Creato da simona.bua il 16/02/2010

ENDOMETRIOSI

Istruzioni di massima

 

 

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Ormoni ed alimentazione nell' endometriosi

Post n°9 pubblicato il 19 Marzo 2010 da simona.bua
 

L' endometriosi è una malattia che dipende dalle secrezioni ormonali e gli estrogeni hanno un ruolo importante nel suo sviluppo, anche se non ne sono la causa .

http://www.benessere.com/salute/disturbi/endometriosi.htm

L'endometriosi è una malattia endocrino-dipendente e gli estrogeni hanno indubbiamente un ruolo importante nel suo sviluppo ma non può essere certamente attribuita ad essi la sua etiologia (la causa).

http://www.salutedonna.it/endometriosi.htm

Nella donna l'ovaio ha funzioni importanti, dalla gametogenesi a funzioni ormonali. La gonadi femminili (ovaie) sono quiescenti fino al periodo di pubertà, quando su stimolo delle gonadotrofine ipotalamiche, stimolate a loro volta da parte dell'ipofisi, si ha la maturazione delle gonadi, che porta all'inizio del periodo delle mestruazioni, che comparirà ciclicamente per circa 30-40 anni. Quando questo stimolo viene a mancare finisce il periodo ciclico delle mestruazioni e la donna entra in menopausa. Ormoni rilasciati dalle gonadi femminili sono il follicolostimolante (FSH) e il luteinizzante (LH); in risposta al follicolostimolante vengono prodotti estrogeni, che causano dapprima la crescita del seno e, dopo i primi anni, divengono sufficienti a provocare le perdite emorragiche tipiche del ciclo. All'inizio di ogni ciclo un numero più o meno variabile di follicoli, che contengono ognuno un ovocita, maturano su stimolo dell'ormone follicolostimolante. Dopo 5 o 6 giorni uno dei follicoli, il follicolo dominante, termina la maturazione prima degli altri e comincia a produrre estrogeni su stimolo dell'ormone luteinizzante. Gli estrogeni prodotti inibiscono il rilascio di FSH con regressione dei follicoli non maturi. Poco prima dell'ovulazione si ha il picco nella produzione di estrogeni (come estradiolo, estrone e etriolo) e il follicolo inizia a produrre progestinici. Questo comporta un incremento di FSH e LH che causa lo scoppio della cavità follicolare e la proliferazione delle cellule della cavità follicolare in corpo luteo, che al termine del ciclo va incontro a regressione in caso di mancata fecondazione.
I recettori degli estrogeni e dei progestinici si trovano nel nucleo cellulare, e il legame col target attiva fattori di trascrizione e aumenta la trascrizione di alcuni geni, che codificano per proteine e recettori che comportano gli effetti fisiologici.

Estrogeni: Estradiolo, Estrone, Estriolo, Etinil Estradiolo, Quinestrolo, Mestrenolo, Clorotrianisene, Metellenestril, Dietilstilbestrolo….

http://www.farmacoteca.com/farmaci/farmaci_estrogeni.asp

La corretta alimentazione non si limita ad un ruolo preventivo (è dimostrato da ricerche scientifiche anche italiane che il largo uso di frutta e verdura riduce significativamente il rischio di endometriosi, mentre il grande consumo di carne rossa lo aumenta fino al 100%!), ma può svolgere un'azione fondamentale anche nella malattia. In particolare, se optiamo per quegli alimenti in grado di contenere l'infiammazione – e quindi i fenomeni dolorosi -, invece di quelli che l'accentuano: sono diversi gli studi scientifici che, in anni recenti, hanno evidenziato i legami diretti tra cibo e stati infiammatori.  costituiscono il perno attorno cui la naturopatia suggerisce di far ruotare l'alimentazione quotidiana, grazie alla loro ricchezza in vitamine, minerali, enzimi, antiossidanti, fibre (necessarie per la corretta funzionalità intestinale, per evitare i picchi di insulina - ormone proinfiammatorio - e per diminuire il tasso di estrogeni circolanti nel sangue). Frutta, verdura, germogli, semi oleaginosi (noci, mandorle ecc.) - sempre rigorosamente biologici e freschi - costituiscono il perno attorno cui la naturopatia suggerisce di far ruotare l'alimentazione quotidiana, grazie alla loro ricchezza in vitamine, minerali, enzimi, antiossidanti, fibre (necessarie per la corretta funzionalità intestinale, per evitare i picchi di insulina - ormone proinfiammatorio - e per diminuire il tasso di estrogeni circolanti nel sangue). Tra i cereali vanno decisamente preferiti quelli integrali, per evitare la perdita, con la raffinazione, del loro capitale vitaminico-minerale e perché l'assorbimento di zuccheri è più graduale che con i cerali raffinati (fenomeno che contiene i picchi di glicemia e la produzione di massicce quantità di insulina). Tra le proteine, sono da privilegiare i legumi, in particolare la soia, che sono ricchi di fitoestrogeni ad azione antagonista sulla produzione estrogenica endogena, e il pesce grasso di mare con i suoi omega 3 dalle proprietà antinfiammatorie. I condimenti migliori sono l'olio di oliva extravergine (ricco di vitamina E, antinfiammatoria) e l'olio di lino (una delle fonti vegetali più ricche di acidi grassi essenziali), entrambi biologici e spremuti a freddo.E' invece bene ridurre la carne, specie quella rossa, e i latticini, che, da un lato, promuovono la produzione di prostaglandine di tipo II, sostanze mediatrici dell'infiammazione, dall'altro sono cibi in cui con grande frequenza si ritrovano estrogeni aggiunti. Meglio astenersi anche da caffeina e alcol e ridurre di molto il sale, senza dimenticare i cibi che lo contengono in gran quantità, come i salumi e molti prodotti da forno industriali (persino quelli di sapore dolce!). Lo zucchero merita un attenzione particolare, vista la sua capacità di aumentare drammaticamente la glicemia. Andrebbe rigorosamente evitato, così come tutti i cibi che lo contengono (che, tra l'altro, sono quasi tutti “cibi-spazzatura”): merendine, bibite industriali, dolci vari, cioccolato, gelati, ecc. Insomma un approccio alimentare ispirato ai criteri dell'igienismo naturopatico o come quello proposto da DietaGIFT si rivela vincente anche in questo caso.

L'infiammazione sistemica può essere anche significativamente controllata mediante la rotazione settimanale degli alimenti a cui, dopo essersi sottoposti a specifico test, si sia eventualmente risultati intolleranti.

Solo a questo punto può avere senso intervenire con la supplementazione – se necessaria - per riequilibrare il sistema immunitario e modulare l'infiammazione, grazie a minerali come zinco, rame, manganese (contenuti in OXIMIX 3), vitamine, come la E, piante, tra cui uncaria, zenzero, incenso e liquirizia, e altre sostanze quali i bioflavonoidi e gli acidi grassi essenziali.

Un trattamento di particolare interesse è ovviamente quello di riequilibrio ormonale, da attuare, oltre che con gli alimenti ricchi in già visti e in particolare con la soia, con piante come l'fitoestrogeniagnocasto, il trifoglio, la cimicifuga, l'angelica cinese o dong quai. E' utile anche il gemmoderivato di lampone, che agisce sull'asse ipofisi-ovaie .

Per la naturopatia è poi essenziale il benessere intestinale: potrà quindi essere necessario procedere anche a un completo trattamento dell'intestino, mediante disinfezione, correzione della disbiosi (i batteri patogeni infatti stimolano il sistema immunitario), ripristino della flora batterica “buona” grazie a prebiotici e un mix di probiotici e infine eventuale ricostituzione dell'integrità della mucosa .

Il trattamento intestinale deve necessariamente essere affiancato da interventi di miglioramento della detossificazione epatica. Il fegato infatti ha il compito di metabolizzare gli estrogeni e di eliminarli attraverso la bile: si può perseguire l'obiettivo di fare funzionare al meglio quest'organo con piante quali il cardo mariano, la , il tarassaco e il carciofo, nonché vitamine del complesso B, glutatione e la triade metionina-colina-. inositolocurcuma 

In ultimo, utilissima sia per ridurre la presenza di estrogeni che per migliorare la funzionalità insulinica è la regolare e moderata attività fisica, almeno tre volte alla settimana.

Esistono indubbiamente moltissime altre soluzioni naturali, a disposizione di chi voglia semplicemente contenere i sintomi dell'endometriosi (in primo luogo, piante come il salice o l'olmaria). Ma questo è l'approccio medico: il lavoro del naturopata è un altro e consiste nel migliorare il terreno individuale. E per far questo ha a disposizione le tante strategie che abbiamo elencato.

http://www.eurosalus.com/naturopatia/risposte-ai-lettori/endometriosi.html 

Sappiamo che una dieta per essere equilibrata deve contenere la giusta dose di fibre: le fibre, contenute in cereali, legumi, frutta, verdura e in dose minore nella pasta e nel pane e negli altri alimenti, sono necessarie alla salute intestinale e ci permettono di avere una giusta regolarità. Nella dieta dimagrante, alimenti ricchi di fibre come quelli integrali, la frutta e la verdura sono strumenti utili perché aumentano il senso di sazietà, permettendo al paziente di mangiare di meno. Viceversa, una dieta povera di fibre può alla lunga danneggiare il tratto intestinale, impedire la regolarità e alla lunga intossicare l'organismo.  Tuttavia, un nuovo studio sugli alimenti ricchi di fibre ci avverte sul loro potenziale effetto controproducente, soprattutto per le donne. Secondo una ricerca americana pubblicata dall'American Journal of Clinical Nutrition, infatti, le donne che prediligono nella dieta alimenti ricchi di fibre e quindi mangiano legumi e cereali, frutta e verdura, potrebbero avere livelli più bassi di estrogeni e ovulare meno spesso rispetto a quante avevano una dieta povera di fibre. Lo studio è paralizzante laddove il consumo di fibre giudicato sfavorente per le donne è quello medio di 20-35 grammi. Quindi chi fa una dieta sana ma normale, scegliendo alimenti ricchi di fibre per la propria salute, può avere livelli di estrogeni (e altri ormoni riproduttivi: progesterone, ormone luteinizzante e ormone follicolo-stimolante) più bassi rispetto a chi invece fa una dieta "sbagliata". In particolare le fibre della frutta sarebbero collegate, con un alto consumo, a cicli mestruali anovulatori.   

Questa ricerca non intende demonizzare gli alimenti ricchi di fibre come frutta, cereali e verdure: un'alimentazione con le giuste fibre è ideale per stare bene e riduce i rischi di cancro intestinale, cancro al seno e numerose patologie tra cui il diabete. E' tuttavia biologicamente plausibile che molte fibre abbassino l'attività di alcuni enzimi intestinali, portando a un minor riassorbimento di estrogeni nel colon. Da qui la singolare scoperta. I ricercatori però avvertono: questo studio è utile alle donne che cercano di avere un figlio e che, per il periodo del concepimento, possono diminuire le fibre dalla loro dieta, moderando in particolare gli alimenti ricchi di fibre

  http://www.medicina-benessere.com/GINECOLOGIA/alimenti_ricchi_di_fibre.html

 
 
 
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