La presenza degli Umiliati a Milano: due testimoni eccellenti

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lana-5Cara lettrice, caro lettore, vi ho già presentato l’ordine religioso protagonista del romanzo “Humilitas”: gli Umiliati. Nelle successive parole chiamerò due illustri personaggi del tempo a testimoniare la loro presenza e le loro qualità nel contesto milanese del tempo. Il primo personaggio è l’autore anonimo del Chronicon universale di Laon, un’antica diocesi cattolica. In questo modo ne descriveva la presenza: “Verso l’anno 1178 alcuni cittadini della città lombarda, pur rimanendo con le loro famiglie e presso le loro case, si consacrarono ad un particolare genere di vita religiosa. Essi fecero voto di non più mentire, di non più giurare, di non più intentare liti, di vestire assai modestamente e di diffondere, infine, la fede cattolica di fronte agli eretici”.  In un periodo di fermento religioso come quello del XII e del XIII secolo, durante i quali nacquero importanti ordini mendicanti, quello degli umiliati si distingue perché nasce con famiglie che fanno una scelta di vita in controtendenza del malcostume della Chiesa del tempo. Corruzione, sfarzo, prepotenze caratterizzavano la quotidianità cittadina e religiosa. La volontà era quella di ritornare alle origini delle prime comunità cristiane, continuando a vivere col lavoro delle proprie mani e inseriti nel contesto civile. Milano era una città che attirava anche altri gruppi di persone che proponevano nuovi stili di vita: catari, patarini, manichei… gruppi dichiarati eretici dalla Chiesa. Gli stessi Umiliati vennero scomunicati nel 1184 da Papa Lucio III che li accomunò ai valdesi. Come si diceva precedentemente, la numerosa presenza di gruppi eretici poteva aver attratto alcuni umiliati ma prevalse la volontà di rimanere in seno alla Chiesa. Fu grazie a Papa Innocenzo III che gli Umiliati si dotarono di una Regola e furono organizzati in tre ordini: il primo ordine clericale, composto da professi e professe che si stabilivano in una comunità monastica; il secondo ordine laicale di uomini e di donne che si stabilivano monasticamente in case religiose; il terzo ordine composto da  laici che rimanevano nelle proprie famiglie. Col passare del tempo, il terzo ordine perse sempre più importanza perché la volontà della Chiesa era ben precisa, ovvero dare il potere in mano ai consacrati (meglio se maschi) rispetto ai laici, ancor più se questi ultimi si presentavano come famiglia.

Giacomo da Vitry predicatoreGiacomo da Vitry è il secondo testimone dello stile di vita che conducevano gli Umiliati, dei quali dà un giudizio molto positivo. Nato a Reims, in Francia, ricoprì incarichi di vescovo, cardinale, teologo e soprattutto predicatore per la crociata contro i mussulmani e gli albigesi. Viste le sue capacità oratorie, fu mandato dal Papa a Milano per far desistere la città all’alleanza con Ottone IV di Brunswick, re di Germania ed imperatore di fazione guelfa, poi scomunicato da papa Innocenzo III. In questa occasione conobbe gli Umiliati dei quali scrisse: “In tutta la città di Milano, fovea hereticorum, a stento si sarebbe potuto trovare chi fosse in grado di opporsi al dilagare dell’eresia, ad eccezione di alcuni santi uomini e religiose donne, che dai maligni e dai profani sono designati col nome di patarini (eretici). Dal sommo pontefice però, dal quale hanno l’autorità di predicare e di confutare gli eretici, e dal quale anzi la loro religione venne approvata, sono chiamati Umiliati. Sono uomini e donne che, dopo aver abbandonato tutto per amore di Cristo, si raccolgono nelle loro case, vivono del lavoro delle proprie mani, odono spesso la parola del Signore e la predicano essi stessi, perfetti nella loro fede, efficaci nelle opere.

La presenza degli Umiliati a Milano: due testimoni eccellentiultima modifica: 2017-10-17T23:48:17+02:00da humilitasomniavincit
2017 "Humilitas" by Diego Moretti