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Volare

Post n°67 pubblicato il 02 Ottobre 2008 da Zero.elevato.a.Zero
 

Oggi mi piacerebbe parlare di volo, una mia passione, nata prima con l’uso dei simulatori e diventata poi concreta e reale con ali di metallo. Il volo è una espressione assolutamente poetica della tecnologia, un punto di incontro ideale tra i sogni e la realtà.
Volare richiede alcune cognizioni tecniche ma non è affatto difficile, in fondo le strade da percorrere sono molto ampie e basta seguire con un po’ di scrupolo le norme di sicurezza per provare emozioni indescrivibili.
Unica precisazione: i filmati sono presi da Youtube, io non ne ho mai fatti perché preferisco tenere la cloche in mano :).
Se avete voglia di allacciare le cinture partiamo.
In sequenza vediamo un atterraggio condotto con un simulatore di un 737 sulla pista di Rimini.

Adesso decollo ed atterraggio vero sulla pista di casa.

Per finire un altro modo di sentire il cielo, quello del volo a vela a caccia di nubi, dove l’aria sale e prolunga il momento del ritorno a terra: il cielo è quello di Molinella.

Happy Landings!

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Commenti al Post:
Bolla_di_sapore
Bolla_di_sapore il 03/10/08 alle 00:53 via WEB
Mi fai ricordare il mio primo volo in aereo, 10 anni fa ormai...quando c'era ancora il battesimo del volo e mi fecero entrare in cabina di pilotaggio...com'ero emozionata...conservo ancora l'attestato...che bella cosa hai scritto "il volo è un'espressione poetica della tecnologia"...ho sempre sognato di volare con le mie ali...ma evidentemente non sono mai stata abbastanza pronta...mi manca il coraggio, ma un giorno o l'altro lo spicco sto volo ^_^*******notte*****Nina*****
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 03/10/08 alle 09:00 via WEB
Occorre volare in questo tempo, dove?
Senz'ali, senz'aereo, volare indubbiamente:
ormai i passi andarono senza rimedio,
non elevarono i piedi del viandante.

Occorre volare a ogni istante come
le aquile, le mosche e i giorni,
occorre vincere gli occhi di Saturno
e stabilire lì nuove campane.

Ormai non bastan più scarpe né strade,
ormai non serve la terra agli erranti,
ormai attraversaron la notte le radici,

e tu apparisti in altra stella
determinatamente transitoria,
trasformata alla fine in un papavero.
(Pablo Neruda)
 
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