Creato da Zero.elevato.a.Zero il 21/07/2008

Da zer0 a me

Pensieri calcoli poesia e musica

 

 

« BigamoYoji Fujimoto »

Errata Corrige

Post n°396 pubblicato il 20 Febbraio 2012 da Zero.elevato.a.Zero
 

Tutti hanno diritto di professare liberamente
la propria fede religiosa in qualsiasi forma,
individuale o associata, di farne propaganda e
di esercitarne in privato o in pubblico il culto,
purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
(Art. 19 della Costituzione italiana)

sansiro

Non amo il Festival di Sanremo, non mi piace, da moltissimo tempo non lo seguo; con le dovute e rare eccezioni del caso, la maggior parte delle canzoni proposte offrono contenuti e melodie che incontrano poco il mio gusto personale. Soprattutto non mi piace la scenografia mediatica con quella necessità di polemica per catalizzare gli ascolti di un manifestazione che è una passerella pubblicitaria per discografici, dove il risultato finale non dipende dal volere di una giuria più o meno sovrana, ma da interessi di mercato prefabbricati a tavolino.
Ancora, non sono un estimatore di Adriano Celentano, non capisco perché un cantante debba atteggiarsi a personaggio di spigolo in ogni occasione invece di lasciar parlare le proprie canzoni, soprattutto non capisco il confine tra cantante, opinionista e predicatore. Questo però è un limite mio.
Dopo la enfatizzata polemica sulle sue esternazioni del monologo del Molleggiato dal palco del Festival, ho deciso di ascoltarlo per cercare di capire; mi accorgo di avere sbagliato in molte cose, allora approfitto di questo mio diario per fare ammenda di alcuni preconcetti
Per la mia personale opinione credo che nessuna voce vada mai spenta, meno che meno le testate giornalistiche. È la caratteristica saliente dei i regimi assolutistici quella di soffocare le idee quando sono diverse e per questo scomode, soprattutto quando invitano a riflessioni distanti e preziosamente provocatorie.
All’interno di questo perimetro, che è quello colto dalla maggior parte degli organi di informazione, ho sentito la voce di Celentano parlare al mio cuore, anzi, alla mia anima, che abbraccia una fede spesso abbassata a bisbiglio per non offendere o ferire l’altrui sensibilità.
Personalmente ho ricevuto questo invito dalle parole del molleggiato, quello di non avere paura di raccontare un cammino di speranza, di non avere paura di parlare di Paradiso e della interpretazione del senso della vita che si traduce dal greco antico in: Bella Novità.
Non credo si possano offendere coloro che sono ancora alla ricerca di un senso personale della propria esistenza, è semplicemente la proposta a vivere con l’incerta coerenza che dipende dai difetti dell’essere umano un sentiero impegnativo ma diritto, tendendo una mano non solo per aiutare, ma anche per ricavarne sostegno nei momenti di smarrimento.
Quanti invece hanno un motivo diverso che anima la loro esperienza umana avranno viepiù un motivo di confronto, il senso migliore della filosofia, dell’amore della conoscenza, resta il dialogo dal sapore aristotelico, lontano dalla polemica, ma anche dal silenzio di pensiero che non arricchisce reciprocamente.
La cornice del palco dell’Ariston non è poi diversa da un qualunque altro contesto della quotidianità, è certamente a suo modo una Agorà, seppure con toni e atteggiamenti che io non so apprezzare trovo pertinente il fatto che anche dal tempio della leggerezza della musica popolare possa arrivare  l’invito a non avere paura nel pronunciare parole che da molti secoli rinnovano speranza e voglia di andare avanti.
Colgo e rilancio così l’invito a percorrere il sentiero del Paradiso, parlandone senza falsi pudori, con il sentimento sincero di chi intuisce la gioia e vuole condividerla.
Allora, come Gianni Morandi, anche io oggi mi sento di dire: grazie Adriano.

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Commenti al Post:
lightdew
lightdew il 20/02/12 alle 11:25 via WEB
amo sanremo come espressione di una pezzo di storia d'italia e di musica. amo sanremo anche se spesso, ultimamente, lo osservo con rabbia e disgusto per tutto quello che esprime nella presa in giro di un popolo a dispetto di un potere. ho sofferto per l'immagine femminile proposta negli anni, ma ho allo stesso modo apprezzato la bellezza dell'arte, quando c'era. arte che si esprime con la musica, e che come spesso avviene, raramente trova consenso immediato. ho provato fastidio e un senso di incomprensione per quanto detto da celentano e da morandi, ma allo stesso tempo un senso di velata tenerezza nel comprendere che gli anni passano per tutti, e che spesso, i soldi non bastano per ovviare questo scorrere inevitabile della vita. certo è che questa canzone è proprio una poesia. ti porta nel comune senso di disorientamento umano, nel bisogno di abbracciare un qualcosa di divino, spesso visto come un appoggiarsi ad un amico nel percorso difficile di vita. tu questo sai essere. un amico che offre una mano, un'ascolto e una parola buona... a molti. un abbraccio forte e vicino, laura
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 22/02/12 alle 12:30 via WEB
Ai tempi dell’Impero Cesare offriva pane e circo, oggi il pane va procurato con fatica e il circo che ci propinano è questo genere di spettacolo. Finzione per finzione preferisco X Factor che almeno resta più epidermico. In ogni momento della vita però, anche dentro le artificiosità, rimane sempre quel tocco ineliminabile dell’animo umano, anche solo un abbraccio tra due vecchi compagni di avventura che di fronte ai milioni di spettatori si incontrano e si commuovono assieme cantando una bella canzone, che parla di cose più alte; assieme si alzano e vanno di nuovo incontro al loro percorso, da buoni amici, come noi.
 
Nues.s
Nues.s il 24/02/12 alle 17:00 via WEB
Non riesco ad avere la tua capacita' di andare 'oltre', caro Max. Mi fermo a cio' che vedo, cio' che sento, non per questo non ascoltando col cuore (se c'è) tutto cio'. E' per questo motivo che non sono né da una, né dall'altra parte. Né tra chi ne ha fatto una macchietta predicatrice, né tra chi l'ha osannato.
Ho trovato - solo - di cattivo gusto, la durata del suo 'spettacolo privato', in un'occasione e panorama d'una vetrina come quella di Sanremo. Cattivo gusto pagare lautamente un'esibizione, di dichiare che lo stesso lauto guadagno andasse in beneficenza (oh, mio Dio quale esibizione!), cattivo gusto cospargersi il capo di cenere dopo esternazioni (gratuite, quelle, sì) d'un cantante che resta tale, alla fin fine. Cattivo gusto gli urletti, i battimani del pubblico,mi sorrisetti compiacenti, cattivo gusto lo show che forse sembrava piu' ...da cabaret. Cattivo gusto le repliche ora da una e ora da un altro versante, anche dopo giorni, tanto per dichiarare che l'immagine della Chiesa non è intaccata.
Insomma, il disarmante, sempre antico arrendersi di fronte situazioni che non sono consone, che non sposano cause, bensì ne sanno solo aumentare il caos.
Non so, credo esista un limite oltre il quale, non tutto deve esser concesso, non tutto declamato, non tutto arbitrariamente avvallato. Un'eleganza dei/nei modi, nel/del contegno. Proprio nel rispetto altrui e di chi guarda, ascolta. Questo conferma la pochezza in cui, noi tutti, ci ritroviamo. Utenti e non/spettatori di un potere forte quale è la liberta' d'espressione, che puo' anche esser giusta, ma non puo' sposarsi, prendere 'luce' in occasioni festivaliere. Mah..non riesco a scorgere genuinita'. Ci provo, ma non riesco.
L'unica così, è cambiar canale. O fare un click, chiudendo.
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 01/03/12 alle 12:09 via WEB
Permettimi di iniziare dicendo che il tuo cuore c’è indubitabilmente. Come scrivevo sopra a me Celentano non piace, il suo modo di porsi rende più difficile ascoltarlo. La storia del suo clan poi, progetto bellissimo di amicizia musicale, è costellata di dissapori e pubbliche coltellate. Proprio per questo mi sono sporto all’ascolto del suo soliloquio con molte preclusioni mentali. Non è nemmeno mia intenzione celebrare o criticare il contenuto intero del suo intervento; alcune proposte come quelle di chiudere testate giornalistiche, fossero anche eversive, mi ripugna. La proposta di una rivista di opinione passa attraverso le inesorabili leggi del mercato e vive in ragione del tenore del messaggio proposto e della propensione dei propri lettori a leggerlo, pensare di procurare chiusure mi fa tornare alla memoria metodi da regimi assolutisti che sono all’opposto della mia visione della vita.
Mi sono chiesto invece a chi spetta il pieno diritto di essere predicatore, di parlare per conto di Dio, rivedendo alcune delle figure più celebrate che si proponevano alla folla vestite di pelli di cammello e in condizioni di igiene personale del tutto inusuali, forti di una parola scarna che però arrivava direttamente al cuore.
Mi sono domandato ancora che senso ha per me utilizzare un avatar su questo portale nel quale dentro ad un valore è indicato un punto più piccolo del valore opposto, come a dire che non esistono mai definizioni perfette che abbracciano in modo totale un soggetto, soprattutto se si tratta di un essere umano. Così dentro alle negatività preconcette nei suoi confronti, che mio malgrado restano, scopro con ingiustificato stupore che tra le molte parole, alcune sono da me perfettamente condivisibili, questo nonostante il contorno di atteggiamenti ed altri contenuti che mi restano alieni. Credo che affrontare il messaggio divino richieda provocazione, dalla forma non troppo diversa di quella del bastone che usa il maestro Zen nel migliorare la consapevolezza dei propri allievi. I grandi che hanno fatto della propria vita un viatico verso il Cielo sono stati così: provocatori, predicando nelle discoteche, puntando il dito verso le ipocrisie di chi pensa di seguire un sentiero stretto con scarpe molto comode.
Solo di questo invito ad offrire più spesso una visione di speranza e di sostegno trovo accordo in simpatia in questo monologo, ma non è poca cosa, è un canto improvviso nel vento del deserto, un canto di vita che aiuta molto la mia Quaresima.
Dal profondo del cuore: buona Pasqua!
 
annalu.14
annalu.14 il 29/02/12 alle 09:22 via WEB
Non comprendo neanche io le polemiche spinte fino all'eccesso di Celentano, anche se la sua dichiarazione sulle testate gioprnalistiche da chiudere credo di averle comprese e non mi sono scandalizzata. Di troppa politica si occupa la fede e l'ostentazione esagerata della ricchezza mi fa rabbrividire. Non so se Celentano recita una pantomima per fare audience, non ne ha bisogno, spero che quello che dice parta dal suo cuore. In ogni modo la sua voce e le parole delle sue canzono lasciano un segno dentro di me. Grazie di aver postato questa canzone
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 01/03/12 alle 12:11 via WEB
Perdonami allora se io invece mi scandalizzo, lo faccio ogni volta che qualcuno con arroganza e forte di una posizione di privilegio impone o anche solo propone il silenzio a qualcun altro. Io non credo si debba avere paura delle idee, di qualunque forma o contenuto, sono le azioni che semmai vanno impedite quando portano nocumento, vanno impedite confutando quelle idee che le generano dimostrandone la fatuità. A mio modo di vedere la politica e la fede sono argomenti immiscibili come l’acqua e l’olio. Di certo il messaggio evangelico risulta ancora una volta esplicito: a Cesare e Dio spettano cose differenti, per questo leggo questa canzone con l’onestà di un atto di Fede. Un grosso grazie per le tue parole sincere.
 
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