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Carlo Molinaro

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Intrichi d'amore, come titolava il Tasso

Post n°586 pubblicato il 20 Aprile 2009 da molinaro
Foto di molinaro

Nelle nostre case e nelle nostre festicciole fra amici il sabato pomeriggio, alla fine degli anni Sessanta, circolavano due canzoni che, pensandoci, affermano due cose decisamente opposte, o almeno così pare. Gianni Morandi cantava «tu o nessuna mai più», Patrick Samson cantava «tu o un'altra è lo stesso», e noi si ballava e si sognava e ci s'innamorava e si tentava di baccagliare mentre sul piatto del giradischi girava il 45 giri dell'una o dell'altra canzone indifferentemente. Personalmente, avevo entrambi quei dischi, mi ricordo persino le copertine, chissà dove sono finiti.
Riflettendoci oggi, direi che quelle due canzoni esprimono due «opposti estremismi» (espressione che sarebbe venuta di moda di lì a poco, con gli anni di piombo, per accomunare, da parte dei «moderati», fascisti e comunisti), due visioni semplificate e schematiche e parziali della questione d'amore. Nessuna delle due frasi è mai completamente vera, anche se entrambe contengono della verità. E nessuna delle due frasi è mai completamente falsa. Forse per questo, da ragazzini, ascoltavamo l'una e l'altra con lo stesso spirito, senza porci grandi problemi di critica testuale.
E da grandi? E da adulti? La cosa cambia? Cambia molto, cambia poco? La problematica direi che rimane. Ho scritto questa specie di poesia e ci ho messo un titolo già usato da Torquato Tasso, spero non gli dispiaccia.


INTRICHI D'AMORE, COME TITOLAVA IL TASSO

Rocky e Fritz ci provavano ogni sabato
con una diversa e gira gira la trovavano
quella che ci stava. Io mi struggevo
per Chiara e pensavo quasi solo
a lei, però se Lina o Roberta o Ines
ci fossero state, pur continuando
a struggermi per Chiara avrei fatto l'amore
con Lina o Roberta o Ines
e mi sarei strutto d'uno struggimento
diverso, meno cupo, forse, credo.
Non lo so. Avevamo sedici anni,
era tutto un casino. Rocky e Fritz
poi hanno preso la fidanzata giusta
e hanno smesso di baccagliare puttanelle,
mentre io mi sentivo innamorato
di tutte le puttanelle di Rocky e Fritz
oltre che di Chiara e Lina e Roberta e Ines
(beh, Ines e Roberta erano nel gruppo
delle puttanelle di Rocky e Fritz, peraltro, c'erano
sovrapposizioni, è naturale).
Ma era un discorso un po' teorico
perché con me mai nessuna ci stava.

Poi è passato del tempo, ho avuto
amori ricambiati, belle storie,
ma ancora oggi non so, non so dire
cos'è l'amore, non so dire chi
abbia amato chi davvero, non so come
funziona, se debba escludere e separare
(Amore come un dio sterminatore)
o congiungere tutto (Amore come
un dio madre, un dio terra, accogliente)
o qualcosa così. Io mi sento fedele
a tutti i miei amori ma parrebbe
una contraddizione, ad alcuni parrebbe
una contraddizione, non lo so,
o forse è una consapevolezza di troppo:
non è vero che tu o un'altra è lo stesso,
non è vero che tu o nessun'altra mai più,
è vero che ti amo, non ti basta?

Forse no, non ti basta. Ho pensieri d'amore
per tutte le puttanelle di Rocky e Fritz,
per ogni sguardo che sia riuscito ad accendere
un desiderio - cioè la vita - e a maggior
ragione per tutte quelle con cui l'ho fatto
l'amore e poi certo per quelle
con cui vorrei, e forse ancora qualche altra
che compare così, ho pensieri d'amore
e in tutto questo affollamento
tu ti senti una qualsiasi
e se ti dico che ti amo fai fatica
a crederci. Eppure è vero che ti amo.

Forse, crescendo, dopo i sedici anni,
sulla tastiera d'amore d'altri uomini
spunta un tasto CANC
o almeno un taglia/incolla in cartelline
archiviate, mentre a me rimane tutto
sul DESKTOP. O forse quel tasto
ce l'hanno dalla nascita, non è
questione d'età. O chi lo sa,
sono tutte metafore approssimative.

(Fare ancora questi discorsi sull'amore
alla mia età! Che ridicolo! Eppure
a volte mi sembra che abbiano una ricaduta
su tutto, sull'organizzazione del mondo,
una ricaduta decisiva
sul corso della storia.)

Tu o un'altra è lo stesso, tu o nessuna mai più,
io o un altro è lo stesso, io o nessuno mai più,
sono chiacchiere, è come misurare
l'amore in cani o fuchi o Umberti Echi
- se mi è concesso citare un amico
poeta1 - mentre l'unica vaga misura
è il bum bum bum del cuore
quando, per esempio a Porta Susa,
tu mi cammini verso.

E adesso devo andare dal dentista,
ritirare la bicicletta dal ciclista,
trovare una medicina per mia mamma
e un regalino per il compleanno di mia sorella
e finire un capitolo di lavoro
per domani mattina
- e sto a fare poesie.


1 Guido Catalano, Bum bum bum.

 

 

 

 

 
 
 
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