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Pensieri calcoli poesia e musica

 

 

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Punto di accumulazione

Post n°520 pubblicato il 07 Dicembre 2016 da Zero.elevato.a.Zero
 
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Perdetti la mia clientela di Spoon River
cercando di mettere la mia mente nella camera oscura
per cogliere l'anima del soggetto.

(Penniwit, l'artista -  Antologia di Spoon River)

Foto Lightdew

Cimitero di Staglieno - Foto Lightdew

Con la sobrietà tipica del linguaggio matematico constato che la mia vita è spesso ricca di punti di accumulazione. In questo caso specifico intorno al punto zero costituito da un libro fondamentale di qualcosa a cavallo tra la prosa e la poesia, qual è per me l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, ci sono ad una distanza piccola a piacere punti salienti costituiti da varie forme artistiche: Fotografia, Musica, Psicologia, Antropologia ed ancora infiniti altri scoperti grazie al pensiero benevolente di chi mi ha proposto la propria appassionata visione.
Il mio piccolo universo non sfugge alle leggi fisiche del mondo, meno che meno al terzo principio della dinamica, sono dunque stimolato da un'azione che mi porta a riprendere in mano il libro in posizione di facile reperibilità sul comodino, scopro e riscopro quanto universo e quante connessioni umane esistano grazie a questa opera, non solo nel racconto tracciato dall’autore, ma in parallelo a questo anche nel romanzo della mia vita.
Così potente è questa visione di un coro di voci trapassate: perché comprendere la morte passa attraverso la comprensione della vita, fosse anche quella semplice di Lucinda Matlock.
I personaggi di Spoon River narrano la propria esistenza con assoluta vitalità tanto che inevitabilmente alcuni, anzi molti, di questi vengono a rappresentare caratteristiche in parte o del tutto personali nelle quali mi confronto grazie a quella umanità che ci rende tutti diversi eppure tutti simili. Lo fanno con quel distacco mai del tutto privo di sentimenti che ho appreso da persone molto più avanti di me nel cammino dello Zen, e come sovente accade in questo tratturo, con spirito acceso e prodiga ma delicata ironia.
È una visione tanto umana e nitida che pare una galleria di ritratti fotografici, per cui inevitabilmente l’opera iniziale è stata spunto per trascrizioni teatrali o anche più  diretti racconti fotografici; particolarmente bello per me quello realizzato nel  2005 dallo statunitense William Willinghton, scatti che sono riprodotti nel filmato che accompagna queste parole. Sono splendidi bianchi e neri che descrivono l’attualità di quei paesaggi e di quelle atmosfere contenute nell’antologia, pur senza cogliere mai con l’obbiettivo nemmeno una persona: quasi fosse il vento ad avere trattenuto racconti pronunciati da una carne diventata polvere.
Impossibile sfuggire anche alla tentazione di mettere in musica un florilegio di racconti tanto ricco ed intrigante, come quasi altrettanto impossibile è non conoscere il concept album di Fabrizio de André: Non al denaro non all’amore ne al cielo, pubblicato nel 1971 avvalendosi della collaborazione di artisti di talento come Giuseppe Bentivoglio e Nicola Piovani; nel disco solo nove poesie sono riproposte, arricchite dalla vena ispirata del cantautore genovese. Eppure quelle nove vite sono entrate a buon diritto nella nostra memoria, con la dolcezza di Francis Turner (il Malato di cuore) o il pragmatismo del cinico Farmacista Trainor (il Chimico) e su tutti naturalmente Jones il violinista, che si piega al suo destino di suonatore con la inevitabilità del salice al vento, terminando con ammirabile esternazione la propria esperienza terrena: senza nemmeno un rimpianto.
Ringrazio il mio professore di inglese che mi ha fatto scoprire questo piccolo tesoro con la passione che porta a questo mestiere indispensabile, da svolgere sempre con gli occhi che brillano, come altrimenti capita a chi fa delle proprie emozioni un'omelia come di Fede.
Chiudo ancora una volta le pagine di questo libro tra le quali è contenuto sotto un cumulo erboso anche il mio nome, nonostante non compaia nell'indice; spero non sia l’ultima, lo faccio con quel gesto di cui è capace la mano quando vuole lasciare una carezza.

Spoon River - Ciao

 
 
 
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