Silenzio si fa sera, finalmente la giornata volge al termine, passo la mano sul tavolo e sento sotto le dita la penna magica, ho stupidamente acceso il mio televisore e come sempre mi do una buona motivazione per spegnerlo.

Le giustificazioni del politico di turno fanno venire il voltastomaco, mi chiedo dove siano finite le care buone risse politiche di una volta.

Scorrendo le immagini trovo un vecchio manifesto di Novecento, uomini e donne che marciano insieme, mi riconcilio col mondo perché da solo non posso far danni.

Premesso questo la penna non smette di fremere per portare la mano su qualcosa che possa esser degno di menzione ed ora me ne viene in mente una sola, la forza dell’amore.

Amore è molte cose, non si riduce ad un rapporto a due o ad un bacio, amare la vita è stare con le persone vivendole alla pari, è non arrendersi alla sorte e combattere per l’ideale.

Puskin definiva l’amore una musica, altri lo definiscono solitudini che si proteggono a vicenda, si tratta di un’opera d’arte che all’esterno può essere semplicemente ammirata ed all’interno vissuta.

Ogni numero è composto da unità, una coppia è l’unico esempio anomalo in cui quando tutto funziona il distinguo è impossibile, nel teatro delle ombre qualsiasi cosa si muova dietro il velo ha la medesima forma.

Una vita trascorsa a cercare i dettagli delle cose, ingrandendo i particolari, usando strumenti quando sembravano lontani ed ora scoprire che l’insieme è semplicemente la somma di quelle piccole cose, poterti dire “sei” e considerarmi fortunato per aver scoperto te.

Son corso via dalla folla per chiudermi in un eremo lasciando che il chiasso continuasse, godo il silenzio di questo piccolo rifugio che mi permette di pensare ad una donna senza aver distrazioni che possano impedirmi di farlo.

Questo scrivere assomiglia a guardare un film chiamato vita, vorrei sentirti serenamente coinvolta e lo sarai se la visione andrà dagli occhi al cuore senza passare per il cervello, fallo, io oggi mi sento il vagabondo.