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un paese ci vuole per non essere soli (Cesare Pavese)

 

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« oggi piove...Appunti dal Myanmar »

Suu Kyi

Post n°580 pubblicato il 27 Settembre 2007 da snoopy68

La storia della dissidente storica birmana Aung San Suu Kyi e la sua persona incarnano le aspirazioni e le speranze di un Paese, Myanmar (l'ex Birmania), che dall'ormai lontano 1962 subisce una feroce dittatura militare. Premio Nobel per la Pace 1991, figlia del generale Aung San, l'eroe nazionale che avviò la Birmania verso l'indipendenza dalla Gran Bretagna, Suu Kyi nasce a Yangon (già Rangoon) il 19 giugno del 1945 e compie gli studi in Birmania ed in India, dove la madre era ambasciatrice. Laureatasi con una borsa di studio a Oxford in filosofia, scienze politiche e scienze economiche, è poi assunta dal segretariato delle Nazioni Unite a New York.

Nel 1972 sposa un professore universitario britannico, Michael Aris, con il quale ha due figli. Nel 1988, torna a Rangoon al capezzale della madre morente. Nella capitale si trova coinvolta nei moti democratici contro il regime del dittatore Ne Win. In un paese sottoposto alla legge marziale, chiede con veemenza in quella circostanza la formazione di un governo provvisorio e libere elezioni. Fonda subito dopo la Lega nazionale per la democrazia (Ldn). Chiede a tutti coloro che condividono le sue idee e i suoi obiettivi di usare sempre e solo i metodi della non-violenza.

Nel luglio del 1989, la giunta militare succeduta a Ne Win mette Suu Kyi agli arresti domiciliari, dove la leader rimarrà per sei anni. Mentre Suu Kyi si trova confinata in casa, l' Ldn vince nettamente le elezioni indette dai militari nel maggio 1990 ma la giunta non riconoscerà mai questi risultati.

Nel 1991, Aung San Suu Kyi è insignita del premio Nobel per la Pace, che viene ritirato ad Oslo dal figlio maggiore.

Nel luglio 1995, viene rimessa in libertà. Nel 1999, la giunta impedisce al marito Michael Aris, gravemente malato, di tornare a Yangon da Londra, dove poi muore. E a lei impongono una scelta crudele: partecipare ai funerali e rimanere in esilio o continuare la lotta in patria. Lei resta e, nel settembre 2000, viene di nuovo confinata in casa. Il 30 maggio 2003 viene posta agli arresti domiciliari in totale isolamento.

Il 25 maggio 2007 gli arresti vengono prorogati per un altro anno. La leader dell'opposizione, che qualcuno in Occidente ha paragonato a Mandela e a Gandhi, è stata privata della libertà per 12 degli ultimi 18 anni.

...dalla rete 

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Commenti al Post:
marea14
marea14 il 28/09/07 alle 00:53 via WEB
una grande donna ...
 
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Data di creazione: 29/10/2005
 
 

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