MARLA'S PHILOSOPHY

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CITAZIONE DELLA SETTIMANA

"Albert Hubbard ha scritto: nessuno ha bisogno di una vacanza quanto uno che ci è appena stato"

 
 

 

LENTAMENTE. MA INESORABILMENTE

Post n°249 pubblicato il 09 Maggio 2009 da singer_marla

Bene. Abbiamo risolto il problema delle coperte.
Da due notti a questa parte dormo relativamente bene. E mi sento già un'altra.
Però, si sa, risolto un problema ne spuntano altri 200. Da ogni parte. E uno di questi "problemi" è il lavoro. Il mio lavoro. Che mi sta uccidendo.
Oggi il capo mi ha convocata in ufficio per "parlare". Sapevo che sarebbe successo. Lo fa periodicamente. E non è mai piacevole... immaginate una seduta dal dentista. O un episodio dei "I Soprano"... lì quando il boss ti convoca, non è mai un buon segno...
Ad ogni modo è andata abbastanza liscia. Vista l'aria che tira tutto intorno. Considerata la situazione contingente. Ma la mia opinione di base non è cambiata: questo lavoro mi sta uccidendo. Lentamente. Ma inesorabilmente.
Il mio è proprio il tipo di lavoro che non avrei mai voluto fare nella vita. Seduta davanti a un computer. Ferma. Al chiuso. Moribonda.
No, non ce la faccio.
Io ho bisogno di aria aperta e libertà. Mi serve passeggiare e annusare. Devo poter guardare il cielo. Sentire la pioggia. Toccare la terra. Ho bisogno di concretezza. Di manualità. Di realtà.
Lo so che vi suona bizzarro e insensato, ma è l'unico modo che conosco per non soccombere. Per non morire. Lentamente. Ma inesorabilmente.

 
 
 

IL GIUSTO EQUILIBRIO DI COPERTURA

Post n°248 pubblicato il 06 Maggio 2009 da singer_marla

Sono stanca. Mi sento a pezzi.
Che sia colpa della primavera? Oppure dei piumini di pioppo che hanno letteralmente invaso Milano??
Sia come sia, ho un mal di testa epocale e vorrei entrare in letargo per almeno un paio di settimane. Il guaio è che la notte non riesco a riposare come si deve. Non riesco a trovare il giusto equilibrio di copertura...
Mi spiego.
Da qualche giorno ho tolto il piumone e l'ho sostituito con due coperte. Ma due coperte sono ancora troppe... però una sola è troppo poca. Quindi finisce che passo la notte a coprirmi e scoprirmi a seconda della temperaura corporale che raggiungo. Un delirio.
Stamattina mi sono alzata per la disperazione.
Poi ho cercato di compensare mettendomi addosso un bel rosso sgargiante e i miei orecchini a forma di ciliegia. Ma niente. Ho ancora sonno e mi sento ancora a pezzi.
Ci sarà modo di uscire da questo circolo vizioso? Non posso nemmeno buttarmi sul cibo... che con questo caldo mi è pure passata la fame. Nè posso buttarmi sullo shopping... che sono in bolletta sparatissima. Ogni volta che apro i miei estratti conto, sento l'eco.
Sono a corto di idee... e anche a corto di neuroni riposati a dovere. E soprattutto, mi guardo intorno e vedo solo acqua. La terraferma è un miraggio. Qualcuno mi mandi una scialuppa di salvataggio, un salvagente, un cane-bagnino, Robinson Crusoe, un gommone, un armatore greco... o almeno un cuscino comodo e un paio di panini con la mortadella.
S.O.S.

 
 
 

MORTE A VENEZIA?

Post n°247 pubblicato il 27 Aprile 2009 da singer_marla

No, non sono ipocondriaca.
Non lo sono mai stata. Anzi, sono una di quelle persone che resta a casa, solo quando non riesce fisicamente ad alzarsi dal letto. Altrimenti mi prendo un paio di pastiglie e vado dove devo andare. Non mi piace l'idea di piegarmi alla malattia... se ho qualche linea di febbre, fondamentalmente me ne frego.
Non mi sono mai fermata per colpa di un malessere di stagione. Mi sono fatta gite scolastiche, serate in discoteca, esami universitari e serate pizza&cinema, nonostante la febbre. Nonostante tutto.

Però. Devo dirvelo con sincerità. La parola "epidemia" mi ha sempre fatto un brutto effetto. Figuriamoci il suo peggiorativo: "pandemia"! All'epoca della mucca pazza e dell'aviaria non mi sono agitata più di tanto. Mi ero informata sulle modalità di contagio e mi sentivo tranquilla. Al contrario, quando è scoppiato il caso SARS mi è venuta addosso una paura del diavolo. Soprattutto perchè i paesi direttamente interessati avevano tenuto la cosa sotto silenzio, lasciando che persone e cose viaggiassero per MESI senza dire nulla. Quando al telegiornale sentivo fare la conta dei decessi o vedevo i medici prendere la temperatura ai viaggaitori negli aeroporti... bè... non sono stati bei momenti per me.
Dunque capirete che in questi ultimi giorni sono un tantino in ansia. Per colpa dell'influenza suina. Più di 100 morti in Messico. Casi accertati negli Stati Uniti. Notizia di oggi: un contagiato in Spagna e forse un caso italiano?!
Ecco. Io ci sto provando a non innervosirmi nel vedere la gente che cammina per strada con le mascherine. Le autorità messicane che sospendono le cerimonie religiose, cancellano le manifestazioni pubbliche e chiudono le scuole. Davvero, sto cercando in tutti i modi di non lasciare che la parola "epidemia" mi evochi immagini apocalittiche. Perchè quando la sento, io penso sempre al passato e mai al presente. Penso alla peste. Al colera. Penso a "Morte a Venezia". Non sono bei pensieri...

 
 
 

PAUSA CAFFE'

Post n°246 pubblicato il 20 Aprile 2009 da singer_marla

Detesto il lunedì.
Figuriamoci quando piove e i capelli mi si arricciano. Figuriamoci quando trovo un affarone in un negozio, ma sono in ritardo fottuto per l'ufficio e non posso provarlo nè comprarlo. Figuriamoci quando mia madre si dimentica di me. Figuriamoci quando sono stata costretta a rimettermi le calze, viste le temperature polari. Figuriamoci quando apro l'armadio e non trovo niente che mi piace...

E pensare che questa doveva essere una buona settimana, con il capo in trasferta romana e il cazzeggio libero. Ma qui tutti si allontanano dell'ufficio a fare i cazzi propri e io devo restare a presidiare la fortezza. Bella fregatura. E facebook non mi dà più le soddisfazioni di una volta. E ho scoperto di non poter mettere più di 50 articoli nella dream box di yoox. E dovrei scrivere dei pezzi da settimane per il giornalino del paesello, ma sono pigra e annoiata. E non sto leggendo tutto quello che dovrei.

Decisamente detesto il lunedì. Specie se brutto come questo. Mi serve una pausa caffè... una lunga pausa caffè, che duri almeno fino a metà maggio!

 
 
 

UN DISCO ROTTO

Post n°245 pubblicato il 12 Aprile 2009 da singer_marla
 

...domani mattina mi rimetto in viaggio verso milano.
Sono stati tre giorni soltanto e sono stati anche dannatamente brevi. Un soffio. Un battito di ciglia.
Me ne ritorno a casa. Domani una breve decompressione e poi... non posso pensarci. Il lavoro, la città, la vita di tutti i giorni.
Io la odio la vita di tutti i giorni.
Vorrei tanto che ogni mio giorno fosse un po' speciale e invece... i giorni si ripetono a perdita d'occhio. Identici. Immutabili. Come un disco rotto.
Mi serve un cambiamento. Oppure un oggetto del desiderio. O magari un obiettivo. Uno qualunque.
Me ne vado a dormire. Per non pensarci troppo. E anche per sfuggire a quella maledetta chat di facebook che mi dimentico sempre di chiudere... azz!

 
 
 

UN'ESPERIENZA DI QUASI-MORTE

Post n°244 pubblicato il 09 Aprile 2009 da singer_marla

Ieri sera credevo di morire.
Davvero. Mai stata così male in vita mia.
Vi spiego.
Da anni ormai convivo, in uno stato di perpetua belligeranza, con l'emicrania. Io la abbatto a colpi di ibuprofene e lei si vendica massacrandomi i neuroni. Ormai ci ho fatto il callo. Niente di nuovo.
Ieri sera però il dolore ha raggiunto vette inattese. Credevo seriamente di schiattare. Faticavo a stare in piedi, mi veniva da vomitare ogni volta che respiravo e non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Ho perso la cognizione spazio-temporale. Mi sentivo sospesa. Un mix di sensazioni davvero indescrivibile. Al solito, mi sono pesantemente impasticcata. Ma niente. Non sortivo alcun effetto chimico. Così mi sono trascinata sui gomiti fino al letto e lì mi sono spiaggiata. Non chiedetemi cos'è successo dopo, perchè non lo so. Ho visto mostri e alieni, ho sentito urla e scricchiolii... ho perso ogni coscienza di me stessa per circa due ore. Due ore perdute nell'incubo di un dolore che invece di affievolirsi aumentava d'intensità.
Mah. So solo che a un certo punto ho riaperto gli occhi. Il dolore era quasi svanito e io non ero morta. Surreale davvero.

Comunque ora sono su un treno diretta sui monti. L'emicrania è quasi del tutto sotto controllo e io mi sento quasi bene.
Quasi.

 
 
 

UN PROBLEMA DI PANTALONI

Post n°243 pubblicato il 08 Aprile 2009 da singer_marla

Mattinata così così.
Il mal di testa imperversa nelle mie pareti craniche e la fottuta primavera mi rende fotosensibile più che mai.
Dunque, il rimedio perfetto sarebbe una lunga vacanza. Ma poichè me ne spetta una di sole 72 ore...allora ho dovuto inventarmi qualcos'altro. Tipo delle cose da comprare.
Quindi. Nei giorni scorsi mi sono sbizzarrita. Ho comprato di tutto: libri, dvd, guanti, magliette...
Oggi volevo comprare un paio di pantaloni. La sentivo proprio come un'urgenza fisica. Per placare l'emicrania a suon di strisciate di carta di credito! Sono andata in tre negozi diversi, ho provato decine di pantaloni. Niente.
...io ho un problema con i pantaloni. Non mi vanno mai bene. Oppure non mi piacciono. Oppure non mi convincono. Oppure non mi entrano. Oppure mi entrano ma mi stanno male. Oppure mi stanno bene, ma costano troppo.
Insomma, niente pantaloni. In compenso, ho un mal di testa da urlo.
Mierda.

 
 
 

TRE GIORNI D'INFERNO

Post n°242 pubblicato il 05 Aprile 2009 da singer_marla
 

Ho comprato il biglietto del treno.
Giovedì sera me ne vado sui monti. La qual cosa dovrebbe essermi di conforto. E invece no. Nessun conforto.
Il fatto è che saranno solo tre giorni. TRE GIORNI. Per me tre giorni sono peggio che morire. Tre giorni sono un supplizio. Tre giorni sono una tortura lunga 72 ore. Minuto più, minuto meno.
Il fatto è che la mia montagna mi serve. Mi serve come l'aria. E sono in apnea da Natale. Non ce la faccio più, mi sento soffocare. Ho bisogno di passeggiare all'aria aperta. Ho bisogno di riempire gli occhi di colori e profumi. Ho bisogno di rilassarmi. Ho bisogno di pace.
...e invece mi toccano solo tre giorni. Metà dei quali li passerò a farmi scartavetrare i coglioni da parenti in visita. Che rabbia! Tre giorni sono una tale inezia, che mi viene quasi voglia di non partire affatto...

Mio nonno lo faceva. Preferiva non partire. Preferiva restare. Dopo la guerra aveva dovuto lasciare il suo adorato paese sui monti, per cercare fortuna all'ovest. Lui e mia nonna si erano trasferiti a Broni, nel pavese. Durante l'estate, mia nonna partiva con i due figli e tornavano per un paio di settimane al paesello. Mio nonno no. Lui restava. Diceva che due settimane erano una tortura. Perchè sapeva che poi sarebbe dovuto tornare qui e lasciare il suo amatissimo paese. Diceva che preferiva non vederlo affatto, piuttosto che doverlo lasciare di nuovo dopo sole due settimane. Si è rifiutato di andarci per anni. Decenni.
...come lo capisco.
Mi aspettano tre giorni d'inferno. Già lo so.

 
 
 

LA VITA E' UN PACCO

Post n°241 pubblicato il 01 Aprile 2009 da singer_marla

Abbiate pazienza. Ma dopo tre giorni trascorsi in una fiera il cui argomento principale erano i pacchi... la battuta sorge più che spontanea.
Ma devo essere onesta. Quei tre giorni sono stati stancanti e devastanti. Però allo stesso tempo mi hanno permesso di stare fuori dall'ufficio. Lontana dal computer. Ho visto gente nuova. Ho cambiato panorama. Non è stato male...
Ieri tornare alla vita d'ufficio consueta è stata durissima. Rinchiusa. A fare un lavoro che odio. Circondata da alcuni personaggi che onestamente non sopporto. Persone alle quali, fuori di lì, non mi sognerei di rivolgere neppure mezza parola.
E oggi è stato anche peggio.
Mi sento intrappolata. Non vado da nessuna parte. Non produco nulla di buono. Non vedo alcuna luce in fondo al tunnel. Anzi, credo che non ci sia nemmeno. Il tunnel.
La vita è una fregatura. Il più delle volte. Non va mai come ti aspettavi. E succede che prima ti (s)travolge e poi ti lascia boccheggiante. Senza fiato e senza parole. E non fa neanche ridere, il più delle volte.

 
 
 

MEGLIO TACERE

Post n°240 pubblicato il 18 Marzo 2009 da singer_marla

Non scrivo da un'eternità.
Il fatto è che sono prosciugata. Prosciugata da ogni possibile parola. Non riesco a pensare a nulla di sensato da dire, se non una lunga sfilza di parolacce.
Ma più di ogni altra cosa, sono stanca. Mi serve una vacanza (un'altra! visto che ne ho appena fatta una...), o in alternativa una notte INTERA di sonno TRANQUILLO. Senza incubi assurdi, popolati di supereroi in calzamaglia o persone che mi parlano in una lingua sconosciuta.
Boh, mi sento strana in questi giorni. Strana nel senso di "irrequieta". Non so, magari mi basterebbe qualche giorno sui monti. Chi lo sa. Ma non se ne parla per un altro mese! UN MESE! Mi viene da piangere se ci penso.
E la prossima settimana sarà un incubo lavorativo ad occhi aperti... vi dico solo: FIERA DI RHO... coloro che frequentano la lombardia e dintorni sanno di cosa parlo. Sono pervasa da istinti suicidi alternati da istinti omicidi... oggi ho sentito pronuniciare dalla mia collega la parola "volantinaggio"... sono quasi svenuta! Lasciamo stare.
Visto? Non mi viene niente da dire. Niente di bello. Meglio tacere, in questi casi. Decisamente.

 
 
 
 
 

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Un blog di: singer_marla
Data di creazione: 20/08/2006
 

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LA FILOSOFIA DI MARLA

Fu così che conobbi MARLA SINGER. La sua filosofia di vita era che poteva morire da un momento all'altro. La tragedia, diceva, era che non succedeva
 

THIS IS MY LIFE...

 

DIALOGO DELLA SETTIMANA

-"Da quant'è che non ti prendi una vacanza?"
-"Non lo so, c'era ancora Clinton...
"

 

FILM DELLA SETTIMANA

 

 

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