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« Ho il sonno che soffreDio è morto. »

Sciolgo la mia carne in parole

Post n°138 pubblicato il 21 Gennaio 2007 da AlexanderIceSky
Foto di AlexanderIceSky


Sciolgo la mia carne in parole, attendendo che il domani giunga a ripulire gli occhi stanchi. Sono ancora nel mio piccolo spazio rimanente, urlo flebilmente messaggi che giungono moribondi, feriti, mutati, alle altre isole, agli altri spazi rimanenti. Nessuno risponde. Se solo rispondessi io a me stesso. Ancora e ancora, questo viaggio scivola in mutamento, liberato un demone altre prove attendono questo gioco di specchi che nasconde l'uscita. Il mio viso riflesso è orrendo, gli occhi troppo stanchi per consolarmi.

Sciolgo la mia carne in parole, lasciando apparire passi ovunque in me, piovendo d'emozione in rivoli di sorrisi come piccoli pesci boccheggianti sulla sabbia ancora bagnata, mi lascio cadere verso la volta del cielo, dall'abbraccio luminoso del azzurro fino alle rune lucenti, e sono stato l'aria che possedeva ogni strada, il ricordo soffiato sul collo di mille viandanti, visibile soltanto nel riflesso degli occhi che sceglievo prima di cadere ancora, lontano, in ogni direzione, pensiero inseguito dalla sensazione, screzio di colore nell'iride del mondo, piccolo, piccolo, piccolo, minuscolo quanto basta per coprire ogni possibilità e non aver nulla da desiderare se non ciò che avevo già calpestato dolcemente. Il graffio nel sangue, celato dal suono dell'incessante convulsione del cuore, il ritmo del suo dolore per l'urlo soffocato da mille mani sulla bocca ad ogni battito, sono la sottile linea nera che mente al mio calore, scivola in ogni arteria per rubare un po' di fuoco, e non vuole mai imparare a credere per avere ancora fame di un desiderio. Sono il sorriso sullo stolto mentre il mondo ride di lui, sono il ciglio nell'occhio dell'innamorato che vede giungere la sua amata, sono il brivido di freddo che ruba un secondo di ogni bacio intorno a lui, sono un granello di fuliggine nel tuo respiro, pronto ad uscire solo con parole d'amore, sono la macchia di fango sul petalo del fiore più bello, sono la parola che non volevi lasciarti sfuggire, sono il fastidio che scivola sulla tua pelle quando qualcuno ti pensa, ma non come vorresti, sono l'amico che non avrai mai, la mano del traditore sulla tua spalla mentre piangi, sono il graffio sulle labbra rosse di desiderio, sono l'ultimo istante di paura prima del dolore, sono la catena che stringe tanto quanto fingi di non desiderare la sua morsa, sono la lacrima del mendicante tra gli sguardi indifferenti del mondo, sono la zampa sinistra di un usignolo morto sulla tua strada d'asfalto, sono il filo d'erba che spezza la tua pietra con la sua perseveranza, sono l'insetto in una goccia di rugiada, solo la polvere dei secoli sulle tue mani stanche, sono lo scricchiolio senza origine che ruba la serenità del tuo sonno, sono la prova più semplice che non superi mai, sono la parola più bella che non ti è mai stata detta, sono il capriccio di un folle, il vetro che taglia i tuoi piedi nudi, l'urlo isterico del bambino, l'ultimo fiocco di neve su una città soleggiata, la foglia secca che non puoi fare a meno di calpestare, la fatica del tuo respiro quando sei troppo stanco per vivere e troppo impaurito per dormire, sono l'errore che fa scoprire la bugia, lo sguardo complice incompreso dai santi, la vita segreta nella corda di un monaco appeso, il gesto di pace negato in una messa dimenticata, la voglia di vivere dello storpio, la crosta dell'ultimo pane quotidiano, la stonatura nella cantilena di una preghiera, il condannato nel tribunale degli ipocriti, il lapidato nella terra dei giusti, l'unica pietra non scagliata sul corpo già morto, sono lo sguardo del bambino fuggito dalle braccia della madre, l'ultima lacrima per il primo vagito, mi travesto da diavolo dove si ha paura del diavolo, mi travesto da angelo dove si ha timore del dio, sono l'odore del ferro nel sangue di chi ami, sono il riflesso nell'occhio del gatto, il vicolo buio dove il povero diavolo scappa dalla gente perbene, l'ultima goccia di whisky nel tuo bicchiere stanco quando non vuoi capire che lei è andata via, sono il fuoco nelle vene che attende di accendersi nel cuore, sono la prima convulsione dell'ultimo orgasmo che ricordi, sono l'ultima goccia di sudore che cade sulle tue labbra prima che tu le apra, sono il ricordo che hai dimenticato nel mare, il segreto che hai sommerso nell'oceano, tu hai il mio respiro rubato, io ho la verità dalla quale fuggivi, sono la lama che insegna la fragilità della tua carne, sono il desiderio inconfessabile, sono l'orizzonte dietro di te, non puoi mai vedermi mentre io ti guardo, sono tutto ciò che sono, sono anche un pezzo di te, sono la lunga caduta dallo stato di grazia, sono il piacere sincero della puttana, la notte del ladro, la paura dell'assassino, la morte atroce dello stupratore, sono l'ultimo capello biondo della tua infanzia, il cuore del primo dente da latte caduto, sono l'odore del vino nella tua bocca, il sapore dei baci sulla tua pelle, sono il colore della tua ombra, la domanda che dimentichi, la risposta che neghi, sono l'ultimo istante prima di dormire, il primo istante per sognare, il tutto e il nulla, l'abbraccio che da bambino desti a quella piccola dolce bambina che piangeva, il segreto che scoprivi mangiando la terra, il ramo d'ebano dorato che cade dopo il tuo passaggio, il sospiro per la tua ultima rinuncia, la prima goccia di sangue in un sacrificio, il punto di non ritorno per i tuoi desideri, lo sguardo triste di un cane, il sorriso sdentato di una vecchia, la prima ruga sull'orlo del tuo occhio sinistro, il vento che accarezza la punta delle tue dita quando corri piangendo, il primo respiro del risveglio e l'ultimo respiro del sonno, il suono di un pianoforte nei tuoi pensieri mentre giochi con i ricordi, la solitudine di un innamorato, il primo giorno in cui hai tradito, un dettaglio che non noti, la venatura di un sasso vicino ai tuoi passi, il sole d'inverno e la pioggia d'estate, le tue risa nel temporale, la linea sottile di una gentilezza ricevuta, il pavimento che respira quando cadi a terra stremato dal pianto, l'ultima parola che non arriva mai, sono un desiderio, sono te.

 
 
 
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