“Il kendo si pratica in due. Troppo spesso, la nostra pratica è una relazione di 1 contro 0. In altre parole non si ascolta l’avversario e si propone un attacco indipendente dalla sua reazione, quasi mai efficace. Nella realtà, ci si muove entrambi: 1 contro 1. Questo scambio ha una natura simile a quella della saetta, il Kendo è relazione, nella quale esercitare YOMI (feeling, lettura, comprensione)” Inazuma-Kogeki del Maestro Tadayoshi Ohtsuka
Era da tempo che non percorrevo la Via della Spada, che non abbandonavo i panorami domestici per incontrare nuovi stimoli e nuovi amici con cui praticare. Il Dojo centrale al quale appartengo come satellite riminese organizza, solitamente verso l’Epifania, uno stage in memoria del Maestro Ohtsuka e quest’anno, rimasto lontano dallo sci natalizio, è stato possibile affrontare questa esperienza. La Via della Spada non è affatto diversa dal senso più integrale della vita, anzi è una forma che ne migliora la consapevolezza e la comprensione. Ha senso, molto più senso, percorrerla in compagnia, ecco perché assieme al mio Amico e Kohai ho viaggiato fino a Brescia. Lì abbiamo provato emozioni e stimoli nuovi, ma soprattutto siamo riusciti a raccontarceli. Fare diventare parola la visione del cuore permette di prenderla in mano e soppesarla, ed ancora di confrontarla con gli occhi diversi uniti dalla fratellanza di chi sperimenta la stessa necessità di comprendere: diventa qualcosa di evidente, in piena luce. Un lungo viaggio alle pendici delle Alpi innevate, un viaggio breve grazie al tempo dedicato ai racconti, ed un incontro fecondo con un maestro che spiega cose semplici per questo davvero fondamentali: un seminario è un momento fedele a questa parola appena lasciata nel blog precedente, non analizza nel profondo tecniche e concetti, ma ne lascia il seme appunto, propone una lettura personale della pratica, una lettura da meditare e fare propria secondo le inclinazioni di ciascuno. Non è un fatto compiuto, è un frutto futuro. Di questo incontro rimane che: Il Kendo è relazione, è imparare a sentire l’altro, anche nella provocazione di un dialogo di spade, è proporre un argomento e vedere come questo verrà replicato, qualcosa di diametralmente diverso dal monologo di un assalto che non tiene conto della interazione di due anime, due spiriti, due emozioni che si uniscono a confronto. Nel Kendo dobbiamo essere onde che avvolgono e seguono i contorni, ne percepiscono le asperità e gli anfratti dentro i quali permeare, solo con la propensione e la liquidità nel sentire l’altro possiamo interagire e costruire la nostra via. Di fronte alla visione delle onde lasciate tanti chilometri distanti, imprevedibilmente richiamate sotto il candore delle cime, il mio cuore si è allargato di luce e di leggerezza. Quella necessaria ad accogliere ammonimenti e consigli, i dettagli sugli errori da correggere e lo sprone a perseguire con tenacia le conoscenze faticosamente acquisite senza abbandonarle, non stringendole, ma contenendole: come si fa con l’acqua. Il seme che riporto a casa ha questa forma d’onda che avvolge e si insinua nel profondo, per apprezzare totalmente la vera forma che prima comprende e poi accarezza con la leggerezza delle gocce che scivolano. Infine, seguendo l'onda gentile della strada, siamo tornati a casa, per mettere questi semi nella terra. Gambatte o kudasai
seguire le tue parole che si inanellano l'una all'altra è sempre un piacere...quasi un abbandonarsi al suono di esse e raccogliere i semi di quello che dici sembra quasi la necessaria conseguenza. ciao!:)
la vita si può praticarla da soli, ma ha senso solo quando ci si confronta. succede così anche con il kendo. osservando il video, osservo le onde e così la tua vita..
Il Kendo ha di formidabile che non si può praticare da soli, sono possibili alcuni esercizi, tecniche di base e litanie costituite da colpi di spada, ma questa è solo superficie. Il Kendo come la vita è l’arte di scoprirsi e di sapere interpretare l’altro, la voglia di conoscere il midollo, che io chiamo Kokoro, di sentire la frequenza di un onda diversa dal nostro essere ed entrare a farne parte. Due onde che si incontrano in fase, in armonia, diventano un movimento che viaggia ancora più lontano.
Buongiorno M. Sento molto vicino e faccio tesoro di queste parole. Pur in una disciplina diversa il principio base è lo stesso. Negli ultimi mesi nei miei allenamenti ci sono delle parole ricorrenti: "è l'arte in cui 1 + 1 dà come risultato sempre 1". Sicuramente mi capirai. Buona pratica.
Sicuramente ti capisco, come dire che sono sulla tua stessa frequenza. Buona pratica anche a te, caro amico, con le gocce di sudore che incontrano la piega del sorriso.
Sono i fermenti, allo stesso modo di quelli che fanno crescere il pane, a rendere ogni giorno capace non solo di sfamare, ma di dare gusto e voglia di mordere ancora: domani.
Che bello che è il mondo... non basterebbero sette vite per scoprirlo tutto... e noi invece che preservarlo con amore...lo uccidiamo giorno per giorno... Perchè sempre meno uomini hanno il dono della comprensione e della leggerezza? I tuoi post fanno riflettere e comprendere meglio i nostri limiti...Ti abbraccio...Paola
Con la facilità con la quale si parla di eroi io credo che ne esistano di silenziosi, capaci di spendere bene il tempo loro concesso per vivere le cose con semplicità leggera e pensiero consapevole del segno invisibile eppure insostituibile che sono capaci di lasciare. A questi eroi invisibili io protendo il pensiero e l’ammirazione.
Ricambio il tuo abbraccio di cuore. Max
osservando il video, osservo le onde e così la tua vita..
Ricambio il tuo abbraccio di cuore. Max