Vedo che salgo a rubare il sole per non aver più notti, perché non cada in reti di tramonti, l'ho chiuso nei miei occhi, e chi avrà freddo lungo il mio sguardo si dovrà scaldare Un Ottico - De Andrè
Succede… atteso con impazienza eppure improvviso, succede che il caldo martellante dell’estate di Agosto si arrenda e le prime piogge rompano con fragore di tuono il muro dell’anticlone portando le premesse dell’Autunno, solo le premesse sì, ma assieme a queste la voglia di cambiare colori. Per molte persone, leggo che è non solo per me, si tratta un nuovo inizio, il torpore estivo si scuote ed i ricordi languidi dei viaggi e delle vacanze lasciano il posto a quelli nuovi a venire delle cose consuete, eppure paradossalmente speciali. Il lavoro ritrova il suo vigore e i suoi molti problemi da risolvere, possibilmente bene e magari in fretta. La vela mi riserva le ultime puntate agonistiche, prima che la magia di Trieste concluda quella che è la mia stagione di mare. La via della Spada si riapre al cammino, con i muscoli pronti a riscoprire la fatica, con la voglia di rimettere in gioco le conoscenze deboli da fortificare, in uno sforzo non dissimile da quello dei passi serali dove il ritmo conta più della direzione seguita: è Settembre. Tornando a casa sulla solita strada e nelle stesse scarpe vengo sorpreso dal consueto, dai panorami che sui tamburi dei calcagni si dipanano lenti e sembrano non cambiare mai. Ieri invece, dopo un giorno di pioggia, in un cielo pulito, graffiato dalle ultime nuvole pigre, ritrovo il tramonto, in quelle ore che prima erano ancora del giorno, il declinare estivo mi regala tavolozze di colori sui muri familiari e sulle strade che sento come mie. In una cosa tanto prevedibile, tanto preannunciata, incontro l’incanto di questo perpetuarsi: questo normalissimo tramonto su scenari per niente straordinari mi commuove, facendomi sentire parte di questo piccolo mondo, così da regalarmi il sorriso al termine di un giorno faticoso. Cosa ci fa la felicità dentro ad un tramonto di questa stagione?
Regala l'incanto dell'attimo. Sono quegli istanti che assapori e riassapori...
Sta iniziando la stagione che piu' amo, Max. Nei colori non piu' accesi d'estate... ma che lasciano quella dolce suggestione dentro, come tornare ad un rifugio amico. I tramonti, poi. Nei riflessi delle case.. nelle cose.
Ho molta voglia anche io di Autunno. Ancora il mare mi chiama e il ritmo della palestra è pigro, ma le foglie iniziano a cantare il loro scricchiolio e questi tramonti ritornano all’ora migliore quando torno a casa. Un rifugio, hai proprio ragione, dello stesso colore che vira tra il rosso delle ultime energie per spegnersi nella tinta del glicine, che per me, ha il profumo della locanda di Basho. :)
ci regala quel senso di tranquillità delle cose fatte, del tepore del giorno che volge al termine e con esso l'anticipazione dell'anno che finisce ...sono cose che lasciano tranquillità insiem ai colori meno vivi ma più rassicuranti.Ciao. mp
Forse non ho mai fatto l’abitudine ai colori, spero di non riuscirci mai. Mi trafiggono queste tinte bellissime del sole che passa e le molecole, gli spettri di assorbimento, le termocline, sono solo goffe parole che lasciano tutto lo spazio possibile alla poesia, quella dell'abitudine che precede il ritorno a casa. Ciao :)
Quasi come Amleto mi chiedo se sia più nobile d’animo sorprendersi ancora di questa natura consueta o prendere l’armi della poesia e provare a cantarla. Cantare il normale è difficile, ma credo prezioso proprio per la sua capacità di contenere ugualmente il germe prezioso dello stupore, che genera la pianta della felicità.
Al contrario di molti per me settembre è la fine. La fine di tutto quello che mi piace, il sole, il caldo, la luce. L'autunno e l'inverno poi, mi mettono tristezza. Credo di essere nata nel paese sbagliato, io dovevo nascere ai caraibi, lì sì che sarei stata felice. Sole e caldo tutto l'anno. Pazienza, accontentiamoci di quel che passa il convento. Buon per te che sei felice, un abbraccio e una dolce notte Max ;O)))
Non posso negare che i tramonti dei Caraibi siano da antologia. Io ho fatto l’uso a queste latitudini dove ci sono le stagioni, dove il caldo di Settembre è appena più mite e le onde del mare, sfinite dall’intrattenimento estivo, quasi rilassate. La sabbia è ancora calda ma non scotta più, permette di camminare senza smorfie da ordalia o maschere di stoico coraggio. E la musica, la musica che esce dagli altoparlanti, si accorge di avere un volume troppo alto e sfuma, come le nuvole sempre più numerose, verso l’ultimo venditore di gelati, che sono rimasti i più dolci.
Cosa ci fa la felicità dentro ad un tramonto di questa stagione?
Queste tue parole mi fanno pensare che chi come te ha un animo nobile, non può non trovare felicità in tutto quello che la natura ci regala... soltanto alcune persone sanno vedere e commuoversi difronte a simili quadri...che sia un tramonto, un alba, un cielo nero di tempesta... o semplicemente nuvole bianche che corrono nel cielo azzurro.. tutto è bello se lo sai guardare....
buonanotte Max...
È vero quello che dici, la felicità sta dentro il cuore che spesso, per corazzarsi dai problemi e dai pensieri cupi la rinchiude prigioniera. Ma il cuore per fortuna non è una parete lisca e invalicabile, ha degli spiragli che nei momenti giusti, complice la nostra distrazione, lasciano varchi sufficiente a lasciare respirare la luce che abbiamo dentro, anche solo per il tempo breve di un tramonto.
Sta iniziando la stagione che piu' amo, Max. Nei colori non piu' accesi d'estate... ma che lasciano quella dolce suggestione dentro, come tornare ad un rifugio amico. I tramonti, poi. Nei riflessi delle case.. nelle cose.