madonna59

* C'E' POCO DA RIDERE *

Sono una persona ironica e dissacrante, ma, a proposito delle elezioni del presidente della Repubblica, io questa cosa delle schede con scritte su cazzate e la Boldrini costretta a leggere compunta: "Ezio Greggio", "Antonio Razzi" e "Sabrina Ferilli", la trovo di un deprimente siderale.

Il clima goliardico da gita scolastica in momenti così cruciali per la storia di questo paese che necessiterebbe, oggi, di serietà e rigore, non fa per niente ridere, anzi.

* OUI, JE SUIS ROMANTIQUE *

Come non amare il ticchettio sommesso della pioggia...quella luce giallognola che permea i muri e si insinua sotto la pelle...
Una doccia bollente per riscaldarsi, una coperta avvolgente e una tazza di cioccolata fumante tra le mani, con lo sguardo ipnotizzato dal lento cadere della pioggia...

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Madò, ma come mai divento così romantica quando piove??

* LA PAROLACCIA *

La parolaccia non è una cosa carina da dire, ammettiamolo e spesso viene indicata come un comportamento da tamarri ed affini, più che da signori per bene. Ma per come la vedo io, detta in determinati momenti (rissa in atto), aiuta ad esprimerti meglio ed evita, visto che ti sfoghi verbalmente, che tu possa comettere un omicidio. La parolaccia è terapeutica quando si litiga, è come una seduta dallo psicologo. Infatti, dopo che hai tirato fuori il veleno che hai dentro, se lo hai arricchito con qualche parola salatina anzichenò, ti sentirai moooolto meglio, direi quasi rilassata oltre che svuotata.

Faccio un esempio banale ma che rende l'idea: se ad un certo punto della tua vita ti arriva sul gozzo una persona, ma proprio la vedi come il fumo negli occhi e un giorno capita che ci litighi...
tra un: "Mioddio, quanto ti detestoooooo..." e un: "madò, ti prenderei a calci in cu@o a due a due fino a che non diventano dispari"....trova la differenza e poi vieni a dirmi qual è lo sfogo che ti farà sentire meglio.:-)

* COMMEMORAZIONI *

Non credo nelle commemorazioni.
Di solito per qualche giorno c'è cordoglio, poi solo oblìo. Per esempio oggi, che siamo tutti a parlare della "Giornata della memoria" e domani ce la siamo già dimenticata.
E sì che ci sarebbe tanto da ricordare, ma sempre!
Innanzitutto bisognerebbe cercare di ritrovare nella memoria il motivo delle guerre, le promesse di pace, le convenzioni sulle armi e quelle sulla demilitarizzazione.
E poi bisognerebbe ricordare cosa significa aver paura, cosa si prova a soffrire. Siamo così abituati alle stragi che quando ne abbiamo notizia non ci fanno più effetto. Al più ci "colpiscono" se coinvolgono un conterraneo, come se ciò rendesse la vittima un po' più importante rispetto alle altre.
Soprattutto bisognerebbe ricordare le stragi anonime per cui nessuno si esprime. Mi riferisco a tutte le persone che muoiono nel silenzio: per strada, sul lavoro, in posti troppo lontani per poter raggiungere il nostro civile senso di cordoglio. Perchè, non dimentichiamo, oggi si muore anche solo per esercitare il proprio diritto a vivere.
La giornata della memoria, per me, dovrebbe essere tutti i giorni e non solo il 27 gennaio.

* LIBERTA' DI ESSERE *

Proprio mentre il mondo commenta il look androgino della bambina (8 anni), chi con durezza, chi con ironia, chi con velate allusioni, qualcuno è andato a ripescare alcune parole dei genitori, pronunciate qualche anno fa. "Shiloh si sente un ragazzo, si fa chiamare John", "Abbiamo deciso di assecondarla tagliandole i capelli e vestendola da ragazzo, vuole somigliare ai suoi fratelli". E infine, le parole di Angelina: "Rispettiamo le sue scelte".

La libertà di poter essere quello che si è, semplicemente, è una grande lezione, quella di questa famiglia. Dimostra che le cose non bisogna solo dirle, in nome del "politically correct": bisogna anche farle.
Poi chissà, magari Shiloh fra qualche anno si scoprirà femmina e comincerà a vestirsi di conseguenza. O forse no, e sarà John per sempre.
Ma non è questo il punto: il punto è che nessuno l'ha condizionata o la condizionerà per farla diventare quello che non è. 
L'unico appunto che mi sento di fare? Trovo che i genitori stiano sbagliando non ad assecondarla, al contrario, ma a comunicare a tutto il mondo cose private riguardanti la sessualità della propria figlia.
La consapevolezza di ciò che si è, arriverà con il tempo, non di certo con un comunicato stampa.