Uno specchio, due specchi, tre specchi, quanti ne occorrono per vedere dentro noi?, quante volte dobbiamo guardarci per trovare ciò che non va?, proiettiamo sugli altri il noi che vorremo e quello che odiamo, senza guardarci dentro, un bel giorno lo facciamo perché costretti, quel giorno impariamo ad esistere.

Esistere, vivere, sentire veramente cosa abbiamo e le cose desiderate avrebbero un senso diverso, molto diverso da quanto abbiamo sino a questo punto creduto avessero.

Roboanti teorie sulla vita, celestiali visioni promesse, ed ora, siamo qui, siamo noi, di fronte a noi solamente il nostro io, quel che mostriamo all’altro diventa il nostro essere. e tutto nasce per caso, stregata dalla luna appare all’orizzonte una persona che mai ti saresti aspettato di conoscere, sa di te, ti sente, ti guida ed incoraggia.

E ricomincia la cura dello specchio, soli davanti ad uno specchio tenuto nel palmo della mano, come facessimo predizioni sul futuro, cercandoci nel presente, ecco i nostri occhi cambiare visuale, i nostri sentimenti prendere colori netti, le voglie, si..anche la voglia di un piacere intenso, morbidamente e morbosamente nostro.

Uno specchio, due specchi, tre specchi, ed ora si sono uniti, uno parla, uno ascolta, uno guarda, ci parla con la nostra voce, ci guarda con i nostri occhi, ci ascolta parlare ed è come l’eco, silenzio, e parla ancora, ed ascoltiamo sino all’ultima sillaba quanto ci sta dicendo.

Ora attendiamo il silenzio, un silenzio di pace, serenità interiore, i sensi allertati sino a questo momento, sentono il calore di un orgasmo interiore, ci stiamo liberando, possiamo respirare, il dare spazio alla vita diventa naturale, sentiamo l’aria che penetra dai polmoni al cervello, sorridiamo.

Ancora il piacere, imparare a piacersi per piacere, e desiderare solo di regalare un sorriso, serenità, sentire quell’effluvio del calore umano uscire da dentro, caldo, bollente, invasivo, lava umana, tutto questo puoi farlo amando, e amandoti, dicendo semplicemente “amami ancora”