Creato da simona.bua il 16/02/2010

ENDOMETRIOSI

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Endometriosi tra le cause Bisfenolo A

Post n°13 pubblicato il 12 Aprile 2010 da simona.bua

(ANSA) - ROMA, 8 APR - L'endometriosi puo' insorgere se l'embrione viene 'contaminato' nelle prime settimane da un componente della plastica di uso quotidiano.

Si tratta del bisfenolo A. A dimostrare una delle cause della malattia invalidante, di cui soffrono 3 milioni di donne in Italia, e' stato uno studio tutto italiano condotto dal professor Giulio Signorile con la Fondazione Italiana Endometriosi. Lo studio e' stato presentato a Roma al convegno internazionale sulla patologia.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2010/04/08/visualizza_new.html_1760670539.html

ROMA

Plastica nemica delle donne. C’è infatti una componente di materiali plastici di uso comune, il Bisfenolo A, tra le cause scatenanti dell’endometriosi, una malattia che colpisce 3 milioni di italiane e in due casi su cinque porta all’infertilità.

Il bisfenolo A e sostanze simili (la “famiglia” degli interferenti endocrini), se somministrati nel primo periodo di gravidanza, infatti, provocano la malattia. È la scoperta tutta italiana, realizzata da un gruppo di scienziati di diversi atenei guidati da Pietro Giulio Signorile, presidente della Fondazione italiana endometriosi (Fie), e presentata a Roma nel corso del congresso internazionale “Interferenti endocrini: endometriosi e infertilità”.

«La scoperta consiste - spiega Signorile - nell’aver riprodotto l’endometriosi nel modello animale, somministrando ad un gruppo di topi femmine un interferente endocrino (Bisfenolo A). Nella prole nata da queste madri si è riscontrato, nel 30% dei casi, la presenza di endometriosi nel tessuto adiposo periuterino (ovvero al di fuori dell’utero), mentre nel gruppo di controllo non trattato con Bisfenolo A è stato riscontrato un solo caso di endometriosi nella prole femminile (5%). Questo studio ha dimostrato per la prima volta al mondo la presenza dell’endometriosi nei topi e che gli interferenti endocrini agiscono come fattore epigenetico».

Il ministero per le Pari opportunità, insieme alla Fondazione, all’Inps e all’Inail, ha detto il ministro Mara Carfagna nel suo messaggio inviato al congresso, «è in prima linea nella lotta all’endometriosi che in Italia colpisce un numero veramente elevato di donne, il 30% di quelle in età fertile. L’obiettivo è quello di non abbassare mai la guardia su una patologia che è ancora sottovalutata, è causa di infertilità per le donne che ne soffrono ed è anche parzialmente invalidante con conseguenti riflessi negativi nella vita privata, sociale e lavorativa. Una malattia di genere che può dare origini a discriminazioni per le donne. Discriminazioni che dobbiamo abbattere, a tutti i costi».

L’endometriosi può provocare infertilità, forte dolore pelvico, cicli mestruali molto dolorosi, difficoltà nei rapporti di coppia e persistente stanchezza fisica. È di difficile diagnosi perché si manifesta con quegli stessi sintomi che insorgono generalmente nel periodo mestruale. Disagi gravi che si traducono in un costo sociale di circa 6 miliardi di euro l’anno in Italia e 30 miliardi in Europa, anche per congedi lavorativi legati alla patologia.

Nel nostro Paese, in particolare, la degenza media di ricovero è pari a 4,6 giorni e il costo rimborsato alle Regioni dal Servizio sanitario nazionale è di soli 2.773,80 euro per paziente. Tra le conseguenze del ritardo diagnostico, che in Europa si attesta in media sui 9 anni, c’è l’infertilità e, negli ultimi stadi, l’asportazione di parte dell’intestino o danni all’apparato urinario.

Una malattia che incide negativamente anche sulla nostra economia e che, con oltre 33 milioni di giornate lavorative perse e 128 milioni di euro per l’acquisto di farmaci, costa al nostro Sistema sanitario nazionale 182 milioni di euro all’anno, 54 dei quali per il solo trattamento chirurgico.
http://www3.lastampa.it/scienza/sezioni/news/articolo/lstp/183242/

 

Endometriosi:
sotto accusa il bisfenolo, componente della plastica

Il bisfenolo A, sostanza chimica presente nella maggior parte delle materie plastiche, è una delle cause scatenanti dell`endometriosi, malattia tipicamente femminile - dalla causa ancora sconosciuta - che interessa 3 milioni di italiane e causa infertilità nel 40% dei casi. Dalla scoperta, effettuata da un gruppo di studiosi di diverse università italiane guidati da Pietro Giulio Signorile (nella foto), presidente della Federazione Italiana Endometriosi (FIE), e presentata a Roma nel corso del congresso "Interferenti endocrini: endometriosi e infertilità" emerge, in particolare, che l`endometriosi si sviluppa nei feti femminili già nel pancione se durante la gravidanza la futura mamma viene esposta al bisfenolo A e ad altri inquinanti ambientali.
L`endometriosi è una malattia che interessa l`endometrio, il tessuto che riveste l`interno dell`utero, dalla causa ancora sconosciuta. Interessa 150 milioni di donne in tutto il mondo, di cui 3 milioni in Italia, per una spesa a carico del Servizio Sanitario Nazionale di 126 milioni di euro all`anno. Definita "silenziosa" perché poco conosciuta e perché i sintomi che la caratterizzano sono molto simili ai dolori mestruali, e quindi spesso vengono considerati  "normali", si manifesta con dolore pelvico intenso, irregolarità intestinali con alternanza di stitichezza e diarrea, pancia gonfia, rapporti sessuali dolorosi e stanchezza fisica, e nel 40% dei casi causa infertilità.
La ricerca di Signorile e colleghi compie un passo in avanti nella comprensione delle cause che scatenano la patologia. "Abbiamo capito che l`origine dell`endometriosi ha una correlazione con diversi inquinanti ambientali (interferenti endocrini), tra cui, in particolare, il bisfenolo A, utilizzato per la produzione di diversi tipi di materiali plastici". L`intuizione nasce dalla scoperta della formazione di tessuto endometriosico nei feti umani alla sedicesima settimana di gestazione, "il che ci ha fatto intuire che la malattia ha un`origine embriogenetica - spiega il presidente FIE -. Abbiamo allora lavorato su modelli animali per capire se alcuni fattori di inquinamento ambientale, come il bisfenolo A e la diossina, potessero influenzare lo sviluppo della patologia negli embrioni".
Due gruppi di topoline incinte sono state sottoposte ai fattori inquinanti, mentre un terzo gruppo è stato utilizzato come gruppo di controllo. "Alla fine dello studio abbiamo rilevato che il 30% dei topini partoriti dalle topoline che erano state sottoposte a inquinamento ha sviluppato la malattia, contro il 5% del gruppo di controllo, mettendo in evidenza una correlazione tra gli inquinanti e lo sviluppo della patologia".
Se il bisfenolo A - così come altri agenti inquinanti simili - vengono somministrati nel primo periodo della gravidanza, quindi, possono causare l`endometriosi. L`embrione, infatti, spiega Singorile, "è estremamente sensibile a queste sostanze, così come molto sensibili sono anche il feto e il neonato. Il bambino lo è meno, e l`adulto ancor meno, per questo si deve fare attenzione soprattutto alle prime fasi della gravidanza - proteggendo soprattutto determinate categorie di lavoratrici esposte a certi inquinanti - e fin quando il bambino è piccolo".
Le prime testimonianze della malattia risalgono al 1600, "ma solo nell`ultimo secolo si comincia a parlare dell`endometriosi come malattia". La diagnosi prevede un protocollo basato su esami per immagini, esami del sangue e sulla valutazione sintomatologica "che non deve essere trascurata e sottovalutata - spiega Signorile -. Troppo spesso le ragazze che lamentano mal di pancia piuttosto forti vengono mandate dallo psicologo perché si pensa che siano dolori, in qualche modo, frutto di suggestione". Quanto alla prevenzione primaria  "non si può far nulla, purtroppo - spiega Signorile -. Importante è invece la `prevenzione secondaria`, che si può fare attraverso una buona informazione per far conoscere meglio la malattia".

di Miriam Cesta (08/04/2010)

 http://salute24.ilsole24ore.com/articles/7068-endometriosi-sotto-accusa-il-bisfenolo-componente-della-plastica?refresh_ce

 
 
 
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