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***domenica_mattina***

Post n°513 pubblicato il 19 Aprile 2016 da fragolozza
 

Da un paio di mesi, ho preso l'abitudine, ogni domenica mattina, di indossare tuta e scarpette ed uscire di casa. 

L'intenzione iniziale era quella di dedicarmi alla corsa, ma, dopo un primo tentativo miseramente fallito, causa dieci minuti di pausa ogni dieci metri di corsa per imminente collasso polmonare, ho capito che sarebbe stato ben più sano e produttivo dedicarmi ad un'innocua passeggiata veloce. 

La strada in cui vivo è un avenida lunga un chilometro e mezzo, che nei giorni festivi viene chiusa al traffico e si popola di genitori, bimbi, nonni, zii, parenti, amici, coppie, single e cani in quantità. In mezzo ad una folla del genere, mi viene facile occultare le mie improbabili doti atletiche che, dopo una fase di fulgida ostentazione nelle aule di zumba, scaduto e non rinnovato l'abbonamento in palestra, si sono riconfigurate nel loro assetto originale che è molto prossimo all'inesistenza. 

Alla fine dell'avenida, dopo una salita abbastanza impervia, c'è un lago artificiale, circondato da una pista lunga ottocento metri.  

Fare tre giri e sommare il percorso di andata e ritorno da casa, equivale a rientrare con un bottino di circa cinque chilometri di camminata all'attivo, il che mi basta per  illudermi di essere una gran sportiva, un po' come quando casualmente mi infilo i jeans di mio marito e per due secondi mi illudo beatamente di essere dimagrita un sacco.

Ieri, arrivata al lago, le cui sponde sono sempre popolate di pescatori, passeri e cicogne, ho notato, sotto una macchia di salici piangenti, un gruppo di strani animaletti. Accecata dal sole, li avevo scambiati per cinghiali e, poiché uno dei miei incubi peggiori è essere divorata dai cinghiali come Mason Verger, stavo per battere in ritirata. Poi però ho visto che persino i bambini si avvicinavano a guardarli e, avvicinatami a mia volta, ho constatato che erano maiali.

In realtà, non è che i maiali mi infodano più fiducia dei cinghiali. Il dubbio che mi notassero, mi riconoscessero e decidessero di farmi fare la stessa fine che io propino ai loro amici tutte le volte che entro da Bacon Paradise (che è un locale il cui menù vanta persino il gelato alla pancetta), quando hanno cominciato a grufolare, mi è sorto. 

Ad ogni modo, poiché in fatto di maiali non c'è rischio che mi trattenga, ho alzato il volume delle Sugababes ed ho continuato il mio giro sul lago. 

Al secondo passaggio nei pressi dei maiali, essendo ormai quasi certa che fossero innocui, mi sono persino azzardata a scattargli qualche foto.

Al terzo passaggio nei pressi dei maiali, ho addirittura pensato che sarebbe stato carino farmici un selfie, che, poiché non avevo intenzione di avvicinarmi troppo e contemporaneamente il sole mi oscurava lo schermo, è venuto uno schifo.

Al quarto passaggio nei pressi dei maiali, avrei ritentato il selfie, ma si erano infrattati all'ombra e quindi niente.

Al quinto passaggio nei pressi dei maiali, ho realizzato che, con la scusa dei maiali, avevo già fatto cinque giri del lago. E stavo ritentando il selfie, che sarebbe comunque venuto uno schifo, quando mi ha chiamata mio marito.

- Ma dove sei?

- Sono al lago.

- Ancora?

- Sì, perché ho incontrato un gruppo di maiali!

- I maiali?

- Sì! Sono bellissimi, mi vieni a scattare una foto che da sola non riesco?

- Coi maiali?

- Perché che c'è di strano? 

 
 
 
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Palpebre nude non chiudo
per cogliere il resto
di quello che resta
sul conto in sospeso
dei nostri sospesi.

Le formiche al tramonto ricordano
grani di pepe.
Sai contare al contrario, partendo
da cifre irrisorie?
Sotto l’arco
s’inarca in trionfo
la triade imperfetta.
Me stessa, quell’altra o la stessa
si chiudono a riccio.
Per capriccio
mi cavo d’impiccio.
Mi sento di troppo.

 

 

 

 
 

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