AQUILA INDIANA

Storia ed altro dei nativi americani

 

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Sono venuto al mondo con la pelle color bronzo e con essa mi sento bene. Alcuni dei miei amici sono nati con la pelle gialla, nera o bianca.
Nessuno l’ha scelta e va bene così. Ci sono rose gialle, rose rosse e bianche, ognuna di esse è bella.
Io spero che i miei figli vivano in un mondo in cui tutti gli uomini, di ogni colore, vadano d’accordo e lavorino insieme senza che la maggioranza cerchi di uniformare gli altri al proprio vivere. 
                                                       (Tatanga Mani)

 

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COCHISE

 

METACOM (RE FILIPPO-FIGLIO DI MASSASOIT)

 

 

GLI YANKEES

Post n°21 pubblicato il 26 Maggio 2013 da Cavallo_pazzo_1

NEW PLYMOUTH

Nel 1620 con la nave Mayflower, duecento profughi puritani (una setta religiosa inglese alla ricerca della "terra promessa" perseguitata per tutto il Seicento) sbarcano a Capo Cod, territorio che appartiene a due potenti tribù algonchine (narragasett e wampanoag) e fondano la colonia di New Plymouth.

 

Il clima è rigido, lo scorbuto miete molte vittime fin dalle prime settimane; i puritani sopravvivono grazie all'aiuto degli Algonchini che li nutrono fornendo loro carne e mais. A celebrazione di questo provvidenziale aiuto, i Padri Pellegrini introducono la Festa del Ringraziamento. Massassoit, capo degli wampanoag, stipula un trattato di alleanza con i puritani; questi ultimi però non lo considerano come un gesto di pace ma come un segno divino di consenso per l'ampliamento del loro dominio.

I puritani, convinti di essere un popolo eletto, non hanno scrupoli nei confronti degli indigeni che definiscono "crudeli selvaggi, barbari e figli di Satana" mentre gli indiani hanno accolto gli stranieri con amichevole curiosità e anche timore e rispetto. Ben presto però non ne comprendono più il comportamento, alla loro generosità i puritani rispondono con l'avidità, non tollerano le loro visite inattese e pretendono obbedienza.
Per anni i puritani opprimono gli indiani, devastano luoghi sacri alle tribù e tentano di convertirli. Squanto, un indiano che fa loro da interprete, insegna loro a seminare il mais, dove pescare e come conservare il cibo, nel 1624 viene fatto prigioniero e portato in Inghilterra dove resterà per 5 anni prima di tornale nel Massachussetts.
Nel 1630 gli inglesi invadono il territorio dei Massachussett e poco dopo una epidemia di vaiolo decima la tribù. La lotta si fa sempre più spietata.

GUERRA DEI PEQUOT

Nel 1636 viene ucciso un capitano di marina, la tribù dei Pequot si rifiuta di consegnare i colpevoli, di risposta i puritani e gli alleati Narragansett organizzano sanguinose spedizioni punitive e nel 1637, sul Mystic River, vengono sterminate senza pietà centinaia di abitanti di un villaggio Pequot; è un massacro e i pochi superstiti vengono mandati alle Bermude come schiavi.

La stessa sorte toccherà più avanti alla tribù dei Narragasett che rifiuta di riconoscere la sovranità di Carlo I.
I rapporti con gli Wampanoag non vanno meglio; i puritani non vogliono che Wamsutta, figlio di Massasoit, venda terre ad altri coloni, Convocato a Plymouth, Wansutta muore in circostanze misteriose, Metacom, suo fratello, prende contatti con altre tribù del New England e riesce a convincerle della malafede dei bianchi.

GUERRA DI RE FILIPPO

Metacom, ironicamente così chiamato dagli inglesi, a capo di un centinaio di guerrieri armati di fucili acquistati grazie al commercio, scatena una terribile rivolta contro i puritani; tutte le colonie inglesi si uniscono e chiedono aiuto a Moicani e Mohawk da sempre nemici degli algonchini. Nel 1676 Metacom cade in battaglia e i puritani senza alcun rispetto per questo valoroso guerriero, espongono la sua testa infissa su un palo nel pieno centro di Plymouth, con delle scritte offensive. La guerra di Re Filippo costerà la vita a 600 inglesi e a più di 4000 indiani, le colonie spenderanno circa centomila sterline per sconfiggere gli insorti.

 
 
 

GLI YANKEES

Post n°20 pubblicato il 26 Maggio 2013 da Cavallo_pazzo_1

JAMESTOWN

Nel 1607 sbarcano a Jamestown in Virginia 105 coloni inglesi, aristocratici che impiegano schiavi bianchi (detenuti per debiti o per motivi politici) nelle piantagioni che impiantano nella nuova terra.

John Smith è il primo governatore della colonia di Jamestown.

JAMESTOWN

Gli indiani sono ben disposti verso i coloni e Wahunsonacock (capo della Confederazione Powhatan) vuole stabilire un rapporto di coabitazione basato sul rispetto reciproco e sull'uguaglianza ma di sicuro non sottomettersi e accettare di divenire sudditi del re inglese Giacomo I. Wahunsonacock si rifiuta di eseguire gli ordini del governatore, non accetta doni, rifiuta la corona di rame mandatagli da Giacomo I e rivendica l'indipendenza dalla colonia.

I coloni con ben altri propositi, avendo bisogno della selvaggina e del mais degli indiani, non esitano ad assaltare e saccheggiare i loro villaggi.

Nel 1608 viene catturato il governatore Smith e condotto da Wahunsonacock; Smith viene condannato a morte ma Pocahontas interviene in suo favore e gli salva la vita.

Nel 1610, dopo l'uccisione di due coloni, gli inglesi bruciano due villaggi massacrando donne e bambini e continuano con angherie e e furti. Gli indiani esasperati reagiscono con la violenza.

Nel 1613 il matrimonio di Pocahontas con John Rolfe (un coltivatore di tabacco della vicina colonia di Henricus incontrato nel periodo in cui Pocahontas rapita e tenuta prigioniera nella colonia per un anno circa e rilasciata dopo lo scambio con alcuni prigionieri inglesi) porta Wahunsonacock a firmare la pace con gli inglesi di Jamestown; Pocahontas farà da ambasciatrice tra il suo popolo e gli inglesi e comunque fornirà al padre preziose informazioni sulla colonia.

La pace viene fedelmente rispettata fino alla morte del vecchio e orgoglioso capo nel 1618.

Il successore di Wahunsonacock, suo fratello Openchankanaugh, già anziano ma che nel tempo aveva covato un odio profondo per gli inglesi invasori e per le ingiustizie subite, si finge loro amico ma in gran segreto prepara l'attacco.

Nel 1622 i Powtan scendono sul sentiero di guerra e attaccano le colonie uccidendo 350 inglesi.

E' la guerra e gli inglesi, ormai migliaia e ben armati, la portano avanti senza esclusione di colpi; tuttavia la colonia viene decimata anche se non annientata.

Per più di un anno regna una pace armata durante la quale i coloni mettono in atto lo stesso piano di Openchankanaugh, fingono di volere la pace ma preparano la loro vendetta. I coloni riescono a convincere gli indiani ad incontrarsi per firmare un trattato di pace; è una trappola e molti vengono uccisi, Openchankanaugh riesce a salvarsi e aspetta ben 22 anni prima di tornare a colpire.

Nel 1644 i Powatan portano a segno un secondo attacco. I primi due giorni vedono il successo degli indiani, le perdite inflitte agli inglesi sono notevoli ma il governatore William Berkeley riesce ad organizzare una miliziai numericamente superiore agli indiani; lo scontro, selvaggio e disperato, finisce inesorabilmente con la cattura di Openchankanaugh che viene portato a Jamestown in segno di trionfo e esposto allo scherno della folla.

L'anziano capo quasi centenario, debole e quasi moribondo fu imprigionato; una delle guardie carica di odio nei suoi confronti, puntò il fucile contro di lui e gli sparò; Openchankanaugh con un estremo sforzo di volontà e col suo magnifico contegno da grande capo ordinò alle guardie di convocare il governatore. Berkeley rimase impressionato dalla figura quasi soprannaturale che aveva d'avanti; Openchankanaugh alzò una mano tremante e minacciosa e disse:
" Se avessi avuto la fortuna di far prigioniero William Berkeley, non lo avrei ignominiosamente esposto al mio popolo"

Con la sua morte, la Virginia e le colonie meridionali conobbero di nuovo la pace per un lungo arco di tempo.

Nel 1646 la Confederazione, ormai stremata, si arrende ed accetta di abbandonare una parte dei loro territori; gli indiani sopravvissuti vengono costretti a riunirsi in riserve ai confini della colonia, sotto stretta sorveglianza.

 

 
 
 

I MERCANTI FRANCESI

Post n°19 pubblicato il 20 Maggio 2012 da Cavallo_pazzo_1

Sbarcano nella regione dei Grandi Laghi, successivamente chiamata Canada, con intenzioni amichevoli facendo regali e comportandosi con rispetto. Si stabiliscono sulle rive del fiume San Lorenzo e si alleano con gli Uroni, agricoltori sedentari, uniti in una confederazione di 4 tribù.

Nel 1608 il francese Samuel de Champlain fonda, dove poi sorgerà Quebec, una colonia di pionieri e di francescani impegnati nell'evangelizzazione degli indigeni che frequentano il piccolo emporio commerciale.

 Gli Uroni riescono ad avere grossi guadagni dal commercio e arrivano ad essere anche intermediari tra i francesi e gli Algonchini, fornitori di pellicce. In questo commercio si inseriscono altre tribù; tra queste spiccano gli Irochesi delle Cinque Nazioni (Mohawk, Oneida, Onondaga, Cayuga e Seneca).

 Gli Irochesi, alleati con gli olandesi, riescono ad eliminare la concorrenza dei Moicani e a divenire gli unici fornitori di pellicce in cambio di armi da fuoco e munizioni.

In pochi anni, i Mohawk diventano la tribù più temuta dell'Est.

La Lega Irochese arriva ad avere fino a tremila guerrieri armati dagli olandesi e dagli inglesi; ha inizio un periodo di guerre spietate contro i francesi e gli indiani loro alleati (1645-1686). 

Gli Uroni hanno estremo bisogno delle armi da fuoco per difendersi dagli Irochesi con i quali sono in guerra nonostante appartengano allo stesso ceppo e parlino la stessa lingua.

I Francesi, consigliati dai padri gesuiti, danno fucili solo agli Uroni convertiti; dal 1640 circa gli Uroni sono divisi: da una parte gli uroni convertiti al cattolicesimo e dall'altra quelli fedeli alla tradizione. I primi più agguerriti contro gli Irochesi ed i secondi invece sono anche disposti a trovare un accordo con i loro fratelli-nemici.

Gli Irochesi sono determinati ad annientare il potere degli Uroni per avere l'esclusiva del commercio di pellicce con i francesi e la loro strategia è quella di seminare il terrore ovunque; organizzano imboscate lungo i fiumi, affondano le canoe di passaggio, massacrano gli altri indiani, prendono in ostaggio i francesi per chiedere esosi riscatti, i villaggi degli Uroni vengono annientati uno dopo l'altro, i raccolti distrutti, le donne e i bambini fatti prigionieri e i guerrieri torturati a morte. I sopravvissuti riparano nel Quebec o fuggono verso occidente.

Nell'inverno tra il 1649 e il 1650 gli irochesi si spingono fino alla regione dell'Ontario e minacciano gli indiani neutrali, poi arrivano fino alla valle del fiume Ohio, zona ricca di castori, e si scagliano contro i padroni della valle, la tribù degli Erie che aveva accolto gli Uroni in fuga. La furia degli Irochesi prevale e gli Erie vengono sterminati nonostante una eroica resistenza.

Nel 1657 un gruppo di guerrieri Oneida uccide tre francesi e per rappresaglia vengono catturati una dozzina di Onondaga e Mohawk presenti nella colonia francese estranei agli omicidi; i loro capitribù ne chiedono la liberazione ma questa viene negata dalle autoritùà francesi. Tanto basta per scatenare l'ennesima attacco delle Cinque Nazioni e questa guerra durerà fino al 1667.

La Nouvelle France non ha forze armate, la colonia francese è composta di fattorie isolate e indifese disseminate sul territorio. Quebec e Montreal non sono neppure fortificate e difese da pochi uomini. La Lega semina il terrore nella colonia, " avanza come una volpe, si batte come un lupo e sparisce come un uccello".

Nel 1665 il Re Sole invia un reggimento di mille uomini armati anche di cannoni; il reggimento marcia sul territorio irochese, distrugge col fuoco villaggi e raccolti, fa prigionieri donne, bambini ed anziani.

La situazione diviene insostenibile per gli Irochesi e nel 1667 la Lega invia parlamentari a Quebec e arriva ad un accordo di pace con i francesi.

Gli Irochesi, dopo aver sterminato le tribù rivali nel commercio delle pellicce, si ritrovano soli di fronte alle due potenze europee, la Francia e l' Inghilterra che mirano alla spartizione dell' America settentrionale.

Sono bastati cinquanta anni per disintegrare le tribù indiane del nord-est; intere tribù sono state sterminate dalle guerre e dalle epidemie, usi e costumi hanno subito profondi mutamenti sotto la spinta europea. Il processo di disgregazione della società indiana sembra ormai irrevocabile.

 
 
 

"CONQUISTADORES" SPAGNOLI

Post n°18 pubblicato il 20 Maggio 2012 da Cavallo_pazzo_1

Nel 1539  Hernando De Soto sbarca in una terra a cui da il nome di Florida.
Gli spagnoli avevano già sterminato la popolazione india nelle Antille e nel Centroamerica provocando la decimazione degli Atzechi e dei Maya; qui non smentiscono la loro fama e per tre anni, De Soto a capo di un centinaio di uomini, vaga nel Sud-est seminando morte. Per gli indiani è un'esperienza terribile, agli spietati scontri si aggiunge il vaiolo, una malattia portata dagli spagnoli contro la quale gli indiani non hanno difesa.
L'avanzata di De Soto viene fermata ed il suo esercito annientato in una dura battaglia presso il fiume Mississippi dove lo scontro avviene con indiani disposti a morire per la loro terra.

Nel 1540  Francisco De Coronado invade la terra a nord del Messico alla ricerca delle favolose "città di Cibola" di cui parlavano le leggende e di cui si diceva che tutte le case avevano i tetti d'oro.

Si imbattono invece nei pueblos (nome dato dagli spagnoli stessi ai villaggi murati dando anche nomi alle varie tribù: pecos, tiquex, ecc. mentre gli anglosassoni per le stesse popolazioni usarono il nome tribale di Tiwa) abitati da popolazioni miti e religiose (hopi, zuni e altre) e qui ancora stragi, roghi, torture e impiccaggioni (strage di Tiquex). I Pueblos sopportano il dominio spagnolo per più di un secolo.

Nel 1680 i Pueblos guidati da un sacerdote del    grano di  nome  Popè, insorgono  e cancellano  la  presenza  spagnola  per circa 10  anni. 

Nel 1687  Pedro De Posada inizia la riconquista. Il villaggio di Tamaya (Santa Ana) viene incendiato.

Nel 1690 Domingo Garbaceo De Cruzate y Gongora comanda  l'assalto al pueblo di Sie e i pochi prigionieri  sopravvissuti (circa  170) vengono costretti a servire  l'esercito spagnolo e accusati di  tradimento dalle altre  tribù pueblo.
De Cruzate attacca e stermina quasi completamente  anche i Pecos  che nel giro d
i cento anni rimasero in  appena 160.

Nel 1692  Diego De Vargas Zapata distrugge le tribù dei Cochiti, dei  Tuei, deiTaos, dei Sandia; la tribù dei Cieneguilla riesce a resistere per un paio di anni ma poi si arrende per fame. Pokwoge (San Idelfonso), Kahpo (Santa Clara) e Nambe vengono abbandonate dagli abitanti che si rifugiano tra gli Hopi, tra i Navaho e tra gli Ute del Nord. Picuris si arrende nel 1694 mentre Acona resiste fino al 1699.

La popolazione indiana del sud-ovest si riduce da 90.000 a 20.000 persone e dei 40 villaggi ne restano solo 19.
Gli spagnoli penetrano anche nel Texas e nella California ma la regione è ormai dominata dagli Apache, dai Kiowa e dai Comanche che si dimostrano invincibili.
"I tartari delle pianure" grazie all'uso dei cavalli sfuggiti agli spagnoli durante l'attacco ai Pueblos sono imbattibili.

 
 
 

LE CULTURE INDIANE - 8^ parte

Post n°17 pubblicato il 03 Aprile 2011 da Cavallo_pazzo_1

L'ARTICO

I gruppi della famiglia eschimese costituiscono il nucleo etnico della regione artica. All'arrivo degli europei occupavano un'area che si estendeva per oltre 10.000 km sulla superficie di tre continenti.
Il principale elemento culturale distintivo è la comunanza linguistica di tutti i popoli dell'area artica.
Il sistema di sopravvivenza è completamente basato sulla caccia e sulla pesca e la vita quotidiana è necessariamente impegnata dalla produzione di equipaggiamenti di elevata tecnologia.

 
Tra questi i più tipici sono i kajak monoposto con pala doppia e i più grandi umyak, le lampade alimentate con olio di balena, gli arpioni a testa mobile, i trapani, i cucchiai e i martelli di cuoio, le slitte, gli occhialetti dalle strette fessure fatti di legno o di membrane animali.

 

 


Nei lunghi mesi invernali si dedicavano ai canti e alla narrazione di gesta mitologiche ed epiche.
La religione eschimese è animista e teista. Ogni essere animato e ogni fenomeno della natura possiede un suo spirito protettore.
A sovraintendere le occasioni di culto è lo sciamano, colui che possiede la conoscenza profonda delle cose e degli esseri viventi e che è in grado di comunicare col mondo sovrannaturale.

L'abitazione invernale tipica era l'igloo, costruzione semi-sotterranea coperta da una volta circolare composta di blocchi di ghiaccio squadrati e disposti a spirale. D'estate l'abitazione più diffusa era la tenda in pelle di animali.

 

 
 
 
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Un blog di: Cavallo_pazzo_1
Data di creazione: 25/04/2009
 

LA RUOTA DELLA MEDICINA

  

Per i Nativi americani ogni individuo che nasce, viene  spinto da un soffio di vento delle  quattro  direzioni principali Nord, Sud, Est, Ovest,  a seconda  di quale vento sia predominante nel momento della nascita di tale bambino. Ogni vento ha delle particolari peculiarità a seconda della provenienza, e della sua rappresentazione.

 

 

NORD

Nord: conoscenza e saggezza

Il colore del Nord è il bianco, il colore della purezza e dell’equilibrio, è la trasparenza. Esso è la somma di tutti i colori dello spettro solare e rappresenta perciò la perfezione e la completezza.

L’elemento associato è l’aria. Essa trasporta i nostri pensieri, sogni e aspirazioni ed è perciò associata alla mente e alla comunicazione. Essa è legata anche al vento che sfiora l’anima di tutte le cose viventi e porta nei suoi viaggi una particella di tutto ciò che tocca. La parola chiave è: ”ricevere con la mente”.

Il Nord simboleggia l’Inverno e alle stelle che per i Nativi erano simbolo di universalità e protezione divina. Essi credono infatti di discendere dal Popolo delle Stelle. Il Nord è anche il Luogo degli Anziani, della conoscenza e della saggezza. Conoscenza significa “ciò che è conosciuto” e per i Nativi comprende filosofia, religione, scienza, che si devono integrare reciprocamente nella vita.

L’animale Totem connesso a questa direzione è il bisonte.
Il Bisonte era l’animale più importante per i Nativi Americani perché si donava completamente per permettere all’uomo di vivere, fornendogli tutto ciò di cui aveva bisogno.

 

 

EST

Est: illuminazione

Il colore dell’Est il Giallo; questa direzione è associata  al Sole come astro e alla Primavera come stagione, rappresenta la rigenerazione e la trasformazione, la via dell’illuminazione interiore.

L’elemento associato è il fuoco, ciò che arde senza bruciare per riscaldare e portare alla crescita; è la manifestazione materiale del Grande Spirito.

La parola chiave è: “determinare con lo spirito”.
Il Potere dell’Est è il Potere della Luce, dell’illuminazione mentale e spirituale e della visione interiore che deriva dalla coscienza dell’unità di tutte le cose viventi e la consapevolezza della Visione Interiore.

L’animale totem associato all’est è l’aquila.
L’Aquila è il simbolo della libertà da tutte le forme di ignoranza e bigottismo, della chiaroveggenza e della preveggenza poiché è l’animale che vola più in alto e che può vedere tutto e che riesce a guardare direttamente il Sole senza essere accecata dalla sua luce. Essa custodisce la dimora degli ideali più nobili.

 

 

SUD

Sud: fiducia e innocenza

Il Sud è legato al colore Rosso e all’Estate e rappresenta  la vitalità, il vigore fisico, il coraggio e l’energia sessuale; rappresenta la giovinezza, la generosità, la passione, l’amore. 

L’elemento associato è l’acqua. L’acqua prende la forma del suo contenitore e  scorre prendendo la forma di ciò su cui scorre per cui essa rappresenta la fluidità e l’adattabilità. L’Acqua dona la vita perché rende fertile la Terra, fa nascere le piante e le alimenta.

La parola chiave è: “dare con le emozioni”.

L’animale totem è il topo.
Il topo rappresenta la capacità di prendere coscienza delle cose avvicinandosi ad esse con le sensazioni e il tatto. Il Sud insegna ad agire nello stesso modo, con fiducia nel nostro istinto, nelle nostre sensazioni e nelle nostre emozioni.

 

OVEST


Ovest: introspezione e trasformazione

Il colore dell’Ovest è il Nero, il colore della non-forma da cui tutto ha origine. Esso assorbe tutti i colori dello spettro in sé, immagazzina ed è protettivo. Nere erano infatti le Tende della Luna, i tepee dove le donne Native si ritiravano durante le mestruazioni, per ascoltare nelle profondità del loro corpo il potente contatto con la Madre Terra. L’ovest è la direzione dove tutto è in funzione di qualcosa che deve avere il suo ciclo, ciò che nasce deve inevitabilmente morire; è legata alla Luna come astro e a tutto ciò che è ciclico. 

L’elemento collegato all’ovest è la Terra che ha come caratteristiche la solidità, la stabilità e la fermezza fino all’inerzia.

L’Ovest è l’unica direzione associata a qualcosa di concreto e di materiale;  è il luogo delle apparenze, del mondo della forma, di ciò che si manifesta fisicamente ed il luogo dell’esperienza dove si impara e si cresce. La terra è rappresentata dalla sua forma più duratura, la pietra; da sostentamento, conforto e sicurezza.

L’Ovest è associato all’Autunno e la parola chiave è: “trattenere con il corpo”. Attraverso il corpo ci è consentito di immagazzinare energie e nutrimento, ma nel corpo si possono anche conservare le vecchie ferite che ci hanno fatto soffrire nelle emozioni, nella mente o nello spirito. 

L’animale totem associato all’ovest è l’orso bruno o il Grizzly che rappresenta la forza. Saper riconoscere il giusto momento per ritirarsi a recuperare le forze e riorganizzare i propri pensieri, solo così è possibile preparare nuove e fertili strategie di azione.

 

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