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Qatar

Post n°369 pubblicato il 24 Agosto 2011 da Zero.elevato.a.Zero
 

Rotta08

A questo punto la conclusione si dovrebbe liquidare in poche frasi sul volo di ritorno a casa, se non fosse che per le alchimie della vita e la necessità di impiegare il biglietto con la Qatar Airways, con la quale si era prenotata la trasferta giapponese, ci tocca una tappa di trasferimento che si rivela un’estensione del viaggio.
Una prima digressione sulla compagnia aerea; in verità prima di partire pongo sempre molta attenzione alla scelta della medesima, questa del Qatar voluta dall’emiro per rivaleggiare con quella degli Emirati è stata costituita da poco, si avvale di personale straniero e piloti esperti, quasi tutti occidentali (simpaticissimo il comandante portoghese dell’andata con il suo “malo italiano” al microfono). Ai passeggeri sono offerti aeromobili modernissimi con visore touch screen personale sullo schienale del sedile frontistante ed una biblioteca multimediale che cancella le lunghe ore del viaggio, ancora è possibile scegliere una scelta per i pasti con 3 possibili menù e gadget a non finire. Non a caso la compagnia ha ottenuto il prestigioso riconoscimento delle 5 stelle dalla Skytrax ed il 3º posto assoluto nel 2010.
Qatar Airways non ha però un volo diretto tra Italia e Seychelles, ci tocca uno scalo a Doha in attesa della coincidenza per Malpensa quasi 12 ore dopo (almeno siamo certi di non perderla); strategia fin troppo palese per “invitare” i viaggiatori in transito a scoprire le meraviglie di questa capitale nel deserto, basti pensare che è previsto con la spesa di pochi dollari un visto temporaneo della durata di un solo giorno.
Mi consolo pensando che non è cosa negativa tornare da un viaggio cercando un impatto meno rude con la normalità della vita domestica, frazionando ed ammorbidendo il ritorno con qualche altra meraviglia da scoprire; armati di alcuni possibili programmi di visita atterriamo al termine della mattina a Doha, nell’enorme aeroporto internazionale tuttora in fase di ampliamento vista la crescita vertiginosa dei voli di Qatar Airways.
ByPlane
Per il turista fin dalle prime visioni da bordo si dimostra una plaga assolata dove il deserto si interrompe solo perché inizia il mare, la caligine domina sovrana e preavverte che il minuscolo percorso tra la cabina del velivolo ed il mezzo di collegamento al terminal (tutti rigorosamente climatizzati) offrirà un impatto sensibile con i suoi normali 44 gradi all’ombra.
Ignorante di lingua araba come sono, formulo un teorema ipotizzando come il nome della nazione derivi dal fatto che il continuo passaggio tra climi artificialmente rinfrescati ed uscite nel forno del deserto, comporti di fatto un'affezione alle prime vie respiratorie con conseguenze cliniche capaci di giustificare il nome del posto, comunque tutti, dai tassisti ai negozianti incontrati, soffrono di laringite e raucedine.
Merita qualche accenno la descrizione di questo emirato parecchio anomalo rispetto agli altri, tanto che, fin dalla sua costituzione risalente al 1971, ha scelto di non appartenere alla Arabia Saudita o agli Emirati Arabi Uniti. Guardandolo per la prima volta dall'alto c'è uno stridente contrasto con le isole appena lasciate, che sono un luogo ideale dove prospera la vita, questa regione semplicemente non sarebbe inurbata se non ci fosse il petrolio. Il paese non ha risorse idriche, non scorrono fiumi, le terre coltivate sono una percentuale infinitesima per cui il cibo viene importato e l’acqua si ottiene per desalinizzazione. Eppure la città è in continua crescita ed i proventi dell’oro nero hanno spinto alla edificazione di una Skyline di grattacieli più tipici nel continente nordamericano.
DohaSkyline
Evidentemente essendo un cugino piccolo rispetto ad altri emirati, il Qatar ci tiene a far parlare di sé, qui c’è la sede della famosa emittente indipendente Al Jazeera, ma è anche un paese emergente per l’impegno nelle competizioni sportive e per il suo guardare con favore alle relazioni con i paesi occidentali.
MIADoha
Le tappe previste durante la visita prevedono al numero 1) il rinomato Museo d’Arte Islamica, che colpisce prima ancora di mostrare la ricchezza ed il dettaglio dei reperti presentati provenienti da tutto l'Islam, per l’architettura caratteristica firmata dall’architetto sino-americano Ieoh Ming Pei, già progettista della nuova sede della Regione Lombardia a Milano e della Piramide del Louvre a Parigi.
Souk
La seconda visita appuntata in agenda era quella relativa al Wakif Souk, il tipico mercato arabo, ma la sua posizione particolarmente esposta e la temperatura delle ore meridiane, qui dove i monsoni freschi restano solo una rimembranza, ci ha sconsigliato addirittura di scendere dal Taxi, pena l’ammutinamento dei più giovani.
Mercato per mercato meglio optare per qualcosa di più moderno, a Doha esistono diversi centri commerciali, ma uno si caratterizza per le sue dimensioni ciclopiche, poi mi solletica l'orecchio in modo naturale il suo nome: Villaggio Mall.
VillaggioMall
L’assonanza non è casuale, in questo trionfo del commerciale e del kitch si prospettano al visitatore fin dal suo ingresso, visioni alquanto italiche, una costruzione di stile pseudo veneziano con soffitto di nuvole a Trompe-l'œil e pacchianata inimmaginabile: canali d’acqua percorse da gondole a motore elettrico con relativo finto rematore, che in realtà aziona solo interruttore e timone.
Forse è bene precisare che in nazioni e culture come queste l’acqua è un bene di lusso, la benzina costa al litro circa la metà di quello che si spende per la stessa quantità d’acqua; le fontane, i canali in stile veneziano, sono una ostentazione di assoluto benessere, come al pari i prati d’erba di fronte alle case dei più facoltosi che evidentemente spendono cifre considerevoli per ottenere acqua preziosa da destinare all’irrigazione.
Gondolania
Il Mall è immenso, certo più ampio di quelli già colossali, ai nostri occhi di provincia, visitati in Florida, un’ala dal nome Gondolania (sic) contiene il parco di divertimento con ruota panoramica e montagne russe (quelle della Florida stavolta sono decisamente meglio, ma non sono al coperto e climatizzate).
La zona centrale offre circa un centinaio di ristoranti diversi con tutte le cucine del mondo, quella libanese è stata la mia preferita con un baba ghannouge, un antipasto di melanzane arrostite perfettamente estivo. Il centro di questo enorme anello si presta alla bisogna a diventare un’area per concerti o addirittura un arena col fondo ghiacciato per pattinare (fuori ci sono sempre oltre 40º).
aPranzo
Difficile non notare alcune abitudini diverse dalle nostre, il Qatar è il secondo paese islamico ad avere promosso il suffragio alle donne, ma resta un paese di fede musulmana, eppure, nonostante venga acclamato dagli altoparlanti il momento della preghiera, il momento scorre nel più generale disinteresse. Si  conserva la tradizione del velo tradizionale, che onestamente si rivela eccessivamente scomodo al momento del pasto, oltre tutto per costume consumato separatamente le donne dagli uomini ed in un altro momento, tanto che i ristoranti offrono posti a sedere per le signore in attesa che i consorti terminino la loro libagione.
ViaDomo
Immancabile con le mie due donne al seguito (moglie e figlia per chiarezza) il pellegrinaggio votivo alla zona più esclusiva: la “Via Domo” (la U si è persa per strada) che stavolta ripercorre atmosfere architettoniche brianzole ed ospita le firme di maggiore prestigio internazionale della moda, dove naturalmente l’Italia fa la parte del leone, una volta tanto fa piacere sentire considerazione per il proprio paese.
DohaColori
Finisco questo racconto di viaggio con l’interessante ricordo del grande popolo dell’aeroporto, una civiltà fatta di costumi colorati diversissimi, da quelli più arabi alle etnie Pashtun, dai colori dell’Indocina a quelli dell’India.
DohaIndia
Nonostante la differenza di lingue di abiti, di abitudini o tradizioni, c’è questo senso misterioso che accomuna i viaggiatori, questa curiosità reciproca di riconoscere l’appartenenza finale ad una razza la più importante di tutte: quella umana, ed in questa trovare il minimo comune multiplo che spinge al sorriso ed alla voglia di conoscersi.
Ringrazio chi mi ha accompagnato in questo viaggio di recenti ricordi, chi ha avuto la pazienza di leggere ed ancora di più di partecipare con commenti e contaminazioni gastronomiche, ma soprattutto alle emozioni: è questo davvero il modo più bello di viaggiare, assieme.
Assalam


Desert Rose - Sting

 
 
 
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