Creato da Zero.elevato.a.Zero il 21/07/2008

Da zer0 a me

Pensieri calcoli poesia e musica

 

 

« Canto di LibertàPaura di perdersi »

La retta via (dei Fiori)

Post n°313 pubblicato il 15 Novembre 2010 da Zero.elevato.a.Zero
 

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
(Divina Commedia - Inferno, Canto I)

 Sono pensieri di Kendo questi, di conseguenza anche pensieri di vita. Sono anche pensieri intimi che vorrei rendere pubblici per poterli rileggere con i vostri occhi ed i vostri commenti nel tentativo di comprenderli meglio. Eppure non sono domande e nemmeno risposte, sono quella esperienza illogica prodotto della meditazione che vi presento come si porge un fiore.
Dall’ultima lezione riporto l’esortazione insistente del mio maestro verso la  ricerca continua di una linearità assoluta. Per me, che vengo da una scuola di Aikido fatta di spirali; di vela e di volo, fatta di rotte lossodromie mai rettilinee, è una visione mentale diversa e quindi più impegnativa. Quando non riesco a capire una cosa in modo diretto cerco un approccio laterale, ho scoperto che a sbattere la testa contro un muro frontalmente si ottiene solo il massimo della sofferenza, quasi mai il minimo della fatica: meglio passare dal fianco.
Ieri così mi sono perso a cercare altro, per non ostinare il cervello a risolvere questa matrice dove una variabile sostanziale dipende dalla mia cocciutaggine ed è una condizione al contorno che rende più difficile estrarre il determinante.
Mi capita che smettendo di cercare quello che si desidera poi lo si trovi; convinto che il giorno in cui la carcassa non reggerà più la fatica della spada praticata, la mia vocazione si rivolgerà all’Ikebana, mi sono soffermato su di una esposizione avvenuta recentemente presso i grandi magazzini di Takashimaya, di Tokyo.
L’incanto, prima di tutto, è il risultato di quest’arte rigorosissima, che come dice il nome stesso utilizza solo fiori vivi, dove solo ciò che è vegetale è permesso come strumento di applicazione di regole severe, figlie di profonde concezioni filosofiche. Diverse sono le scuole di Ikebana, questa che vado a mostrare è la Sogetsu, che permette uno spazio notevole alla creatività, con slanci più moderni e meno ancorati alla tradizione Rikku. Restano comunque di base alcune regole fondamentali nella composizione da realizzare: la forma perfetta del triangolo si esalta nell’Ikebana derivando dalla speculazione estetica di concetti metafisici presenti sia nello Zen che nelle altre religioni importate dall’Asia, religioni che nella cultura giapponese convivono pacificamente alimentandosi in modo reciproco con soddisfazione.
Il triangolo si esplicita con tre elementi caratteristici Ten (il ramo lungo che simboleggia il cielo e l’eterno), Chi il ramo corto che rappresenta la terra e la materialità e tra questi Jin (l’uomo protagonista dell’avventura della vita e della creazione artistica).
Dalle originali intuizioni del Taoismo si prende viceversa coscienza di concetti come lo Yang e lo Yin le forze contrapposte evidenti in tutti i fenomeni naturali (giorno e notte, uomo e donna, caldo e freddo) che verranno riprodotti nell’ikebana, il simbolo del Tai Chi, che utilizzo anche io come logo, si traduce nella nota figura del quadrato inscritto nel cerchio. Immaginando la diagonale che taglia in due il quadrato si ottengono appunto due triangoli: lo Yin inferiore e lo Yang superiore. Questo triangolo rappresenta per gli artisti floreali dell’Ikebana la perfetta completezza.
Nel triangolo cosmico si rappresentano i due attori dell’Ikebana: la pianta Yin (natura) che si confronta con il cielo Yang (eternità), generando movimenti che trasformano la figura geometrica piana in figura dinamica: come nei due simboli contrapposti, c’è un perenne inseguirsi di staticità e dinamismo, incessanti e per questo eterni, eppure delimitati da confini invalicabili.
Il prototipo del modello da replicare diventa un fenomeno che filtrato dalla interpretazione dell’artista non si rivela mai uguale, ma sempre impermanente, nonostante la necessità dei creatori di rispettare le innumerevoli regole codificate in modo inflessibile.
La continua ricerca di variazioni sullo stesso tema conduce ancora ad una diversa conquista del pensiero estetico: la valorizzazione degli spazi vuoti, che descrivono un movimento di linee visibili anche se non presenti, intensificano il senso poetico della mancanza e del rimpianto, capisaldi di altre forme artistiche come gli Haiku che io apprezzo tanto.
Gli spazi vuoti diventano il vero completamento fisico dell’opera, secondo concetti che sono propri della filosofia Zen), ed è proprio questo vuoto colmabile dall’interpretazione dello spettatore che permette un dialogo ed una emozione più forte verso l’opera realizzata, quasi fosse stata creata in modo personale e diverso per ogni ammiratore.
Il concetto di paradosso risulta evidente in un prodotto immobile eppure tanto dinamico, ferreo nel rispetto di regole che ciascuno spettatore interpreta con la propria singolare sensibilità. Il richiamo al paradosso è quello stesso del Koan dello Zen, unica via per l’ illuminazione o Satori).
Così nelle infinite possibilità di una singola ed unica creazione io leggo a modo mio il rispetto dei concetti canonici delle arti marziali, alle quali l’Ikebana appartiene di diritto, non come antitesi, ma come realtà indivise dello stesso fenomeno. Rivedo allora nei pieni e nei vuoti delle composizioni floreali, i movimenti e il dinamismo delle discipline che ho praticato, e come negli esempi che seguono, attribuisco loro un nome tutto mio (e solo mio) comprendendo che la linea retta e la linea curva sono alla fine la medesima cosa: l’espressione di una energia senza fine.
A chi mi ha seguito fin qui un ringraziamento particolare e una galleria delle composizioni che più hanno colpito la mia fantasia, la quale ha letto nei fiori le arti che ho praticato e cercato di fare, almeno in parte, anche mie.
Credo davvero che l’Ikebana potrà essere un pezzo della mia strada nel futuro, spero ancora un poco lontano.

Kendo
Come vedo il Kendo (la Via della Spada)

Aikido
Come vedo l'Aikido (la Via dell'Unione Armoniosa)

Judo
Come vedo il Judo (la Via della Flessibilità)

Kyudo
Come vedo il Kyudo (la Via dell'Arco)

Karatedo
Come vedo il Karatedo (la Via della Mano vuota)

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

AREA PERSONALE

 

CHI PUņ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 

SEI NEL BLOG DI

Zero elevato a Zero

Min: :Sec
 

IL DONO DEL TENGU

 

Tengu
Un regalo imperdibile

 

DARUMA

Bambola Daruma regalo di Aikoyuki

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

surfinia60a_x_l_x_eArianna1921Zero.elevato.a.Zerocassetta2bisou_fatalImperfettaDonnamoon_Ilightdewbubriskapresidelibriboezio62ditantestellekaren_71
 
Citazioni nei Blog Amici: 41
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963