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Clochards

Post n°283 pubblicato il 29 Novembre 2009 da safira_1969

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La porta si apre quando nel cielo si stagliano i primi raggi del sole,

che, per un breve attimo sfiorano quelli argentei della falce di Luna.

Penso:" Una fine, un nuovo inizio, un ciclo perfetto,un miracolo,

 che si ripete da secoli nella semplicità di un vivere quotidiano".

Esco, ed istintivamente, mi raggomitolo nel pesante giaccone,

 per proteggermi dal freddo mattutino.

L'eco dei miei passi rissuona nei sobborghi deserti, mentre piccole stille di

pioggia iniziano a cadere preanunciando una giornata uggiosa.

Il grigio dell'asfalto lentamente si trasforma, fino ad assumere le sembianze di

un oceano nero in cui la luce dei lampioni si specchia.

In lontananza alcune ombre prendono forma ed un mormorio si fà crescente.

Incuriosita, procedo con passo deciso nella loro direzione.

Ed ecco affaciarsi un gruppo di persone, gli abiti sgualciti dal tempo,

i volti solcati da una vita disincantata, la schiena ricuva per il peso del

bagaglio d'esperienze vissute.

Molti li chiamano barboni, altri vagabondi, o semplicemente

 clochards, per me sono anime della notte.

Accanto ai loro carrelli ricolmi di ciò che resta della loro vita, cartoni,

coperte variopinte, qualche bottiglia,  vecchi monili, oggetti personali

o semplicemente trovati abbandonati come loro in qualche angolo di

una via, parlano-

Parlano di politica, del mondo, dell'ingiustizia.

Gli occhi vealti di tristezza per una società che vedono andare alla

deriva, in balia di maschere sgargianti, di falsi sorrisi,

che dimentica i suoi figli, i valori, il calore  e la semplicità degli affetti.

Penso " non posseggono nulla, ma hanno tutto la libertà nel cuore e

nell'anima".

Passo loro accanto quasi li sfioro, non mi degnano di uno sguardo,

per loro sono solo un fantasma, come loro lo sono per

la maggior parte dellle creature che affollano le città di giorno.

Ora la pioggia si fa battente, i primi rivoli d'acqua prendono

forma ai margini della strada, trascinando con sè le ultime foglie

dell'autunno.

Con il mio fedele Spotty, un tempo anche lui abbandonato dal mondo,

prendo la via del ritorno verso ciò che chiamiamo casa, mentre all'orizzonte

l'alba del nuovo giorno si fa strada tra lacrime di pioggia.

 

 

 
 
 
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