C'erano poche cose da portare, tuttavia lo stretto necessario occupa sempre uno spazio superiore al disponibile. Il viaggio si doveva fare sul carro fino alla prossima stazione ferroviaria ancora funzionante, e non erano i soli e forse gli uomini ed i ragazzi avrebbero seguito a piedi. Le due piccole, sempre al seguito di mamma-chioccia, avevano raccolto le cose di loro competenza: in una borsa i pochi vestiti e soprattutto le bambole di pezza che mamma preparava loro con tutti quello che restava dei vari aggiustamenti alle divise dei militari della vicina caserma; bambole in blu e grigioverde. Antonio si era limitato a chiudere tutto alla meno peggio: a malincuore aveva dovuto constatare che di quello che restava, soltanto quel pezzetto di terra aveva ancora un valore, ma nessuno l'avrebbe portato via.
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grazie Lorenza, ho sempre bisogno anch'io di parlare e di sentire, ma sono costretto a correre incessantemente ...la classica coda presa sotto la porta. Per il Natale cambio di rotta: ci troveremo tutti da mio fratello, abbiamo deciso che ci distribuiremo in ordine casuale sparso tra cucina, soggiorno, ingresso e studio; qualcuno resterà in piedi forse, ma non importa... (una scelta forse bizzarra, ma vai a vedere cosa ho scritto come commento al senso del Natale nel blog IL VOLO di stefania_77_tt)
Compro sempre meno regali, preferisco fare cose con le mie mani: un dolce, la pasta o i ravioli di radicchio, il pane con le noci, oppure un disegno..., al massimo un libro o qualcosa acquistato al negozio Del Mondo (equo-solidale). Sto bene, zietta, anche se un pò triste, ma sto bene e sempre meglio ancora tutte le volte che abbiamo l'opportunità di fare queste "riunioni" in massa. Per gli auguri...non saprei: io sarei per la modalità continuativa..prima, dopo, durante, non ha importanza....Preferisco prima perchè cosi si possono ripetere più spesso...Tanti auguri a te, ed alla tua famiglia (non litigare più..mi raccomando).Un affettuoso abbraccio e tanti baci, a presto. |
(Rispondi)
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