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L'alleanza tra Trump e Putin e la fine del Nuovo Ordine Mondiale. La consacrazione della Russia - Prima parte

Post n°83 pubblicato il 05 Marzo 2022 da daniela.g0
 

Da sinistra: Lucia Dos Santos, Francisco Marto e Jacinta Marto, Portogallo, 1917  

 

Continuano a scorrere davanti ai nostri occhi le immagini televisive che ci mostrano l'invasione dell'Ucraina e come la Russia di Vladimir Putin stia bombardando senza pietà la popolazione civile. 

Ormai esse, con i relativi commenti, hanno preso il posto delle onnipresenti discussioni legate allo stato dell'epidemia di COVID-19. Sembra che il conflitto russo abbia avuto infatti magicamente il potere di far sparire totalmente quello che da due anni è stato il discorso ripetuto quasi ossessivamente dai media mainstream di tutto l'Occidente. 

Quello che sembra balzare ad un occhio attento, però, è che questa nuova ondata mediatica, destinata ad entrare prepotentemente nelle case della gente comune, sia stata orchestrata ad arte e neanche troppo bene. 

Dopo intere settimane che si dava infatti l'annuncio di una imminente invasione russa dei territori ucraini, che poi doveva essere rinviata semplicemente perché non c'era, il quotidiano Bloomberg ha pubblicato in prima pagina - lo scorso 5 febbraio - l'annuncio dell'invasione russa dell'Ucraina che si è rivelata inesistente, ma la pubblicazione della clamorosa notizia è rimasta sul sito per ben mezz'ora prima di essere rimossa. 

Adesso, posto che l'invasione, ironicamente quasi auspicata dai media, finalmente è avvenuta, si moltiplicano le segnalazioni di immagini trasmesse non rispondenti affatto alla realtà, che vanno in onda durante notiziari televisivi, ecc. 

Nelle immagini di un bombardamento trasmesso da una rete televisiva nazionale italiana, sono state riconosciute quelle di un video gioco. 

Sono state mostrate ossessivamente inoltre le immagini di una donna con il volto insanguinato e con alle sue spalle un palazzo completamente distrutto. 

Il palazzo in questione tuttavia non è un edificio crollato per un bombardamento ad opera dell'esercito russo, ma è un palazzo già crollato ben quattro anni prima a Magnitogorsk, in Russia, a causa di una fuga di gas. 

Sono state trasmesse persino le immagini del crollo della scala mobile avvenuto a Roma nel 2018 e fatte passare come momenti di panico nella capitale ucraina Kiev. 

Una tra le tante testimonianze che arrivano invece dai cittadini ucraini, pervenutaci in lingua italiana, ci è arrivata a inizio marzo da una donna ucraina che ha dichiarato di trovarsi realmente sul posto e che ha assicurato in un audio come l'esercito russo non stesse bombardando le abitazioni dei civili, ma avesse come obiettivo i magazzini dove si trovano armi, razzi, fornitura di bombe. 

Ha affermato ancora che non si sarebbero registrate vittime tra i civili. Il presidente Putin ha dato il preavviso di due ore ai civili residenti per abbandonare i luoghi dove si sarebbero verificati i bombardamenti. I profughi vengono accolti in Russia dove sono assegnati loro cento euro a testa per le prime necessità. 

Infine è arrivato lo sfogo della donna: "l'Ucraina non ha mai annunciato la guerra ma, per ben otto anni, i combattimenti sono proseguiti incessantemente, nel totale silenzio internazionale".

Una ragazza di Mariupol invece informa - in un recentissimo audio - che le milizie naziste di Azov stanno impedendo alla popolazione, tra cui sono ovviamente presenti molte donne e bambini, di abbandonare le proprie abitazioni.  

Tuttavia ciò che viene veicolato dai media occidentali è una realtà artefatta, inesistente, il prodotto dunque di una propaganda mediatica, smentita dalle molteplici testimonianze ed immagini che vengono via via individuate e riconosciute come non veritiere.

Cosa ha dato il via, dunque, a questa nuova massiccia operazione mediatica?  

Per capire a fondo le dinamiche di quanto sta accadendo occorre tornare indietro nel tempo, almeno al 2014 o alla fine del 2013.  

Prima dell'inizio della manifestazione di protesta che fu denominata Euromaidan, l'Ucraina era un Paese abbastanza stabile, senza conflitti interni. Alla fine del 2013 la decisione del presidente Viktor Yanukóvich di non firmare l'accordo di associazione all'Unione Europea e di restare alleato della Russia, accese la miccia della grande protesta.

Secondo quanto ha riportato recentemente dal suo blog il giornalista Cesare Sacchetti, «l'Euromaidan è stato il prodotto di una operazione sovversiva decisa tra le stanze del dipartimento di Stato diretto dall'amministrazione Obama nel 2014 e attuato attraverso la rete di ONG sovversive finanziate dallo speculatore e sobillatore George Soros

Soros in questo senso riveste il ruolo di finanziatore delle rivoluzioni internazionali decise dai vertici del potere globalista. 

L'Euromaidan fu deciso da questi ambienti perché l'Ucraina si stava spostando troppo dalla sfera Euro-Atlantica verso quella della Russia, e ciò era qualcosa che l'atlantismo nella sua ottica di espansione e di dominio del mondo intero non poteva tollerare. 

Fu per questo che le strade di Kiev in quei giorni di febbraio del 2014 furono tormentate da disordini, violenze e rivolte orchestrate e dirette dal dipartimento di Stato americano in stretto coordinamento con le fondazioni di Soros. 

Non c'erano normali ucraini a protestare in piazza, ma piuttosto stranieri e paramilitari addestrati alla rivolta e alla destabilizzazione dei governi. 

Alla fine, l'allora presidente Yanukovich fu costretto a cedere. Yanukovich fu costretto alla fuga perché era la sua stessa vita a rischio e fu costretto a cercare riparo in Russia. Al suo posto si instaurò una lunga serie di governi fantoccio telecomandati da Washington di cui Zelensky è soltanto l'ultimo della serie. 

Il primo presidente fantoccio fu Poroshenko, un nome che probabilmente molti ricordano per via del suo coinvolgimento nell'inchiesta che era all'epoca in corso su Hunter Biden, figlio dell'allora vicepresidente Joe Biden

Fu Poroshenko ad ordinare di sopprimere quell'indagine che se fosse proseguita avrebbe portato ad una probabile incarcerazione di Hunter Biden coinvolto nei loschi affari della società ucraina del gas, Burisma. 

A trasmettere l'ordine a Poroshenko fu Joe Biden in persona che minacciò di chiudere il rubinetto dei finanziamenti americani a Kiev se il presidente ucraino non avesse eseguito l'ordine. 

Biden si vantò persino in pubblico del "successo" dell'operazione di fronte alla platea del Council For Foreign Relations, il think tank finanziato dai Rockefeller che ha praticamente deciso in anticipo ogni elezione presidenziale americana, salvo quella di Donald Trump

L'Ucraina dunque è piombata in questo inferno di instabilità permanente per la diretta conseguenza di quanto accaduto otto anni orsono dopo l'Euromaidan».  

Alla luce di queste affermazioni che trovano riscontro concretamente nei fatti, si possono iniziare a comprendere a fondo gli avvenimenti attuali. Si può capire come mai la stampa italiana, ad esempio, abbia dato luogo ad un attacco mediatico contro coloro che stanno esprimendo anche soltanto dei dubbi sull'attacco globale nei confronti di Putin. 

La Repubblica, quotidiano degli Elkann, paragonava qualche giorno fa i sostenitori di Putin ai pericolosissimi no vax. 

Ursula von der Leyen ha consigliato di sopprimere la voce a media russi come Sputnik e Russia Today in quanto soggetti di diffusione di pericolose "fake news". E di fatto Sputnik e Russia Today sono stati censurati, privando i lettori europei della possibilità di formarsi un punto di vista alternativo. Tutto questo costituisce un precedente pericolosissimo per la democrazia, è un attacco senza precedenti alla libertà di stampa e al diritto di libera informazione: la falsa facciata democratica della corrotta Unione Europea sta mostrando tutto il suo volto più autentico. 

Sembra che quel vento di neonazismo europeo stia soffiando prepotentemente nella vecchia Europa, proprio alla fine di quella crisi artificiale indotta dal COVID-19 che ha spinto governi come quello italiano a richiedere l'uso di lasciapassare sanitari solo per poter lavorare o per permettere qualunque spostamento.  

Ma ritorniamo all'Ucraina. Le ONG di Soros, che abbiamo visto spesso essere la causa di proteste apparentemente spontanee ma che si ripetono in tutto il mondo con il medesimo copione (si confronti ad esempio cosa accadde in Polonia nell'autunno 2020 o le proteste femministe con manifestazioni e processioni oltraggiose contro la Madonna, di cui si è già parlato in precedenza), secondo quanto afferma il giornalista Sacchetti nel suo blog, «pur di rovesciare Yanukovich hanno reclutato la feccia dei battaglioni nazisti di Azov autori di orrendi crimini ai danni della popolazione civile». 

Questi atroci crimini vengono perpetrati ormai da otto anni nel Doneck e nel Lugansk nel totale silenzio della comunità internazionale che ha preferito chiudere gli occhi di fronte al genocidio delle popolazioni russofone di queste due regioni. 

Tuttavia la stessa comunità internazionale è quella che, come abbiamo imparato, scende a manifestare per la pace o per i diritti umani quando si presentano occasioni favorevoli, come in questo caso.  

In Ucraina, intanto, un'esplosione è stata osservata nella torre della TV, a Kiev il 1° marzo. Il fatto è occasione di riflessione, perché Putin ha scelto di spegnere prioritariamente i media filogovernativi impegnati nella campagna mediatica di disinformazione e di odio contro la Russia. L'orientamento delle coscienze, sappiamo bene infatti come possa essere indirizzato dalle campagne mediatiche, specialmente quando si hanno a disposizioni ingenti mezzi ed enormi apparati che ripetono all'unisono il medesimo messaggio. Durante la notte tra il 1° e il 2 marzo le forze armate russe hanno conquistato la città di Kherson e demolito un edificio dello SBU, il servizio segreto ucraino.

 

 

Un'esplosione è stata vista nella torre della TV a Kiev, in Ucraina, il 1 marzo 2022 (Carlos Barria/Reuters)

Il fumo si alza su Kiev dopo un attacco missilistico contro la torre della televisione della capitale ucraina a Kiev, in Ucraina, il 1° marzo 2022 (Aris Messinis/AFP tramite Getty Images)

 

Aggiungiamo che, da molte notizie concordanti che provengono dalla zona, le forze armate russe stanno avanzando anche con il beneficio della collaborazione di molti militari ucraini. 

Tutto questo potrebbe ragionevolmente renderci ottimisti su una breve evoluzione del conflitto. D'altronde il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha avvertito recentemente Stati Uniti e alleati europei di non costruire basi militari o utilizzare i Paesi dell'ex Unione Sovietica per scopi militari. 

Anche se le parole di Lavrov non sono state accolte bene in videoconferenza, poiché oltre 100 diplomatici delle Nazioni Uniti hanno abbandonato l'aula all'inizio del suo discorso, questo ci dà il vero polso della situazione: come la Russia non abbia mai avuto intenzioni belligeranti e aggressive verso altri Paesi, ma come divenga vitale sia per l'equilibrio mondiale che per la sussistenza della stessa Nazione russa, la non proliferazione di basi militari e missilistiche, come concordato con l'allora presidente Mikhail Gorbaciov, violati di fatto dalla NATO. 

"E' giunto il momento di portare a casa le armi nucleari americane ed eliminare completamente le infrastrutture ad esse associate in Europa", ha affermato Lavrov in una videoconferenza delle Nazioni Unite.  

Secondo The Epoch Times, il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, la scorsa settimana ha affermato che la NATO sta dispiegando gli elementi della sua forza di risposta rapida, che è composta da forze di terra, di aria, marittime e operazioni speciali, sul territorio alleato. 

Risulta evidente come Putin non disponesse più di alternative, e come l'intenzione della Russia non fosse abbattere inermi civili ma colpire invece obiettivi strategici, cosa che sta effettivamente avvenendo. 

Lo ha detto chiaramente lo stesso Putin proprio in questi giorni, usando queste parole: [I militari russi ] "forniscono corridoi sicuri per i civili, [ma] i neonazisti ucraini lo impediscono e stanno trattando i civili come scudi umani"

"I militari russi stanno combattendo per la pace, per non avere un'anti-Russia [creata dall'Occidente] che ci minaccia, anche con armi nucleari", ha continuato il presidente Putin. 

"L'operazione speciale [in Ucraina] è condotta in accordo con i nostri programmi. Stiamo raggiungendo gli obiettivi e avendo successo". "Siamo orgogliosi del nostro esercito e ci ricorderemo dei nostri camerati caduti. Ci stiamo preoccupando di fare tutto il possibile perché non ci siano vittime civili, e sto parlando anche di cittadini ucraini"

Ha dichiarato ancora il presidente Putin: "Centinaia di stranieri stanno cercando di lasciare l'Ucraina ma non possono farlo perché gli ucraini li tengono in trappola, li tengono prigionieri". "Molti studenti stranieri sono stati abbandonati dal governo ucraino sulle rotaie fuori dai treni, i neonazisti hanno anche preso di mira studenti cinesi mentre stavano cercando di lasciare il Paese, due di questi sono rimasti feriti"

"In Ucraina sono presenti mercenari stranieri, compresi alcuni dal Medio Oriente", ha poi denunciato il presidente russo, sottilineando al contempo che "i soldati e gli ufficiali russi che combattono in Donbass sono eroi". "Le forze russe sono riuscite a sfondare le linee dei nazionalisti ucraini, abbiamo attaccato il nemico e distrutto i suoi mezzi con facilità".  

E le preoccupazioni di Putin vengono confermate proprio dalle ultimissime notizie diffuse: come riportato oggi dall'ANSA, "gli Stati Uniti hanno iniziato ad armare l'Ucraina già agli inizi di dicembre, fornendo armi e attrezzature utili per il combattimento in aree urbane. Lo riporta il Washington Post citando alcuni documenti riservati contenenti l'elenco delle consegne effettuate. Nell'ultima settimana le consegne sono aumentate, e includono per la prima volta i missili Stinger".  

Ma la vittoria della Russia, che ragionevolmente potrebbe presto concretizzarsi, segnerebbe anche la fine del blocco Euro-Atlantico e degli equilibri geopolitici risalenti all'ultimo conflitto mondiale.    

 

Fine prima parte. Qui la seconda parte dell'articolo.

 

 
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