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Nuova Compagnia di Canto Popolare, "Madonna tu mi fai"

Post n°34 pubblicato il 09 Marzo 2008 da fattodiniente

(ascoltala, senza ridere del video ridicolo: oh, non son capace di fare video flv, va bene?) 

Non c’è stata mai tanta disponibilità di musica quanta ce n’è oggi, non è mai stato tanto facile e accessibile ascoltare qualcosa. E tuttavia questo non significa che si riesca a sentire tutto. Anzi, certi artisti, come ad esempio la Nuova Compagnia di Canto Popolare sono una sfida alla ricerca. Questa situazione mi ricorda una delle trasmissioni radiofoniche che amavo da ragazzetto, “Non tutto ma di tutto”. Trovare i loro dischi è praticamente impossibile, giacché la loro discografia non è mai stata stampata a dovere in cd, e la sola possibilità di averla è ricorrere al (costoso e incerto) mercato del collezionismo, con tutti gli accidenti del caso.
Il che non sarebbe un male in sé: non abbiamo mai sentito tanta musica, solo che non ha mai suonato tanto male. Gli mp3 suonano molto peggio dei cd, che a sua volta suonano molto peggio dei dischi in vinile: è un semplice fatto fisico; il suono è un fatto meccanico, trasmissione di onde sonore: nella codificazione digitale si perdono tutte le armoniche e le infinite sfumature del suono “naturale”, per cui si tratta di una scelta di campionatura. Alla nascita del digitale, quasi tre decenni fa, l’industria scelse la forma del cd, con la codifica a 44100 hz, per una ragione economica: una campionatura più complessa – quella che per capirci viene oggi usata per i superaudio cd, e che garantisce una fedeltà circa 40 volte superiore – sarebbe stata estremamente costosa e avrebbe ucciso il mercato dei cd sul nascere, così il cd e le sue limitazioni divennero lo standard. Così, quel che si crede essere la “pulizia” del digitale, è in realtà la semplice scarnificazione del suono: si tagliano forzatamente delle frequenze e delle risonanze, e buonanotte alla pienezza dell’originale. Poi, questa è una cosa di cui pochi si rendono conto, e meno ancora sono quelli cui sembra importare. Ma che sia una forma di diseducazione, non ci piove. Del resto, il mondo è pieno di gente che si mette in casa stampe di quadri famosi, e poco si preoccupa di vedere almeno una volta gli originali.
Nel caso della NCCP, il peccato è doppio: l’operazione che portò avanti era straordinariamente importante per la cultura del nostro paese, ma non è strano che sia andata perduta quasi del tutto nell’Italia attuale, sicché abbiamo perso una parte di noi stessi per la seconda volta. E i risultati si vedono. Ma anche qui, la cosa non pare interessare poi molto, generalmente parlando. Di fatto, di loro si riesce a trovare, e con fatica, solo qualche antologia, quasi tutte neanche molto ben fatte. Il che è un motivo in più per piangere l’epoca del vinile.
L’epoca, già. Gino Castaldo ed Ernesto Assante parlano proprio di “fine di un’epoca”, perché in quegli anni la forma del supporto – il vinile – coincideva con l’intenzionalità dell’opera, e le opere che vennero prodotte in molti casi avevano tutti i crismi dell’artisticità, e molto contribuirono alla crescita ed alla consapevolezza culturale di una generazione.
Per carità, ho già detto altre volte che il laudatis temporis actibus non è un abito mentale che mi appartenga, né che condivida, ma questo non vuol dire che le critiche alla cultura dell’ipod e degli mp3 scaricati non siano più che legittime. Ora ascoltiamo di tutto – non tutto, appunto – ma neanche siamo consapevoli di come ascoltiamo, e questo ci rende più poveri nell’apparenza di esser più ricchi.
Poi, resta questione di gusti. Ma gioielli come questa Madonna tu mi fai non ne vengono prodotti più. Ed è un mondo un po’ meno bello da vivere.

 

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Commenti al Post:
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 10/03/08 alle 00:05 via WEB
io ascolto male, lo riconosco. ascolto spesso distratta e questo non è bene. il mio ascolto migliore è in macchina, da sola. lì c'è l'attenzione che altrove non ho, ma inevitabilmente, ricorrendo agli mp3, decade la qualità. non il piacere di scegliere o di lasciar fare al caso.
Mi ha colpito questa tua frase: Ora ascoltiamo di tutto – non tutto, appunto – ma neanche siamo consapevoli di come ascoltiamo, e questo ci rende più poveri nell’apparenza di esser più ricchi. , perchè si ricollega ad alcuni discorsi fatti proprio in questi giorni con amici. è come quando vai al supermercato a comprare uno yogurt. 50 metri di scaffale, tutti i gusti e tutte le proprietà differenti. forse volevo semplicemente uno yogurt, o forse volevo quello yogurt, ma in mezzo agli altri non l'ho riconosciuto.
 
 
fattodiniente
fattodiniente il 10/03/08 alle 00:11 via WEB
Beh, non spetta a me dirlo, ma ascoltare mp3 nell'ipod, o nello stereo dell'auto, non è in sé un male. Ma sapere COME si ascolta, ed ascoltare ogni tanto ANCHE bene, con un impianto ben fatto è una fonte di qualità, è una cosa che si dovrebbe saper fare, se non altro per apprezzare la differenza. Questa è la mia opinione, e io la condivido.
 
   
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 11/03/08 alle 16:12 via WEB
No che non lo è. anzi. certe mattine è terapeutico, credimi :)
è l'anche che ogni tanto mi manca. ma la pigrizia è la mia. quindi non posso che incolpare me stessa.
 
solfeggio
solfeggio il 13/03/08 alle 20:50 via WEB
Condivido appieno quello che dici, insieme con la passione per la musica ci deve essere anche l’attenzione per "il suono della musica". C’è da sottolineare, però, che gli audiofili, hanno il problema opposto ovvero la tendenza ad ascoltare l'impianto e non la musica, e, il più delle volte, segnalano i dischi quasi esclusivamente per le incisioni e non per l'interpretazione o il repertorio; mi riferisco ad esempio al suono delle cannonate vere dell’edizione Telarc della Ouverture ‘1812’ di Tchaikovsky che, a mio avviso non è tra le opere migliori del compositore.
 
 
fattodiniente
fattodiniente il 13/03/08 alle 23:02 via WEB
Ah verissimo, ho amici che han speso MILIONI per ascoltare il suono e della musica gli fregava niente. Io però mi devo star zitto, visto che compero i dischi per avere le copertine...
 
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