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Vaticano: dure sanzioni per chi rifiuta di vaccinarsi

Post n°29 pubblicato il 22 Febbraio 2021 da daniela.g0
 

Città del Vaticano

 

Il Vaticano prevede, per chi rifiuta di sottoporsi alla vaccinazione CoVID, dure sanzioni che vanno dal demansionamento fino al licenziamento.  

La notizia è stata diramata dall'ANSA appena pochi giorni fa: «Mano dura del Vaticano contro i dipendenti che scelgono di non vaccinarsi in caso di pandemie, come è ora il Covid. La vaccinazione è volontaria ma un decreto del Presidente della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano, il cardinale Giuseppe Bertello, prevede per i dipendenti che non fanno il vaccino (che il Vaticano ha messo a disposizione di tutti i lavoratori dello Stato) fino al demansionamento per chi non può farlo per ragioni di salute, con il mantenimento dello stipendio della mansione precedente». 

Inoltre: «Per chi si rifiuta "senza comprovate ragioni di salute" il decreto rinvia ad una legge vaticana del 2011 che prevede, per chi non si sottopone ad accertamenti sanitari d'ufficio, "conseguenze di diverso grado che possono giungere fino alla interruzione del rapporto di lavoro". Il decreto emanato in questi giorni parla delle altre norme da osservare in caso di pandemie, dal distanziamento al divieto di assembramenti, dalle mascherine alla quarantena, e prevede sanzioni pecuniarie in caso di inosservanza delle disposizioni».   

La "misericordia per tutti" di cui parla papa Bergoglio evidentemente non trova applicazione nel caso dei dipendenti di Città del Vaticano. Il bene comune, in questo caso la salute dell'intera collettività, ha il sopravvento sulla salute individuale, ma anche sulla libertà di scelta della persona, sancita dalle Costituzioni di quasi tutti i Paesi democratici.  

E' vero che l'emergenza CoVID-19 ha messo in discussione quasi tutti i princìpi democratici più salienti, e ciò ha provocato non pochi disordini e conseguenti successive repressioni da parte delle forze dell'ordine in molti Paesi, anche della vecchia Europa, come l'Olanda e la Francia.    

Ma è altrettanto vero che la concezione del Cristianesimo è sempre stata spiccatamente personalistica, come attesta anche la Tradizione della Chiesa. Scrive un grande Padre e Dottore della Chiesa, quale fu Sant'Agostino, vescovo d'Ippona: «O tu buono e onnipotente, tu curi ognuno di noi singolarmente come se fosse il solo e curi tutti, come se fossero singoli» (Sant'Agostino, Confessioni 3,11,19).   

La ricerca del bene comune, più che legittima, può passare soltanto attraverso il rispetto dei diritti inviolabili di ogni persona; perché ogni uomo è sacro davanti a Dio e ne porta il volto. Quella sacralità inviolabile di ogni persona - qualunque siano le sue idee o convinzioni - trova le sue radici già nel libro della Genesi, al capitolo primo: «Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gen 1,27).    

Il bene comune a cui fa riferimento Bergoglio, sembra invece ricordare molto da vicino la nozione di bene comune di quei Paesi di stampo comunistico, come la Cina.     

 

 
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