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Trieste: ti voglio bene

Post n°229 pubblicato il 16 Ottobre 2009 da Zero.elevato.a.Zero
 

trieste

Ho scoperto di amare Trieste, l’ho scoperto nei giorni che hanno preceduto la Barcolana, approfittando dell’ottimo ormeggio al molo Audace sul quale si affaccia la cartolina della città: Piazza Unità d’Italia. Trieste ha il sapore rivelato di un precetto Zen, è una porta senza porta.
krantzCurioso questo abbraccio con una piazza imponente per dimensioni, davvero inusuale in un porto di prima grandezza, di solito pieno di aree demaniali, magazzini e strade strette. Risulta invece allo stesso tempo cortese e gentile, questo salotto buono, come le competenti signorine dell’Ufficio Informazioni che lavorano proprio sotto l’orologio. Nella mia città l’orologio della piazza è un classico luogo per darsi appuntamento, così succede anche sotto lo sguardo divertito di Mikutze e Jakutze, i due mori che suonano il campanone.
Trieste ha un sapore unico, è città di mare, è crocevia di culture, è Austria, Slovenia, Venezia, Balcani tutto nello stesso sguardo. È un crogiuolo dove tradizioni diverse si fondono in una unica lega preziosa dal sapore delizioso dei Krantz: dolci che regalano con le loro calorie un equivalente gusto al palato.
ondaA Trieste chiunque può trovare quello che cerca, ma anche quello che mai avrebbe pensato di trovare, preso per mano mi si svela all’improvviso, come aprendo gli occhi, un museo di arti orientali dove vicino ad armature samurai, lame di pregio, fa bella mostra di se una stampa della Grande Onda di Hokusai: una visione commovente per me che mai immaginavo di ritrovare qui un pezzo della mia anima.
In questa città che vive di popoli diversi le occasioni per stimolare lo spirito sono tantissime, troppe per i pochi giorni che ho, sollevando anche qualche malumore nell’equipaggio, che in fondo risulta essere una famiglia, approfitto di tutti i momenti in cui la barca riposa pigramente all’ormeggio ed esploro con occhi spalancati questo coacervo di emozioni.
Capire una città e la sua gente per me passa anche attraverso i sapori della cucina, la Jota: una gustosissima zuppa di fagioli crauti e patate; il Goulash ricordo permanente dell’appartenenza all’impero austriaco che è una delle fondamenta del capoluogo giuliano, un gusto intenso, profondo, speziato, eppure familiare, come il sorriso della gente di qui.
TSAllora sento doveroso ringraziare Trieste della sua ospitalità genuina della sua voglia di essere italiana per mostrarsi subito europea, della capacità di raccogliere il meglio delle genti diverse che ne hanno fatto, giustamente, un luogo di vita pieno di luci e di racconti, pieno di musica che a Trieste non manca davvero mai.
Così in modo spontaneo torna alle labbra questa canzone che canto a Trieste: Te vojo ben!

Tullio canta Te vojo ben

 
 
 
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