middlemarch

Nella vita le zampe non sono mai abbastanza

L'ho ricevuto oggi. In genere sono il tipo di persona che non si pente di niente, perché ciò confliggerebbe con la mia natura di oltranzista esistenziale. Ma questo è uno di quei rari casi in cui mi dispiace davvero non avere avuto figli. Sarebbe stato bello riempirsi la casa di storie così. Non c'è surrealismo altrettanto potente di quello che riesce a produrre, in modo del tutto naturale, la mente creatrice di un bambino.

da 'Le Figaro' 6 Maggio 1952: Compito di un bimbo di 9 anni

Tema: Il gatto.

Il gatto è un animale che ha due zampe davanti, due zampe dietro, due zampe sul lato sinistro e due zampe sul lato destro.  Le zampe davanti gli servono per correre.  Le zampe dietro gli servono per frenare.  Il gatto ha una coda che segue il suo corpo.  Essa finisce improvvisamente.  Egli ha i peli sotto il naso, rigidi come fili di ferro.  E' per questo che egli appartiene all'ordine dei filini.  Ogni tanto il gatto desidera avere dei piccoli.  Allora li fa: è da questo momento che diventa una gatta.

Christian girls just want to have fun

Ora, voi ne converrete, questa Prammatica Sanzione delle Citrullagine non si può commentare. O meglio, si potrebbe, ma andrebbe fatto con perizia e metodo, riga per riga, con un rigore filologico che non mi sento di dedicargli, perché è una tale raccolta di grullerie che non reggo nemmeno ad applicargli lo sconto di pena che è d’uso concedere a quelli che hanno una così giovane età. Francamente ho avuto 18 anni anch’io, ed ero tutt’altro che un’aquila della grandi pianure. Ma un simile concentrato di nequizia va oltre ogni concepibile credito di misericordia.

Attiro la vostra attenzione solo su un dettaglio, la chiosa finale, perché mi ha causato tristi riflessioni leopardiane. Là dove dice: la politica mi affa­scina e m’incuriosisce, ma non vuol dire che tra vent’an­ni sarò un ministro.

Che non significa mica che non ritiene probabile diventare ministro, macché. Vuol dire solo che pensa di farcela nel prossimo quinquennio.

Nella foto: quella che la verginità per me è un valore importante. Nel gioco di luci e ombre tra le chiappe si può distinguere l'immagine di Padre Pio.

Bakunin on my mind

Ho sempre pensato che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, non foss’altro perché l’obbligo da parte dei figli di pagare per le colpe dei padri è sancito nell’antico testamento. Un opuscolo interessante e che sarebbe bene conoscere un po’ meglio di quanto di norma non accada in queste cattolicissime lande – perché aiuterebbe parecchio a prenderne le distanze - ma questo non vuol dire che sia d’accordo con quello che c’è scritto e neppure che mi sembri un buon motivo per continuare ad allinearsi ai suoi discutibili precetti. Non me ne voglia Legrottaglie, che dio solo sa quanto mi affliggerebbe dargli un dispiacere.

Per cui, insomma, è in nome del più elementare rispetto del diritto dei figli a non farsi insozzare dalle minchiate paterne che trovai giusto a suo tempo non avere niente da opporre al rientro dei Savoia in Italia, ché se la congenita incapacità di intendere o di volere fosse un buon motivo per negare i diritti elementari di chicchessia, cosa ne sarebbe davvero di questa penisola? Dovremmo convertirla in una Guantanamo lunga 1500 chilometri, il che comporterebbe problemi logistici di complessa interoperabilità.

Certo è che quando lo vedo parlare in conferenza stampa, l’Emanuele Filiberto, e rifletto sul fatto che in questo paese un precedente prestigioso come l’aver vinto l’edizione annuale di Ballando con le Stelle è condizione sufficiente non solo a garantirsi uno posto al parlamento europeo, ma se è per quello anche  incarichi di ben altro prestigio politico e responsabilità – raccattare un dicastero del turismo, se sai giocarti bene le tue carte, può costare anche molto meno di così - mi viene l’istinto di inclinare verso certe derive ideologiche estremiste che non vi dico neanche.

Non solo lo candidano. Lo fanno anche capolista. Insieme a Magdi Cristiano Allam.

Ora sarà anche vero che come popolo non siamo granché, e non faccio che ripeterlo. Ma davvero ci siamo meritati tutto questo?

Vi costava tanto comporre almeno un sonetto?

Pensare che se ieri per pura coincidenza avessi guardato il tiggìuno invece del tiggìcinque, me lo sarei persa di sicuro. Perché è uno di quei pochissimi servizi che sulle reti rai non avrei potuto trovare. Non ancora, almeno. L'avete visto? Ditemi che anche voi non ve lo siete perso, perché è qualcosa che dà il segno e la misura di un'epoca, del senso corrente della dignità, del rinnovato senso del limite e del defunto senso del ridicolo.

Sembrava una puntata di Scherzi a parte, e in qualche modo lo era. Si vedevano Fedele e Piersilvio percorrere un fumoso corridoio e poi aprire una porta su una stanza buia. D'improvviso si accende la luce e la stanza s'illumina su 200 ipermanager mediaset col calice levato! Perché Piersilvio compie 40 anni e gli facciamo una festa a sopresa! Sticazzi, ci verrebbe da dire, vero? E l'abbiamo detto, infatti. Ma non ci hanno sentito. O non gli importava, che fa lo stesso. Piersilvio ha avuto un modesto contraccolpo, non so se perché è bravo a controllare le sue reazioni emotive o perché è completamente privo di vita interiore. Ha sorriso con modestia virginale e poi ha detto: vi voglio bene. E stop. Telecamere oscurate. Si torna in studio.

Non so, a me vengono in mente tanti di quei paralleli dinastici con delfini di troni ed eredi di corone assetate di potere, che mi risparmio di elencarli tutti perché altrimenti davvero non la finiamo più, e anche perché francamente il giochetto di unire i punti tra certi avvenimenti del passato e altri del presente allo scopo di fare chiarezza e vedere se si riesce a distinguere la figura sottesa, alla lunga stanca. Però certo che è difficile evitare di pensare che una cosa simile al tiggì fa tanto Kim-il-Sung, vero? O al limite qualche altro episodio storico edificante, tipo Caligola che nomina il suo cavallo membro del senato.

Poi però a pensarci bene mi sono detta: perché fargli questo onore? Si merita davvero citazioni di questo tipo? Tanto più che una pantomima simile ha evidentemente il solo scopo di bilanciare le derive familiari del padre - come dire: può essere davvero cattivo un uomo capace di concepire un figlio a tal punto in grado di farsi amare dai suoi manager? 

E allora ho deciso che, sebbene l'episodio che sto per linkare differisca nei contenuti dalla festa in questione, può andare benissimo lo stesso perché ne condivide a livello profondo il medesimo spirito aziendale. Quindi la citazione più colta che mi sento di fare a chiosa del servizio sul compleanno di Piersilvio è questa. Ed è l'unico tipo di Zeitgeist che la Mediaset, e probabilmente questo paese, si merita davvero.

Per una volta che papi vi rende orgogliosi di lui

L'Avvenire dice che un uomo di governo va giudicato per ciò che realizza, per i suoi programmi e la qualità delle leggi che contribuisce a creare. Ma la stoffa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono indifferenti. Non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presidente che con sobrietà sappia essere specchio, il meno deforme, dell'anima del Paese.

Ecco, appunto. E' proprio quello che avete. Un presidente che sa essere esattamente specchio dell'anima del paese.

Di che si lamentano questi? Più specchio di così si muore.