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Ali imnplose IV

Post n°408 pubblicato il 03 Luglio 2010 da safira_1969

Dio è il potenziale della somma di tutti i potenziali

@

La mia intera esistenza risultava già completamente determinata, non appena nato. Avrei studiato, mi sarei laureato anche grazie alle privazioni sopportate dai miei genitori, quindi avrei iniziato una brillante carriera partendo anche da una gavetta fatta di rinunce e sacrificio, mi sarei sposato in chiesa con la donna della mia vita, avremmo comprato una casa accendendo un bel mutuo, avrei creato una famiglia serena e felice oltre che agiata economicamente, quindi avrei passato una tranquilla vecchiaia con i nipotini che mi avrebbero accompagnato con serenità alla morte…in realtà quest’ ultimo pezzo lo sto aggiungendo solo ora che ho qualche capello bianco in più. Un piano perfetto, lineare, ovvio, talmente ovvio che il solo metterne in discussione anche solamente una piccola parte non sarebbe stato neanche pensabile ( beh, forse la presenza di un’amante magari sarebbe stata tollerata, purché ne valesse realmente la pena ). Questa era l’unica “normalità” indiscussa della mia genetica, della mia educazione, degli esempi magnifici che costantemente vivevo, della cultura, dell’etica, della morale, della società tutta ( o quasi ). Questa era l’unica strada percorribile per arrivare alla felicità e qualsiasi altra via avrebbe comportato dolore per me e per chi, con i suoi mille sacrifici tramandati da generazioni, mi ha messo nelle migliori delle condizioni possibili per realizzare il mio “fulgido” cammino. Ed in effetti questa per trent’anni è stata la mia normalità, la mia unica visione della vita, l’unico scopo della mia esistenza. Il mio cervello ha lavorato assecondandomi in maniera perfetta, devo dire, affinché ogni minimo dettaglio fosse uno scalino in più fatto verso la mia felicità.

Faccio una piccola divagazione, che pur non esprimendo concetti particolarmente astrusi, a me è servita molto per comprendere cose per me fondamentali. Nella nostra società ci sono persone immerse in ideologie che potrebbero essere definite estreme, quali ad esempio i naziskin , che vivono facendo cose e vedendo gente in maniera perfettamente coerente rispetto a quello in cui credono. Forse per alcuni potrebbe essere una semplice moda o un luogo di aggregazione come un altro, ma credo che molti siano realmente persuasi di quello che professano. Non entro nel merito, ma credo che con tutta la buona volontà possibile e immaginabile sia realmente difficile abbracciare queste ideologie. Come mai allora queste persone lo fanno? Come può succedere che coesistano convincimenti così diversi? Come riescono a rimanervi immersi anima e corpo?  E’ il loro cervello che a seguito di sostrati culturali o pregnanti esperienze di vita restringe la propria visuale e filtra ogni stimolo e ogni accadimento affinché le proprie convinzioni si alimentino e, se possibile, si innalzino. Così, picchiare un ebreo, farsi saltare in aria e immolarsi, immolando, distruggere un McDonald’s, appare a chi lo compie realmente cosa buona e giusta. La quasi totalità delle persone vive essendo certa di muoversi nell’unica strada possibile e quando si scelgono vie apparentemente estreme o alternative rispetto agli altri, la lotta e lo scontro diventano un modo per il cervello per rafforzare il proprio punto di vista, mentre l’aggregazione diventa l’indispensabile supporto per nutrire le proprie certezze. La mente costruisce le nostre esistenze. Se per te il mondo si divide in padroni e operai sfruttati, lo vedrai sempre con questa visione sia che tu sia l’onesto lavoratore e sia che tu incarni l’ avido imprenditore. E il tuo cervello filtrerà ogni atto della tua esistenza con questo modo di vedere le cose. Non solo, ti indurrà a farti vivere esperienze che suffraghino questa visuale. Essere un anarchico rivoluzionario, un naziskin o un terrorista è solo un processo mentale che dal mio punto di vista non ha alcuna connessione con una qualsiasi morale superiore. Certamente non è moralmente superiore neanche il percorso che per trent’anni ho seguito. Però, così come ho la massima comprensione per un naziskin, ce l’ ho pure per me tapino che ho rincorso l’ideale della famiglia con una foga e una veemenza tale da distruggermi. Mi appello alla clemenza della corte…

Tu sei quello che pensi di essere, esclama compiaciuto l’attento filosofo. Io sono gli fa eco la sintesi divina. Ciascuno è la verità che può contenere in quell’ istante.

 
 
 
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