Pausa caffé

Battute, umorismo e chi più ne ha più ne metta

Creato da stefano_pd_1965 il 15/09/2005

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Cosa accade quando un papà decide di cambiare il pannolino al suo bebè...

Post n°89 pubblicato il 30 Aprile 2009 da stefano_pd_1965
 

Innanzitutto il pannolino può essere cambiato per tre ragioni:
– perché lo dice la mamma;
– perché lo dice la suocera;
– perché ce n'è effettivamente bisogno.

Naturalmente il gesto perde, nei primi due casi, gran parte della sua drammaticità. Il vero, autentico, cambio di pannolino prevede la presenza della materia prima. Di solito accade così: la mamma prende in braccio il bambino, lo annusa un po' e dice, con voce gaia e piuttosto cretina: "E qui cosa abbiamo fatto, eh? Sento un certo odorino... Cosa ha fatto l'angioletto?". Poi va di là e vomita. A questo punto si riconosce il padre di destra e il padre di sinistra: il padre di destra dice: "Che schifo!", e chiama la tata; il padre di sinistra prende il bambino e lo va a cambiare.

Il pannolino si cambia, rigorosamente, sul fasciatoio. Il fasciatoio è un mobile che, quando lo vedi a casa tua, capisci che un sacco di cose sono finite per sempre, tra le quali la giovinezza. Comunque è studiato bene: ha dei cassettini vari e un piano su cui appoggiare il bambino.

Far star fermo il bambino su quel piano è come far stare una trota in bilico sul bordo del lavandino. È fondamentale non distrarsi mai. Il neonato medio non è in grado quasi di girarsi sul fianco, ma è perfettamente capace, appena ti volti, di buttarsi giù dal fasciatoio facendoti il gesto dell'ombrello: pare che si allenino nella placenta, in quei nove mesi che passano sott'acqua.

Dunque: tenere ben ferma la trota e sperare in bene. Una volta spogliato il bambino, appare il pannolino contenente quello che Gadda chiamava "l'estruso".

È il momento della verità. Si staccano due pezzi di scotch ai lati, e il pannolino si apre. La zaffata è impressionante. È singolare cosa riesca a produrre un intestino tutto sommato vergine: cose del genere te le aspetteresti dall'intestino di tua suocera, non di tuo figlio. Ma tant'è: non c'è niente da fare. O meglio: si inventano tecniche di sopravvivenza. Fateci caso: se non guardate potrebbe anche sembrare che vostro figlio si sia seduto su una confezione famiglia di Yomo doppia panna. Se guardate è più difficile. Ma senza guardare... con questo sistema si riescono a ottenere ottimi risultati.

Impugnare con la mano sinistra le caviglie del bambino e tirarlo su come una gallina. Con la destra aprire la confezione di salviettine profumate e prenderne una. Neanche il mago Silvan ci riuscirebbe: le salviettine vengono via solo a gruppi di ottanta. Scuotete allora il blocchetto fino a rimanere con tra le dita un numero inferiore a cinque salviette.

A questo punto di solito la gallina-trota, stufa di stare appesa come un idiota, dà uno strattone: anche se non vi cade, riuscirà comunque a spargere un po' di cacca in giro. Tamponate ovunque con le salviettine profumate. Ritirate su il pollo, e con gesto rapinoso pulite il sedere del bambino. Posate le salviettine usate nel pannolino e richiudetelo.

A quel punto la vostra situazione è: nella mano sinistra un pollo-trota coi lineamenti di vostro figlio; nella mano destra, un'arma chimica ufficialmente bandita dalla convenzione di Ginevra. Non andate a buttare la bomba chimica: la trota scivolerebbe per terra; quindi, posatela nei paraggi (la bomba, non la trota) registrando il curioso profumo di yogurt che si spande per l'aria.

Senza mollare la presa con la mano sinistra, usate la destra per detergere a fondo e poi passate all'olio. Ve ne versate alcune gocce sulla mano. Esse scivoleranno immediatamente giù verso il polso, valicheranno il confine dei polsini, e da lì spariranno nell'underground dei vostri vestiti. La sera ne troverete traccia nei calzini.

Completamente lubrificati, passate alla Pasta di Fissan, un singolare prodotto nato da un amplesso tra la maionese Calvè e del gesso liquido: ne riempite il sedere del pollo, e naturalmente ve ne distribuite variamente in giro per giacche, pantaloni, ecc..

A questo punto avreste praticamente finito. Ma a questo punto il bambino fa pipì. Il bambino non fa pipì a caso: la fa sul vostro maglione. Voi fate un istintivo salto indietro. Errore. La trota, finalmente libera, coglie quella frazione di secondo per buttarsi giù dal fasciatoio. Recuperate la trota e non raccontate mai a vostra moglie dell'accaduto.

Prendere il pannolino nuovo. Capire qual è il lato davanti (di solito c'è una greca colorata che aiuta, facendovi sentire imbecilli). Inserire il pannolino tra le gambe del bambino e chiudere. Il sistema è stato studiato bene: due specie di pezzi di scotch e il pannolino si chiude. Sì, ma quanto si chiude? Così? Troppo stretto! Così? Troppo largo! Così? Troppo stretto! Così? Troppo largo... Si può arrivare anche a una ventina di tentativi.

È in quel momento che il bambino comincia a intuire di avere un padre scemo: giustamente manifesta una certa delusione, cioè inizia a gridare come un martire. Da qui in poi si fa tutto in apnea e in un bagno di sudore. Nonostante i decibel espressi dal bambino, mantenere la calma e provare a rivestire il bambino.

È questo il momento degli automatici: quando Dio cacciò gli uomini dal paradiso terrestre disse: "Partorirete con dolore, e dovrete chiudere le tutine dei vostri figli con gli automatici". Per chiudere un automatico bisogna avere: grandissimo sangue freddo, mira eccezionale e culo della madonna. Il numero degli automatici presente in una tutina è sorprendente e, perfidamente, dispari.

Se nonostante tutto riuscite a rivestire il bambino, avete praticamente finito. Vi ricordate che avete dimenticato il borotalco: il culetto si arrosserà. Pensate ai bambini in Africa e concludete: si arrossirà, e che sarà mai. Quindi prendete il bambino e lo riconsegnate alla mamma. Lei chiederà: "L'hai messo il borotalco?"; voi con convinzione risponderete: "Sì".

Ripercussioni fisiche e psichiche.

Fisicamente, cambiare un pannolino brucia le stesse calorie di una partita di tennis. Psichicamente il padre post-pannolino tende a sentirsi spaventosamente buono e in pace con sè stesso. Per almeno tre ore è convinto di avere la nobiltà d'animo di Madre Teresa di Calcutta. Quando l'effetto svanisce, subentra un irresistibile desiderio di essere single, giovane, cretino e un po' di destra.

Alcuni si spingono fino a consultare il settore "decappottabili" su Gente&Motori. Altri telefonano a una ex-fidanzata, e quando lei risponde mettono giù. Altri ancora dicono che devono andare a comprare le sigarette, escono, ma poi, tragicamente, ritornano. In casa li avvolge la sicurezza del focolare, il tepore dei sentimenti sicuri, e un singolare, acutissimo profumo di yogurt.

 
 
 
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