Creato da Zero.elevato.a.Zero il 21/07/2008

Da zer0 a me

Pensieri calcoli poesia e musica

 

 

« 理解 &#12392...La grande nevicata del 2012 »

Invito al Mare

Post n°392 pubblicato il 24 Gennaio 2012 da Zero.elevato.a.Zero
 

Giglio

«The ship was cheered, the harbour cleared,

Merrily did we drop

Below the kirk, below the hill,

Below the light-house top.

 

The Sun came upon the left,

Out of the sea came he!

And the shone bright, and on the right

Went down into the sea.

 

Higher and higher every day,

Till over the mast at noon…»

«La nave, salutata, avea già lasciato il porto,

Lietamente filava sull’onde, sotto la chiesa, sotto la collina,

sotto l’alto fanale.

 

Il Sole si levò da sinistra,

si levò su dal mare.

Brillò magnificamente,

e a destra ridiscese nel mare

 

Ogni di più alto, sempre più alto finché diritto sull’albero maestro, a mezzogiorno…»

The Rime of the Ancient Marine by Samuel Taylor Coleridge

 

Sono passati giorni dalla notte sciagurata del 13 gennaio, in rete, raccontate in tutte le lingue del mondo, ci sono cronache e interviste, dettagli e congetture di ogni spessore. Non è mia intenzione aggiungere niente a tutto questo. Le righe che seguono sono invece una riflessione ed un invito: un invito a conoscere il mare nella sua dimensione più vera.
Sono stato anche io ospite di questi giganti del mare, vere e proprie città dove la vita di bordo è una festa continua, le luci non si spengono mai, le tavole sono sempre imbandite e ricche di ogni delizia; ma il mare, quello che dovrebbe essere il protagonista di questa avventura, rimane decine di metri sotto il ponte, distante, indifferente, nonostante il suo mutare continuo, al prosieguo della crociera alla ostinazione della rotta. Oggi si viaggia così: autostrade veloci dove dall’auto non si vedono i dettagli del cammino e vie d’acqua che solo tempeste estremamente violente rendono impraticabili, altrimenti solcate da immensi organismi d’acciaio che schiacciano le onde sotto il proprio peso, invece di arrampicarle e scenderle.
La prima volta che ho preso il timone di una piccola imbarcazione a vela avevo 8 anni, col sole di giugno ed uno scirocco leggero, un giorno che rimane nel ricordo per questa confidenza di elementi naturali, con la paura di lasciare il porto e la soddisfazione di saperci tornare. A me piace andare per mare in questo modo, senza l’arroganza della potenza dei motori, con la necessità di fare inchini soltanto al vero signore che governa le onde: il vento.
Su di una barca a vela ci sono piccoli fori nel tavolo per inserire i bicchieri, a vela si viaggia spesso sbandati, non si usano i cristalli  e le tovaglie di raso, i piatti sono prudentemente infrangibili, l’arredo è essenziale, eppure non manca niente, ci sono quadri fissati per bene alle pareti e libri di poesia negli scaffali. La crociera diventa un conveniente adattarsi, questo insegna la potenza superiore del mare, ci sono giorni in cui la barca viaggia più veloce e consente di percorrere maggiori distanze, ci sono giorni di maltempo, dove il riparo in porto o dietro a un ridosso sapientemente cercato sul portolano o dall’analisi della carta nautica consente di sentirsi al sicuro, per fare manutenzione alla barca, per scendere a terra o dedicarsi ad altre migliori meditazioni.
In mare non si contano i minuti, ci sono ritmi più veri: quello lungo del giorno e della notte, quello più breve della marea che segna i passi della danza del sole e della luna sull’acqua. C’è ancora l’incresparsi delle rughe del cielo, con le nuvole che raccontano dell’incontro delle masse d’aria altrimenti invisibili, ammoniscono o invitano tra le onde, anticipano il respiro, il segno della vita: il vento, al quale si affida la spinta della barca, perché il motore serve solo per il governo in porto, oppure resta pronto per l’emergenza, che si prevede sempre peggio di quello che sarà.
Un passeggero che non sa di vela sale su queste imbarcazioni, che sono formiche al confronto dei transatlantici, dove invece di imparare molte lingue di terra, nomi di balli o di cocktail, apprende altre parole, piene d’amore, come il nome della gassa d’Amante che è un nodo tenace e duttile, o come il Giardinetto, che nella zona poppiera era destinato un tempo ad ospitare la coltivazione nel lungo sciorinare dei giorni di navigazione, ancora oggi è il luogo migliore per sedersi e conversare.
Non ho trovato questa poesia nelle grandi navi, qui le tradizioni si perdono, la tecnologia regala il sapore della invincibilità, ma taglia troppe preziose radici. Io ho un GPS anche nel mio cellulare, che pure rudimentale sbaglia di pochi metri la posizione della barca, eppure apprezzo il gesto antico del sestante, con le sue inesattezze macroscopiche di miglia, ma anche con la necessità di sentire in modo intimo il sole e dare un nome alle stelle fino a farle diventare amiche.
Soprattutto apprezzo il senso di appartenenza ad un universo potente che costringe a nuovi eppure antichi equilibri, quelli che stabilizzatori giroscopici e camere di compenso fanno dimenticare nelle grandi navi. Sono gli equilibri che cerco in mare, per saperli apprezzare anche sul terreno solido di ogni giorno.
Si perde altrimenti quel abbraccio lasciato dal mare una volta ritornati a terra, con un senso di onde che rimane ancora nella percezione: qualcuno lo chiama mal di terra, io lo vivo come l’emozione calda di un saluto quando le mani non vogliono lasciarsi. È un arrivederci nel segno di un legame profondo, annodato con la stessa sapienza antica di una gassa, che vincola l’uomo e la grande acqua in un sodalizio, che è allo stesso tempo un anelito indispensabile di libertà.
Verso questo andare per mare lascio il mio invito, con il suo dondolare lento, dove l’approdo non sia la tappa programmata al minuto, che appunto in mare non esiste, ma la conquista attesa senza impazienza dell’isola che si apre allo sguardo con tutto il tempo necessario ad impararla per  lasciarla entrare nel cuore e mai più davvero alle spalle dell’orizzonte lasciato.
A questo mare, che io credo più vero, invito di cuore:
Buon vento

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

AREA PERSONALE

 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 

SEI NEL BLOG DI

Zero elevato a Zero

Min: :Sec
 

IL DONO DEL TENGU

 

Tengu
Un regalo imperdibile

 

DARUMA

Bambola Daruma regalo di Aikoyuki

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

surfinia60a_x_l_x_eArianna1921Zero.elevato.a.Zerocassetta2bisou_fatalImperfettaDonnamoon_Ilightdewbubriskapresidelibriboezio62ditantestellekaren_71
 
Citazioni nei Blog Amici: 41
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963