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« L'onore delle armiE al posto di Manzoni... »

Perché si legge Manzoni

Post n°422 pubblicato il 12 Aprile 2015 da meninasallospecchio

(continua dal post 419)

Che ci crediate o no, quando andavo a scuola difendevo la lettura dei Promessi sposi. Un po' anche per fare il Bastian contario, come si dice dalle mie parti, attività in cui mi trovo sempre a mio agio.

La ragione per cui si legge il polpettone di Manzoni, spiegavo ai compagni che sbuffavano, non è tanto la sua qualità letteraria. Il mondo è pieno di romanzi migliori. La letteratura italiana magari non tanto, specie quella dell'800, ma se uno volesse leggere un'opera di valore potrebbe prendere Boccaccio per esempio, o perché no, L'asino d'oro di Apuleio. Anzi, quello lo consiglio proprio.

In effetti non è il valore letterario che importa. Perché anche se la scuola, come dicevo, non insegna a scrivere, deve tuttavia insegnare a leggere. Cioè, partendo da un testo, ti deve spiegare come fare a capirlo, analizzarlo, chiedersi parola per parola, frase per frase, perché è scritto così e non cosà, e perché l'autore ha fatto una certa scelta, e cosa ha voluto dire, e cosa ha voluto comunicare. Certo, quando poi uno leggerà un libro per conto suo non farà così, si lascerà trasportare esattamente dalle intenzioni comunicative dell'autore, senza porsi tante domande; però dovrebbe essere in grado, all'occorrenza, di decifrare quella stessa gradevole "manipolazione" di cui è oggetto. E soprattutto dovrebbe essere capace, in autonomia, sui libri che leggerà nella sua vita (se la scuola non gli avrà fatto troppo odiare la lettura), di farsi un'idea personale sul contenuto e sul significato, senza bisogno di leggere recensioni o critiche, abbeverandosi alle interpretazioni altrui, come troppo spesso si fa a scuola. E questo gli consentirà anche di leggere un giornale o di vedere una pubblicità senza assorbire inconsapevolmente qualsiasi messaggio pre-masticato.

Ecco, i Promessi sposi sono la palestra in cui si impara a leggere. Si potrebbe usare un testo qualsiasi, in realtà, Harry Potter, o il fondo del Corriere o le istruzioni della lavastoviglie. Ma i Promessi sposi si prestano alla didattica, per varie ragioni.

Intanto il romanzo ottocentesco ha una sua rotondità, un suo essere concluso, che ne semplifica il messaggio complessivo, il "cosa voleva dire l'autore". L'800 non ti tradisce mai, non ti lascia a bocca asciutta con un finale aperto, dubbi esistenziali, proiezioni oniriche o pippe postmoderne variamente assortite. No, si va sempre a parare sicuri da qualche parte, come in una bella tragedia greca. Così non dobbiamo spiegare ai ragazzi quant'è complicato il mondo, li possiamo mandare al servizio militare pieni di certezze. Ops, non c'è più il servizio militare.

Poi ci sono i personaggi, anche loro tutti belli rotondi, descritti fisicamente e psicologicamente in mezza pagina, che ci sembra di averli davanti o di conoscerli da tutta la vita. Senza complicazioni e sfumature, buoni o cattivi o tutt'al più redenti, il Bignami degli esseri umani.

E c'è la storia, o per meglio dire le storie, tutte chiare, trasparenti nelle intenzioni. Cosa voleva dire l'autore? In Manzoni si capisce sempre perfettamente, parola per parola, frase per frase: ogni episodio ha la sua piccola morale, il suo riferimento sociale, il suo insegnamento. Gli studenti hanno tanta "ciccia" con cui lavorare. E senza farsi venire mal di testa. Perché, diciamolo, in fondo è tutto molto semplice, troppo semplice.

 

(continua)

 
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Commenti al Post:
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 13/04/15 alle 07:15 via WEB
Il romanzo migliore che conosco, ricco di insegnamenti e con tanto di morale, è quello della mia vita vissuta.
Ce l'ho tutta scritta qui (sto indicando col dito) e ogni tanto mi diverto ad andare a scovare qualche bell'episodio che avevo ormai dimenticato.
Come quella volta che...
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 13/04/15 alle 08:40 via WEB
C'è un passo in A che punto è la notte, di Fruttero e Lucentini, in cui dicono che il terrore di ogni editore è il tizio che chiede di essere ricevuto e, sedendosi di fronte alla scrivania, dice la frase fatidica: "La mia vita è un romanzo". Apprendo ora che all'epoca del Gruppo 63 si diceva esattamente questo, che in tutte le sale d'aspetto di tutte le stazioni ferroviarie c'è un omino, che se lo fate parlare vi dirà: "La mia vita è un romanzo". Ora le sale d'aspetto non ci sono più, ma ci sono i blog.
(Rispondi)
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 13/04/15 alle 10:55 via WEB
Io, normalmente, non frequento stazioni ferroviarie.
Però chi volesse ascoltare il romanzo della mia vita può farlo stando comodamente seduto sul sellino passeggero del mio scooter mentre guido in mezzo al traffico caotico di Roma.
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 13/04/15 alle 15:37 via WEB
Tu stesso non sei abbastanza convinto del tuo romanzo da scriverci un blog :-)
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PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 13/04/15 alle 20:03 via WEB
Infatti non so scrivere.
Però so raccontare, anche mentre guido il motorino.
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melen.me
melen.me il 13/04/15 alle 08:01 via WEB
In effetti hai ragione Alfre',ma i ragazzi che frequentano la scuola che vita vissuta hanno? Nessuna...quindi leggessero i Promessi Sposi...che magari sapessero leggere! :)Buongiorno Meni'.
(Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 13/04/15 alle 08:41 via WEB
Ma chi l'ha detto che la vita vissuta vale più della letteratura? Quale vita vissuta? Vissuta come?
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melen.me
melen.me il 13/04/15 alle 09:37 via WEB
Comunque sia ogni vita ha una sua storia,se di ognuno di noi se ne potesse raccontare il vissuto...altro che promessi sposi Meni'.
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 13/04/15 alle 10:15 via WEB
Non mi hai convinta. O meglio, sono convinta che anche dalla più banale delle esistenze si possa ricavare un eccellente romanzo (La coscienza di Zeno ne è un esempio eclatante), ma questo dipende dalla capacità del raccontare, non dalla vita in sé. E' la letteratura, e più in generale il "pensare" l'esistenza, che dà un senso alla vita, non il viceversa. Ma mi sa che sono minoritaria, con queste teorie :-)
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PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 13/04/15 alle 10:56 via WEB
I ragazzini potrebbero raccontare il romanzo della loro vita precedente.
(Rispondi)
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 13/04/15 alle 15:32 via WEB
Che chissà perché era sempre più interessante di quella attuale.
(Rispondi)
 
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 13/04/15 alle 20:06 via WEB
Infatti chi si reincarna è perché ne ha combinate di cotte e di crude: ha un bel carma da scontare.
E da raccontare.
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 13/04/15 alle 20:42 via WEB
Allora vorrà dire che a me toccherà al prossimo giro.
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angelorosa2010
angelorosa2010 il 13/04/15 alle 08:47 via WEB
che strano effetto sentire i libri letti alla radio, si riscoprono, forse abbiamo perso la capacità di fermarci a leggere, un lusso non più concesso. Un gioiello : radio2 che fa una cosa meravigliosa... Guerra e Pace letta in 140 caratteri per volta , finiranno nel 2028...
(Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 13/04/15 alle 08:58 via WEB
Sì, anche a me piace sentire i libri in radio. In questo modo scoprii Camilleri, che conoscevo soltanto dalle pur belle riduzioni televisive di Montalbano. Quando sentii la sua prosa alla radio, mi venne voglia di leggerlo.
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angelorosa2010
angelorosa2010 il 13/04/15 alle 09:05 via WEB
ricordo un'usanza del collegio dove ero da piccoletto : durante i pasti si stava rigorosamente zitti , ed uno scolaro leggeva una puntata di un libro, romanzi di avventure , non volava una mosca e forse lì ho imparato ad amare i libri , te lo immagini proporlo oggi ?
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 13/04/15 alle 09:24 via WEB
Ma no, guarda. Be', lo fanno a scuola, non in mensa, però con mio figlio è dalle elementari e ora sta continuando anche alle medie: fanno dei progetti con la biblioteca, per cui va una tipa in classe a fare delle letture, ai ragazzi piace molto. Ma tu dove hai studiato? In convento? :-) Comunque con mio figlio, quand'era piccolo, leggevo quando lo mettevo a letto. Poi ho visto che si distraeva e, siccome ha imparato a leggere molto presto, ho pensato di far leggere lui. Legge ad alta voce e io ascolto: è così che mi sto "leggendo" tutto Harry Potter.
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arw3n63
arw3n63 il 13/04/15 alle 15:03 via WEB
Infatti non bisognerebbe leggere critiche o recensioni prima, ma semmai dopo e leggere e farsi un'idea propria anche se comunque è influenzata dal proprio vissuto e dai condizionamenti culturali. Ma se lo leggi a scuola in classe come si faceva, con i commenti o comunque una sorta di spiegazione, dell'insegnante non so...
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 13/04/15 alle 15:14 via WEB
Be', ma quando devi ancora imparare è naturale che qualcuno ti insegni. Però poi magari quando il prof ti interroga e ti chiede l'intenzione dell'autore in un determinato brano, ti chiede anche da che cosa lo capisci, e di spiegare esattamente le parole e il modo in cui quell'intenzione è espressa. Ci sono tanti modi per insegnare ed esercitare il senso critico; anche cercare sapendo quello che si sta cercando.
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arw3n63
arw3n63 il 13/04/15 alle 15:30 via WEB
E allora mi domando perchè abolire il Manzoni e i Promessi Sposi a scuola se rappresentano una palestra?
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 13/04/15 alle 15:34 via WEB
Perché hanno fatto il loro tempo, ora sono inadeguati anche come palestra. Il mondo è diventato troppo complicato per affrontarlo con un armamentario ottocentesco.
(Rispondi) (Vedi gli altri 5 commenti )
 
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 13/04/15 alle 20:08 via WEB
Ma infatti.
Quand'è che esce la versione #promessisposi 2.0?
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 13/04/15 alle 20:44 via WEB
E' in edicola con il Corriere a solo un euro e cinquanta.
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PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 13/04/15 alle 22:10 via WEB
Anvedi, esiste già!
Ed io che pensavo di aver detto qualcosa di originale...
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arw3n63
arw3n63 il 14/04/15 alle 18:22 via WEB
Sarebbe più adeguato ai tempi moderni "50 sfumature?" Troppo trasgressivo? :-)Scherzi a parte, sostituire con letteratura del 900? Ci sono autori che varrebbe la pena di leggere in classe che rappresentano una realtà più vicina al tempo attuale?
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 14/04/15 alle 18:32 via WEB
La risposta nella prossima puntata: stay with us!
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card.napellus
card.napellus il 14/04/15 alle 20:02 via WEB
Veramente, dopo Manzoni c'è stato un mondo intero, il romanzo è stato fatto a pezzi, rivoltato e candeggiato, ucciso e rianimato. Se perdi un anno dietro a Manzoni, quanti anni dovrai perdere poi per far capire a quei poveri ragazzi Proust, Kafka, Borges, Hemingway... Se proprio si deve restare in Italia, un romanzo di Sciascia è godibile ancora oggi, i libri di Manganelli e Gadda sono miniere di parole meravigliose, Calvino dovrebbe essere letto per tre minuti prima di iniziare l'ora di italiano.
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 14/04/15 alle 20:46 via WEB
Io penso che sia giusto restare in Italia, per mantenere il discorso linguistico senza introdurre problematiche legate alla traduzione. Poi sugli scrittori del '900 ciascuno ha le proprie preferenze, e Calvino è senza dubbio fra le mie, e consiglierei agli studenti di leggerlo. Ma per un'operazione didattica preferisco Gadda.
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