Nella tradizione delle Arti marziali giapponesi e più diffusamente in ambito scolastico, esiste una relazione speciale tra due allievi della stessa palestra, quell’ambiente mistico di apprendimento che si chiama Dojo. Il maestro che impartisce la lezione, il Sensei, deve avere lo stesso comportamento e trasmettere la stessa disciplina a tutti per non offendere facendo differenze, mantenendo un ambiente equilibrato, senza preferenze o privilegi: tutti uguali come il vestito che si indossa. Spesso per un principiante questo impatto è duro e potrebbe risultare scoraggiante trovando subito molte cose nuove da imparare, soffrendo del confronto con quelli che, frequentando da un po’, sono capaci di assecondare le richieste del maestro. Capita così che un allievo che ha già iniziato il corso si ponga come figura di scambio tra il neofita e il Sensei, filtrando attraverso la propria esperienza le richieste del maestro e rendendole più comprensibili, smorzando le prime incertezze dell’allievo e dimostrando, spesso più con un sorriso che con le proprie capacità, che anche le tecniche più impegnative si possono imparare. Il legame che lega l’allievo che inizia (Kohai) a quello che lo aiuta a muovere i primi passi (Senpai), è un legame che costruisce amicizie profonde, molto al di fuori delle quattro pareti del Dojo. È interessante sapere che questo legame esiste anche in altre specie animali come i lupi o come i delfini. Avviene in modo naturale, molto spesso al primo saluto: con l’energia di una camelia che sboccia. Io ho il privilegio di essere Sempai di un ottimo Kendoka, il dono più grande però è l’amicizia che mi regala, siccome è mio dovere aiutarlo nel riconoscere i suoi errori vorrei fargliene presente uno, che è stato quello di confessarmi di leggere questo blog. Così oggi ho sentito la voglia di scrivere di lui, per rendergli onore del privilegio di averlo incontrato; ecco perché si trova nominato su queste pagine. Nel filmato ci siamo io e lui in allenamento, un combattimento, ma anche un momento di serenità, di confronto di visioni, dove nessuno prevale, eppure ciascuno impara; questo è lo scopo efficace delle arti marziali: sconfiggere l’unico vero nemico, i nostri difetti.
Indossando l’armatura si antepone al casco il tenugui: un panno leggero di cotone che serve ad asciugare il sudore; su questo panno tradizionalmente si riporta un motto in Kanji giapponesi, su quello che indosso più spesso, c’è scritto:
Incrociando le spade imparo l’amicizia.
È una frase che grazie a lui diventa vera. Domo arigatou Raffa San!
Oh Ko! Ma queste sono parole del Maestro Gichin Funakoshi, il fondatore del Karate Shotokan. Ecco davvero le mie radici più profonde delle arti marziali, i primi passi a piedi nudi, con una casacca bianca come la cintura di quel bambino che ero e che, curioso di questo mondo, iniziava più di qurant’anni anni fa a conoscere il senso della parola Dojo. Il motto, lo traduco per chi non mastica troppo il giapponese, significa che gli allievi devono impegnarsi a mantenere la postura, che per gli avanzati diventerà una guardia naturale. Io per ringraziarti di questo dono leggero di giovinezza, che risuona come il fruscio della pineta, ti lascio quest’altra sentenza dello stesso maestro: Tsune ni shinen kufu seyo (Fai tendere lo spirito al livello più alto). Tu ci riesci senz’altro, tu sì.
I giapponesi hanno molto rispetto per il prossimo, e lo dimostrano anche in queste cose. Un abbraccio e un sorriso pieno di sole in una giornata che doveva essere nevosa ;O))))
È vero, tra i primi hanno sperimentato il problema della sovrapopolazione, forse per questo la loro cultura è così ricca di momenti di socializzazione e di rispetto reciproco, non fosse altro per quel gesto, ormai da noi dimenticato, dell’inchino, che in Giappone è vissuto come atto di omaggio e di cortesia.
Con un inchino così vorrei ringraziare i tuoi pensieri.
Seguire le note che scivolano tra le danze del Sapere.
I difetti ci proteggono e si fanno breccia nell'altro. Incrociando le spade, si impara anche l'arte dell'ascolto.
Un caro abbraccio, caro Max. Domo arigatou Raffa San!
Posso solo darti ragione, un paio di anni fa scrivevo di quella particolare sensazione che deriva dal contatto di quattro stecche di bambù, attraverso le quali si veicolano emozioni e percezioni così profonde da permettere di sentire l’animo della persona con cui ti confronti. È per me sempre una fonte di sorpresa superare le griglie di acciaio del casco, la corazza e tutte le altre protezioni fino a percepire così in profondità i sentimenti di un altro essere umano. Credo sia una buona palestra anche per il mio cuore :)
.....non trovo molte parole da scrivere a commento di questo bellissimo post Max, un post che parla di amicizia...e di amore...amore per la giustizia, amore che non deve avere paura delle "differenze", amore per queto incrociarsi di spade che non devono mai ferire.
<br< Buona domenica******,......grazie****
Devo dire che le parole che hai trovato sono efficacissime e molto vere. Aggiungo solo una considerazione che mi è passata per la testa in un momento di meditazione, la spada è uno strumento di morte, eppure è possibile usarla, come in questo caso, per onorare la vita e renderla più apprezzabile. Nella mia esperienza, non solo nella mia certo, è presente come simbolo un altro strumento di morte che, con mirabile efficacia, permette di condurre passi su un sentiero di pace e di armonia: la croce.
.questo è lo scopo efficace delle arti marziali: sconfiggere l’unico vero nemico, i nostri difetti.-
Che bel post , davvero interessante. Un piacere averti incontrato questa sera, Eli
Spesso la nostra cultura occidentale fa prevalere la marzialità di queste discipline, dimenticando invece il perfetto equilibrio che le conferisce il senso artistico e creativo. Solo con questa contrapposizione di elementi si assapora il senso migliore della pratica: mai troppo sul ciglio, ma preferibilmente al centro di quel sentiero che è la vita.
Ho sentito il bisogno di onorare un’amicizia che risulta uno dei regali più belli che la vita concede. Buona settimana anche a te con molti amici vicini.
invidio questo equilibrio che traspare dalle tue parole e da quello che racconti......penso che davvero tu sia nella strada per l'equilibrio che tanto fa bene. grazie. ciao! mp
Kamae wa shoshinsha ni ato wa shizentai
Un abbraccio e un sorriso pieno di sole in una giornata che doveva essere nevosa ;O))))
Con un inchino così vorrei ringraziare i tuoi pensieri.
I difetti ci proteggono e si fanno breccia nell'altro. Incrociando le spade, si impara anche l'arte dell'ascolto.
Un caro abbraccio, caro Max.
Domo arigatou Raffa San!
Che bel post , davvero interessante. Un piacere averti incontrato questa sera, Eli