La tecnologia si dimostra preziosa in questi giorni dove siamo privati della libertà; sulla fibra ottica che da casa mi collega al mondo incontro vecchi amici ed ancora i fratelli di spada, di quella recente di scuola italiana come anche di quella giapponese. L'altra sera si parlava così di vecchie leggende e del senso della potenza che uno spadaccino deve sapere esprimere, non allo scopo di sopraffare l'avversario, ma, come insegnano i Kata, con il proposito di dissuaderlo da un'azione che si rivelerà infruttuosa. Nello stesso tempo la Quaresima racconta delle tentazioni nel deserto: tra queste il potere dimostrazione di potenza. Mi è tornata così alla memoria una vecchia leggenda resa celebre dal capolavoro dipinto su tre tavole di legno da Yoshitoshi Tsukioka nel 1883. Nella storia un valente samurai si dimostra tanto abile nell'uso del flauto da non aver bisogno della spada. Prima di riproporre i pochi passi della poesia tradotta, la parola flauto evoca in me i primi passi nel mondo della musica ed un brano che appartiene all'altra parte del mondo, ma che per la sua presenza altrettanto radicata nella mia memoria, ho voluto accompagnasse il racconto che segue:
Nella notte di luna piena Fujiwara Yasumasa suona il flauto con maestria.
Nell'ombra, una figura minacciosa lo attende per togliergli la vita.
Ma è così dolce la musica, e perfetta, che al momento dell'agguato l'assassino confuso si ritira.
Inviato da: Zero.elevato.a.Zero
il 24/06/2024 alle 05:54
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il 23/06/2024 alle 19:16
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il 20/06/2024 alle 20:48
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il 20/06/2024 alle 20:46
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il 24/04/2024 alle 15:19