Ricordo certi compagni di classe che non ho mai visto ridere, né commuoversi, né infiammarsi, né pronunciarsi su un qualsiasi argomento. Sono, questi, "ricordi concettuali". Così mi viene di chiamarli, poiché in verità attraverso gli occhi della memoria non riesco a visualizzare alcuna scena che li abbia visti protagonisti, né un'interrogazione, né una qualsiasi discussione. Nulla. Talvolta un sorriso, cortese e condiscendente ed allo stesso tempo troppo riservato per la loro età, compariva brevemente sui loro volti senza tuttavia riuscire ad illuminarli. Riconosco al telefono le voci di persone che ho incontrato poche volte o che non sento da molto tempo. Eppure non ricordo le loro voci, né ricordo alcuna impressione di ammirazione o invidia che possano avermi suscitato le risposte da loro date nel corso di un'interrogazione o un loro intervento in una qualsiasi discussione. Non ricordo le loro interrogazioni. A me è capitato sia di prendere cattivi voti, sia di tradurre dal greco o latino sfiorando il 10. Loro no: prendevano solo buoni voti, anche se mai alti. E' come se fossero riusciti a convincere tutti di essere in qualche modo "perfetti", ma senza fare veramente nulla per dimostrarlo. Taciturni, non li ho mai visti partecipare ad un corteo, né ad un'assemblea. Eppure si percepiva come fossero allineati e schierati. La loro presenza serviva quotidianamente a rimarcare la loro assenza. Mi chiedevo se almeno a casa gioissero dell'affetto dei genitori, se sentissero bisogno di coccole, se giocassero con qualcuno, se volessero bene a qualcuno, e se ci fosse qualcuno o qualcosa capace di farli sorridere, a lungo, e finalmente ridere. Me lo chiedo ancora e aggiungo: sono sposati? hanno figli? hanno giocato con loro? hanno finalmente imparato a sorridere e ridere? Hanno finalmente capito che ridere non sminuisce, non toglie alcuna dignità? Non so adesso cosa facciano, né dove siano, né come siano. Provo ancora oggi uno stato quasi di inquietudine e di rammarico nel cercare di ricordarli.
Il tuo post, che ho letto molto volentieri, mi ha portato a ripensare ai miei compagni di classe del liceo.C'erano due o tre ragazzi quasi perfetti,che non ridevano mai,raramente sorridevano, educati,composti,sempre in ordine,prevedibili, sapevamo sempre che cosa aspettarci da loro.Mi piace la tua frase:"La loro presenza serviva quotidianamente a rimarcare la loro assenza."Non ci avevo mai pensato, ma davvero era così!E sai una cosa strana?Nemmeno io riesco quasi a ricordare la loro faccia e la loro voce...Forse sono dei tipi standard che si trovano un po' dovunque,in ogni scuola,in ogni classe,in ogni tempo.Triste pensare che non saranno mai ricordati veramente! Ciao.
Sì. Forse sono come tu dici. A volte mi chiedo se abbia fatto tutto il possibile per dialogare con loro. In qualche modo tutto questo mi rattrista. Tanto per cambiare argomento, qui soffia un vento che sarebbe stato di casa a Trieste... Buona giornata!
Più che perfezione, sembra mediocrità. Io avrei potuto far parte di quella schiera, voti buoni non altissimi salvo in casi eccezionali, tranquilla, riservata, silenziosa, mai preso parte ad una manifestazione, mai bigiato (una volta soltanto ma sono stata beccata e non mi ci sono riprovata). Non amavo le coccole di mia madre, nè le chiedevo come facevano i miei fratelli. Credo sia insicurezza, una mediocre insicurezza, altro che perfezione! Bel post!
..mmm... sto cercando di tirar fuori da qualche cassetto della memoria i volti dei miei compagni di liceo.... avevo dei compagni al liceo? ;-P ho un po' di difficoltà visto che i ricordi legati al liceo sono stati, nella mia memoria, letteralmente fagocitati dai ricordi di "me e te"... oppure è solo la vecchiaia che avanza... :) tornerò a commentare quando avrò rispolverato qualcosa...
Li avevi. Semplicemente anche a te è accaduto quello che avviene a tutti: il tempo è una ramazza e quello che non spolveriamo noi ci pensa lui a buttarlo via...
Io, al contrario, ricordo tutti i miei compagni di liceo, anche quelli "di passaggio", o di un solo anno. Ciò proprio perchè in classe ero quella che si soffermava a parlare con tutti e con la quale tutti parlavano. Rivedendoli a distanza di anni sono rimasta quasi sempre delusa da come erano diventati. Alcuni (purtroppo!) non sono cambiati affatto, :) altri (purtroppo!) sono cambiati in maniera tale da tradire e snaturare ciò che erano stati. Vivo in una piccola città ed ho un lavoro che mi porta a contatto con la gente. A volte mi capita di incontrare qualcuno di loro, e non ho problemi a fermarmi per un saluto... ma evito accuratamente le famose cene tra ex compagni di scuola. Non mi importa sapere come sono diventati (e se non ci siamo cercati, in tutti questi anni, un motivo ci sarà!), preferisco ricordarli come erano. (Bel post, Maestro... Davvero.)
Le cene tra ex compagni. Una ventina di anni fa ricevetti una lettera nella quale un ex compagno, facendo esplicito riferimento al film L'attimo fuggente, mi invitava, non ricordo, se ad un pranzo o una cena. Ringraziai e garbatamente rifiutai, adducendo come scusa il precario stato di salute di mio figlio. Trovo insopportabile condividere uno spazio così sacro ed intimo, qual è il desinare, con persone che ci siano state poste accanto dalla casualità degli eventi, ma con le quali non sia maturata alcuna forma di dialogo e condivisione esistenziale. Avrei dovuto sopportare, fingendo persino di gradirla, la presenza di alcuni soggetti che, come giustamente scrivi, non fossero per nulla cambiati, e scoprire con costernazione il tradimento commesso da altri nei confronti di principi un tempo ritenuti iiviolabili. Come accadea a te, mi accade di soffermarmi con qualcuno, ma questo davvero molto raramente. Ho visto, da una posizione di straniamento che occupo da tantissimo tempo, che la gran parte di loro ha continuato, più che ad accettare, a cercare piccoli, medi, e grandi compromessi. Il tuo commento mi ha indotto a tornare con la memoria a diversi decenni fa, facendomi ricordare i sorrisi, a volte furbi, a volte beffardi, che accompagnavano un certo modo di agire. Chissà. Forse, come accade a te, io li ricordo. Li ricordo tutti. Ad uno ad uno. Ma preferisco "sapere" di non ricordarmi se non di quei pochi di loro rimasti fondamentalmente puliti.
mi piace leggere i tuoi ricordi, non mi piace andare a cercare tra i miei ricordi chi solo il caso mi aveva messo accanto. E ricordo invece con intensità le amiche e gli amici che non erano solo compagni di classe, ma compagni di crescita e di forti emozioni, pensieri e prove... quasi tutti persi di vista, perché la vita ci porta per strade diverse, ma alcuni ritrovati come promettevano, non come erano allora, ma coerenti con quel che lasciavano immaginare. Nonostante tutto intorno a noi abbia tolto le ali alle nostre grandi speranze di cambiare il mondo e farlo all'altezza dei nostri sogni
Spesso mi astraggo nel ricordo. E allora tutto si ferma attorno a me, e sento voci, e vedo persone e luoghi, e luci, e colori, e sapori. E rivivo, anche se in maniera frammentaria, episodi avvenuti anche tantissimi anni fa quand'ero un bambino di pochissimi anni: due, tre, quattro anni. Sono pochi fotogrammi, ma vividi: il sole è accecante, sono su un traino, fermo sulla via accanto al portone della mia casa natale, e con il gambo secco di una festuca dirigo un'orchestra immaginaria, mentre un ragazzo molto più grande di me mi guarda a bocca aperta...
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il 18/08/2012 alle 16:09
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il 17/06/2012 alle 12:08
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il 17/06/2012 alle 12:03
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il 16/06/2012 alle 21:28