Creato da simona.bua il 16/02/2010

ENDOMETRIOSI

Istruzioni di massima

 

 

Individuate due nuove varianti genetiche

Post n°19 pubblicato il 26 Gennaio 2011 da simona.bua

Endometriosi:
individuate 2 nuove
varianti genetiche

Individuate due nuove varianti genetiche legate a un aumentato rischio di sviluppare l'endometriosi: sono state scoperte dai ricercatori del Wellcome Trust Centre for Human Genetics e dell'University of Oxford (Regno Unito), del Queensland Institute of Medical Research (Australia) e del Brigham and Women's Hospital e dell'Harvard Medical School di Boston (Usa) guidati da Krina Zondervan dell'University of Oxford.
I ricercatori, nello studio pubblicato su Nature Genetics, hanno confrontato i genomi di oltre 5.500 donne inglesi, australiane e statunitensi affette da endometriosi, e li hanno poi confrontati con quelli di quasi 10.000 volontari sani. La prima variante è stata individuata sul cromosoma 7 e si ritiene sia coinvolta nello sviluppo dell'utero e del suo rivestimento. La seconda variante è stata trovata sul cromosoma 1, vicino al gene WNT4, importante per il metabolismo ormonale e lo sviluppo dell'apparato riproduttivo femminile, soprattutto delle ovaie.
"Sappiamo da qualche tempo che l'endometriosi è ereditaria - spiega Zondervan - ma finora non eravamo stati in grado di trovare le varianti genetiche che influenzano il robusto rischio per una donna di sviluppare la malattia".

di Miriam Cesta (24/12/2010)

http://salute24.ilsole24ore.com/articles/12342-endometriosi-individuate-2-nuove-varianti-genetiche

 
 
 

ENDOMETRIO e ADENOMIOSI

Post n°18 pubblicato il 10 Novembre 2010 da simona.bua

Membrana mucosa che tappezza la cavità dell’utero, e si continua con la mucosa che riveste le tube e il canale cervicale  essa costituisce la sede ove si impianta l’uovo fecondato. La superficie dell’e. è rivestita da uno strato di cellule epiteliali cilindriche, al di sotto del quale vi è uno stroma in cui sono contenute numerose ghiandole tubulari semplici che si aprono alla superficie.Nella donna sessualmente matura, dalla pubertà fino alla menopausa, la mucosa endometriale va incontro a modificazioni periodiche sotto l’influenza di ormoni prodotti dall’ovaio  tali modificazioni hanno lo scopo di preparare la mucosa stessa all’impianto dell’uovo fecondato e, se la fecondazione e l’annidamento dell’uovo non avvengono, sfociano nello sfaldamento emorragico della mucosa, con la comparsa del flusso mestruale. Le variazioni di struttura dell’e. si ripetono quindi ad ogni ciclo mestruale. Durante la prima metà del ciclo, detta fase proliferativa e influenzata dall’attività degli ormoni estrogeni, si ha la rigenerazione delle strutture ghiandolari e mucose frammentatesi e sfaldate durante il flusso mestruale precedente  l’e. aumenta quindi gradatamente di spessore, fino a 7-8 mm ca. Nella seconda metà del ciclo o fase secretiva, agisce sull’e. soprattutto il progesterone, sotto la cui influenza le ghiandole iniziano la loro attività secretiva  anche le cellule dello stroma si modificano, diventando più voluminose. Il mancato annidamento dell’uovo determina un infarcimento emorragico della mucosa  essa si distacca in lembi che cadono nella cavità uterina determinando il fenomeno del flusso mestruale. Se invece la fecondazione e l’annidamento dell’uovo hanno luogo, la mucosa modifica ulteriormente i suoi caratteri e prende allora il nome di decidua.La produzione degli ormoni estrogeni e del progesterone da parte dell’ovaio è controllata dall’ipofisi mediante la secrezione degli ormoni follicolo stimolante e luteinizzante, e questo meccanismo è a sua volta sotto l’influenza dei centri nervosi ipotalamici  l’aspetto della mucosa endometriale è quindi condizionato da tale complesso equilibrio ormonale che, se alterato, può dare luogo a modificazioni patologiche: iperplasia o ipoplasia delle ghiandole, maturazione irregolare, insufficiente attività secretoria ecc. Ne possono conseguire disturbi di vario tipo, tali da comportare a volte la sterilità.Con la menopausa, l’involuzione delle ovaie e il venir meno della loro secrezione ormonale sono causa di una progressiva ipotrofia di tutte le strutture endometriali.L’e., oltre le alterazioni patologiche determinate da disturbi ormonali, può andare incontro a processi infiammatori (endometriti), tumori benigni o maligni (polipi, carcinomi, sarcomi). A carico della mucosa endometriale si ha essenzialmente la comparsa di disturbi mestruali di vario tipo o di perdite emorragiche dalla cavità uterina.

http://www.corriere.it/salute/dizionario/endometrio/index.shtml

Si può definire l' adenomiosi  come la presenza di endometrio (cioè il tessuto che riveste la superficie interna dell’utero e che cresce e successivamente si sfalda ogni mese durante il ciclo mestruale) all’interno del muscolo uterino.
Questa patologia è stata studiata inizialmente nelle donne in perimenopausa in quanto è spesso causa di cicli abbondanti ed algie pelviche.
Negli ultimi anni l’attenzione si è maggiormente focalizzata su questa patologia in quanto le pazienti con endometriosi pelvica spesso associano anche la presenza dell’adenomiosi.
Il professor LEYENDECKER dell’Università di Erlangen, Germania, ha elaborato una teoria per spiegare l’insorgere di questa malattia e le sue conseguenze sia sull’architettura dell’utero sia come causa dello svilupparsi dell’endometriosi pelvica.
Ha condotto diversi studi nei quali ha constato come la contrattilità uterina sia diversa nelle pazienti sane rispetto a quelle malate. Le pazienti affette da endometriosi infatti presentano una iperperistalsi (un aumento delle contrazioni uterine).
Ha dimostrato, inoltre, come l’attività contrattile dell’utero sia legata ad un modello detto “archimetra” in cui l’utero è costituito da tre strati che lavorano sinergicamente. Nelle pazienti affette da endometriosi, studiate con la risonanza magnetica, lo strato giunzionale risulta molto più sottile rispetto ai casi controllo. Questo porta ad una una alterazione dell’attività contrattile dell’utero con successivo sviluppo dell’adenomiosi e dell’endometriosi pelvica.
Le cause di questa alterazione dell’archimetra non sono ancora state chiarite;  in diversi studi è evidente come questo sia legato al livello di estrogeni circolante.

http://www.liquidarea.com/2010/03/endometriosi-nuove-frontiere-per-il-trattamento/

 
 
 

Esperienza INTERVENTO in LAPAROSCOPIA

Post n°17 pubblicato il 30 Agosto 2010 da simona.bua

  • devi fare una preparazione alimentare per 3 giorni prima dell' intervento (dieta e purga/clistere, segui le istruzioni che ti verranno date, ma ricorda che bere un'intera bottiglietta di purga può creare dolore addominale e scariche molto frequenti); questa preparazione serve per liberare l' intestino durante l' operazione , quindi è molto importante
  • devi provvedere alla depilazione completa della zona (ma ti spiegheranno all' ospedale)
  • entri il giorno prima dell' operazione
  • poco tempo prima di entrare in sala operatoria ti verrà fatta una puntura un pochino dolorosa (antibiotico e se serve antistaminico) ,ti verranno date delle calze autoreggenti bianche (anti trombosi, che ti resteranno fino alle dimissioni) poi ti metteranno una flebo e ti addormenterai....
  • Ti risveglierai e non devi mangiare o bere nulla per 24 ore (altrimenti rischi di vomitare)
  • RICORDA di non parlare troppo perchè altrimenti l' aria che è stata utilizzata per l' intervento si sposta e sentirai forti dolori anche dietro la schiena e le spalle....
  • di solito le dimissioni per un intervento semplice sono entro le 48 ore dall' intevento, ma questo dato è variabile , così come la ripresa è una cosa molto soggettiva;
  • l' unica cosa che mi sento di consigliare è il proseguimento domiciliare dell' eparina per scongiurare il rischio di trombosi

 
 
 

Gli omega3 riducono il rischio?

Post n°16 pubblicato il 10 Luglio 2010 da simona.bua

Endometriosi
dieta a base di omega3
riduce il rischio

 

Un consumo regolare di alimenti ricchi di acidi grassi omega3 (grassi polinsaturi) aiuta a ridurre il rischio di endometriosi, mentre una dieta a base di grassi “cattivi” - soprattutto quelli trans - lo fa aumentare: è quanto emerge da uno studio pubblicato su Human Reproduction dai ricercatori dell’Harvard Medical School di Boston, negli Usa.

La ricerca, durata 12 anni e condotta su 70.709 partecipanti, ha dimostrato che non è la “quantità” dei grassi consumati abitualmente a influenzare il pericolo di sviluppare l`endometriosi, ma la “qualità”. Gli studiosi hanno infatti rilevato che le donne che seguivano una dieta ricca di omega3 correvano un rischio di incorrere nella patologia inferiore del 22% rispetto alle altre. Coloro che, invece, solitamente assumevano cibi in cui erano presenti molti grassi trans, avevano il 48% di probabilità in più di essere colpite dalla malattia.

“Lo studio dimostra che i cambiamenti dietetici possono effettivamente ridurre il rischio di sviluppare l’endometriosi – spiega Stacey Missmer, ricercatrice dell`Harvard Medical School -. Anche se dovranno essere confermati da ulteriori ricerche, i nostri risultati dimostrano che non è la quantità, ma il tipo di grassi a ostacolare o favorire l’insorgere della malattia”.

http://salute24.ilsole24ore.com/salute/alimentazione/

 
 
 

Esame del sangue per prevedere la menopausa

Post n°15 pubblicato il 28 Giugno 2010 da simona.bua

(ASCA) - Roma, 28 giu - Un semplice test del sangue in grado di prevedere l'eta' in cui la donna entrera' in menopausa con un margine medio di errore di soli quattro mesi: e' stato messo a punto dai ricercatori della Shahid Beheshti University of Medical Sciences in Tehran (Iran) guidati da Ramezani Tehrani e verra' presentato oggi a Roma nel corso della 26a riunione annuale della European Society of Human Reproduction and Embryology (Eshre).
I ricercatori hanno prelevato, a cadenza annuale, campioni di sangue da 266 donne di eta' compresa tra i 20 e i 49 anni per misurare le concentrazioni di un ormone che viene prodotto nelle ovaie delle donne, l'ormone anti-Mulleriano (AMH), responsabile di controllare lo sviluppo dei follicoli nelle ovaie e quindi la funzionalita' ovarica. I ricercatori hanno realizzato una scala secondo cui tanto piu' l'ormone AMH e' presente nel sangue, tanto meno precoce sara' l'esordio della menopausa: ''I nostri risultati indicano che l'ormone AMH e' in grado di specificare lo stato riproduttivo di una donna - conclude Teherani -. Ora sono necessari studi su una popolazione di donne piu' estesa per avvalorare ulteriormente i nostri risultati''.

 http://salute.asca.it/interna.php?

 
 
 
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