Creato da patty1_mah il 02/10/2007

Sottouncielodistelle

Ai confini dell’infinito, dove cielo e terra si prendono per mano

 

Messaggi del 14/12/2017

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Post n°11122 pubblicato il 14 Dicembre 2017 da patty1_mah

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Post n°11121 pubblicato il 14 Dicembre 2017 da patty1_mah

Eppure, dicono che non ti togli il vizio finché non tocchi il fondo. Ma come fai a sapere quando l’hai toccato? Non importa quanto una cosa ci faccia male, certe volte, rinunciare a quella cosa, fa ancora più male.
- Grey’s Anatomy
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il venditore di palloncini

Post n°11120 pubblicato il 14 Dicembre 2017 da patty1_mah

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Un bambino dalla pelle scura stava a guardare il venditore di palloncini alla fiera del villaggio.
L'uomo era evidentemente un ottimo venditore, poiché lasciò andare un palloncino rosso, che sali alto nel cielo, attirando così una folla di aspiranti piccoli clienti. Slegò poi un palloncino blu, e subito dopo uno giallo e un altro bianco, che volarono sempre più in alto finché scomparvero. Il bambino continuava a fissare il palloncino nero e finalmente domandò: «Signore, se tu mandassi in aria quello nero, volerebbe in alto come gli altri?».
Il venditore rivolse al bimbo un sorriso affettuoso, poi strappò il filo che teneva legato il palloncino e, mentre saliva in alto, spiegò: «Non è il colore che conta. È quello che c'è dentro che lo fa salire». 🙂 (dal web)

 
 
 

Non si può togliere dalla testa ciò che non esce dal cuore

Post n°11119 pubblicato il 14 Dicembre 2017 da patty1_mah

Dicono che voler dimenticare significhi ricordare per sempre, e hanno ragione. Cercare di sbarazzarsi dei propri sentimenti è un’avventura che può finire in tragedia. È un suicidio emotivo, una vera follia.
Di certo, non è la stessa cosa provare a dimenticare un pensiero che un sentimento o un’emozione. Con il primo, possiamo riuscirci: è sufficiente abituarsi a pensare ad altro, dirsi “basta” o “stop” quando questo sovviene alla mente.
Tuttavia, tentare di eliminare le nostre emozioni e ciò che esse comportano significa negare la realtà e rifiutare gli insegnamenti che ci si presentano. Voler inibire o sbarazzarci di ciò che sentiamo nel profondo non farà altro che ingigantire tutto ciò che vogliamo evitare.
Voler dimenticare significa ingannare se stessi
Molte volte voler dimenticare significa alimentare inconsapevolmente l’ossessione per quella determinata persona, non rinunciare a quel che ci ha fatto, sentire la sua presenza o il suo ricordo. Tuttavia, può darsi che ciò che vorremmo dimenticare non sia una persona, bensì una sensazione.
Ogni emozione e ogni ricordo ci spinge a prestare attenzione al nostro io più profondo, quell’io a cui non badiamo nel quotidiano. È per questo che è così difficile da capire: molto spesso la nostra coscienza e le nostre parole non riescono a comprendere ciò che trabocca dall’anima.
Tali situazioni richiedono un lavoro interiore molto intenso, che sicuramente ci pesa. Dobbiamo essere consapevoli che è molto probabile provare sentimenti contrastanti, arrabbiarsi con se stessi e con gli altri, sentire ira, gelosia ed altre emozioni che la nostra morale castiga.
È una cosa normale, quindi dobbiamo accettarla. Non possiamo dare alla nostra mente l’incarico di evitare le nostre emozioni: non solo è impossibile, ma anche molto pericoloso.
Ciò che dobbiamo fare è imparare a gestire queste emozioni, a controllare i nostri comportamenti e a favorire il nostro benessere. Lavorare su questo punto significa non sforzarci di stare bene a tutti i costi, bensì provare a tollerare quel che sente il nostro cuore.
In altre parole, scappare dalla sofferenza è impossibile; l’unico modo per farla scomparire è permetterci di sperimentarla e di viverla fino a che questa non si esaurisca
Ricordare ciò che ci ha lasciato il segno
La soluzione non sta nel tentativo di evitare il dolore, bensì nella comprensione, per poter ricordare senza dolore. Il cuore guarisce solo quando riusciamo a conservare nella memoria i bei momenti.
Ciò che ci fa soffrire non è il ricordo di quegli istanti, ma la perdita di qualcuno che amavamo o di un sentimento che è sfumato e che non riusciamo a riconquistare. L’essenza dell’aria che respiravamo in sua presenza, l’odore di quell’ossigeno con il quale contavamo fino all’infinito migliaia di volte…
Se faremo lo sforzo psicologico di comprendere che le persone della nostra vita vanno e vengono, ci renderemo conto che l’importante è quello che è entrato dentro di noi, perché lì rimarrà per sempre.
Quando saremo capaci di fare questo passo, riusciremo a sentire tutto ciò che abbiamo reso nostro, ciò che fa la differenza, ciò che ci restituisce alla vita e che forma il prima e il dopo.
In altre parole, ognuno dei nostri sentimenti si trasforma in una parte di noi alla quale non possiamo rinunciare; tutto ciò che ci fa male perdere resterà per sempre dentro al nostro cuore.
La mente è meravigliosa

 
 
 

Lasciatevi amare, perché l’amore bello non ferisce

Post n°11118 pubblicato il 14 Dicembre 2017 da patty1_mah

Lasciatevi amare, perché l’amore bello ed autentico non ferisce, non tradisce e non fa piangere. L’amore che dà allegria è quello che si offre con gli occhi aperti e il cuore acceso, è una relazione matura e consapevole in cui non si riempiono vuoti e non si alleviano le solitudini egoistiche.
Se ci pensiamo su, ci renderemo conto di quanto è radicata nella nostra cultura l’idea che “il vero amore fa soffrire”; in realtà è sbagliata. Il dolore e l’amore sono molto diversi. Una relazione sincera basata sulla reciprocità non presenterà mai, nella sua composizione, additivi tossici o velenosi.
Lasciatevi amare di un amore bello, lasciate che vi amino come vi meritate, perché l’amore vero non ferisce, porta allegria e non dispiaceri.
John Gottman, professore emerito dell’Università di Washington, è uno dei maggiori esperti in relazioni di coppia. In uno dei suoi libri, “Intelligenza emotiva per la coppia”, ci spiega che il segreto per una relazione durevole e felice risiede nel sapersi ossequiare.Con ciò, il professore vuole esaltare la necessità di aiutarsi l’un l’altro, di dimostrarsi a vicenda l’interesse sincero e reciproco e, soprattutto, di creare significati e valori condivisi.
Il dolore, pertanto, non trova senso né spazio nei rapporti di questo tipo. Vi invitiamo a rifletterci assieme a noi.
Il disamore e il segno che lascia nel nostro cervello
Una delle caratteristiche più notevoli delle persone che riescono ad instaurare rapporti di coppia basati sul rispetto, sull’allegria e sulla crescita è essere capaci di amare come se non fossero mai state ferite prima, senza riversare sul nuovo partner il possibile dolore delle relazioni precedenti. Non c’è sfiducia e l’amarezza non viene riesumata.
Ma al mondo esistono anche individui convinti che l’amore faccia male, perché le loro esperienze passate gliel’hanno confermato. Stiamo parlando del disamore Difatti, secondo uno studio pubblicato sulla rivista “Journal of Neurophysiology”, il nostro cervello, dinanzi ad una rottura o una delusione affettiva, reagisce come reagirebbe al dolore fisico.
Per affrontare situazioni così delicate, si sta sviluppando una prospettiva molto interessante nella neurobiologia relazionale. Questa teoria utilizza come principale punto di partenza l’idea che il nostro cervello, grazie alla neuro-plasticità, sia capace di curare le proprie ferite, le impronte del dolore.
Se potessimo costruire nuovi tessuti e rafforzare i legamenti neuronali colpiti dal dolore del trauma emotivo, di certo raggiungeremmo un equilibrio interiore più salubre.
L’amore bello, quello che non ferisce e non fa piangere
Non è mai il vero amore a ferire, è sempre il disamore a farlo. È la battaglia persa a spegnere e sconsolare, è la stanchezza di un cuore inerme, ormai privo di speranze. Un cuore che ormai non crede più ai “ti prometto che cambierò” e ai “sono sicuro che d’ora in poi le cose andranno meglio”.
Voglio un amore così, di sguardi 

 
 
 

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Post n°11117 pubblicato il 14 Dicembre 2017 da patty1_mah

 
 
 

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Post n°11116 pubblicato il 14 Dicembre 2017 da patty1_mah

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Ed in fine si arrese,
si sfilò la pesante armatura
fece cadere le sue ultime armi, 
si vestì di coraggio 
e si innamorò.
Emily Seraphine

 
 
 

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con domande, con carezze,
quella solitudine immensa
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