Creato da gianmaria5 il 07/02/2006
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Serie B - 11esima giornata
Treviso-Rimini 1-0 (giocata venerdì) Albinoleffe Genoa 1-1 Brescia Mantova 0-0 Cesena Frosinone 2-1 Crotone Modena 3-0 Juventus Pescara 2-0 Piacenza Lecce 3-2 Verona Triestina 0-1 Bari Napoli (lunedì)
Bari e Napoli una partita in meno |
Il Genoa rallenta la corsa verso la serie A.Grifoni fermati da un buon Crotone, ma anche decisamente sfortunati (due legni colpiti dai liguri). Mentre il Rimini si fa bloccare dall'Albinoleffe, la giornata sorride a Piacenza (vittorioso ieri sera) e Bari. Gran colpo in rimonta del Frosinone che, dopo aver battuto il Lecce nel recupero di quattro giorni fa, si ripete contro il Bologna.
Bari - Spezia 2-0 (pt 5° Santoruvo; st 39° Carrus) Frosinone - Bologna 2-1 (pt 21° Bellucci rig., 45° Di Nardo; 30° st Lodi) Genoa - Crotone 1-1 (pt 35° Borghetti; st 8° Adailton rig.) Mantova - Cesena 4-3 (pt 17° e 41° Bernacci, 27° Doga rig., 34° Salvetti rig., 35° Caridi; st 9° Virdis, 20° Pellè) Pescara - Treviso 2-2 (pt 25° Beghetto, 29° Acquafresca; st 20° e 41° Martini) Rimini - Albinoleffe 1-1 (st 25° Belingheri, 35° Jeda) Triestina - Brescia 0-0 Vicenza - Verona 0-1 (21° Iunco) Modena - Piacenza 1-2 (pt 8° Centurioni, 40° Cacia; st 23° Riccio, giocata ieri) Napoli - Juventus (lunedì ore 21) CLASSIFICA: Juventus e Napoli una partita in meno. Penalizzazioni: Triestina e Pescara -1, Arezzo -6, Juventus -9 |
Post n°572 pubblicato il 31 Ottobre 2006 da gianmaria5
Uno schermo gigante troneggia nel salotto di casa Eto’o, e Samuel lo indica con l’entusiasmo di un bambino. "Ieri sera ho visto la rete di Amauri, fantastica, un vero golazo", e a beneficio dei due amici che lo guardano perplessi mima con le dita il movimento di gambe del centravanti del Palermo. In quel momento il cameriere esce dalla cucina col primo vassoio di tapas, e l’attaccante più forte del mondo afferra una stampella per indicare la vicina sala da pranzo. "A tavola si parla meglio di calcio, abbiamo due ore prima della fisioterapia. Voglio sapere tutto di Amauri". In cambio, tra un risotto, un filetto e un dessert all’arancia, Eto’o concederà molto. - Lei ha raccontato di essere stato a Berlino la sera della finale mondiale e di aver tifato Francia. Ci siamo rimasti un po’ male... (ridendo) "Non dovete volermene, in Francia ho un sacco di conoscenze mentre il mio unico amico italiano è Albertini. Fra l’altro Demetrio è passato a trovarmi proprio ieri...". - Quale azzurro l’ha colpita di più, al Mondiale? "Materazzi. La sera della finale aveva qualcosa di speciale, l’ho detto a mio figlio, "guardalo, deciderà lui". Il rigore su Malouda era fasullo e l’ingiustizia l’ha spinto all’attacco, non è un caso che l’1-1 sia stato suo. Per vendicarsi i francesi l’hanno dipinto come il cattivo del film, ma del match con Zidane non aveva colpa". - Ritiene meritato il nostro titolo? "Premesso che il Mondiale non mi è piaciuto, la gara migliore è stata sicuramente Italia-Germania, e l’avete vinta senza discussioni". - In Italia si pensa che Buffon potrebbe vincere il Pallone d’oro. Anche lei punta apertamente a quel trofeo. Lo teme? "Sul Pallone d’oro, confermo di sperarci: temo Henry, gli italiani e i miei compagni del Barça. Buffon è grandissimo, dovevano dare a lui il premio per il miglior numero uno della Champions, non a Lehmann. Parlando bene di un portiere, però, ho sempre paura di nuocere a Valdes, il nostro, che per me è un campione, ma che la gente non ama. E’ difficile giocare in porta nel Barcellona, un po’ come in difesa nel Real Madrid: se ne sta accorgendo persino Cannavaro". - Nel Barcellona è difficile anche sostituire lei. Abbiamo chiesto a Rijkaard se aspetta a gennaio un nuovo acquisto; ha risposto Eto’o. "Sto lavorando duro per accorciare i tempi di recupero, anch’io spero di tornare a fine gennaio. Per quanto riguarda Gudjohnsen, ha bisogno di riabituarsi al ruolo di centravanti: nel Chelsea ormai partiva da dietro. Ha visto l’occasione che ha fallito al Bernabeu?". - Sì, e la partita si è decisa su quell’errore. "Concordo, avesse pareggiato sarebbe finita 4-2 per noi. Ma se riguarda l’azione in tv, nota che "Gud" guarda Messi e non la porta, come invece dovrebbe fare un centravanti. Così facendo, arriva troppo vicino al primo palo, riducendosi l’angolo di tiro. Il vero uomo d’area guarda sempre la porta, e con la coda dell’occhio lo sviluppo dell’azione. Questo è il primo segreto. Il secondo è colpire al volo: i portieri questo temono, perché lo stop li aiuta a capire dove andrà il tiro. L’anno scorso al Bernabeu ho segnato di punta, al volo, perché sapevo che Casillas si aspettava uno stop. L’ho fregato". - In carriera le è capitato spesso di fregare il Real Madrid, che pure è il club che la portò in Europa. "E’ una precisa promessa che feci a Florentino Perez al termine di una lite furibonda. Venne un dirigente, "ti abbiamo ceduto al Deportivo per Flavio Conceiçao", ma nessuno aveva chiesto il mio parere e io non sono uno schiavo. Andai da Perez e volarono parole grosse, rifiutai il Depor e per fortuna si fece avanti il Maiorca. Nel 2004 il Real, che deteneva ancora metà del mio cartellino, provò a riprendermi: ma io avevo deciso per il Barça in ossequio a quella vecchia promessa, segnare a Florentino ogni volta che potevo". - Ha mai avuto contatti con club italiani? "Quand’ero a Maiorca mi cercò la Juve (si rivolge al procuratore, che sorride facendo il gesto di cucirsi le labbra, ndr). C’è stato anche altro, ma lui non me lo racconta". - Quand’era ragazzino, in Camerun, quali erano i suoi modelli? "All’epoca in Camerun esisteva solo il Milan. Che squadra! Il trio olandese, il capitano (dice proprio così, ndr)... Lo sa che Baresi stava per diventare il nostro c.t.? Poi hanno scelto Haan. Per anni il Milan ha giocato il calcio migliore, è strano vederlo giù". - La perdita di Shevchenko è stata grave. "Per me Shevchenko ha sbagliato. Nel Milan giocano tutti a calcio, e per una punta questo è fondamentale perché le occasioni arrivano. Il Chelsea è molto arroccato dietro, e le due punte faticano". - Abbiamo avuto la sensazione che Sheva sia un po’ boicottato. "Gliela confermo, ho molti amici al Chelsea, ci parliamo. Viene vissuto dallo spogliatoio come il cocco di Abramovich, e i passaggi puliti per fare gol non gli arrivano. Anche Drogba all’inizio ebbe lo stesso problema. Lo sa qual è il grande segreto del Barcellona? Nel nostro spogliatoio non c’è nessun figlio di puttana. E’ raro". - Lei è molto attivo in patria con iniziative benefiche. Pensa un giorno di seguire il tragitto politico di George Weah? "No, assolutamente. Quello che faccio è il minimo: finanzio un po’ di ospedali e una scuola calcio. La politica ha bisogno di altro". - "Politica" è anche la sua battaglia contro il razzismo. "Questo sì. Ma in Spagna, alla fine, mi fischiano solo a Saragozza e Santander, due roccaforti madridiste. Le pare un caso?". |
Ascoli-Siena 0-1 Cagliari-Sampdoria 1-0 Catania-Torino 1-1 Fiorentina-Palermo 2-3 Lazio-Reggina 0-0
Parma-Atalanta 3-1 |
Juventus-Frosinone 1-0 Albinoleffe-Napoli 1-0 Bologna-Vicenza 2-1 Treviso-Mantova 1-1 Crotone-Rimini 0-2 Cesena-Arezzo 2-0 Lecce-Triestina 2-2 Piacenza-Bari 2-1 Spezia-Pescara 2-2 Verona-Genoa lunedì ore 20.45 Brescia-Modena 1-0 CLASSIFICA: |
Post n°567 pubblicato il 25 Ottobre 2006 da gianmaria5
L'omosessualità, l'ultimo tabù del calcio. Vietato parlarne. E nessun giocatore fa "coming out", dichiara in pubblico di essere gay. A proposito: si dice "coming out" e non "outing", perché quest'ultima espressione esprime una forzatura, indica chi è costretto a uscire allo scoperto, contro la propria volontà. Oggi di calciatori apertamente omosessuali non se ne contano. Bisogna risalire a Justin Fashanu, attaccante anglo-nigeriano del Norwich, del Nottingham Forest e di altri club inglesi. Nel 1990 Justin azzarda il "coming out": un fratello e la comunità nera lo rinnegano, i tifosi lo massacrano. Fashanu si impicca nel ’98, a 37 anni, dentro un garage. Abbandonato da tutti e ricercato dalla polizia perché accusato di aver violentato un 17enne americano. Franco Grillini, 51 anni, bolognese, è deputato, eletto nelle file dei Ds, e dal 1987 al 1998 è stato presidente nazionale di Arcigay (oggi ne è presidente onorario). Dice Grillini: "L'omosessualità è fenomeno trasversale. In ogni settore la percentuale di uomini gay oscilla tra il 5 e il 10 per cento. Il pallone non è omo-esente. Osservate le scene di esultanza: sono quadretti con omosessualità, conscia e inconscia, a pacchi. Ragazzi che si baciano, si abbracciano, si toccano. In certe immagini si nota la palpatina sulle parti intime". Ha mai conosciuto calciatori gay? "Sì. Arcigay gestisce l'80 per cento dei locali omo in Italia, posti in cui, per entrare, è obbligatorio fare la tessera. E abbiamo uno strumento, il "gaydar" o "radar gay", che ci consente di individuare i nostri simili al 99 per cento (gaydar.it è il sito di riferimento, ndr). Risulta che oggi in serie A ci siano venti omosessuali, più o meno". Arbitri gay? "Ne frequento uno, considerato molto bravo. È sposato, ha figli e fa una vita d'inferno, poveretto. Mi racconta che ai raduni della categoria è costretto a millantare inesistenti conquiste femminili perché lì è d'obbligo darsi arie da grandi conquistatori di donne. Il mio amico è disperato. Recita e mente, è al limite della sopportazione". Perché non fa "coming out"? "Allo stadio lo distruggerebbero. E lo stesso i giocatori: restano coperti, vivono l'omosessualità nell'ombra, perché hanno paura degli ultrà. I calciatori di oggi sono i gladiatori del circo romano nell'antichità e sono prigionieri di una cultura maschilista. Anzi: più è forte il sospetto che alcuni di loro siano omosessuali, più costoro devono mostrarsi donnaioli". Che cosa vuole dire? "Alcuni giocatori di serie A hanno fidanzate o mogli di facciata. La classica ragazza di copertura, messa lì per confondere, nascondere". I tempi sono maturi perché un calciatore italiano gay esca allo scoperto? "Sarebbe un "coming out" di straordinaria utilità per il movimento. Prima o poi accadrà. Ho scritto a Matarrese, presidente di Lega, gli ho chiesto di invitare le squadre italiane ad imitare il Manchester City, che ha stretto accordi con un'associazione gay. Mi ha risposto e promesso che porterà la questione in consiglio di Lega. Io, però, ho paura delle curve, dove abbondano violenza e omofobia". In quantità sospette, viene da aggiungere. "In certe assemblee di maschi chi ha bisogno di allontanare da sé il dubbio su una latente o presunta omosessualità si mette a gridare forte contro i gay. È significativo che negli stadi venga srotolato tutto il repertorio degli insulti contro la nostra categoria. Sono atteggiamenti camerateschi, laddove il cameratismo è un paravento: davanti tutti uomini forti e virili, dietro non si sa". Il suo calciatore preferito? "Kakà non ha rivali, in tema di bellezza. Cannavaro fa la sua figura. Beckham resta l'icona gay più forte: un etero con sembianze da omo. Restando etero, forse". |
Inviato da: RedR77
il 19/04/2009 alle 11:48
Inviato da: Anonimo
il 23/03/2008 alle 02:01
Inviato da: antonio_ac0
il 25/12/2007 alle 18:28
Inviato da: milanonly4you83
il 04/02/2007 alle 15:44
Inviato da: gianmaria5
il 03/02/2007 alle 21:34