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Ritorni

Post n°380 pubblicato il 20 Ottobre 2011 da Zero.elevato.a.Zero
 

Autunno

Ora che la pioggia d’Autunno è tornata ed ha lavato via le ultime scorie dell’Estate, proprio ora trovo nascoste sotto le foglie bagnate la mia voglia di scrivere nuovamente per raccontare e raccontarmi di questa cosa meravigliosa che sono i ritorni.
FestaDeBorgÈ tornata la stagione che fa vibrare il mio cuore, allegra e puntuale come la festa del Borgo, un clamore che riverbera delle poesie di Giovannino Pascoli, quest’anno più partecipata e sentita per me, che ho risposto ad una collaborazione volta a fare conoscere le vicende risorgimentali delle persone che hanno abitato le strade dove io cammino ogni giorno, avventure di gente che non figura sui libri di storia, eppure ha contribuito in modo determinante a farla, gente di borgo: quel luogo alle propaggini della città, appena fuori le mura, dove un sorriso diuturno lega vicende ed emozioni in modo più semplice e spontaneo, dove l’apertura delle strade verso i declivi delle colline garantisce maggiore solidità di relazione. Gente di borgo come me.
Paolo_SamaTorna di nuovo la stagione del Dojo, ritrovo la via della spada, accudendola, togliendo la patina che la stagione calda ha lasciato posare, con panno umido ed olio di garofano, per vedere di nuovo il metallo lucido in onore di un altro ritorno: il mio maestro che passa a spronarci e lucidarci, secondo la stessa necessità esperita sulla spada.
C’è questa stagione dei giorni più corti, del sole che quando passa scalda ancora come solo un regalo prezioso sa fare, ma soprattutto dell’acqua che scende e permette alle foglie di tornare ad un’ultima vita: le vedo come barche elfiche che salpano per navigare oltre i confini del mio piccolo mondo e della mia quotidianità verso un futuro lontano e distinto dal mio.
Resta questo sapore di fichi e castagne, questo calore di polenta, che perdura ricco di intensità e scalda nel profondo, dolce come un vino nuovo e abbastanza denso da spingere giù anche l’agro della malinconia, che scivola via, come gocce di pioggia: salvifica.


Edgar Winter Group - Autumn

 

Su la riva del Serchio, a Selvapiana,
di qua del Ponte a cui si ferma a bere
il barrocciaio della Garfagnana,
 
da Castelvecchio menano, le sere
del dì di festa, il lor piccolo armento
molte ragazze dalle treccie nere.
 
Siedono là sul margine, col mento
sopra una mano, riguardando i pioppi
bianchi del fiume; e parlano. Ma il vento
 
porta brusìo di voci, eco di scoppi
di mortaretti, eco di passi presta
ed un confuso tremito di doppi.
 
Dolce ascoltare allora, con la testa
voltata altrove, quelle due parole...
coperte un po' dalle campane a festa!
 
altrove... al Serchio che risplende, al sole
che prende il monte... o Nelly, anco ai vivagni
del tuo pannello, anco alle mucche sole
 
che brucano il palèo sotto i castagni.
(Primi Poemetti – Giovanni Pascoli)

 
 
 
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