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Fiorentina-Atalanta 3-1

Post n°581 pubblicato il 12 Novembre 2006 da gianmaria5
 

immagineMenomale che aveva solo 60' nelle gambe. Giampaolo Pazzini, al rientro dopo un lungo infortunio, proprio nei minuti finali segna la doppietta che vale tre punti per la Fiorentina. La sfida con l'Atalanta finisce 3-1 ed è un risultato giusto alla luce di un grande secondo tempo viola. Proprio Pazzini aveva cercato il gol con grande decisione, mancandolo due volte per una questione di centmetri. Bella partita e Atalanta che non esce affatto ridimensionata: nel primo tempo i ragazzi di Colantuono hanno tenuto benissimo il campo. Solo un calo nella ripresa, seguito da una conseguente minore efficacia nel pressing, è stato fatale. Ma attenzione: Doni e compagni hanno tutto per dare grattacapi a molte squadre.

PRIMO TEMPO - Prandelli deve fare i conti con le assenze di Santana e Toni (il centravanti, reduce da una settimana tormentata, in cui alla metatarsalgia si è aggiunta la febbre, non è neppure in panchina) e punta su un tridente inedito che affianca al rientrante Pazzini la qualità di Mutu e Jorgensen. A centrocampo l'altro ex Montolivo è preferito a Gobbi e Blasi. Colantuono si affida al 4-4-1-1 che gli ha già dato molte soddisfazioni, con Donati in regia al posto di capitan Bernardini, infortunato. La gara è subito vivace anche per merito degli ospiti, che non rinunciano mai a giocare. La Fiorentina dopo un inizio piuttosto deciso arretra e lascia spazio alle geometrie bergamasche, ben orchestrate da Doni, pronto per l'eventuale convocazione di Donadoni, che si muove bene tra le linee. E così al 25' il vantaggio di Migliaccio (primo gol in serie A), liberato da un rimpallo sul braccio di Pasqual dopo una punizione di Doni, non stupisce nessuno. Ma i viola hanno il merito di trovare subito il pari: Ujfalusi va via sulla destra e crossa per Pazzini, Calderoni si salva sul colpo di testa del centravanti ma non può nulla sulla ribattuta di Mutu. La partita si mantiene brillante, con l'Atalanta che va in leggera sofferenza dopo aver subìto l'1-1. Jorgensen al 37' si vede ribattere un bel destro da Rivalta, prima di uscire per infortunio (purtroppo la diagnosi parla di frattura allo zigomo). Ma il verdetto di parità di fine tempo è sostanzialmente equo, con le squadre che vanno al riposo con qualche polemica (De Marco non punisce una trattenuta di Doni a Mutu, il rigore poteva starci anche se non sembra evidente).
SECONDO TEMPO - Si riparte con le squadre che non si accontentano del pari. Ma è la Fiorentina a giocare meglio. Come sempre Liverani quando non subisce un pressing ossessivo è un regista meraviglioso. I ragazzi di Prandelli offrono notevoli bagliori: al 10' gran palla di Mutu per Pazzini in verticale, il giovane attaccante si allunga per uno splendido diagonale che si perde a lato di pochissimo. Ancora Pazzini sfiora il gol per due volte (clamorosa l'occasione in cui il giovane centravanti anticipa Calderoni di testa con la palla che esce di pochissimo). Ora i viola meriterebbero il vantaggio: l'Atalanta fa fatica a ripartire e gli innesti dalla panchina (Adriano, Soncin ed Abejon) non riescono a dare un contributo apprezzabile. Il giusto premio per la Fiorentina arriva nel finale: Pazzini fa esplodere l'Artemio Franchi dopo una prima respinta di Calderoni proprio al 45' e nel recupero, con l'Atalanta tutta in avanti, trova il gol che chiude i conti. Bentornato.

 
 
 

Serie B

Post n°580 pubblicato il 12 Novembre 2006 da gianmaria5
 

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Serie B - 11esima giornata

 

Treviso-Rimini 1-0 (giocata venerdì)
71' Quadrini (T)

Albinoleffe Genoa 1-1   
19' Adailton (G), 69' Cellini (A)
  
Bologna Arezzo 1-0   
81' Zauli (B)

Brescia Mantova 0-0   

Cesena Frosinone 2-1
10' Sabato (C), 37' Salvetti (C), 91' Margiotta (F)

Crotone Modena 3-0   
17' Veron (C), 38' Cariello (C), 74' Sedivec (C)

Juventus Pescara 2-0   
18' e 56' Nedved (J)

Piacenza Lecce 3-2
6' Babù (L), 40' Miglionico (P), 47' Stamilla (P), 70' Nocerino (P), 92' Cozzolino (L)
  
Spezia Vicenza 1-0
86' Varricchio (S)

Verona Triestina 0-1   
11' Piovaccari (T)

Bari Napoli (lunedì)


CLASSIFICA:
Piacenza  22 
Genoa  21 
Juventus  20 
Bologna  19 
Rimini  18 
Cesena  18 
Bari  17 
Mantova  17 
Napoli  16 
Triestina  16 
Albinoleffe  16 
Brescia  16 
Lecce  14 
Frosinone  14 
Treviso  13 
Spezia  12 
Modena  11 
Verona  10 
Crotone  9 
Pescara  4 
Vicenza  3 
Arezzo  -1 

Bari e Napoli una partita in meno
Penalizzazioni: Triestina e Pescara un punto, Arezzo 6 punti, Juventus 9 punti.

 
 
 

Serie B

Post n°579 pubblicato il 05 Novembre 2006 da gianmaria5
 

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Il Genoa rallenta la corsa verso la serie A.Grifoni fermati da un buon Crotone, ma anche decisamente sfortunati (due legni colpiti dai liguri). Mentre il Rimini si fa bloccare dall'Albinoleffe, la giornata sorride a Piacenza (vittorioso ieri sera) e Bari. Gran colpo in rimonta del Frosinone che, dopo aver battuto il Lecce nel recupero di quattro giorni fa, si ripete contro il Bologna.
Serie B, decima giornata:


Arezzo - Lecce 0-1 (pt 4° Tulli)

Bari - Spezia 2-0 (pt 5° Santoruvo; st 39° Carrus)

Frosinone - Bologna 2-1 (pt 21° Bellucci rig., 45° Di Nardo; 30° st Lodi)

Genoa - Crotone 1-1 (pt 35° Borghetti; st 8° Adailton rig.)

Mantova - Cesena 4-3 (pt 17° e 41° Bernacci, 27° Doga rig., 34° Salvetti rig., 35° Caridi; st 9° Virdis, 20° Pellè)

Pescara - Treviso 2-2 (pt 25° Beghetto, 29° Acquafresca; st 20° e 41° Martini)

Rimini - Albinoleffe 1-1 (st 25° Belingheri, 35° Jeda)

Triestina - Brescia 0-0

Vicenza - Verona 0-1 (21° Iunco)

Modena - Piacenza 1-2 (pt 8° Centurioni, 40° Cacia; st 23° Riccio, giocata ieri)

Napoli - Juventus (lunedì ore 21)

CLASSIFICA:
Genoa 20 punti; Piacenza 19; Rimini 18; Bari 17; Juventus, Mantova e Bologna 16; Cesena, Napoli, Albinoleffe e Brescia 15; Lecce e Frosinone 14; Triestina 13; Modena 11; Verona e Treviso 10; Spezia 9; Crotone 6; Pescara 4; Vicenza 3; Arezzo -1.

Juventus e Napoli una partita in meno. Penalizzazioni: Triestina e Pescara -1, Arezzo -6, Juventus -9

 
 
 

Catania-Reggina 1-0

Post n°578 pubblicato il 05 Novembre 2006 da gianmaria5
 

immagineDue nomi: Pantanelli e Corona. Grazie soprattutto a loro il Catania festeggia un successo importantissimo in casa della Reggina. Le parate del primo e il gol del secondo hanno infatti confezionato l'1-0 che spinge i siciliani a quota 13 punti in classifica e tiene i calabresi sul fondo a -3. Ma i padroni di casa non meritavano di perdere, contando a loro favore almeno 5 palle gol di cui 4 sventate dagli interventi super di Pantanelli.

Il primo tempo è stato equilibrato e si è chiuso senza reti, anche se la Reggina ha avuto quattro occasioni da gol piuttosto limpide, tutte dalla mezz'ora in avanti. La prima un colpo di testa di Bianchi, libero in area su cross di Mesto, finito fuori di pochissimo. Poi un destro di Tedesco deviato in angolo da Pantanelli, un altro destro (a girare) di Amoruso che il portiere del Catania ha toccato con la punta delle dita mandando la palla sulla parte alta della traversa. E infine un tiro improvviso di Bianchi che il formidabile Pantanelli spediva in angolo con un altro volo.
La ripresa inizia e dopo un minuto l'arbitro sospende il gioco per il lancio di oggetti nell'area di porta del catanese Pantanelli. Un paio di minuti di stop, poi la situazione si normalizza e il gioco riprende. Le squadre viaggiano a ritmo molto elevato ma per vedere un'altra occasione bisogna aspettare il 17': Tedesco si ritrova solo dentro l'area e calcia a colpo sicuro ma Pantanelli si oppone ancora in tuffo (con le gambe) e salva la sua porta. A questo punto Marino inserisce Biso al posto di Spinesi e passa dal 4-3-3 al 4-4-1-1, coprendosi.
E poco dopo, a sorpresa, il suo Catania passa in vantaggio: cross da destra di Baiocco che Corona di sinistro mette in rete. E' il 24' del secondo tempo e la Reggina reagisce con Mazzarri che manda in campo prima Missiroli per Esteves, poi Tognozzi per Amerini e infine Rios per Lanzaro. I padroni di casa aumentano l'intensità e cercano l'assedio. Trovano un tiro di Amoruso che finisce sull'esterno della rete e un colpo di testa di Missiroli a tempo scaduto che sfiora la traversa. Ma il gol non arriva e la partita si chiude con il successo dei rossoblu.

 
 
 

Siena-Parma 2-2

Post n°577 pubblicato il 05 Novembre 2006 da gianmaria5
 

immagineIl Siena è la rivelazione di questo inizio di serie A. Facilità di andare in gol, buon impianto di gioco e risultati al di sopra delle aspettative. Ma lo spirito è rimasto quello di una squadra che deve lottare per la salvezza. I bianconeri pareggiano 2-2 con il Parma dopo essersi trovati sotto di due gol e domani saranno comunque quarti in classifica. Da applausi la reazione finale, che riscatta una prestazione per 75' piuttosto scialba e che legittima il risultato finale. Il Parma può mangiarsi le mani per l'epilogo, ma la prestazione è incoraggiante: con un Morfeo così gli emiliani si salveranno di sicuro. Certo la fragilità difensiva (già 20 i gol subiti) è preoccupante, ma le qualità non mancano ai ragazzi di Pioli, che sta lanciando con coraggio molti giovani interessanti.


PRIMO TEMPO -
Beretta dà fiducia al brasiliano Alberto e manda in panchina Konko, mentre in difesa preferisce l'esperienza di Negro all'esuberanza di Rinaudo. In panchina torna Cozza, mentre Bogdani affianca Frick in avanti. Nel Parma Pioli vara uno schieramento più offensivo con Muslimovic accanto a Budan (il sacrificato è Gasbarroni). Ma sono i padroni di casa a partire meglio, con un paio di situazioni interessanti non sfruttate da Frick. E' Morfeo l'uomo che inverte l'inerzia della gara: prima conquista un paio di interessanti punizioni dal limite, poi al 35' sbuca sul secondo palo dopo un corner di Bocchetti e supera Manninger con un meraviglioso sinistro dal basso in alto. Splendida esecuzione di un giocatore che forse non ha avuto la carriera straordinaria che il suo talento cristallino gli avrebbe permesso. Il Siena accusa il colpo e va al riposo senza aver prodotto una reazione incisiva.
SECONDO TEMPO - Beretta passa al 4-3-1-2 con il rientrante Cozza al posto di Alberto. Ma il Parma gestisce bene gli attacchi del Siena, per la verità un po' troppo prevedibili, e punge in contropiede. Entra anche Chiesa per Frick, ma De Lucia non dove mai andare oltre l'ordinaria amministrazione. Il Siena deve concedere spazi: al 27' Budan ha spazio sulla sinistra, entra in area affiancato da un Gastaldello troppo contemplativo e batte Manninger, che ha una bella fetta di responsabilità sul gol incassato. Sembra fatta per il Parma, ma il Siena in un attimo si ritrova: il tirocross di Chiesa taglia fuori la difesa emiliana e Bogdani, che si trova in posizione sospetta (difficile stabilire sul momento se sia in linea o in posizione irregolare, noi propendiamo per il fuorigioco). Come sempre in questi casi la gara si riapre: Molinaro sfiora il pari due volte (parata di De Lucia su punizione e diagonale su assist-gioiello di Chiesa fuori di pochissimo) e il Parma non riesce a gestire il veemente ritorno dei bianconeri, ispirati da un buon Chiesa. E al 47' proprio il grande ex combina con Cozza, la conclusione del fantasista è respinta da De Lucia, che però non può evitare che Bogdani ribadisca in porta.

 
 
 

Modena-Piacenza 1-2

Post n°576 pubblicato il 03 Novembre 2006 da gianmaria5
 

immagineIl Piacenza ha espugnato lo stadio Braglia di Modena, superando i gialloblu per 2-1 nell'anticipo della decima giornata della serie B. Con questo successo, il Piacenza raggiunge momentaneamente in vetta il Genoa con 19 punti, anche se i rossoblu liguri hanno una partita in meno. In vantaggio con Cacia al 40' del primo tempo, il Piacenza è poi stato raggiunto dal Modena all'8' della ripresa con Centurioni. Il gol partita al 23' ad opera di Riccio.

La partita è stata piuttosto equilibrata anche se globalmente il Piacenza ha avuto le occasioni migliori. Il gol di Cacia (il secondo stagionale per lui) è arrivato però anche grazie a un'uscita non perfetta di Frezzolini. Il Modena ha reagito con generosità ma in contropiede ha rischiato di subire il 2-0 da Padalino (stavolta bravo Frezzolini). Nel secondo tempo grande pareggio gialloblu con Centurioni di testa all'incrocio dei pali. Al 20' però ancora Cacia si è mangiato un gol davanti a Frezzolini. Quest'ultimo poi nulla ha potuto al 23' sul tiro da lontano di Riccio che lo ha fulminato per il 2-1 finale del Piacenza.

 
 
 

Amelia a 360°

Post n°575 pubblicato il 03 Novembre 2006 da gianmaria5
 

immagineNon è stato il primo in assoluto, ma il primo in Europa sì. Marco Amelia il giorno dopo l'impresa di Belgrado non è un portiere pentito ma poco ci manca: "Farlo è molto più emozionante". Il numero uno amaranto ha scoperto il sapore del gol. E' successo in un freddo giovedì sera di Coppa Uefa a Belgrado diventando, con un colpo di testa, l'eroe del Livorno.

Il portiere racconta la sua serata da goleador: "E pensare che i compagni mi dicevano 'Torna in porta, dove vai?' Io ho risposto 'Voi mettetela dentro l'area questa punizione che ci penso io. A proposto, complimenti a Passoni che mi ha messo una palla perfetta". Poi il resto sta tutto nel suo colpo di testa: "Perchè non sono così scarso come giocatore... Sono finito in porta per caso. In porta si fatica di meno a livello fisico". Sulla stagione: "Abbiamo avuto un buon inzio: trovarci quinti in classifica con i tanti impegni che abbiamo è una cosa importante. Continuiamo su questa strada, stiamo lavorando bene".
Pillole finali tra futuro e passato: dopo il Mondiale sembrava che Amelia fosse destinato a lasciare Livorno per una grande piazza. "La verità è che il mercato dei portieri quest'anno era bloccato, fermo. Non c'erano squadre che ne avevano un bisogno primario. Io ho preferito rimanere a Livorno e la società ha voluto che rimanessi. Tra poco rinnoverò il contratto e a giugno vedremo cosa fare insieme alla società". C'è anche un'ipotesi Roma. "Non so, dipende dalla Roma. Per quanto mi riguarda io non ho alcun problema a tornare, anzi. Sanno tutti che il mio sogno di giocatore è quello di indossare la maglia della Roma. Prima della fine della mia carriera cercherò in ogni modo di tornare". Volevi smettere di giocare perchè ti avevano escluso alla finale Allievi nazionali: "Ero piccolino, gli altri portieri erano molto più alti di me. Gli allenatori del tempo preferivano far giocare gli altri. La mia famiglia faceva sacrifici e ti passa un po' la voglia quando non giochi. Però poi ci ho pensato bene e non ho mollato, ho continuato a lavorare, sono cresciuto e ce l'ho fatta". Arrivando fino al gol.

 
 
 

Partizan Belgrado-Livorno 1-1

Post n°574 pubblicato il 02 Novembre 2006 da gianmaria5
 

immagineAmelia-gol, incredibile ma vero. Stadio Partizan di Belgrado, minuto 42’ della ripresa, punizione da sinistra di Passoni, il portiere sbuca in area, colpo di testa e palla in rete. Partizan-Livorno finisce 1-1, finisce così, con un portiere che para tutto (niente colpe sul gol, almeno un paio di interventi decisivi) e poi corre pure nell’aerea avversaria e segna, beffando il collega Kralj.

Per il Livorno in coppa Uefa un buon punto, meritato, utile per riaprire i giochi del gruppo A. Nel frigidaire di Belgrado la squadra di Arrigoni resiste per 71’, offre sprazzi di buon calcio, poi cede per "distrazione" (il fuorigioco non funziona) al temporaneo vantaggio di Mirosavljevic. Beh, anche qui c’è dell’incredibile, perché l’attaccante non doveva giocare, non era neppure in distinta. Entra in extremis, al posto del capitano Nad, fermato da un problema muscolare durante il riscaldamento.
CLIMA POLARE - Salta che ti passa, non c’è altro da fare. E i tredicimila dello Partizan Stadion saltano, per sostenete i bianconeri di casa e perché fa un freddo cane: solo tre gradi sopra lo zero e raffiche di vento gelido. Saltano per tutta la partita, esplodono al vantaggio del Partizan. Poi restano di ghiaccio. Già, Amelia-gol non se l'aspettavano, neppure a Belgrado.

 
 
 

Arezzo esonerato Conte

Post n°573 pubblicato il 01 Novembre 2006 da gianmaria5
 

immagineL'A.C. Arezzo S.p.A. informa che il Sig. Antonio Conte è stato sollevato dall'incarico di allenatore della prima squadra. Nel cogliere l'occasione per ringraziare il Sig. Conte per la collaborazione prestata, l'A.C. Arezzo S.p.A. comunica che il Sig. Maurizio Sarri è il nuovo allenatore e che lo stesso verrà presentato ufficialmente alla stampa domani alle ore 9.00 presso la sala arbitri. Certi di interpretare il pensiero degli sportivi amaranto, l'A.C. Arezzo S.p.A. formula al Sig. Maurizio Sarri il miglior in bocca al lupo.

 
 
 

Eto'o a 360°

Post n°572 pubblicato il 31 Ottobre 2006 da gianmaria5
 

immagineUno schermo gigante troneggia nel salotto di casa Eto’o, e Samuel lo indica con l’entusiasmo di un bambino. "Ieri sera ho visto la rete di Amauri, fantastica, un vero golazo", e a beneficio dei due amici che lo guardano perplessi mima con le dita il movimento di gambe del centravanti del Palermo. In quel momento il cameriere esce dalla cucina col primo vassoio di tapas, e l’attaccante più forte del mondo afferra una stampella per indicare la vicina sala da pranzo. "A tavola si parla meglio di calcio, abbiamo due ore prima della fisioterapia. Voglio sapere tutto di Amauri". In cambio, tra un risotto, un filetto e un dessert all’arancia, Eto’o concederà molto.

- Lei ha raccontato di essere stato a Berlino la sera della finale mondiale e di aver tifato Francia. Ci siamo rimasti un po’ male...
(ridendo) "Non dovete volermene, in Francia ho un sacco di conoscenze mentre il mio unico amico italiano è Albertini. Fra l’altro Demetrio è passato a trovarmi proprio ieri...".
- Quale azzurro l’ha colpita di più, al Mondiale?
"Materazzi. La sera della finale aveva qualcosa di speciale, l’ho detto a mio figlio, "guardalo, deciderà lui". Il rigore su Malouda era fasullo e l’ingiustizia l’ha spinto all’attacco, non è un caso che l’1-1 sia stato suo. Per vendicarsi i francesi l’hanno dipinto come il cattivo del film, ma del match con Zidane non aveva colpa".
- Ritiene meritato il nostro titolo?
"Premesso che il Mondiale non mi è piaciuto, la gara migliore è stata sicuramente Italia-Germania, e l’avete vinta senza discussioni".
- In Italia si pensa che Buffon potrebbe vincere il Pallone d’oro. Anche lei punta apertamente a quel trofeo. Lo teme?
"Sul Pallone d’oro, confermo di sperarci: temo Henry, gli italiani e i miei compagni del Barça. Buffon è grandissimo, dovevano dare a lui il premio per il miglior numero uno della Champions, non a Lehmann. Parlando bene di un portiere, però, ho sempre paura di nuocere a Valdes, il nostro, che per me è un campione, ma che la gente non ama. E’ difficile giocare in porta nel Barcellona, un po’ come in difesa nel Real Madrid: se ne sta accorgendo persino Cannavaro".
- Nel Barcellona è difficile anche sostituire lei. Abbiamo chiesto a Rijkaard se aspetta a gennaio un nuovo acquisto; ha risposto Eto’o.
"Sto lavorando duro per accorciare i tempi di recupero, anch’io spero di tornare a fine gennaio. Per quanto riguarda Gudjohnsen, ha bisogno di riabituarsi al ruolo di centravanti: nel Chelsea ormai partiva da dietro. Ha visto l’occasione che ha fallito al Bernabeu?".
- Sì, e la partita si è decisa su quell’errore.
"Concordo, avesse pareggiato sarebbe finita 4-2 per noi. Ma se riguarda l’azione in tv, nota che "Gud" guarda Messi e non la porta, come invece dovrebbe fare un centravanti. Così facendo, arriva troppo vicino al primo palo, riducendosi l’angolo di tiro. Il vero uomo d’area guarda sempre la porta, e con la coda dell’occhio lo sviluppo dell’azione. Questo è il primo segreto. Il secondo è colpire al volo: i portieri questo temono, perché lo stop li aiuta a capire dove andrà il tiro. L’anno scorso al Bernabeu ho segnato di punta, al volo, perché sapevo che Casillas si aspettava uno stop. L’ho fregato".
- In carriera le è capitato spesso di fregare il Real Madrid, che pure è il club che la portò in Europa.
"E’ una precisa promessa che feci a Florentino Perez al termine di una lite furibonda. Venne un dirigente, "ti abbiamo ceduto al Deportivo per Flavio Conceiçao", ma nessuno aveva chiesto il mio parere e io non sono uno schiavo. Andai da Perez e volarono parole grosse, rifiutai il Depor e per fortuna si fece avanti il Maiorca. Nel 2004 il Real, che deteneva ancora metà del mio cartellino, provò a riprendermi: ma io avevo deciso per il Barça in ossequio a quella vecchia promessa, segnare a Florentino ogni volta che potevo".
- Ha mai avuto contatti con club italiani?
"Quand’ero a Maiorca mi cercò la Juve (si rivolge al procuratore, che sorride facendo il gesto di cucirsi le labbra, ndr). C’è stato anche altro, ma lui non me lo racconta".
- Quand’era ragazzino, in Camerun, quali erano i suoi modelli?
"All’epoca in Camerun esisteva solo il Milan. Che squadra! Il trio olandese, il capitano (dice proprio così, ndr)... Lo sa che Baresi stava per diventare il nostro c.t.? Poi hanno scelto Haan. Per anni il Milan ha giocato il calcio migliore, è strano vederlo giù".
- La perdita di Shevchenko è stata grave.
"Per me Shevchenko ha sbagliato. Nel Milan giocano tutti a calcio, e per una punta questo è fondamentale perché le occasioni arrivano. Il Chelsea è molto arroccato dietro, e le due punte faticano".
- Abbiamo avuto la sensazione che Sheva sia un po’ boicottato.
"Gliela confermo, ho molti amici al Chelsea, ci parliamo. Viene vissuto dallo spogliatoio come il cocco di Abramovich, e i passaggi puliti per fare gol non gli arrivano. Anche Drogba all’inizio ebbe lo stesso problema. Lo sa qual è il grande segreto del Barcellona? Nel nostro spogliatoio non c’è nessun figlio di puttana. E’ raro".
- Lei è molto attivo in patria con iniziative benefiche. Pensa un giorno di seguire il tragitto politico di George Weah?
"No, assolutamente. Quello che faccio è il minimo: finanzio un po’ di ospedali e una scuola calcio. La politica ha bisogno di altro".
- "Politica" è anche la sua battaglia contro il razzismo.
"Questo sì. Ma in Spagna, alla fine, mi fischiano solo a Saragozza e Santander, due roccaforti madridiste. Le pare un caso?".

 
 
 

Serie A

Post n°571 pubblicato il 29 Ottobre 2006 da gianmaria5
 

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Ascoli-Siena 0-1
86' Codrea (S)

Cagliari-Sampdoria 1-0
46' Conti (C)

Catania-Torino 1-1
20' rig. Spinesi (C), 85' Franceschini (T)

Fiorentina-Palermo 2-3
8' Di Michele (P), 31' aut. Barzagli (F), 79', 90' Amauri (P), 87' Mutu (F)

Lazio-Reggina 0-0


Messina-Chievo 2-1
32' Tiribocchi (C), 46' Rigano' (M), 94' Floccari (M)

Parma-Atalanta 3-1
1' Budan (P), 58' Doni (A), 70' rig. Grella (P), 87' Muslimovic (P)

 
 
 

Inter-Milan 4-3

Post n°570 pubblicato il 29 Ottobre 2006 da gianmaria5
 

immagineIl Milan alza bandiera bianca: dopo l'umiliazione dell'arbitrato, la sconfitta nel derby. L'Inter fa sua la sfida di San Siro con un 4-3 sofferto e drammatico, combattuto fino al 96'.

PRETATTICA - Come battere l'Inter? Carlo Ancelotti probabilmente non ci ha dormito a partire da mercoledì notte. Magari senza dare punti di riferimento, con Inzaghi punta unica in un 4-3-2-1 senza Maldini. Il posto del capitano, tenuto in panchina, lo prende Jankulovski. Novità anche a centrocampo. Il tecnico rossonero dispone una linea a tre con Gattuso, Pirlo e Ambrosini, incontrista ideale, negato fino all'ultimo dall'allenatore milanista. Quindi Kakà e Seedorf alle spalle di Inzaghi. Sfida di grande pretattica. Roberto Mancini scioglie le riserve solo all'ultimo, optando per la coppia d'attacco composta da Ibra e Crespo. L'occasione capitata a Kaladze dopo pochi secondi, con il georgiano che spara alto a due passi da Julio Cesar, sembrerebbe la partenza assatanata di una squadra ferita nell'orgoglio dall'arbitrato del Coni. Ma la mazzata ha effetti poco duraturi. La cattiveria agonistica del Milan deve fare i conti con un'Inter che appare più squadra, anche se i nerazzurri non devono faticare poi tanto per contrastare un Milan nervoso e contratto.
UNO E DUE - In realtà alla squadra di Mancini è sufficiente applicare un cinismo da prima della classe, sfruttando a 360 gradi due occasioni. La prima su palla inattiva, allorché al 17' Crespo raccoglie di testa il cross di Stankovic e beffa Dida, dopo avere gabbato Inzaghi e Jankulovski. La seconda al 22', quando Stankovic inventa qualcosa di sublime da fuori area, delineando le sorti del derby. Il Milan "flashato" dai botti dell'Inter non sembra dare garanzie. Squadra floscia, che ci mette l'anima, ma non applica la testa. Inzaghi cincischia sulla linea del fuorigioco e così marcato e raddoppiato non ha chance. A dare un po' di sostanza alle intenzioni rossonere è Kakà, il solito. Soprattutto al 27', con un bolide da fuori area che Julio Cesar alza oltre la traversa di quel tanto che basta. Con Jankulovski e Cafu poco propensi a lanciarsi sulle fasce e un centrocampo ansioso, dove Seedorf giochicchia, mentre servirebbero muscoli in un settore dove l'Inter schiaccia i rossoneri. E sarebbe crac se Dida al 48' non respingesse alla grande la punizione di Ibrahimovic.
GILA-GOL - Così Ancelotti è costretto tornare sui suoi passi. Ambrosini non rientra in campo all'inizio della ripresa. Ma nemmeno Jankulovski e Inzaghi: ovvero le tre certezze del tecnico. Ci sono Maldini, Gilardino e Oliveira, in un 4-3-1-2 che si propone grandi ribaltoni. Invece è Ibrahimovic a stendere un velo sul Milan, con un fendente dal limite, su assist di Stankovic. Ma i rossoneri umiliati hanno il pregio di rialzare la testa e con un pressing a tutto campo accorciano con Seedorf. Certe rimonte del passato fanno male (vedi il 3-2 per il Milan nell'anno dell'ultimo scudetto rossonero), e prigioniera di paure ataviche, l'Inter subisce le percussioni dei rivali. E' per questo che Mancini inserisce Burdisso e Figo per il poco sereno Grosso e Dacourt. Utili per dare più copertura alla squadra e dilagare con il 4-1 di Materazzi, imbeccato da Figo. Il difensore esulta e paga cara l'euforia beccandosi il secondo giallo e il rosso conseguente. Quattro a uno; roba da stendere un toro. Ma Gilardino, con una torsione di testa straordinaria, riaccende flebili speranze. Mancini toglie Ibra per Samuel perché il Milan spinge, ci crede.
Finale per cuori forti. L'Inter si difende con le stampelle, anche perché Vieira gioca con una gamba sola, ma Mancini lo tiene in campo per fare diga. Julio Cesar si esalta, su Cafu e Kakà, Seedorf spreca d'un soffio a lato e poi trova sulla sua strada il portiere nerazzurro. Al 46' arriva anche il sinistro di Kakà: 3-4. L'assalto finale è da infarto. Ma è troppo tardi però. L'Inter in dieci resiste eroicamente. E non è un caso se a fine partita la squadra esulti sotto la Nord. Mentre i giocatori del Milan salutano con l'amaro in bocca la curva opposta. Una vittoria nel derby, qualunque sia il risultato, vale più di ogni cosa.

 
 
 

Udinese-Roma 0-1

Post n°569 pubblicato il 28 Ottobre 2006 da gianmaria5
 

immagineNon si risolve la “crisetta” della Roma, nonostante la squadra giallorosa esca dal Friuli vittoriosa per 1-0 sull’Udinese. E’ Ferrari, dodicesimo goleador della squadra, a firmare la vittoria al 21’ della ripresa e a far cadere l’imperforabilità casalinga dell’Udinese dopo 518 minuti. La Roma torna così alla vittoria dopo tre gare (in cui aveva raccolto due soli punti), l’Udinese cade dopo sette turni (era stata sconfitta un’unica volta, nella gara d’esordio). I tre punti del Friuli premiano la Roma oltre i suoi meriti, al termine di una gara che non è mai decollata. Nemmeno l’Udinese ha brillato, ma si è mossa complessivamente meglio, soprattutto nel primo tempo. E solo dopo il vantaggio la Roma si è spinta con discreta frequenza dalle parti di De Sanctis, alla ricerca del raddoppio.

L’Udinese ritrova Felipe, Muntari e Asamoah, ma soprattutto può lanciare in mischia Di Natale, in dubbio fino all’ultimo per una forte contusione. I friulani schierano dunque la formazione tipo. La Roma invece deve fare i conti con le assenze, e torna alla versione della squadra dei record. Ossia con Totti centravanti, in un 4-2-3-1 che ha in Taddei, Aquilani e Rosi i suggeritori, con gli ultimi due al posto degli infortunati Perrotta e Tonetto. Ma alla Roma manca tutto il resto dei tempi belli, e cioè il giusto atteggiamento mentale e l’ispirazione. Il primo tempo si snoda infatti noioso e prevedibile, soprattutto sulle corsie giallorosse. Le fasce non vengono sfruttate, Totti sbaglia anche le banalità, Pizarro non accende mai la luce. E infatti le occasioni da gol latitano. E’ l’Udinese a mostrare qualcosa di meglio, pur senza strafare: quanto ad occasioni da rete Doni nega un gol a Di Natale e Iaquinta sbaglia di poco la mira, ma è la squadra a girare complessivamente meglio rispetto all’avversaria. Ciò non toglie che la gara, molto nervosa e per nulla spettacolare, non decolla e, al 45’, resta ancorata a uno 0-0- che non promette nulla di buono.

La ripresa parte con Virga al posto di Rosi (contuso a un polpaccio) e si trascina senza squilli fino al minuto 21. Poi Taddei guadagna una punizione, Totti la batte, Ferrari è pronto al tap in vincente: Roma in vantaggio, Udinese annichilita. I friulani non riusciranno più a farsi pericolosi (se non con Pinzi al 42’) – e questo è stato il limite più evidente della squadra di Galeone nell’arco della gara -, complice anche l’espulsione di Muntari al 25’. La Roma torna a galla, si fa vedere con discreta insistenza dalle parti di De Sanctis, pur senza creare altri pericoli per la porta friulana. Ma tanto le basta per conquistare la terza vittoria esterna, consolidarsi come primo attacco da trasferta (8 gol) e portarsi a un punto dalla coppia al momento capolista, formata da Inter e Palermo.

 
 
 

Serie B

Post n°568 pubblicato il 28 Ottobre 2006 da gianmaria5
 

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Juventus-Frosinone 1-0
28' 2t Del Piero

Albinoleffe-Napoli 1-0
45' 1t  Cellini (rig)

Bologna-Vicenza 2-1
11' 1t Bellucci (B), 31'1t Marazzina (B), 29' 2T Schwoch (Rig) (V)

Treviso-Mantova 1-1
23' 1T Beghetto (T), 32' 1T Lorenzi S. aut. (M) 

Crotone-Rimini 0-2
22' 2t Baccin, 46' st Valiani

Cesena-Arezzo 2-0
3' 1t Pellè, 10' 2t Pestrin

Lecce-Triestina 2-2
4' 1t Babù (L), 10' 1t Mignani (T), 17' 1t Eliakwu, 43' 1t Vives (L)

Piacenza-Bari 2-1
4' Vantaggiato (B), 12' 2T  Rantier (P), 27' 2T  Padalino (P)

Spezia-Pescara 2-2
29' 1T Carozza (P), 17' 2T  Guidetti (S), 43' 2T  Scarlato (S), 46' st Antonelli (P)

Verona-Genoa lunedì ore 20.45

Brescia-Modena 1-0
34' (1T ) Hamsyk M. (Rig.) (Giocata ieri)

CLASSIFICA:
Genoa  18 
Rimini  17 
Bologna  16 
Piacenza  16 
Cesena  15 
Napoli  15 
Bari  14 
Brescia  14 
Albinoleffe  14 
Juventus  13 
Mantova  13 
Lecce  11 
Modena  11 
Triestina  9 
Spezia  9 
Treviso  9 
Frosinone  8 
Verona  6 
Crotone  5 
Pescara  3 
Vicenza  3 
Arezzo  -1 
Verona, Genoa, Lecce, Cesena, Frosinone, Triestina, Brescia e Juventus una partita in meno. Penalizzazioni: Triestina e Pescara un punto, Arezzo 6 punti, Juventus 9 punti

 
 
 

Calciatori Gay? Ci sono ci sono...

Post n°567 pubblicato il 25 Ottobre 2006 da gianmaria5

immagineL'omosessualità, l'ultimo tabù del calcio. Vietato parlarne. E nessun giocatore fa "coming out", dichiara in pubblico di essere gay. A proposito: si dice "coming out" e non "outing", perché quest'ultima espressione esprime una forzatura, indica chi è costretto a uscire allo scoperto, contro la propria volontà. Oggi di calciatori apertamente omosessuali non se ne contano. Bisogna risalire a Justin Fashanu, attaccante anglo-nigeriano del Norwich, del Nottingham Forest e di altri club inglesi. Nel 1990 Justin azzarda il "coming out": un fratello e la comunità nera lo rinnegano, i tifosi lo massacrano. Fashanu si impicca nel ’98, a 37 anni, dentro un garage. Abbandonato da tutti e ricercato dalla polizia perché accusato di aver violentato un 17enne americano. Franco Grillini, 51 anni, bolognese, è deputato, eletto nelle file dei Ds, e dal 1987 al 1998 è stato presidente nazionale di Arcigay (oggi ne è presidente onorario). Dice Grillini: "L'omosessualità è fenomeno trasversale. In ogni settore la percentuale di uomini gay oscilla tra il 5 e il 10 per cento. Il pallone non è omo-esente. Osservate le scene di esultanza: sono quadretti con omosessualità, conscia e inconscia, a pacchi. Ragazzi che si baciano, si abbracciano, si toccano. In certe immagini si nota la palpatina sulle parti intime".

Ha mai conosciuto calciatori gay?
"Sì. Arcigay gestisce l'80 per cento dei locali omo in Italia, posti in cui, per entrare, è obbligatorio fare la tessera. E abbiamo uno strumento, il "gaydar" o "radar gay", che ci consente di individuare i nostri simili al 99 per cento (gaydar.it è il sito di riferimento, ndr). Risulta che oggi in serie A ci siano venti omosessuali, più o meno".
Arbitri gay?
"Ne frequento uno, considerato molto bravo. È sposato, ha figli e fa una vita d'inferno, poveretto. Mi racconta che ai raduni della categoria è costretto a millantare inesistenti conquiste femminili perché lì è d'obbligo darsi arie da grandi conquistatori di donne. Il mio amico è disperato. Recita e mente, è al limite della sopportazione".
Perché non fa "coming out"?
"Allo stadio lo distruggerebbero. E lo stesso i giocatori: restano coperti, vivono l'omosessualità nell'ombra, perché hanno paura degli ultrà. I calciatori di oggi sono i gladiatori del circo romano nell'antichità e sono prigionieri di una cultura maschilista. Anzi: più è forte il sospetto che alcuni di loro siano omosessuali, più costoro devono mostrarsi donnaioli".
Che cosa vuole dire?
"Alcuni giocatori di serie A hanno fidanzate o mogli di facciata. La classica ragazza di copertura, messa lì per confondere, nascondere".
I tempi sono maturi perché un calciatore italiano gay esca allo scoperto?
"Sarebbe un "coming out" di straordinaria utilità per il movimento. Prima o poi accadrà. Ho scritto a Matarrese, presidente di Lega, gli ho chiesto di invitare le squadre italiane ad imitare il Manchester City, che ha stretto accordi con un'associazione gay. Mi ha risposto e promesso che porterà la questione in consiglio di Lega. Io, però, ho paura delle curve, dove abbondano violenza e omofobia".
In quantità sospette, viene da aggiungere.
"In certe assemblee di maschi chi ha bisogno di allontanare da sé il dubbio su una latente o presunta omosessualità si mette a gridare forte contro i gay. È significativo che negli stadi venga srotolato tutto il repertorio degli insulti contro la nostra categoria. Sono atteggiamenti camerateschi, laddove il cameratismo è un paravento: davanti tutti uomini forti e virili, dietro non si sa".
Il suo calciatore preferito?
"Kakà non ha rivali, in tema di bellezza. Cannavaro fa la sua figura. Beckham resta l'icona gay più forte: un etero con sembianze da omo. Restando etero, forse".

 
 
 
 
 

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