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Hiroshima e Nagasaki

Post n°214 pubblicato il 07 Agosto 2014 da orkelio

6 e 9 agosto 1945: quando Hiroshima e Nagasaki furono polverizzate

In tre giorni gli Stati Uniti fecero piovere sul Giappone Little Boy e Fat Man, le due bombe atomiche. Provocando migliaia di morti e ponendo fine alla seconda guerra mondiale.

Erano le 8.16 del 6 agosto 1945: Adolf Hitler era già morto nel suo bunker di Berlino, le forze tedesche si erano arrese agli alleati e l'Italia aveva già da tempo dichiarato guerra alla Germania passando dalla parte degli Alleati. Solo il Giappone, tra le potenze principali delle forze dell'Asse, continuava a combattere. Costringendo gli Stati Uniti a rimanere invischiati in una seconda guerra mondiale che ormai non aveva più niente da dire. E fornendo in questo modo il pretesto perfetto per utilizzare bellicamente i risultati del progetto Manhattan, che aveva impegnato i più grandi fisici del mondo.

Dopo anni e anni di guerra, deve essere sembrato un prodigio della tecnica aver chiuso il conflitto in 43 secondi, costringengo alla più umiliante delle rese gli orgogliosissimi giapponesi. Eppure le cose sono andate proprio così: quel mattino del 6 agosto l'Enola Gay (nome dato in onore della madre del primo piolta, Paul Warfield Tibbets) volava sopra il cielo di Hiroshima, tutti e 12 i piloti erano ben consapevoli di quello che era il loro compito. La bomba era stata infatti testata poche settimane prima, il 16 luglio 1945 nel deserto del Nuovo Messico; mentre il Giappone era già stato bombardato, ma utilizzando armi convenzionali.

Tre membri dell'equipaggio dell'Enola Gay
Tre membri dell'equipaggio dell'Enola Gay

Quel giorno, invece, si decise di porre fine alla guerra una volta per tutte, puntando anche sul pesantissimo contraccolpo psicologico che avrebbe avuto sui nemici nipponici. Nessuno sapeva quale città sarebbe stata colpita, nemmeno i 12 piloti dell'Enola Gay che avevano montato Little Boy (la bomba con una carica esplosiva da 16 milioni di chilogrammi di tritolo e sei anelli di Uranio-235 radioattivo) direttamente a bordo, per evitare che una sua possibile esplosione polverizzasse la base aeronavale dell'isola di Tinian, nel Pacifico. Nessuno lo sapeva, perché gli obiettivi possibili erano quattro: Hiroshima, Nagasaki, Kokura, Niigata.

Dopo un volo al buio di 13 ore, fatto sul pelo dell'oceano per non essere avvistati prima di salire alla quota all'attacco, fu Hiroshima che si mostrò sotto lo sguardo dei piloti quando le nuvole si aprirono. Il pilota Tibbets tradusse il codice "Y-3, Q-3, B-2, C-1" ricevuto dal comando agli altri membri dell'equipaggio: era stata scelta Hiroshima. E così Little Boy venne sganciata: subito dopo l'Enola Gay fece un'inversione quasi completa e corse via il più veloce possibile, per evitare che il fungo atomico che si era alzato colpisse anche loro. E sarebbe successo, visto che l'esplosione si innalzò oltre la quota dell'aereo e i piloti si dovettero riparare con occhialoni appositi per evitare di finire accecati. Ma riuscirono a portare a termine la missione e a fare ritorno alla loro base.

 

Istantanee di quelle due giornate - Guarda
L'articolo continua dopo il video

Gira voce che i membri di quell'equipaggio impazzirono, per i sensi di colpa di quanto avvenuto. Ma non è così: a dare gravi segni di turbe psichiche furono invece il comandante di un B-29 che seguiva l'Enola Gay come osservatore - e che confessò di venire ogni notte visitato dall'incubo della distruzione a cui assistette - e il fisico Robert Oppenheimer, il creatore della bomba che si era già reso conto del potenziale distruttivo di ciò che aveva contribiuto a costruire. Loro, i piloti dell'Enola Gay, probabilmente non rimasero positivamente colpiti da quanto visto in guerra, dal momento che decisero di abbandonare la carriera militare. Tutti tranne uno: il primo pilota di quell'aereo, che rimase nell'aviazione e che passò tutta la vita a rifiutarsi di dichiarare un pentimento che regolarmente gli veniva chiesto dai giornalisti:"Lo rifarei domattina".

A terra, a Hiroshima, erano invece alle prese con un'immane distruzione: in pochi secondi il 90% della città era stato distrutto e 70mila persone erano morte immediatamente a causa di quell'Apocalisse esplosa a 580 metri di altezza (il bilancio finale parla di 90/160mila vittime). Il 6 agosto, a Hiroshima, si calcola che ci fossero circa 250mila abitanti. A Tokyo, però, non si resero subito conto di quanto era successo, anche perché non c'era modo di contattare nessuno in città. Mandarono un ufficiale a effettuare un sopralluogo: a 160 chilometri di distanza costui poteva già vedere l'immane distruzione.

Ma gli Stati Uniti volevano piegare il Giappone una volta per tutte, senza dare loro nessuna speranza di poter reagire a quanto avvenuto. E così al bombardamento di Hiroshima seguì, solo tre giorni dopo,quello di Nagasaki. Se su Hiroshima c'era Enola Gay, sui cieli di Nagasaki c'era Bock's Car. E dove prima c'era Little Boy, qui c'era il fratello maggiore: Fat Man, la prima bomba al plutonio, 4.500 chili per 2,32 metri di lunghezza. Venne lanciata alle 11.02 di 9 agosto dall'equipaggio guidato dal maggiore Charles W. Sweeney, puntando sullo stabilimento della Mitsubishi di Nagasaki.

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