Le storie che non vivi Rimangono nell'aria Come farfalle al sole Ubriache di luce E tornano a volare Appena tu le tocchi Ti tornan nelle mani Ritornano negli occhi (Fingere di Te – Gino Paoli)
La spiaggia al tempo del Lockdown
Finisce l’Estate, ancora una volta nella mia vita, il transito equinoziale mi parla di equilibri autunnali e avvolge di rugiada che spegne la calura dei mesi precedenti. Da piccolo mi divertivo a raccogliere conchiglie soprattutto quelle con la madreperla da portare a casa, al posto di queste oggi raccolgo ricordi, un po’ come fa William Jones nella Antologia di Spoon River, con la speranza di tornare tra un po’ di tempo a riguardarne i riflessi cangianti alla luce di un giorno futuro. Mi scuoto allora da questo silenzio sul blog, che è solo interiore, per lasciare una traccia, non molto diversa da quella schiumosa attorno alle isole di Spalato, assieme alla mia famiglia su una vela potente tra la mia estasi della velocità e il timore di mia moglie di andare “troppo forte”. Giorni spensierati senza orologio, decisi dal vento e dalla scoperta di anfratti nuovi, di piccoli porti e di rade in solitario, accompagnati dai fischi dei delfini curiosi, che non mancano mai, e dal canto di grilli e cicale. In questa Capasanta c’è il libro di Ezechiele, profeta, poeta e visionario, che mi è stato affidato perché il crivello del cuore trattenesse i pensieri migliori in modo da farli diventare podcast. Ci sono poi le consuetudini dell’Estate, piccole come vongole e dallo stesso sapore,con le cene in spiaggia assieme agli amici, questa spiaggia dagli ombrelloni diradati e delle mascherine che forse servono solo a prendere coscienza di un virus invisibile che si aggira ovunque nel mondo. Poi ecco una patella larga come una chitarra ritrovata per trasmetterne i primi rudimenti delle sei corde a mio figlio, e come mi succede per queste pagine scoprire ancora una volta il gusto di dare parole a canzoni ed emozioni ed insieme il suono prezioso del tramandare, come in una vecchia ballata. Ed infine l’ultima conchiglia, che custodisce il rumore del mare, quello placido delle regate d’Autunno e quello impetuoso, che vorrei sentire ancora, se mi sarà concesso un prossimo inverno lontano da venire eppure desiderato. Godspeed!
La cerata gialla è ormai un indumento vintage, sostituita da fibre sintetiche, traspiranti ma impermeabili, e più spesso colorata di rosso. Rimane comunque anche nel mio immaginario un vestiario da tempo brutto, quando il vento che sferza la pioggia ti permette di capire il grado di affiatamento con il mare, le sue onde, le sue difficoltà, che sono nella maggior parte dei casi la radice dei racconti e della memoria che restano. Spero che l’Autunno ora iniziato ti porti serenità ed equilibrio com'è suo dovere e molti pensieri leggeri come nuvole. :)
Che bello.. L'immagine che ha assorbito l'odore salmastro, la musica che con le onde rivive tanti momenti che furono, i colori che lasciano le note, le tue parole ad abbracciarsi, a far festa di una Estate che ha lasciato le ultime impronte sulla spiaggia. L'Autunno, se le porta via.
Torneranno. :)
Per me cara amica l’Autunno è lo scrigno dove riporre le memorie dei giorni più caldi, più placidi e con le onde più serene, da qui inizia un periodo magico che mi prepara all'Inverno, un periodo di ritorno al mare agonistico, ma anche ai sapori dolci della terra ed in queste brezze più intense io mi immergo a braccia aperte come in un abbraccio. Mentre aspetto una nuova Estate, lontano da venire, c’è tutto il tempo di assaporare la vita ed augurartela dolce: come il vino novello :)
Leggevi tenendo una conchiglia in mano.
Con una delicata rosa d’addio giunse la sera.
La tua camera conobbe l’eternità
e la musica cominciò in un vecchio carillon.
Ti ringrazio moltissimo per il dono della tua poesia: non vorrei sciuparla con altre mie parole perché dipinge perfettamente un quadro ed una emozione palpabili; quel carillon potrebbe suonare una canzone bella così.
Ancora grazie davvero :)
Arrivo molto tardi: oggi il mare è tempestoso e le conchiglie giacciono là sulla sabbia troppo bagnata. E il rumore delle onde sulla battigia non è probabilmente placido e serafico. Goodspeed, sempre e comunque!
Il mare in tempesta è quello che amo di più, è quello che dà la misura e che unisce assieme coraggio prudenza e perizia. Ed è per questo e per i pensieri recentissimi che ancora mi vivono addosso come una crosta, che ti ringrazio con un sorriso salato.
Torneranno. :)
Ancora grazie davvero :)
Goodspeed, sempre e comunque!