Carlo Molinaro

Era un buon medico ma tendeva a esagerare. Se un paziente andava da lui e gli diceva «soffro di stitichezza» lui gli prescriveva «devi bere molta acqua» e allora il paziente gli domandava «quanta?» e lui rispondeva «circa un miliardo elevato a un miliardo di miliardi di chilometri cubi ogni miliardesimo di secondo». Il paziente annuiva e andava a casa e tornava dopo due giorni e spiegava «sono riuscito a bere solo quattro litri di acqua ogni giorno» e il medico replicava «va benissimo, infatti avevo detto "circa" un miliardo elevato a un miliardo di miliardi di chilometri cubi ogni miliardesimo di secondo, quindi quattro litri al giorno va bene» e poi premurosamente aggiungeva «e hai cagato?» «sì!» «allora sei guarito!» «sono contento, dottore, quanto le devo?» «un miliardo elevato a un miliardo di miliardi di euri» «ho venti euri, va bene?» «certo che va bene, infatti avevo detto "circa" un miliardo elevato a un miliardo di miliardi di euri, quindi venti euri va benissimo». Era un buon medico, anche se tendeva a esagerare, ed era amato e stimato e non costava neanche caro.

Era un soprano di mediocri risultati ed era una donna di media corporatura. Nell'ambiente la chiamavano "bistecca", perché ogni sera steccava almeno due volte. Le accadeva però, benché molto di rado, di steccare una volta sola. Il pubblico la fischiava comunque, perché aveva una brutta voce e non era neppure una bella ragazza e aveva preso, in ogni caso, quella stecca. Lei tuttavia, nelle serate con una sola stecca, era felice e soddisfatta e pensava in cuor suo «non sono bistecca» e mentre tutti dormivano usciva nella notte in campagna e cantava melodiosamente, ma senza accorgersi, e in campagna di notte non c'era nessuno e dunque nessuno mai la sentì, e lei non sapeva, e perciò probabilmente questo è solo un sogno.

Era il miglior seminatore di rapanelli di tutta la contea. Al tempo della semina del rapanello, tutte le contadine lo chiamavano e se lo contendevano. Negli orti seminati da lui, i rapanelli crescevano più forti, più grossi e più saporiti, e non prendevano mai le malattie. Per tutto il tempo della semina, le contadine gli offrivano cibo e vino e anche pantaloni di fustagno, giubbe di feltro e cappelli di paglia. Lui era molto fiero e sedeva al tavolo e beveva e mangiava e annuiva. Un giorno si innamorò di una giovane contadina rubiconda, sagace e tornita, di nome Enrichetta Velazquez. La guardò con gli occhi spalancati, ma lei scosse il capo. Allora le sorrise, ma lei scosse il capo. Allora le disse: «Hai visto che rapanelli?» ed Enrichetta Velazquez rispose: «Sì, ma che c'entra?» e il seminatore di rapanelli corse via a perdifiato, per pianure, per colline, per monti e per valli, e di lui nessuno mai più seppe nulla.