Un blog creato da molinaro il 04/06/2007

Carlo Molinaro

Pensieri sparsi, poesie e qualsiasi cosa

 
 
 
 
 
 

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« I barbariLa rivoluzione amorosa »

Tre poesie oggi sul treno

Post n°311 pubblicato il 20 Aprile 2008 da molinaro
Foto di molinaro

Oggi sul treno da Torino a Vercelli ho scritto tre poesie. La prima sul treno fermo a Porta Nuova. La seconda fra Porta Nuova e Porta Susa. La terza, quella più lunga, fra Porta Susa e Vercelli, dedicata alla tipa che mi si è seduta davanti. A Vercelli da mia madre ho mangiato polenta e coniglio. Il coniglio insomma, la carne non mi va tanto, ma la polenta era davvero splendida.


LA PARABOLA TERRENA

Un piccione che a giudicare dal piumaggio
e dalla compattezza del collo e delle spalle
era ancor giovane giace sull’asfalto
all’angolo fra corso Dante e via Giuria
con l’intestino di fuori, però ben raccolto,
non sparpagliato. L’hanno fatto secco
credo da pochissimo. Fra due o tre ore
sarà una sagoma piatta. Ma già adesso
a lui non gliene frega più una mazza:
la sua parabola terrena si è compiuta.


BILANCIO SMS ALLE 18.50 DEL 20 APRILE 2008

Messaggi inviati: 5697.
Messaggi ricevuti: 6256.

S’intende da quando ho questo telefono:
non ho mai azzerato il contatore.

Nota 1: spendo troppo in SMS.
Nota 2: non è del tutto vero
che sono quel rompiballe che dicono
che scrivo tanto alle ragazze
che raramente mi rispondono.
C’è un buon equilibrio: anzi, benché di poco,
i ricevuti sono più degli inviati.

Ma non è il caso di farci arzigogoli.
Il bilancio dell’amore è un’altra cosa.
Anzi: l’amore non ha nessun bilancio.


LA PASSEGGERA DORMIENTE

(Il Regionale duemilaventitré.)
(Questa volta l’ho preso a Porta Nuova.)

A Porta Susa sale un sacco di gente.

Ci sono diversi posti liberi nel vagone
ma c’è gente abbastanza per occuparli tutti
e forse gli ultimi resteranno in piedi
(beati gli ultimi). È libero il posto
davanti a me. Osservo, seleziono,
decido chi vorrei che si sedesse.

C’è una nera ricciolina proprio bella.
Ma no, s’è messa là dall’altra parte,
più avanti. Ne vedrò solo i capelli.
Passa un ciccione col viso bovino.
Tu no, dai, passa oltre, tu no qui
gli dico col pensiero. E lui va oltre.

Ecco, si è seduta una ragazza che insomma
è abbastanza carina. Non mi è andata male.
È alta. Capelli corti castano chiaro.
Carnagione né chiara né scura.
Indossa un impermeabile rosso carminio
con doppia fila di bottoni rotondi
di metallo. Sembrerebbe acciaio. Però sottile.
Ha una grossa borsa nera fatta a cornetto
e anche i pantaloni sono neri.

Ha belle labbra. Niente rossetto. Gli occhi
ora li ha chiusi, perché dorme. Non ho visto
di che colore sono. Se li apre
annoterò. Ha una maglietta verde marcio
e le scarpe da ginnastica nere
con le stringhe blu scuro. Ha una collana
di cosi quadrati tipo l’ambra ma più sul granata
e meno trasparenti. Eh? Cosa? Come dite?
Ma no, sciocchini, come faccio a sapere
di che colore ha le mutande! Magari non le ha.

Il naso è regolare, il viso è
rotondo ma non rotondissimo. Va bene.
Ha un po’ di macchie al centro della fronte
come un residuo d’acne o qualche sfogo.

Ho letto sul giornale che un uomo
è stato condannato per molestie sessuali
per aver guardato con troppa insistenza
una sconosciuta sul treno. Però l’avvocato
ha già annunciato il ricorso in appello.

Chissà se questa poesia è una molestia.
Eh no, mica volevo farci sesso.
Probabilmente non la vedrò mai più.

Quasi sicuramente.

Guarda che se non ti svegli prima di Vercelli
non scriverò di che colore hai gli occhi.
Guarda che fra poco devo scendere
.

Niente. Non sapremo il colore dei suoi occhi.
Speriamo non dovesse scendere a Vercelli
o prima, poverina. Mica potevo svegliarla.
Quella sì sarebbe stata una molestia.

Poi magari il ciccione col viso bovino,
quello che ho cacciato via con il pensiero,
è la persona migliore del mondo.
Ma noi siamo crudeli e vogliamo
avere davanti qualcosa di bello
mentre il treno procede nella sera.


[L'immagine è presa da qui.]

 
 
 
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