Per effetto del caldo che scoraggia l’uso dell’armatura e dell’imminente incontro con un maestro, nella palestra si è iniziata la scoperta del mondo dello Iaido, un’arte marziale basata sulle tecniche per sguainare e colpire utilizzando una spada vera. Complice la mia curiosità e l’ascolto degli anime di Naruto preferiti da mio figlio, ho scoperto nel frattempo una serie di modi di dire basati sulla spada, me lo dovevo aspettare vista l’importanza storica e morale che il simbolo di quest’arma rappresenta per i giapponesi. Lo Iaido si pratica da soli, risulta più facile capire così quale sia il nostro avversario, le imperfezioni i difetti, la mancanza di concentrazione sono solo nostri, come nostra è la ricerca della perfezione del gesto e dell’armonia. Forse per questo nello Iaido vale la frase Saya no uchi de katsu: si vince [con la spada] nel fodero. La pratica è volta a sviluppare quella fermezza di intenti e quella energia interiore che possono scoraggiare qualunque avversario prima che la lama venga estratta e il duello cominci. Manca ancora una premessa: quella giapponese è notoriamente una sciabola con la lama curva, ed il suo fodero detto Saia deve essere costruito con la medesima curvatura della lama tagliente per non creare ostacoli o punti di frizione. Ascoltando Naruto con ancora in testa i gesti e le movenze apprese ieri sera si è aperta una inaspettata connessione tra le tecnica sperimentate e il senso della frase che da il titolo a questo post, un ponte tra la pratica riservata alla palestra e la vita quotidiana che la pratica deve ispirare verso il meglio. Sguainare la spada e riporla nella sua custodia costringe ad un movimento particolarmente armonico tra lama e fodero. È molto importante quindi che questi siano costruiti in modo concorde, altrimenti capiterà che l’attrito tra i due produca un inevitabile deteriorarsi della custodia e del filo della lama, con una perdita evidente anche a livello materiale di armonia e perfezione. Da questa necessità nasce la frase del titolo: “Sori” è la curvatura caratteristica di ciascuna Spada, “Awanai”, significa non coincidere, non concordare. Così “Sori ga awanai” viene usato per esortare una relazione migliore tra due persone che sono in disaccordo a causa dei loro caratteri differenti, stimolando un’intesa più armoniosa capace di smorzare i punti di contatto che provocano usura, rovinando altrimenti sia la lama che il fodero. Anche per le relazioni umane sono necessarie manutenzioni continue e miglioramenti da apportare in modo che tutto scorra più liscio, donando la stessa sensazione di meraviglia che si prova nel sentire il filo della lama scorrere perfettamente dentro al fodero al termine di un esercizio impegnativo.
Quando vidi per la prima volta lo iaido, dentro di me si è innescato un voler sapere molto forte, che solo con la pratica posso avere tutte le risposte.
E' proprio vero che i nostri sensei dicono: non si puo' fare kendo se non si sa' cosè lo iado, come non si può fare iado sensa sapere cos'è il kendo
due discipline che viaggiano in vite parallele senza mai incontrarsi ma che una ha bisogno dell'altra e portano il rispetto del vero significato del budo.
Una cosa caratterizza i maestri, non la tecnica, non le spiegazioni, ma il vivere quello che insegnano in prima persona con passione infinita, forse per questo da noi si chiamano professori: perché professano quello in cui credono e lo trasmettono in modo umano, impossibile da imitare solo con un libro o un filmato. Grazie Paolo Sensei di questa giornata speciale :)
Saggezza.
Pura, limpida. Una sorgente di pensieri.
C'è una nitida, chiara, concreta vivezza in queste parole. Come se la disciplina stessa, altro non fosse che rapportata al ritratto istintivo e imperioso di un'amicizia non sempre concorde, appunto. Un mosaico di mosse e contromosse giocando d'armonia e fermezza.
ps: quanto mi piacerebbe fosse letto questo post ...da chi dico io.
Grazie. Mille volte grazie, Max.
Io non comprendo bene di cosa mi ringrazi, non è importante però, partecipo vivamente alla tua emozione. Se la pratica della palestra non diventasse anche respiro quotidiano sarebbe solo finzione, invece è una strada, a volte molto ripida, di quelle che in cambio della fatica e della dedizione portano a vedere paesaggi imprevisti accarezzati dal vento. :)
Ma tu pensa che bellissimo pensiero è scaturito da un anime, che conosco bene e di cui io, da ignorante, apprezzo particolarmente la sigla, almeno quella in italiano, quella giapponese mi crea qualche difficoltà ;O))) Le tue riflessioni hanno sempre il potere di farmi capire come tante azioni possano facilmente sfuggire alla nostra attenzione, solo perché ai nostri occhi quella determinata cosa non è importante o semplicemente non la capiamo al volo. Sempre grazie Massimo. Che la sintonia e l'armonia ti accompagnino ogni giorno ;O)
Bhe, anche io non è capisca tutto al volo, anzi spesso mi sento fin troppo lento. Cerco semmai, camminando adagio di approfittare delle visioni laterali, delle distrazioni, per cogliere quello che altrimenti troppo velocemente sarebbe solo un lampo di luce, invece che una immagine importante, un fiore da raccogliere.
Lavoro cercando di migliorare la vita altrui e attraverso le altrui esperienze cecare di migliorare anche il mio modo di relazionarmi con gli altri, cosa non così semplice...
Come è mio uso mi impegno al massimo, e non sempre i risultati sono quelli sperati...ma parafrasando il tuo bellissimo post, la mia lama vorrebbe sempre essere posta nel fodero armonicamente.
Buon fine settimana max**
Mi ha stupito, di un’emozione imprevista e bellissima, il provare quella sensazione di unione perfetta tra lama e fodero, grazie ad un movimento nel quale trovo finalmente i suoi primi accordi. Come in ogni esperienza di gioia ho cercato di allargare questo piccolo cerchio di luce al resto delle cose. In questo breve attimo di armonia ho sentito il paragone forte con il movimento altrettanto equilibrato che costruisce l’amicizia, con la sua ricerca di miglioramento e perfezionamento per evitare gli attriti, trovando la coordinazione tra due soggetti che diventano uno.
Il laccio delle scarpe: ricordo la fatica per imparare quel nodo al quale molto più tardi, padrone di una tecnica molto popolare, ho finalmente dato un nome. Ma quel che conta è che sia diventato un gesto consueto, senza la lingua tra i denti, quasi un gesto distratto entrato nelle abitudini, dimenticando la fatica necessaria per impararlo. Tutte le cose sono difficili all’inizio, poi diventano nostre se le vogliamo davvero.
Gambatté!
Il laccio delle scarpe: ricordo la fatica per imparare quel nodo al quale molto più tardi, padrone di una tecnica molto popolare, ho finalmente dato un nome. Ma quel che conta è che sia diventato un gesto consueto, senza la lingua tra i denti, quasi un gesto distratto entrato nelle abitudini dimenticando la fatica necessaria per impararlo. Tutte le cose sono difficili all’inizio, poi diventano nostre se le vogliamo davvero.
Gambattè!
Pura, limpida. Una sorgente di pensieri.
C'è una nitida, chiara, concreta vivezza in queste parole. Come se la disciplina stessa, altro non fosse che rapportata al ritratto istintivo e imperioso di un'amicizia non sempre concorde, appunto. Un mosaico di mosse e contromosse giocando d'armonia e fermezza.
ps: quanto mi piacerebbe fosse letto questo post ...da chi dico io.
Grazie. Mille volte grazie, Max.
Le tue riflessioni hanno sempre il potere di farmi capire come tante azioni possano facilmente sfuggire alla nostra attenzione, solo perché ai nostri occhi quella determinata cosa non è importante o semplicemente non la capiamo al volo.
Sempre grazie Massimo. Che la sintonia e l'armonia ti accompagnino ogni giorno ;O)
Come è mio uso mi impegno al massimo, e non sempre i risultati sono quelli sperati...ma parafrasando il tuo bellissimo post, la mia lama vorrebbe sempre essere posta nel fodero armonicamente.
Buon fine settimana max**
Gambatté!
Gambattè!