo. Cicerone mirava a restituire quella indipendenza rubata dal fato, dimostrando l'inconsistenza di superstizioni e dogmatismi.

Giulyana

 
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Video

Post n°18 pubblicato il 15 Ottobre 2008 da supergiuggiola
 

Due video del congresso

Piero Angela:






I giochi di Nicolas a cena:


 
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Post n°17 pubblicato il 06 Ottobre 2008 da supergiuggiola
 
Eppur si crede...
Primo congresso in ORG!!!

4/10:
In treno dalle 3 di pomeriggio alle 11 di sera. Qualcuno ha detto che probabilmente tra i presenti ero quella che aveva fatto più strada. Non saprei.
La notte riesco a mala pena a chiudere occhio.. sono stanca, ma euforica e questo mi impedisce di addormentarmi..

5/10:
-All'arrivo la prima sorpresa: ho il badge dell'organizzazione!!!!!! urca!!



Non so bene in che modo, ma mi ritrovo due minuti dopo a distribuire i badge ai congressisti, mentre chiacchiero con Paola.. Mi sembra incredibile stare dall'altra parte.. non più semplice spettatrice!
Ma le sorprese non sono finite: scopro ben presto che andremo a pranzo con alcuni dei relatori (poi misteriosamente scomparsi prima di arrivare in pizzeria) e che la sera... beh la sera ci sarà un'altra sorpresona!
Le sessioni del congresso sono tutte interessanti, e i relatori riescono a rendere gli argomenti intriganti e divertenti..  Dopo la prima relazione di Ferluga sui fantastici poteri della targa che protegge biofotonicamente ho già deciso che ne appenderò una nella mia stanza :P
Durante le pause Paola mi presenta un po' di gente, cicappini che conosco di nome ma che non ho mai visto. Scopro di essere alquanto famosa ("Aaaah, tu sei quella del forumgiovani?")
e Paola mi fa arrossire presentandomi a tutti come "la giovane promessa del cicap, ex ragazza prodigio [ex perché ormai maggiorenne]"... hihihi

Paolaaaaaaaaaaaaaa ma che diciiii ?? :-*

-Durante la pausa pranzo tre cose sono degne di nota:
1) il pizzaiolo matto



2) la guerra di flash da un lato all'altro del tavolo



3) la coalizione degli ex guerrieri prima combattenti tra di loro contro la povera Chiara



-Al ritorno Piero Angela è già arrivato: rimarrà con noi fino alla mattina dopo e la sera.. verrà a cena con noi!!!
Non ci posso credere!! Io e Chiara facciamo anche una foto con lui, ma la cosa più spettacolare è la breve passeggiata che, dopo la fine degli interventi, facciamo dalla ex fornace dove si svolge il congresso al ristorante pizzeria. In fila per due ci sono tutti i miei miti, le persone che ammiro e a cui vorrei assomigliare, a partire da Piero Angela e Massimo Polidoro, a Paolo Attivissimo, Francesco Grassi, Marco Morocutti, Paola De Gobbi e tante altre... (non le cito tutte nel timore di dimenticarne qualcuna, ma sappiate che siete tutti inclusi nell'elenco, dal primo all'ultimo!! Anche quelli che in quella occasione non erano presenti, uno per tutti Gigi Garlaschelli)



La strada è ricoperta di foglie gialle e sembra davvero di essere in un film. Guardo questa "processione" di scettici e mi sembra davvero incredibile poter essere fra loro..



A cena, tra una pizza e.. l'altra (?) (i puntini e il punto interrogativo indicano l'indecisione visto che l'incertezza sul dilemma "ma porterà un'altra pizza o no??" è durata fino al caffè) si chiacchiera un po' del più e del meno e si pensa a qualche iniziativa per il futuro..
Nicolas D'Amore ci stupisce con qualche gioco di prestigio, finchè, dopo aver visto una carta cambiare seme e colore davanti ai nostri
occhi, persino Piero Angela esclama: "ma allora il paranormale esiste!!" Grande Nicolas!






Non inizio neanche a parlare dell'incorreggibile pizzaiolo, che mentre Nicolas presentava i suoi numeri arriva esclamando "baaah.. io non ci credo a queste cose!".. sul pizzaiolo ci vorrebbe un capitolo a parte e quindi passo oltre.

-Dopo la cena c'è lo spettacolo presentato da Piero Angela, con Marco Morocutti e Nicolas D'Amore. Entrambi continuano a stupirci con le loro premonizioni e con i loro poteri.

-Dormire dopo una giornata così è praticamente impossibile... Le notti insonni diventano 2

06/10:
-Mi sveglio con un po' di tristezza. Son fatta così: l'ultimo giorno son sempre un po' giù..

-Appena arrivata alla ex-fornace mi metto subito all'opera per fare un po' di pubblicità al forumgiovani, sperando che ci sia qualche ragazzo/a che
noti il foglio e decida di iscriversi.

Arriva anche Piero Angela e subito tutti si fanno avanti a chiedere autografi e foto durante l'autografo e foto dopo l'autografo. Io sono lì e guardo la scena. Ad un tratto Piero Angela si gira, mi guarda e fa: "E tu non lo vuoi l'autografo?" Io, sprovvista al momento di qualsiasi supporto cartaceo, non trovo di meglio che rispondere "No, grazie.. ce l'ho già!", il che è vero perchè mio padre me ne fece fare uno tanti anni fa, ma la scena a quanto pare ha suscitato non poca ilarità! Chiedo però di fare un'altra foto, visto che quella del giorno prima ce l'ha fatta Alberto e non so quando me la manderà!![Albertooo, quando mi mandi le altre fotooo??]



Dopo gli interventi è già ora di andar via... la mia tristezza è estrema..
"Perchè solo due giorni?? Non potevamo organizzare un congresso di un MESE??" dico a Marco Morocutti, che però non sembra entusiasta dell'idea... Effettivamente la stanchezza di chi ha organizzato questi due giorni deve essere notevole..

Inizio a salutare tutte le persone che ho conosciuto , sperando di rivederle presto, magari a Torino in primavera (il conto alla rovescia ricomincia subito!!). L'ultimo saluto è per Paola, che in questi due giorni è stata sempre con me e che è ancora più fantastica di quanto pensassi, cioè è proprio fantastica all'ennesima potenza!! Non vedo Massimo in giro e mi dispiace non poterlo salutare.. Dovevo chiedergli di fare una foto con me anche quest'anno, così ne avrei avuta una per congresso, e mettendole una accanto all'altra veniva fuori la serie "piccola scettica cresce"!!

-Si riparte. Di nuovo in treno dalle 3 alle 11. Ma è diverso: all'andata c'era l'ansia, l'ignoto, la fantasia, ora la soddisfazione, la certezza di aver passato due giorni indimenticabili e la nostalgia delle persone appena salutate.
Butto giù tre pagine di geroglifici, ipotetico articolo per S&P. Se non lo ricopio entro stasera penso non riuscirò più a decifrarlo.. la mia scrittura in piedi sul binario 3 della stazione di Bologna mentre aspettavo il secondo treno non è proprio la mia scrittura migliore..
Mentre mezza Italia passa davanti al finestrino penso a tutte le persone con cui ho condiviso questi due giorni. Penso a loro perché non riesco a capacitarmi della loro esistenza. Persone disponibili, che ti danno tanto, tantissimo, senza chiedere nulla in cambio, persone simpatiche (tutte, ma proprio tutte), persone alla mano, persone diverse.. diverse dalla maggior parte delle altre persone. Sarà il CICAP a
renderle così speciali? Non lo so, però vi assicuro che trovarsi circondati da tutti loro fa uno strano effetto. Un bell'effetto. Ti fa sentire bene.


Se non avessi tutto questo sonno, crederei di aver sognato per due giorni.

 
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