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L’attacco concertato contro San Giovanni Paolo II continua. E stavolta non è il mainstream - Seconda parte

Post n°168 pubblicato il 10 Maggio 2024 da daniela.g0
 

Papa Giovanni Paolo II prende la parola durante l'incontro interreligioso di Assisi, il 27 ottobre 1986  

 

L'incontro di preghiera di Assisi del 1986   

Torniamo adesso alle accuse mosse dal dott. Sacchetti al papa polacco, che la Chiesa Cattolica ha fatto santo. Infatti dopo qualche giorno dal nostro bannaggio, scrive sul suo canale Telegram: 

«Abbiamo assistito a qualche maldestro tentativo degli apologeti della Chiesa post-conciliare che hanno affermato che Wojtyla non avrebbe preso la decisione di porre il Buddha sull'altare della chiesa di Assisi nel 1986. Non solo prese lui quella decisione ma impedì alla statua della Madonna di Fatima di essere portata in chiesa per non "offendere" i buddisti. Jorge Mario Bergoglio è soltanto la conseguenza di un problema iniziato 60 anni prima con il Concilio Vaticano II.» 

Probabilmente, uno dei maldestri tentativi è stato proprio il mio. Mi chiedo tuttavia come faccia il dott. Sacchetti ad essere così sicuro dello svolgimento dei fatti di allora e quali siano le fonti certe a cui attinge. Da testimoni dell'epoca, come scritto nel mio primo messaggio sopra, risulta invece come la responsabilità di quegli eccessi fosse diretta responsabilità dei frati francescani custodi del Sacro Convento di Assisi.  

Scrive il giornalista e scrittore Americo Mascarucci: 

«Sarebbe comunque ingiusto, oltre che ingeneroso, addebitare a San Giovanni Paolo II gli eccessi che si verificarono in occasione dell'incontro di preghiera del 1986 e che furono invece diretta responsabilità dei frati francescani custodi del Sacro Convento d'Assisi imbevuti di fanatismo ecumenico e soprattutto di una superbia, assai poco francescana, derivante dall'autonomia concessa loro da Paolo VI. 

Un'autonomia che li portò, non soltanto ad eccedere con certi discutibilissimi riti proprio nella suddetta giornata del 1986, ma negli anni successivi ad estromettere il vescovo di Assisi da ogni decisione inerente le attività del Sacro Convento; ad iniziare dall'organizzazione di eventi pubblici anche di rilevanza internazionale organizzati nell'ambito delle attività ecumeniche frutto dello spirito di Assisi. 

Fu anche per questo, per mettere fine all'anomalia di un'autonomia che di fatto portava i frati di Assisi a disconoscere totalmente l'autorità del vescovo diocesano (come ebbe più volte a denunciare monsignor Sergio Goretti), che Benedetto XVI decise di rimettere le cose a posto, revocando l'autonomia e obbligando i francescani del Sacro Convento a sottomettersi al capo della diocesi. 

E, secondo quanto riferì Vittorio Messori in un'intervista rilasciata al quotidiano La Stampa nel novembre del 2005 a commento della decisione di Ratzinger, il provvedimento si rese necessario anche per correggere lo spirito di Assisi. Disse Messori: "Ratzinger non ha perdonato alla comunità francescana gli eccessi della prima giornata di preghiera dei leader religiosi con Karol Wojtyla. Una carnevalata, a detta di molti, che forzò la mano al Papa e furono proprio i frati ad andare molto aldilà degli accordi presi. Permisero addirittura agli animisti africani di uccidere due polli sull'altare di Santa Chiara e ai pellerossa americani di danzare in chiesa. Ratzinger aveva fortissime perplessità dall'inizio, non volle andare ad Assisi e le sue riserve limitarono i danni". E poi ancora: "I frati hanno abusato del cosiddetto spirito di Assisi. In realtà loro venerano e diffondono illegittimamente un santino romantico e di derivazione protestante, ossia il San Francesco del mito, uno scemo del villaggio che parla con lupi e uccellini, dà pacche sulle spalle a tutti. Una vulgata falsa, che ne svilisce il messaggio. Il Francesco della storia, infatti, è il figlio più autentico della Chiesa delle crociate"».  

E' bene ricordare inoltre quale fu il contesto storico in cui nacque l'incontro di preghiera ad Assisi del 1986. La tensione tra i due blocchi, quello occidentale e quello orientale, rappresentato dall'allora Unione Sovietica, era in quei giorni molto alta. Si anelava una distensione fra le parti e il rischio di un conflitto nucleare era molto serio. 

In questo clima di tensione il Papa volle la giornata di Assisi, allo scopo di mostrare l'unità del genere umano e il desiderio di invocare insieme la pace. Non vi fu alcun intento sincretistico da parte del pontefice, e questo fu sottolineato già nel corso di quella giornata, quando affermò

«Nel concludere questa giornata mondiale di preghiera per la pace, a cui voi siete intervenuti da molte parti del mondo, accettando gentilmente il mio invito, vorrei esprimere i miei sentimenti, come un fratello e un amico, ma anche come un credente in Gesù Cristo, e, nella Chiesa cattolica, il primo testimone della fede in lui. 

In relazione all'ultima preghiera, quella cristiana, nella serie che abbiamo ascoltato, professo di nuovo la mia convinzione, condivisa da tutti i cristiani, che in Gesù Cristo, quale Salvatore di tutti, è da ricercare la vera pace, "pace a coloro che sono lontani e pace a quelli che sono vicini" (Ef 2, 17). La sua nascita fu salutata dal canto degli angeli: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace agli uomini che egli ama" (Lc 2, 14). Predicò l'amore tra tutti, anche tra i nemici, proclamò beati quelli che operano per la pace (cf. Mt 5, 9) e mediante la morte e la risurrezione ha portato riconciliazione tra cielo e terra (cf. Col 1, 20). Per usare un'espressione di san Paolo apostolo: "Egli è la nostra pace" (Ef 2, 14).  

[...] [...]  

Mossi dall'esempio di san Francesco e di santa Chiara, veri discepoli di Cristo, e convinti dall'esperienza di questo giorno che abbiamo vissuto insieme, noi ci impegniamo a riesaminare le nostre coscienze, ad ascoltare più fedelmente la loro voce, a purificare i nostri spiriti dal pregiudizio, dall'odio, dall'inimicizia, dalla gelosia e dall'invidia. Cercheremo di essere operatori di pace nel pensiero e nell'azione, con la mente e col cuore rivolti all'unità della famiglia umana. E invitiamo tutti i nostri fratelli e sorelle che ci ascoltano perché facciano lo stesso. 

Lo facciamo con la consapevolezza dei nostri limiti umani e consci del fatto che, lasciati a noi stessi, falliremmo. Riaffermiamo quindi e riconosciamo che la nostra vita e la nostra pace futura dipendono sempre da un dono che Dio ci fa. 

In questo spirito, invitiamo i leaders mondiali a prender atto della nostra umile implorazione a Dio per la pace. Ma chiediamo pure ad essi di riconoscere le loro responsabilità e di dedicarsi con rinnovato impegno al compito della pace, a porre in atto le strategie della pace con coraggio e lungimiranza.»  

E nel discorso alla Curia Romana per gli auguri di Natale (22 dicembre 1986), papa Giovanni Paolo II rigettò con forza ogni tentativo atto a seminare «confusione» o a considerare l'iniziativa di Assisi come «sincretismo» religioso. 

Afferma il pontefice, riferendosi all'incontro di preghiera di Assisi: 

«In quella giornata, e nella preghiera che ne era il motivo e l'unico contenuto, sembrava per un attivo esprimersi anche visibilmente l'unità nascosta ma radicale che il Verbo divino, "nel quale tutto fu creato e nel quale tutto sussiste" (Col 1, 16; Gv 1, 3), ha stabilito tra gli uomini e le donne di questo mondo, coloro che adesso condividono insieme le ansie e le gioie di questo scorcio del secolo XX, ma anche coloro che ci hanno preceduto nella storia e coloro che prenderanno il nostro posto "finché venga il Signore" (cf. 1 Cor 11, 26). Il fatto di essere convenuti ad Assisi per pregare, digiunare e camminare in silenzio - e ciò per la pace sempre fragile e sempre minacciata, forse oggi più che mai - è stato come un limpido segno dell'unità profonda di coloro che cercano nella religione valori spirituali e trascendenti in risposta ai grandi interrogativi del cuore umano, nonostante le divisioni concrete (cf. Nostra Aetate, 1)».  

E ancora: 

«Il Concilio ha messo più d'una volta in rapporto l'identità stessa e la missione della Chiesa con l'unità del genere umano, in specie quando ha voluto definire la Chiesa "come sacramento, cioè segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano" (Lumen Gentium, 1,1; cf. Gaudium et Spes, 42). 

Questa unità radicale che appartiene all'identità stessa dell'essere umano, si fonda sul mistero della creazione divina. Il Dio uno in cui crediamo, Padre, Figlio e Spirito Santo, Trinità santissima, ha creato con un'attenzione particolare l'uomo e la donna, secondo il racconto della Genesi; questa affermazione contiene e comunica una profonda verità: l'unità dell'origine divina di tutta la famiglia umana, di ogni uomo e donna, che si riflette nell'unità della immagine divina che ciascuno porta in sé (cf. Gen 1, 26), e orienta di per se stessa a un fine comune (cf. Nostra Aetate, 1)».   

Alla luce di queste parole, piene di fede in Gesù Cristo e ricolme di speranza nello Spirito Santo, appare allora pretestuosa ogni accusa di relativismo o sincretismo religioso contro il papa polacco. 

Come appare del tutto infondata l'accusa di apostasia mossa da questi zelanti gruppi tradizionalisti, i quali vorrebbero porre papa san Giovanni Paolo II sullo stesso piano della chiesa bergogliana.   

 

La devozione di Donald Trump e della moglie Melania per san Giovanni Paolo II  

Sono molti in Italia e all'estero coloro che si dichiarano fedeli sostenitori di Donald Trump. Fra questi anche il giornalista Cesare Sacchetti. 

Pochi ricordano però come la moglie Melania sia anche devotamente cattolica. E pochi ricordano come il 3 giugno 2020 Trump e la moglie si recarono in visita al santuario dedicato al papa polacco a Washington per rendere omaggio alla memoria di san Giovanni Paolo II. Lo fecero in un momento di grande prova, dopo aver trascorso la notte nel bunker di sicurezza, mentre Washington veniva messa a ferro e fuoco da una violentissima guerriglia urbana di dimensioni nazionali e orchestrata dallo stato profondo.

 

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump con la moglie Melania in visita al santuario dedicato a San Giovanni Paolo II, il 3 giugno 2020  

 

Manifestarono entrambi rispetto e fiduciosa devozione verso il papa polacco. 

Chissà se anche Donald e Melania oggi sarebbero bannati...   

 

L'attacco dei media liberali contro san Giovanni Paolo II   

Ma non finisce ancora qui. 

Ho già parlato degli avvenimenti che hanno infiammato la Polonia e degli attacchi mondiali alla memoria di san Giovanni Paolo II. Tuttavia questi fatti assumono una dimensione ben più importante di quel che si potrebbe pensare a un primo sguardo superficiale. 

Se si scorrono i giornali polacchi degli ultimi anni, si può avere un quadro molto più dettagliato. Il giornalista Sacchetti, come tutti i giornalisti, possiede certamente mezzi più approfonditi ed efficaci dei miei, nell'informarsi. 

Scorrendo i media polacchi si comprende bene come l'attacco concertato contro la Polonia, in quanto Nazione rappresentativa dell'ultimo baluardo di cattolicesimo in Europa, sia stato sferrato con premeditazione allo scopo di distruggere la Chiesa. 

E per ottenere questo, occorre far crollare la memoria e la devozione che i polacchi nutrono per Karol Wojtyla. 

Così ha riportato Remix News nel marzo 2023: 

«Aspettavano da tempo questo momento. Sebbene avessero già arrecato molti danni in passato, si erano fermati nell'attaccare ciò che era più sacro. Avevano paura e il coraggio non è mai stato il loro punto forte. Qualsiasi campagna diretta contro un papa che era polacco, che aveva guidato la rivolta contro il comunismo e che era stato un così grande comunicatore, si sarebbe rivelata per loro un suicidio. Ma ormai il loro momento è arrivato. 

Si è scatenata una campagna d'odio contro san Giovanni Paolo II. Come di solito accade in tali circostanze, tutto avviene sotto false flag. Nessuno attacca direttamente la fede o la Chiesa. La narrazione è che si tratta di proteggere i deboli e cercare la verità. Non importa che milioni di giovani siano stati demoralizzati dai media, dagli educatori sessuali e dai club LGBT. 

I loro metodi sono sempre gli stessi. Un'accusa ben formulata è difficile da combattere, poiché devi dimostrare la tua innocenza e loro non devono dimostrare la tua colpevolezza».  

E così ha scritto - nel marzo del 2023 - «l'arcivescovo polacco Stanisław Gądecki, presidente della Conferenza episcopale polacca, che ha lanciato un appello per la tutela del "bene comune" e dell'eredità di papa Giovanni Paolo II in seguito alle accuse di abusi contro il papa. 

Recentemente, i media di sinistra liberale hanno lanciato un altro attacco a san Giovanni Paolo II, accusando il papa di aver presumibilmente insabbiato casi di abusi sessuali su minori nella Chiesa, sia come Santo Padre che come vescovo metropolita di Cracovia. Inoltre, è accusato di essere indulgente nei confronti dei "pedofili in tonaca". Le accuse sono state formulate in un servizio trasmesso dal canale di notizie liberale Tvn24. 

Il parlamento polacco ha adottato una risoluzione per condannare una "vergognosa campagna mediatica diffamatoria contro san Giovanni Paolo II" e ha definito il defunto papa "il più grande polacco della storia". [...] 

"Il Papa polacco è stato e resta un punto di riferimento morale, un maestro della fede e anche un avvocato in cielo per milioni di polacchi", ha osservato. "In questa luce, i tentativi di screditare la sua persona e la sua opera, intrapresi con il pretesto della preoccupazione per la verità e il bene, sono scioccanti". 

L'arcivescovo ha scritto che "gli autori di queste voci discreditanti hanno adottato un approccio parziale e spesso antistorico alla valutazione di Karol Wojtyła, senza conoscenza né contesto", accettando acriticamente i documenti creati dai servizi di sicurezza comunisti come fonti affidabili. Egli ha aggiunto che gli autori del servizio televisivo non hanno tenuto conto dei rapporti e degli studi esistenti che presentano il papa polacco in una luce giusta. 

Mons. Gądecki ha sottolineato che, a partire dalla decisione di Giovanni Paolo II, la Chiesa si è impegnata con determinazione a creare strutture e a sviluppare procedure chiare per garantire la sicurezza dei bambini e dei giovani, punire adeguatamente i colpevoli di crimini sessuali e, soprattutto, sostenere coloro che sono stati danneggiati. 

Ha aggiunto che difendere la santità e la grandezza di Giovanni Paolo II non significa affermare che non potesse commettere errori. 

"Essere pastore della Chiesa in tempi di divisione dell'Europa tra Occidente e blocco sovietico significava affrontare sfide difficili. Bisogna anche essere consapevoli che a quel tempo, non solo in Polonia, vigevano leggi diverse da quelle di oggi, e la consapevolezza sociale e le modalità consuete di risolvere i problemi erano diverse", ha affermato».  

Ma chi sono i media liberali di sinistra? 

Tvn24 di proprietà del colosso americano Discovery, di cui abbiamo già parlato. C'è il quotidiano liberal Gazeta Wyborcza di George Soros ma ci sono anche media polacchi di proprietà tedesca. 

Il loro scopo? secondo quanto riporta Remix News è mettere in ginocchio i polacchi. 

«I segugi vengono scatenati per spaventarci. Sperano che rinunceremo al nostro Papa e permetteremo loro di prendere la Polonia per la quale abbiamo dato tanto sangue e di trasformarla in un'altra terra del Reich. E che abbracceremo la loro follia ideologica. 

Si sbagliano. Abbiamo compreso i loro piani. Non abbiamo paura. Possiamo difenderci dai segugi delle SS. Vediamo queste copertine scandalose delle riviste di proprietà tedesca (Newsweek di questa settimana mostra Jarosław Kaczyński con cani arrabbiati al guinzaglio ed etichettati con nomi di media conservatori polacchi) per quello che sono. Segno che Berlino è arrabbiata e ringhia. Ma li ignoreremo e lasceremo che vinca la verità».

 

La copertina di Newsweek attacca i media conservatori (Fonte: Newsweek.pl)  

 

Alla luce di quanto riportato sopra, non è difficile capire lo scopo degli attacchi sferrati contro san Giovanni Paolo II. Bisogna sottolineare infatti che gli attacchi, che hanno colpito più profondamente la Polonia, sono stati scatenati quasi contemporaneamente in tutto il mondo. 

Dal Vaticano è arrivato - il 10 novembre 2020 - il rapporto McCarrick. Gli hanno fatto eco oltreoceano il New York Times e il National Catholic Reporter

A difendere Wojtyla è rimasto l'arcivescovo Carlo Maria Viganò, che ha parlato telefonicamente in un'intervista con il conduttore televisivo Raymond Arroyo. Per attaccare Wojtyla, non si è esitato infatti a «trascinare l'intera Chiesa nel fango», ha sottolineato l'arcivescovo. 

E dunque l'attacco sferrato contro Wojtyla viene rivolto in ultima analisi contro la Chiesa Cattolica stessa.   

 

Vogliono strapparci dal cuore Giovanni Paolo II      

Lo ha detto «l'arcivescovo Marek Jędraszewski che ha tenuto nel 2020 un'omelia nel castello di Wawel a Cracovia, in Polonia, in occasione dell'anniversario dell'introduzione della legge marziale in Polonia, il 13 dicembre 1981, parlando in riferimento a una serie di attacchi diretti contro san Giovanni Paolo II. 

"Con tutte le mie forze ricordo la sua persona [di Giovanni Paolo] nel contesto di quanto accaduto 39 anni fa. Lo faccio per comprendere la mostruosità di ciò che sta accadendo oggi in Polonia, quando alcuni attivisti attaccano questo santo radioso. Vogliono strapparlo dal nostro cuore, profanare la nostra memoria di lui", ha detto in un'omelia. 

Jędraszewski ha osservato che il 13 dicembre 1981 Giovanni Paolo II chiese ai fedeli presenti nella Città del Vaticano durante l'Angelus di pregare per la Polonia e la nazione polacca».   

 

Conclusioni   

Attaccare la memoria di san Giovanni Paolo II, non è soltanto un fatto che riguarda la Polonia. L'attacco silente e sotto mentite spoglie, come abbiamo visto, è in realtà di portata mondiale. 

E attaccare il santo pontefice ha come scopo ultimo la distruzione della Chiesa Cattolica. Significa infatti strappare il Papa dal cuore dei fedeli per mettervi al suo posto un vuoto di identità e di memoria, le quali non devono e non possono essere cancellate. Significa anche rendere le masse più deboli e facilmente manipolabili: è ciò a cui anela da sempre lo stato profondo. 

Karol Wojtyla è stato il santo che ha auspicato un'Europa unita, ma nelle sue radici cristiane. Giovanni Paolo II, infatti, che aveva vissuto sulla propria persona l'invasione della Polonia da parte dei nazisti di Hitler e aveva visto con i propri occhi lo sterminio di tanti suoi connazionali cattolici, desiderava un'Europa unita ma che non annientasse le nazioni. 

Un'Europa dove ogni nazione avesse mantenuto i propri confini, la propria storia e la propria identità.   

Il cardinale Stanislaw Dziwisz, parlando il 16 ottobre 2023, anniversario dell'elezione a pontefice di Karol Wojtyla, ha affermato che in molti chiedono ancora notizie su Giovanni Paolo II. 

Secondo il segretario particolare di papa Giovanni Paolo II, l'appello che il pontefice fece allora: «Non abbiate paura di spalancare le porte a Cristo!», risuonerebbe ancora oggi con rinnovato vigore. 

Visitando la Basilica di San Pietro in Vaticano o il Santuario Papale a Cracovia o altri luoghi che recano l'impronta di Giovanni Paolo II, ha detto Dziwisz, si possono vedere anche adesso le persone immerse nella preghiera: «La gente lo ascolta ancora; cercano la sua amicizia spirituale». 

La memoria e la devozione verso papa Giovanni Paolo II appartengono infatti non solo alla Polonia ma anche all'Italia, che è stato insieme alla Polonia il Paese più vicino al pontefice. E che insieme alla Polonia rappresenta ancora l'ultimo baluardo di cattolicità in Europa

San Giovanni Paolo II appartiene alla memoria che serbiamo dei santi della Chiesa Cattolica. Di lui, come afferma il cardinale Dziwisz, «risplende la saggezza senza tempo della sua eredità». 

Karol Wojtyla «ha difeso e ha parlato per coloro che erano stati messi a tacere», come è stato ricordato nell'ultimo anniversario della sua elezione a pontefice. Il cardinale Dziwisz ha anche ricordato come san Giovanni Paolo II abbia vissuto le conseguenze delle guerre e del totalitarismo e di come abbia cercato di combatterlo sostenendo i più deboli e cercando di portare speranza nei tempi più turbolenti.  

Non lasciamo che ce lo strappino dal cuore.  

Un vecchio sogno, risalente ormai a parecchi anni fa e poco dopo la morte di Wojtyla, mi vedeva protagonista di un incubo dove tentavo di sfuggire ai miei inseguitori in una fuga forsennata durante la lunga notte. Avevo con me dei documenti preziosi, che non dovevano cadere assolutamente nelle mani avide dei miei nemici. 

Improvvisamente fece giorno pieno e di fronte a me c'era proprio lui, san Giovanni Paolo II, giovane come al tempo della sua elezione. Mi disse con un grande sorriso: «Non preoccuparti. Ormai nessuno te li potrà togliere.»  

Si riferiva ai documenti che stringevo ancora fra le mani. Io lo guardavo attonita, non capendo cosa volesse dire. 

«Sono qui, nella mia carne. Vedi? Nessuno te li potrà togliere!», mi disse ancora mostrandomi il braccio scoperto.  

Credevo, per le circostanze della vita, che ormai il valore profetico di quel sogno fosse giunto a termine.   

Invece, mi accorgo che è appena cominciato.

 

 

 

 
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L’attacco concertato contro San Giovanni Paolo II continua. E stavolta non è il mainstream - Prima parte

Post n°167 pubblicato il 09 Maggio 2024 da daniela.g0
 

Il palazzo presidenziale di Varsavia illuminato il 9 marzo 2023 con l'immagine di Giovanni Paolo II, per onorare la sua memoria, dopo gli attacchi mediatici della sinistra liberale (fonte: TT@prezydent.pl)   

 

La memoria di papa Giovanni Paolo II è da tempo sotto un continuo attacco dei media mainstream. Questo fatto è ormai noto, anche a chi non segue da vicino le vicende della Chiesa Cattolica. Quest'uomo, che nessuno osava attaccare apertamente mentre era in vita, sapendo di attirarsi il disprezzo della gente comune, è diventato subito dopo la morte oggetto di una campagna diffamatoria che ha visto impegnate tutte le forze di cui dispone lo stato profondo. 

Ho già parlato in un altro articolo di questi fatti, dove ho riportato come in Polonia le statue di san Giovanni Paolo II siano state vandalizzate vergognosamente e imbrattate di vernice rossa, come a voler far sembrare le mani di Wojtyla insanguinate. E non solo: l'attacco è stato sferrato a tutta la cristianità: attacchi violentissimi contro le chiese, le croci, le statue (che raffigurano personaggi della cristianità) e i memoriali antinazisti e anticomunisti. Sacerdoti e fedeli hanno dovuto difendere fisicamente le chiese dagli assalti e vi sono stati feriti gravi. 

Questo copione si è ripetuto nelle stesse identiche modalità in altre parti del mondo, in Canada per esempio. 

La regia degli attacchi avvenuti in Polonia? Si è trattato di una mano estranea, che dall'esterno ha diretto le violente proteste che si sono manifestate in Polonia a seguito della dichiarazione di incostituzionalità, da parte della Corte Costituzionale polacca, dell'articolo 4.a della legge del 7 gennaio 1993. 

L'articolo 4.a sulla pianificazione familiare, la protezione del feto umano e le condizioni per consentire l'interruzione della gravidanza, stabilisce che si possa abortire in alcuni casi specifici, fra cui il caso ove i test prenatali o altre indicazioni mediche indichino un'alta probabilità di un danno grave e irreversibile del feto o di una malattia incurabile potenzialmente letale. 

La dichiarazione della Corte Costituzionale polacca è avvenuta il 22 ottobre 2020, memoria di san Giovanni Paolo II. 

L'articolo a firma di chi scrive - di cui ho parlato sopra - era stato pubblicato in un primo momento dalla testata online Rec News. Ma dopo circa un anno dalla sua pubblicazione è stato rimosso senza un perché. Chi scrive allora ha deciso di ripubblicare il suo articolo su questo blog, dato il valore storico che esso riveste. 

Ad attaccare Wojtyla non è stato tuttavia soltanto lo stato profondo. 

Ad attaccare Wojtyla si è aggiunto persino il Vaticano nel Rapporto McCarrick, deponendo ai piedi di Giovanni Paolo II la colpa di aver coperto abusi di pedofilia: rapporto reso pubblico nel novembre 2020. Proprio mentre in Polonia imperversavano le violenti proteste orchestrate ad arte dall'esterno. Ad essere trascinato nel fango anche l'allora segretario di Giovanni Paolo II, il card. Stanislaw Dziwisz, dopo le accuse di aver coperto anche lui la pedofilia. 

Accuse contro Dziwisz emesse - ad orologeria - dall'emittente televisiva polacca Tvn24, di proprietà del colosso americano Discovery. Bisogna ricordare che Ceo e presidente di Discovery è David Zaslav, la cui attività divulgativa è strettamente legata alla politica. Zaslav è di nazionalità americana ma il cognome tradisce un'origine polacca e di etnia aschenazita. 

Per rinfrescare la memoria, come ha riportato a suo tempo la testata online Rec News, «Zaslav inizia a ricevere finanziamenti dal 2006, ma la svolta avviene dieci anni dopo, quando riesce a movimentare 235.100 dollari dal suo network sforna reality, programmi per bambini, documentari e intrattenimenti di vario genere. Da qui passa il convincimento delle masse e la promozione dell'ideologia Dem. Gli ultimi versamenti documentati del presidente e Ceo di Discovery coprono due anni, il 2015 e il 2016. Il più cospicuo è quello del 5 ottobre 2016 di 66.800 dollari, che ha come causale 'Hillary Victory Fund', fondo per la vittoria di Hillary». 

La giustizia sul caso che ha visto coinvolto il card. Dziwisz ha fatto poi il suo corso, scagionando l'ottantacinquenne alto prelato polacco da ogni accusa. Ma il rumore dello scandalo è stato lasciato permanere volutamente nelle orecchie dei fedeli cattolici. 

Nella campagna diffamatoria contro san Giovanni Paolo II sono scesi in campo persino il New York Times e testate cattoliche progressiste come National Catholic Reporter

Ma non finisce qui. Infatti tutti coloro che hanno tentato di difendere la memoria del papa polacco o quella di papa Benedetto XVI, altro bersaglio preferito dal deep state, sono stati oggetto di aggressione fisica, dileggio o infangati nella loro reputazione. 

Chi scrive lo sa bene. Premettendo che questo blog è al servizio della verità, e che questo è il suo unico scopo di vita, parlerò quindi di un fatto strettamente personale. 

Ma lo farò solo nella misura in cui i gravi fatti recentemente accaduti possano essere al servizio della Verità, che per i credenti - e quindi anche per chi scrive - è incarnata dalla persona stessa di Gesù Cristo. La verità di cui parlo quindi è «la verità tutta intera» (cfr. Giovanni 16,13) e non la verità servita "a pezzi", come è modalità assai cara alla falsa controinformazione. 

E' uso infatti da parte di essa offrire parte della verità ai lettori, per nascondere tuttavia tutto ciò che i lettori non devono sapere, in modo da poterli spingere nel recinto che lo stato profondo ha loro assegnato. In tal modo si mantiene il dissenso sempre più crescente sotto controllo e sempre entro certi limiti: vecchie tecniche da Unione Sovietica che tuttavia funzionano sempre. 

Ma torniamo, dopo questa divagazione, al mio fatto personale.   

 

Una giornata "particolare"   

Lo scorso 26 aprile, avendo un po' di tempo a disposizione e leggendo un post sul canale Telegram del giornalista Cesare Sacchetti e che aveva come tema Giovanni Paolo II, ho deciso di postare un mio commento di risposta su "La Cruna dell'Ago", canale sempre di Telegram, dove è possibile unirsi e commentare. 

Questo il testo del post del dott. Sacchetti: 

«Prim'ancora della Pachamama di Bergoglio, c'era il Buddha di Wojtyla sull'altare della chiesa di San Pietro ad Assisi nel 1986. Bergoglio è soltanto una conseguenza dell'apostasia conciliare iniziata più di 60 anni fa.»  

E questa è la risposta di chi scrive, la quale compare nello screenshot sotto con il cognome del marito (screenshot ottenuti per gentile concessione di un nostro amico, bannato ma in grado di visualizzare il canale):

 

 

Risposta di un amministratore del dott. Sacchetti, dopo una decina di minuti: 

 

 

A quel punto, ci troviamo intorno alle ore 13:40 del 26 aprile, ho risposto punto per punto alle accuse mosse ai pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. 

Ma, dopo la pubblicazione del mio commento, è scomparso dopo pochi secondi. Per completezza di informazione ai miei lettori, aggiungo che avevo scritto sinteticamente dell'attacco orchestrato dallo stato profondo contro Wojtyla, delle statue vandalizzate in Polonia e altrove e dell'attacco dei giornali progressisti come il New York Times e National Catholic Reporter

Per cui, avevo scritto infine: "Davvero strano per un uomo che farebbe parte di quella cerchia". 

Alla scomparsa quasi immediata del post, ho pensato che Telegram non avesse accettato il messaggio, in quanto troppo lungo. Ho chiuso tutto e sono andata via. 

Non potevo però non rispondere, così sono tornata a scrivere il mio messaggio intorno alle ore 15:00. Ho tagliato la parte riguardante papa Benedetto XVI per brevità, concentrandomi su Wojtyla. 

Dopo aver richiamato alla memoria i concetti da esprimere, non senza fatica, ho ripubblicato il commento, per vederlo nuovamente sparire nel giro di pochi secondi. 

Ho pensato quindi che il mio messaggio fosse ancora troppo lungo, non volendo credere che potesse essere deliberatamente cancellato. 

Avevo richiamato fatti storici, facilmente verificabili, come si poteva allora cancellare un commento del genere, che oltretutto non offendeva nessuno? 

Era ormai una sfida. Ho pensato: dividerò il commento in piccole parti e le pubblicherò una per volta. Vedremo se risulterà ancora troppo lungo! 

Ho risposto solamente al primo punto e stavolta il mio commento non è sparito. A quel punto, ho speso anche qualche parola in più rispetto a prima:

 

 

Contenta, quindi, ho scritto la parte successiva trattando della vandalizzazione delle statue e dell'attacco sferrato dai giornali progressisti contro il papa polacco. 

Una piccola perla: la regia di George Soros dietro molti di questi attacchi. È lui infatti che possiede il quotidiano liberal Gazeta Wyborcza. Ed è sempre lui che nell'autunno 2020 con il suo giornale ha finanziato parecchie manifestazioni di protesta. 

Ma non sapevo che avevo appena sganciato una bomba. Questi fatti evidentemente non dovevano essere menzionati

Messaggio disintegrato in pochi secondi: subito dopo la chat è sparita per sempre e mi sono comparse queste poco confortanti parole:

 

 

Capirete la mia rabbia. Ma non mi sono ancora arresa, perché ormai era diventato un fatto di principio...  

Mio marito non era in casa al momento, ritornando subito dopo. Gli ho riferito il fatto. Allora abbiamo avuto accesso alla chat dal suo cellulare e così ho scoperto che dopo avermi bannata mi avevano pure risposto. Ma non certo a me, che non potevo né leggere né commentare nulla ma piuttosto agli altri lettori, ai quali erano già state negate - a loro insaputa - le mie osservazioni "pericolose".

 

 

A parte il fatto che dovrebbero spiegarmi quale differenza passi sostanzialmente tra il termine "attuali" e il termine "odierni", avevo scritto nel mio commento la parola "anzitutto" - riferita agli antichi israeliti - che indica una priorità. Ma anzitutto non significa "soltanto". Anche lo stesso Wojtyla fece in quel famoso discorso anzitutto riferimento alle origini del cristianesimo che affondano le loro radici nell'ebraismo, ricordando come Maria, Madre di Gesù, e tutti gli apostoli fossero ebrei. 

E poi giù con offese pesanti: non era bastato prima definirmi falsa "cattolica", adesso mancava pure l'appellativo di "falsaria". 

Lì si è aggiunto anche il coro esultante di una parte dei commentatori, che battevano le mani, ignari totalmente del fatto che ormai non ero più in linea e non potevo rispondere alle offese. Insultare qualcuno su una chat in sua assenza potrebbe configurare il reato di diffamazione. Non ho parlato con un avvocato, anche se avrei potuto farlo, ma documentandomi sul web sembra proprio che sia così. 

Ma non è nei miei sentimenti denunciare nessuno. Anche se il dott. Sacchetti non ha rinunciato a definire come "maldestro" il "tentativo della Chiesa post-conciliare", la quale ha affermato che non è stato Wojtyla a prendere la decisione di porre il Budda sull'altare della chiesa di Assisi nel 1986. Sacchetti non dice però che lui stesso, con metodi che ricordano molto da vicino quelli dei fautori del pensiero unico, ha fatto in modo da far apparire quel tentativo come "maldestro", tramite i suoi amministratori, impedendo alla persona di chiarire le proprie posizioni e di portare testimonianze storiche a sostegno di esse. 

E poi offendendola quando non poteva più difendersi. 

Ma come detto prima, non nutro interesse nel denunciare nessuno. I miei modelli sono altri e sono lontani anni luce da quelli dei miei oppositori, che pure si dichiarano cattolici.

Ma di quale cattolicesimo starebbero parlando? Sarebbero cattolici quelli che impediscono agli altri di intervenire, senza aver molestato o insultato nessuno, e di esprimere civilmente le proprie opinioni? 

Questo occorre sottolinearlo: non ero una che commentava lì abitualmente, mai mandato spam o arrecato fastidio a nessuno. Qualche mio raro commento era sempre stato rispettoso degli argomenti trattati e soprattutto delle persone partecipanti. 

Il mio modello come detto è un altro. L'arcivescovo di Monreale Cataldo Naro, essendo stato assalito fisicamente da più persone con violenza e poi insultato, non denunciò nessuno pur essendo in suo potere il farlo. Preferì lasciar languire i suoi diritti di cittadino, come riportò in seguito l'amico, il prof. Francesco Mercadante, in un suo saggio. 

Tuttavia pagò a caro prezzo la sua perseveranza nel bene: la pagò con la vita, offerta come testimonianza per Cristo. 

Certo, Naro, per questi tradizionalisti, è solo l'esponente di una falsa chiesa: quella vera la rappresentano solo loro, è chiaro. La sua "colpa": non aver sconfessato il Concilio Vaticano II. 

Eh sì, perché Naro, come me, si era rifiutato di abiurare una atto legittimo della Chiesa Cattolica. 

Ma noi siamo la Chiesa conciliare, siamo i falsi cattolici. Loro sono i puri e gli osservanti. Tanto osservanti da calpestare in pieno la Parola di Dio. 

Ma saremo giudicati anzitutto sulla carità. Poi sulla nostra adesione alla verità, che deve essere "tutta intera" e non secondo le convenienze del tempo presente. 

Quel che mi sembra, invece, è che questi gruppi di tradizionalisti, e certamente non voglio generalizzare, stiano assumendo connotazioni sempre più simili a quelle delle sette. Sono armati di intransigenza e della convinzione di possedere la verità, senza però permettere che essa venga realmente fuori. Sono loro, soltanto, ad esserne i detentori. 

Sembra si stiano delineando sempre più due estremi: da una parte una falsa chiesa che sventola il Vaticano II come banderuola per propugnare iniziative eretiche in contrasto con la Tradizione perenne della Chiesa Cattolica; dall'altro una falsa chiesa che fa, con enorme arroganza, dell'adesione al Vaticano II il solo criterio di giudizio inappellabile sulle persone, che sarebbero eretiche solo perché non hanno rinnegato apertamente il Concilio stesso. 

Gli estremi - è risaputo - si toccano. In fondo, e lo dico con grande rammarico, sembra proprio che non vi sia, in ultima analisi, molta differenza. 

La Chiesa di Cristo è sempre più dilaniata, martoriata, offesa. 

Le profezie sulla Chiesa della beata Anna Katharina Emmerick divengono ogni giorno che passa amara realtà. Sembra che la Chiesa Cattolica sia davvero destinata a ridursi a un "piccolo resto", come ebbe ad affermare anche il teologo Joseph Ratzinger in un ormai celebre discorso radiofonico, alla fine degli anni Sessanta. 

«Un piccolo resto - come disse Ratzinger - apparentemente insignificante», e quindi totalmente privo di superbia e di arroganza, «eppure indomito». 

Ma «la rinascita della Chiesa dei fedeli a Dio e alla sua legge eterna sarà opera di quel piccolo resto». 

Dove sono presenti arroganza e prevaricazione, infatti, non può esserci vera Chiesa Cattolica, perché manca la presenza fondamentale di Cristo stesso che costituisce la Chiesa. 

La nostra spiacevole avventura del giorno 26 aprile sul canale Telegram "La Cruna dell'Ago" non era però ancora finita. Mio marito infatti aveva deciso di postare un suo commento, nel corso del quale chiedeva spiegazioni, gentilmente, agli amministratori. Inoltre aveva anche chiesto se il dott. Sacchetti fosse al corrente del fatto che "qui si oscurano le persone". 

Ebbene, come risposta, dopo circa 45 secondi dalla pubblicazione del commento, il messaggio si disintegrava sotto i nostri occhi. Subito dopo veniva bannato pure lui, che prima di allora aveva commentato solo un'unica volta.      

 

Fine prima parte. Qui la seconda parte dell'articolo.

 

 
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La rete nascosta dei trafficanti di bambini venduti in Europa per riti satanici - Seconda parte

Post n°166 pubblicato il 12 Aprile 2024 da daniela.g0
 

Olio su tavola di san Simonino dipinto da Altobello Melone nel 1521, conservato a Trento nel Castello del Buonconsiglio   

 

 

Simonino di Trento   

Ma facciamo un altro passo tornando indietro nel tempo, nella nostra Italia, e precisamente nella Pasqua del 1475, nella città di Trento. Qui Wikipedia ci informa che «Simonino di Trento, tradizionalmente san Simonino (Trento, 1472 - Trento, marzo 1475), fu un fanciullo morto durante la Pasqua del 1475, venerato come beato dalla Chiesa Cattolica sino al 28 ottobre 1965. 

La vicenda legata al suo nome costituisce una testimonianza delle persecuzioni subite dalle comunità ebraiche e delle accuse di "omicidio rituale" (le cosiddette accuse del sangue) che ebbero notevole diffusione soprattutto in Europa centrale nei confronti degli ebrei. [...]   

 

Le vicende storiche   

I fatti, ricostruibili attraverso gli atti del processo istruito contro la locale comunità ebraica, andarono - secondo quanto riferisce Wikipedia - in questo modo. Un bambino di due anni e mezzo scomparve la sera del 23 marzo 1475, giovedì santo, e fu ritrovato cadavere la domenica di Pasqua, nelle acque di una roggia, proprio vicino all'unica casa abitata dai quindici ebrei residenti a Trento, nella zona dell'attuale piazza della Mostra. In un clima di diffuso antigiudaismo, infuocato dalle predicazioni del frate francescano Bernardino da Feltre, il principe vescovo Giovanni Hinderbach sostenne con forza la tesi che il bimbo era stato vittima di un "omicidio rituale" perpetrato dalla locale comunità ebraica (finalizzato alla raccolta del sangue di un bambino da utilizzare per impastare il pane azzimo per la Pasqua ebraica). 

I quindici ebrei presenti a Trento (il più giovane aveva quindici anni, il più vecchio novanta), presunti omicidi, furono torturati insistentemente per mesi sino a strappar loro una confessione e quindi messi a morte con i supplizi in uso al tempo. Solo una donna, di nome Bruna, resistette più a lungo degli altri all'interrogatorio, ma si insistette tanto che la donna morì sotto tortura, confessando proprio in punto di morte e dichiarandosi pentita; fu quindi assolta dal peccato e sepolta in terra benedetta. Non servì a salvare gli ebrei il fatto che durante il processo - di cui si conservano gli atti - il legato di papa Sisto IV, il domenicano vescovo di Ventimiglia Giovanni Battista de Giudici, si fosse apertamente espresso contro l'infondata accusa agli ebrei. Lo stesso papa proibì, sotto pena di scomunica, di venerare Simonino come martire. 

Nonostante le proibizioni pontificie - ci informa Wikipedia -, in virtù del talento organizzativo del principe vescovo [il corsivo è mio: non viene spiegato quale sarebbe stato l'interesse del vescovo Hinderbach nel diffondere il culto del bambino, n. d. r.], il culto di Simonino si diffuse presto non solo nel Trentino ma anche nei territori confinanti, grazie anche a Michele Carcano, un predicatore francescano osservante dotato di grande abilità oratoria, che diffondeva nelle sue predicazioni il culto di Simonino, con la testimonianza della madre del bambino, presentata nel territorio di Bergamo nella prima metà del 1476, e successivamente con quella di un certo Giorgio, mostrato come miracolato. Fu così, ci informa sempre Wikipedia, che lo stesso papa Sisto IV finì per dichiarare [anche qui l'affermazione è tendenziosa: si presume che il pontefice sia stato pressato, ma non viene detto né da chi e tanto meno quale sarebbe stato il movente di tali pressioni da parte della comunità cristiana, n. d. r.] che il processo si era svolto correttamente. La Santa Sede ammise ufficialmente il culto locale di Simonino nel 1588 e concesse l'indulgenza plenaria a chi fosse andato in pellegrinaggio presso le reliquie il giorno dedicato a Simonino. 

Il 22 febbraio 1755 la bolla papale Beatus Andreas di papa Benedetto XIV ribadiva la validità del processo, confermava la correttezza di dedicare a Simonino "pubblico culto" e riaffermava che il martirio era avvenuto per mano degli "ebrei in odio alla fede di Cristo". 

Dalla chiesa dei Santi Pietro e Paolo, in cui era conservato il corpo di Simonino, la devozione popolare si diffuse anche nel Bresciano, dove non si mancò di attribuirgli miracoli e di invocarlo specialmente a protezione dei fanciulli. Oltre all'annuale festa in onore del beato, ogni dieci anni si svolgeva una processione solenne lungo le strade di Trento, nella quale si portava in corteo la salma di Simonino e i simboli raffiguranti i presunti strumenti delle torture da lui subite. 

Prima del 1965 il Martirologio Romano ricordava ai fedeli che ogni anno, il 24 marzo, si celebrava a Trento "la passione di san Simone, fanciullo trucidato crudelmente dai Giudei, autore di molti miracoli"

Il percorso di revisione critica della vicenda da parte della Chiesa - nel clima di apertura al dialogo interreligioso favorito dal Concilio Vaticano II - vide attivamente coinvolta l'arcidiocesi di Trento ed ebbe tra i più qualificati protagonisti lo storico monsignor Iginio Rogger. I suoi studi sulle vicende processuali portarono nel 1965 l'arcivescovo di Trento, Alessandro Maria Gottardi, alla cosiddetta "svolta del Simonino", vale a dire la soppressione del culto e la rimozione della salma dalla chiesa di San Pietro che la ospitava, con la conseguente abolizione anche della tradizionale processione per le vie di Trento, con l'esposizione di strumenti di tortura usati dagli ebrei nel presunto rituale contro il piccolo Simone (strumenti di macelleria e aghi per cavarne il sangue, dadi per estrarre a sorte le persone da destinare ai vari compiti, ecc.). La cancellazione del beato dall'elenco dei martiri non suscitò grandi rimostranze presso i fedeli, pur con alcune contestazioni della svolta, che furono espresse all'interno del mondo cattolico più tradizionalista». 

Un piccolo inciso: si dimenticò molto probabilmente in quell'occasione come la Chiesa Cattolica riconosca la soprannaturalità del sensus fidei fidelium [il senso della fede da parte dei fedeli tutti, quindi della comunità dei credenti tutta insieme e concorde] come infallibile. Per molti secoli i credenti, insieme al Magistero della Chiesa, avevano riconosciuto in modo unanime e concorde il martirio di Simonino in odio alla fede cristiana, la sua santità e la soprannaturalità dei molti miracoli a lui attribuiti. 

Ma tutto fu cancellato con un unico colpo di spugna nel 1965. 

«La revisione della posizione della Chiesa portò a una riconciliazione con la comunità ebraica che, dopo l'esecuzione delle sentenze capitali e le persecuzioni nei territori di dominio vescovile che seguirono il processo, aveva gettato il cherem (paragonabile all'interdetto della Chiesa Cattolica) sull'intera città di Trento, nella quale non vi fu più dal 1475 all'era moderna né comunità ebraica né soggiorno di ebrei per espressa proibizione del principe vescovo. [...]»

 

 

Martirio del Beato Simonino, di Francesco Oradini (XVIII secolo), Palazzo Salvadori, Trento   

 

 

Le ricerche e le ipotesi di Ariel Toaff   

Continua ancora Wikipedia: 

«Alcune polemiche e contestazioni nate dalla "svolta del Simonino" (cioè dal cambio di atteggiamento della Chiesa Cattolica a proposito del fittizio martire trentino) ripresero nel 2007 a seguito della pubblicazione, da parte dello storico italiano Ariel Toaff, del saggio Pasque di sangue: Ebrei d'Europa e omicidi rituali. Nel suo libro, Toaff confermava la mancanza di ogni fondamento per le accuse mosse alla comunità ebraica di Trento nel 1475; lo studioso, tuttavia, pur sapendo di attirarsi le critiche di diversi colleghi accademici, affermava anche che si possono rinvenire tracce, nell'ambito di alcuni gruppi di fanatici ashkenaziti (e gli ebrei di Trento, provenienti dall'area germanica, appartenevano proprio all'area culturale dell'ebraismo ashkenazita), di vere e proprie "devianze" dalle rigide norme della halakhah, che impongono l'astensione da ogni contatto con il sangue umano. Non sarebbe dunque impossibile che, per reazione ai soprusi subiti [il corsivo è mio: Wikipedia non ci specifica quali sarebbero stati questi "soprusi" inflitti agli ebrei dai cristiani del tempo, n. d. r.], singoli ebrei o piccoli gruppi di essi abbiano attuato rituali magici, a chiara finalità anticristiana, rituali che potrebbero aver comportato persino l'uso di sangue». 

Certo il fatto che l'arcivescovo di Trento Alessandro Maria Gottardi, nell'ambito del dialogo interreligioso voluto dal Concilio Vaticano II, abbia soppresso il culto di san Simonino fa molto riflettere. 

Sappiamo come durante il Concilio, il più discusso nella storia della Chiesa, confluirono e interagirono forze diametralmente opposte. Sappiamo anche come questo Concilio, di carattere prevalentemente pastorale e che non pretendeva in effetti di apportare nulla di nuovo dal punto di vista dogmatico, sia stato trasformato invece in un vessillo da sventolare per intraprendere qualunque iniziativa, assunta arbitrariamente da una falsa chiesa, e in contrasto con la perenne e immutabile Tradizione della Chiesa Cattolica. 

E bisogna aggiungere come, con un colpo di mano durante il Concilio Vaticano II, sia arrivata la decisione di sopprimere persino la preghiera a san Michele Arcangelo, tanto voluta da papa Leone XIII.  

All'occhio di un osservatore attento, tutto torna. 

Papa Leone XIII aveva ardentemente desiderato la recita di quella preghiera al termine della Santa Messa allo scopo di fermare l'avanzata delle sette massoniche e quindi del potere di satana nel mondo. E allo scopo di fermare l'assalto da loro sferrato contro il papato e la Chiesa Cattolica, che costituiscono il katéchon

Il cerchio si chiude per ricongiungersi con l'inizio del nostro articolo, che tratta dell'attività nascosta - ma di enormi proporzioni - delle sette sataniche. Ritorniamo a ciò che è stato accertato dalle autorità colombiane, si badi bene non europee, sulla vendita di minori alle sette e alla fonte già citata dal quotidiano El Heraldo che parla di "bere il sangue dei bambini". 

E, a proposito del sangue dei bambini, vengono pure in mente gli studi condotti da varie università prestigiose a partire dallo scorso decennio fino ad oggi.   

 

Gli studi sul sangue   

In questi anni ci è stato messo tutto sotto gli occhi, senza che - probabilmente - ce ne accorgessimo.

 

 

Una rappresentazione fantasiosa e colorata del cervello umano   

 

 

Così scriveva il sito Adnkronos Salute nel 2023: «Far tornare indietro il tempo, riavvolgendo il nastro del cervello che invecchia. A 70 anni tornare lucidi come a 30-40. Un sogno che potrebbe trovare un alleato più vicino di quanto si pensi: nel sangue potrebbe infatti nascondersi un "elisir", la spiegazione per cui sia l'esercizio fisico, sia l'ormone della longevità "klotho", e sia una trasfusione di sangue "giovane" sembrano essere in grado di portare un miglioramento cognitivo. La chiave del successo? Tre studi diversi portano tutti nella stessa direzione: il fattore PF4. Su questo prodotto delle piastrine accendono i riflettori due gruppi di ricercatori Usa (entrambi Ucsf, University of California San Francisco) e uno australiano (University of Queensland), in tre articoli comparsi su Nature, Nature Aging e Nature Communications

E' il PF4, evidenziano gli autori, il filo rosso che lega i diversi interventi esaminati. Le piastrine sono un tipo di cellula del sangue che allerta il sistema immunitario in presenza di una ferita e aiuta a coagulare il sangue. Ora si scopre che il fattore piastrinico 4 (PF4) è anche un potenziatore cognitivo. Sotto la sua influenza i topi anziani recuperano l'acume della mezza età e i topi giovani diventano più intelligenti, spiegano gli esperti. 

"Sembra che il sangue giovane", la proteina "klotho e l'esercizio fisico possano in qualche modo dire al cervello: migliora la tua funzione. Con PF4, stiamo iniziando a comprendere il vocabolario alla base di questo ringiovanimento", evidenzia Saul Villeda dell'Ucsf Bakar Aging Research Institute, autore senior del documento su Nature. Villeda ha guidato lo studio sul sangue giovane. Dena Dubal, professoressa Ucsf, ha guidato lo studio su Klotho, pubblicato su Nature Aging, e Tara Walker, docente di neuroscienze all'Università del Queensland ha guidato lo studio sull'esercizio fisico, uscito su Nature Communications. "Quando ci siamo resi conto di aver trovato in modo indipendente e fortuito la stessa cosa, siamo rimasti a bocca aperta", ha detto Dubal. "Il fatto che tre interventi separati siano convergenti sui fattori piastrinici evidenzia la validità e la riproducibilità di questa biologia. È giunto il momento di seguire questa strada nel campo della salute del cervello e del miglioramento cognitivo". 

Il primo punto di vista che viene offerto è quello del team di Villeda, il quale nel 2014 aveva scoperto che il plasma sanguigno di giovani iniettato in animali anziani aveva un effetto riparatore. Quando il suo team ha confrontato il plasma giovane con quello vecchio, ha scoperto che conteneva molto più PF4. Allo stesso modo, un'iniezione di solo PF4 in animali anziani risultava rigenerante quanto il plasma giovane: i roditori trattati ottenevano risultati migliori in una serie di compiti di memoria e apprendimento. "PF4 fa sembrare il sistema immunitario più giovane, diminuendo tutti i fattori pro-invecchiamento, portando a un cervello con meno infiammazione, più plasticità e infine più cognizione", spiega Villeda. "Stiamo esaminando topi di 22 mesi, equivalenti a un essere umano di 70 anni, e PF4 li riporta a funzionare come se fossero alla fine dei 30 anni, o ai primi dei 40" [...]». 

Un altro articolo riportato sul sito Renovatio21 affermava nel 2022: «Un team di ricercatori ha scoperto nuove prove che il sangue dei giovani potrebbe essere il segreto per rimanere giovani. 

In un nuovo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Aging, il team ha scoperto che le particelle nel sangue di topo chiamate vescicole extracellulari (EV) inviano istruzioni per una proteina della longevità chiamata "Klotho" alle cellule muscolari, secondo quanto riportato da un comunicato stampa dell'Università di Pittsburgh. 

Man mano che i topi invecchiano, gli EV sembrano diventare più deboli e di conseguenza inviano meno istruzioni per la proteina. 

Quando gli scienziati hanno somministrato a topi più anziani il sangue di topi più giovani, le loro cellule e i loro tessuti hanno iniziato ad assumere caratteristiche più giovanili come, ad esempio, una maggiore rigenerazione muscolare. Quando gli EV sono stati rimossi dal sangue, l'effetto è svanito. 

Se l'effetto di questi esperimenti potrebbe tradursi negli esseri umani, ovviamente, rimane poco chiaro. I tentativi di portare il trattamento ai pazienti reali sono stati accolti con dure critiche e risultati inconcludenti. 

Ma il team di Pittsburgh spera che la loro ricerca possa portare a nuovi trattamenti per sostenere e migliorare la longevità durante il processo di invecchiamento degli esseri umani. 

"In un certo senso, ci aiuta a comprendere la biologia di base di come funziona la rigenerazione muscolare e come non funziona con l'avanzare dell'età", ha detto Fabrisia Ambrosio, docente associato di medicina fisica e riabilitazione all'Università di Pittsburgh, autrice principale dello studio. "Quindi, portando queste informazioni al passaggio successivo, possiamo pensare di utilizzare le vescicole extracellulari come terapia per contrastare questi difetti legati all'età".   

 

Grazie alla scienza e ai miliardi, il vampirismo è, materialmente, dietro l'angolo  

Altre ricerche hanno suggerito che il sangue di topi giovani può aiutare a migliorare le prestazioni cognitive nei topi più anziani, sempre secondo questo comunicato. Ciò significa che i trattamenti EV potrebbero teoricamente aiutare a rallentare o addirittura prevenire il declino cognitivo con l'avanzare dell'età. 

Nonostante la timidezza con cui si muove l'accademia, che ad oggi la considera come una pseudoscienza, la trasfusione di sangue giovane ad individui anziani (e facoltosi) è realtà da diversi anni. 

Il processo, chiamato parabiosi, è offerto da diverse startup e ha già diversi clienti nel mondo finanziario e tecnologico della Silicon Valley. La startup Ambrosia, ha venduto "trasfusioni di sangue per giovani" dal 2016 per 8.000 dollari usando il pretesto di condurre una sperimentazione clinica. Ad agosto 2017, avevano aderito 600 persone. Un'altra azienda, Alkahest, è stata fondata sulla base degli studi sui roditori di Stanford. Dal 2017 sta collaborando con l'azienda farmaceutica europea Grifols per creare un farmaco biologico sperimentale a base di plasma sanguigno che si propone di testare su persone con Alzheimer. 

La serie televisiva Silicon Valley in un episodio, ne ha offerto la parodia, mostrando gli apparecchi per le trasfusioni e l'esistenza dei cosiddetti "blood boy", ragazzi appena ventenni che devono seguire diete ferree per servire da banche di sangue per gli eccentrici miliardari.  

Grazie alla scienza e ai miliardi, il vampirismo è, materialmente, dietro l'angolo».  

E altre grandi testate nazionali sono uscite nel corso del tempo con la pubblicazione di altrettanti articoli, a partire circa dall'anno 2014, che vantavano i benefici del sangue giovane sull'invecchiamento di un adulto. Non è affatto pura fantascienza o complottismo.

Fino a che punto queste ricerche siano veritiere ed obiettive o invece pilotate da chi nutre interesse a sdoganare la pratica - già in corso in cliniche degli Stati Uniti - dell'infusione di sangue prelevato da giovani su persone anziane, questo non è dato saperlo. 

Sappiamo però che la vecchia accusa del sangue non risulta, alla luce di queste ricerche, così inverosimile. Anzi. Ed è del tutto inutile gridare, come accaduto costantemente negli ultimi due secoli, all'antisemitismo: paravento fatiscente per nascondere la verità e porre sotto gogna mediatica chi la denuncia. 

Le ricerche dello studioso di origine ebraica Ariel Toaff andavano proprio in questa direzione ed è la stessa Wikipedia a farcene menzione. 

Mentre, come abbiamo appena letto, secondo diverse ricerche scientifiche, esistono dati a suffragio delle proprietà terapeutiche del sangue giovane. 

Ma non finisce qui. Bisogna fare i conti anche con la storia dell'adrenocromo che si solleva minacciosa come uno spettro, in fondo a questo fosco senario. Ne abbiamo già parlato

In questa sede ci limitiamo tuttavia a ricordare come nel mondo scompaiono ogni anno 8 milioni di bambini. I dati agghiaccianti sono aggiornati annualmente in occasione della Giornata Internazionale per i Bambini Scomparsi che si celebra il 25 maggio. Ogni giorno sul nostro pianeta scompaiono 22.000 minori. Se una parte viene ridotta in schiavitù, l'altra non sappiamo che destino avrà. Secondo il direttore esecutivo dell'Unicef, Geeta Rao Gupta e la specialista in statistiche Claudia Cappa, nel mondo sono almeno 230 milioni i bambini "inesistenti". Si tratta di bambini che, una volta nati, non sono stati registrati all'anagrafe e non hanno ricevuto un certificato di nascita. 

Bimbi invisibili che nessuno cercherà mai.  

Mentre le sette sataniche, d'altra parte, sappiamo che continuano a "bere il sangue dei minori".

 

 

 

 
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La rete nascosta dei trafficanti di bambini venduti in Europa per riti satanici - Prima parte

Post n°165 pubblicato il 11 Aprile 2024 da daniela.g0
 

 

 

Vale ancora la pena di ricordare, benché siano trascorsi alcuni anni, una notizia d'oltreoceano riportata in Italia dal sito No al satanismo ma ignorata dalla maggior parte dei media. 

La notizia è davvero importante e riguarda una rete di trafficanti di neonati sbaragliata dalle forze dell'ordine nell'America Latina e precisamente in Colombia. Entriamo allora nei dettagli: 

«Mentre procedono le indagini e gli interrogatori di persone arrestate (IN FOTO), che facevano parte di una rete di trafficanti di neonati che convincevano donne venezuelane incinte a vendere i loro bambini che, una volta nati, venivano rivenduti in Europa, le autorità colombiane hanno scoperto che molti dei minori sono stati venduti a sette sataniche per essere usati in rituali.

 

 

 

 

Sette sataniche: quelle che pagano meglio   

Il quotidiano colombiano El Heraldo ha potuto stabilire che l'informazione è scaturita dal lavoro investigativo, visto che in alcuni casi i minori sono stati venduti per più di 30.000 euro (circa 130 milioni di pesos colombiani). 

"Quella cifra è molto alta e facendo lavori di ricerca gli investigatori hanno scoperto che la rete di compravendita si estende in varie parti del mondo e che i neonati, comprati da donne incinte migranti dei paesi più poveri, vengono venduti a persone che eseguono rituali satanici", questo ha rivelato un testimone. 

L'ipotesi si è rafforzata quando una delle persone catturate ha sottolineato che la rete a cui apparteneva aveva legami con diverse organizzazioni di tratta di neonati in Europa, che gli avevano spiegato in dettaglio come commercializzavano i minori. 

"Quella persona ci ha detto che una delle reti di trafficanti di esseri umani in Europa vende minorenni a chi paga meglio, e che alcune delle mafie che pagano meglio sono quelle coinvolte con sette sataniche che nei loro riti bevono il sangue dei minori", ha spiegato la fonte. 

Allo stesso modo, gli investigatori sono stati in grado di determinare che la stessa rete di trafficanti si occupava di vendere altri minori a coppie omosessuali, che ne fanno molta richiesta in Europa ed in USA. Purtroppo, dopo gli arresti delle cinque persone coinvolte nella tratta di neonati, due di loro sono riuscite a fuggire prima dell'inizio delle udienze.   

 

Il modus operandi dei trafficanti di neonati   

Com'era noto, il modus operandi di questa gang si basava sull'approccio di contrattazione con donne incinte molto povere che vivevano per strada in stato di grande vulnerabilità. "Una volta nati, i minori sono stati consegnati dalle donne ai trafficanti per essere venduti, allo stesso tempo i neonati sono stati registrati irregolarmente per portarli poi fuori dal paese in Ecuador e infine portati in Europa", ha rivelato un testimone, che ha spiegato che la contrattazione era guidata da una donna venezuelana, una donna ecuadoriana e una cittadina colombiana. I bambini sono stati registrati, con la complicità di un funzionario notarile, come figli di Valeria Pérez Herrera e Hernando Gómez, i capi della gang. 

Dopo diversi mesi di indagine, l'Ufficio del Procuratore Generale della Nazione e Migrazione della Colombia con il supporto del Corpo di Investigazione Tecnica (CTI) e dell'Esercito Nazionale ha effettuato le procedure di ricerca, il 30 aprile 2021, attraverso l'"Operazione Natus", ed ha ottenuto la cattura di sei persone e il salvataggio di un bambino che è stato consegnato all'Istituto colombiano di assistenza familiare (ICBF) per il ripristino dei loro diritti. 

Durante il procedimento giudiziario, le autorità hanno salvato un bambino che era nelle mani di questa organizzazione perché stava per essere venduto in Europa. 

Gli inquirenti, attraverso le intercettazioni telefoniche di alcuni capi della gang, hanno appreso che il bambino insieme alla madre, dopo il parto in ospedale, erano stati portati in una casa nel quartiere di Santa Teresita, nella cittadella La Libertad, dove sono stati trattenuti fino al 25 aprile quando è arrivata Valeria Pérez Herrera, che aveva viaggiato illegalmente dall'Ecuador, per fare i documenti falsi e portare così il piccolo fuori dal paese. 

Con queste informazioni, le autorità hanno organizzato l'operazione e prima che il bambino fosse portato in Europa, l'hanno seguita, catturando i membri della rete e salvando il bambino. 

L'organizzazione criminale, secondo le autorità, aveva il suo raggio d'azione a Cúcuta, nel nord del dipartimento di Santander e vicino al confine con il Venezuela, ed era composta da almeno sei membri ed era guidata da tre di loro. L'operazione investigativa ha avuto anche il supporto dei Servizi di Sicurezza Diplomatica dell'Ambasciata degli Stati Uniti. 

Si stima che ogni anno tra le 600.000 e le 800.000 persone siano vittime della tratta di esseri umani, compresi bambini, uomini e donne. Tuttavia, le cifre non sono precise perché molti casi non sono adeguatamente segnalati. 

A livello globale, secondo un'organizzazione no-profit, oltre 45 milioni di persone sono vittime della tratta di esseri umani, sottoposte a sfruttamento sessuale o al lavoro in schiavitù. Dei 45 milioni, 10 milioni sono bambini».   

 

La maternità surrogata   

I fatti gravissimi sopra esposti risalgono al 2021 ma il traffico di neonati il cui destino è la vendita a coppie omosessuali è un fatto ancora attualissimo. 

Occorre ricordare anche come esista un'altra forma lecita di compra vendita di bambini che è la maternità surrogata. 

Risale a pochi giorni fa la notizia dell'arresto negli Stati Uniti di un noto veterinario omosessuale e giudice di esposizione canina che è "sposato" con un altro uomo. Come ha riportato il sito cattolico LifeSiteNews, l'uomo si trova attualmente detenuto con l'accusa di aver distribuito materiale pedopornografico e di aver drogato bambini al fine di aggredirli sessualmente. Gli agenti dell'FBI hanno fatto irruzione nella sua casa e lo hanno arrestato prima che potesse recarsi in California per ricevere il proprio figlio legale acquistato tramite maternità surrogata, un neonato che aveva intenzione di violentare sessualmente. 

Adam Stafford King, un oftalmologo veterinario del distretto di Chicago che avrebbe dovuto diventare giudice al Westminster Kennel Club Dog Show di quest'anno, è stato arrestato dall'FBI e accusato di aver distribuito consapevolmente materiale pedopornografico. 

"Il veterinario del distretto di Chicago e noto giudice nazionale delle esposizioni canine, Adam King, 39 anni, è stato arrestato con l'accusa di molestie di pornografia infantile dopo aver pubblicato in una chat online il suo piano per aggredire sessualmente il suo bambino appena nato", ha scritto il giornalista del Chicago Tribune, Jason Meisnern, su X, precedentemente Twitter. 

"Ha anche pubblicato immagini ecografiche e abiti per neonati", ha aggiunto.

 

 

 

Le foto dell'abitino per neonati e di Adam King mentre mostra un trofeo, durante una mostra canina, insieme a una bambina il cui volto è stato oscurato  

 

 

Usando l'handle @pervchiguy sull'app omosessuale "Scruff" e sull'app di messaggistica Telegram, King aveva confidato a un compagno pedofilo che vive a New York che preferisce abusare sessualmente dei bambini sotto i 10 anni. 

CBS News ha riferito che "King avrebbe anche inviato alla persona a New York diversi video di pornografia infantile, inclusi almeno tre diversi video di uomini che aggredivano sessualmente ragazzi preadolescenti" e che "ha affermato di aver drogato e abusato sessualmente dei suoi nipoti". 

Secondo la CBS, King avrebbe scritto: "In genere uso Benadryl", sottolineando che fornisce un "ampio margine di sicurezza" ed è "facile", sostenendo che "generalmente ci vogliono 30-45 minuti" e "di solito raddoppio la dose per gli adulti." 

Secondo il rapporto inoltre, King avrebbe anche affermato che lui e suo marito stavano aspettando la nascita di un bambino da una madre surrogata il 29 marzo e che aveva pianificato di aggredire sessualmente il bambino dopo la nascita. Presumibilmente avrebbe anche inviato alla persona di New York un'immagine ecografica del bambino non ancora nato e una foto di un vestito da neonato che lui e suo marito avevano ricevuto per Natale. 

"Adoro l'idea di invitare un amico quando avrò mio figlio... deve solo essere qualcuno di cui mi posso fidare ovviamente", avrebbe scritto King in un messaggio. 

"Questa è una condotta atroce, atroce", ha esclamato il Sostituto Procuratore americano Brandon Stone, sostenendo durante l'udienza per la cauzione di King che non dovrebbe essere rilasciato in attesa del processo. 

"Se l'FBI non fosse intervenuta e non lo avesse arrestato, in questo momento sarebbe in California", ha osservato inoltre il procuratore.   

 

"La maternità surrogata mette i bambini a rischio dei peggiori tipi di abuso"   

"Stava per andare in California a prendere il bambino nato da maternità surrogata, ma gli è stato impedito perché sottoposto ad arresto per pornografia infantile", ha dichiarato Katy Faust, attivista per i diritti dei bambini, autrice e fondatrice di Them Before Us

"Quanti bambini vengono aggrediti sessualmente dai loro 'genitori' perché sono stati acquistati tramite Big Fertility?" si chiede la signora Faust. 

In un commento pubblicato su The Federalist all'inizio di quest'anno, intitolato "Incontra 5 pedofili accusati di aver comprato bambini attraverso la maternità surrogata", la Faust ha richiamato l'attenzione sul fatto preoccupante che "l'industria della fertilità sta consegnando bambini su misura a uomini senza nessun controllo della loro idoneità psichica o dei loro precedenti penali". 

"La maternità surrogata mette i bambini a rischio dei peggiori tipi di abuso", ha continuato la Faust. 

"Quindi questo tizio e il suo 'marito' stavano comprando questo bambino tramite la maternità surrogata, bambino di cui intendeva abusare sessualmente, per denaro", ha osservato la scrittrice conservatrice Allie Beth Stuckey. "Cosa succederà al bambino adesso? Negli Stati Uniti non esiste praticamente alcuna regolamentazione sull'acquisto di bambini, il che è assurdo", ha aggiunto la Stuckey. 

"Che il bambino subisca o meno abusi, che sia pagato o altruistico, che sia normale o gestazionale, e indipendentemente dalla composizione del nucleo familiare dell'aspirante genitore, la maternità surrogata viola sempre i diritti del bambino", ha spiegato la signora Faust, attivista internazionale per i diritti dei bambini. 

"Non è un problema che può essere risolto attraverso la regolamentazione. L'unico modo per proteggere i bambini è vietare la maternità surrogata in tutto il mondo", ha avvertito.   

 

L'accusa del sangue   

Cosa si intende per accusa del sangue?  

Wikipedia ci informa che «l'accusa del sangue è un archetipo antisemita secondo il quale gli ebrei berrebbero sangue umano, in particolar modo di bambini, durante la Pesach [Pasqua ebraica, n. d. r.] per scopi magici o rituali; questa falsa accusa ebbe origine nel 1144 in Inghilterra e poi si diffuse durante il Medioevo ed in età moderna, causando processi e uccisione di ebrei; in epoca contemporanea venne ripresa nella Germania nazista, in Polonia e nel mondo arabo-islamico e, successivamente, nelle ideologie complottiste. [...]». 

«L'accusa era incentrata sulla credenza che gli ebrei, durante i loro riti, in particolare durante la Pasqua, uccidessero un bambino cristiano al fine di usarne il sangue per la preparazione del pane azzimo.  

Il primo caso documentato si ebbe nella città di Norwich, in Inghilterra, quando la mattina di Pasqua del 1144 venne rinvenuto il cadavere di Guglielmo, un ragazzo presumibilmente morto per un'aggressione. [...] Si ebbero poi altri casi simili: nel 1168, sempre in Inghilterra, a Gloucester, la comunità di ebrei locale venne accusata di aver rapito un bimbo di nome Harold e di averlo crocifisso il Venerdì santo; pochi anni dopo, nel 1171, un caso simile si ebbe anche in Francia, a Blois; nel 1182, gli ebrei vennero espulsi dalla Francia dal re Filippo II di Francia il quale era convinto che essi praticassero abitualmente l'infanticidio a scopo rituale; nel 1187 si ebbe un caso a Gerusalemme». 

Si tratta di accuse completamente false, secondo quanto scrive Wikipedia, e non esistono in effetti prove certe che possano provare la veridicità di tali affermazioni. 

Sappiamo tuttavia che in Italia l'accusa antisemita di bere sangue umano sfociò già nel Medioevo in numerosi procedimenti giudiziari, anche con condanne al rogo (tre a Portobuffolè nel 1480). 

Ma si annovera una vicenda che di fatto mise fine per sempre nel nostro Paese ai procedimenti giudiziari, e si consumò nel 1855 a Badia Polesine: protagonisti un esattore delle imposte e una giovane contadina. Un libro di Emanuele D'Antonio ha indagato sul caso e ce ne informa Il Gazzettino.it

Uno dei borghesi più illustri e stimati della cittadina, un ricco commerciante, proprietario della ferramenta dove tutti andavano a comprare qualsiasi cosa, nonché titolare dell'appalto dell'esattoria delle imposte, finisce in carcere. Si chiama Caliman Ravenna, è ebreo, l'accusa a suo carico è di aver praticato salassi a una contadina di ventidue anni per poterne bere il sangue. La giovane che accusa il commerciante si chiama Giuditta Castilliero e vive a Masi, un paese della bassa Padovana. 

Racconta di essere stata rapita, portata a Verona e che lì le sono stati praticati salassi, il sangue veniva raccolto in un catino e bevuto da un uomo che identifica senza incertezze in Caliman Ravenna. Questi finisce in carcere, ci rimarrà sedici giorni e ne uscirà completamente scagionato. La calunnia del sangue era stata ritenuta credibile non soltanto dai contadini analfabeti, ma pure dai borghesi e persino dai magistrati. 

Ma stavolta le comunità ebraiche esercitano forti pressioni sulle strutture dello Stato asburgico. Caliman Ravenna viene così rilasciato e torna a rioccupare il ruolo sociale che aveva assunto in precedenza: il palco al Teatro Sociale, cofondatore della Filarmonica, le varie visite nei salotti bene del luogo. Intenta una causa civile a Giuditta Castilliero per dimostrare l'inesistenza delle accuse. La ragazza sarà condannata a sei anni di carcere duro per calunnia che sconterà nel carcere femminile della Giudecca. 

Si ritiene, secondo il libro di D'Antonio, che qualcuno abbia manovrato la Castilliero. 

Ci viene detto anche dall'autore dell'articolo che era una persona marginale, povera, zoppa, senza nessuna prospettiva per il futuro, e che viveva alternando il lavoro nei campi al lavoro in casa. 

Come se l'esser poveri o avere menomazioni fisiche, e quindi scarse o nulle prospettive per il futuro, costituisca una prova di demerito della persona. Dimenticando qui persino il rispetto dovuto alla dignità della persona umana, che non può in nessun caso essere definita "marginale". 

Ma certamente questa povera giovane che viveva del lavoro delle sue mani senza essere di peso a nessuno, non poteva pretendere di avere alcuna voce nella nuova società di stampo massonico che si stava velocemente delineando in Italia. 

Presumibilmente in cambio di denaro - continua il nostro autore - la donna era stata istruita su come muovere le accuse contro Caliman Ravenna, qualcuno che aveva complici in grado di praticare sulle braccia della ragazza tagli professionali che davvero sembravano l'applicazione di un salasso. 

D'altronde ci viene detto che Ravenna aveva nemici: commercianti suoi concorrenti, i nobili decaduti, persone impoverite che non erano in grado di pagare le tasse dovute all'esattore distrettuale delle imposte, cioè a Ravenna, costrette quindi a vendere campi e costruzioni che molto spesso venivano comprati proprio da esponenti della nuova borghesia ebraica. I colpevoli stavano là in mezzo, scrive Il Gazzettino.it, ma le indagini di D'Antonio non hanno permesso di scoprire chi fossero.   

 

Uno spartiacque   

La vicenda di Caliman Ravenna - ci informa ancora Il Gazzettino.it - costituisce però uno spartiacque: dopo il suo caso non ci saranno più nel Lombardo-Veneto, e neppure nel resto d'Italia, procedimenti giudiziari basati sulla calunnia del sangue. Nel 1860 a Lendinara due venditori ambulanti male in arnese vengono accusati di essere ebrei a caccia di bambini per berne il sangue. Questa volta le cose vanno diversamente: chi ha messo in giro la calunnia viene arrestato e processato. 

Non così in Europa: in Ungheria, in Germania, e soprattutto in Russia, la calunnia del sangue andrà avanti fino a fine secolo. "È interessante il rovesciamento sociale che si è verificato nella vicenda di Badia", conclude D'Antonio, "alla contadina marginale, con pessima reputazione, è stato dato più credito che al ricco uomo d'affari in marsina e panciotto". 

Dopo la lettura di questi fatti sorgono spontanee alcune constatazioni. Le accuse, secondo la magistratura dell' epoca, si rivelarono poi infondate e vi fu una sentenza di assoluzione. Ma sappiamo anche che vi furono forti pressioni da parte della comunità ebraica.  

Un dato balza all'occhio: le accuse mosse a quelle comunità di "bere il sangue dei bambini", un tempo ritenute vere, furono ritenute false in Italia solo ed esclusivamente a partire dalla seconda metà dell'Ottocento. Ciò coincide di fatto con il periodo in cui avvenne l'Unità d'Italia sotto i Savoia che si concluse con la proclamazione del Regno d'Italia nel 1861, e dietro il quale muoveva i suoi fili la massoneria: ne abbiamo a lungo parlato. 

In altri Paesi però, e in testa a tutti la Russia, le accuse furono ritenute vere fino alla Rivoluzione bolscevica. Proprio in questi giorni il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha ricordato in un suo discorso come ben l'85% dei bolscevichi fossero di origine ebraica. Questo spiegherebbe molto bene come mai le accuse cessarono a partire dal 1917, l'anno di inizio della Rivoluzione russa, e con esse i procedimenti giudiziari basati sull'accusa del sangue. 

La Russia infatti si era guadagnata in Europa la fama di essere antisemita e si era così attirata l'odio di molti potenti nemici. I nomi li conosciamo già e sono quelli dei potentissimi banchieri di origine ebraica aschenazita, le sedi delle cui banche erano e si trovano in Inghilterra, Germania e Stati Uniti, come Rothschild, Warburg, Goldman Sachs, ecc.  

Sappiamo già come finì.  

Finì col martirio dei Romanov nel 1917 e l'ombra dell'omicidio rituale sull'atroce fine riservata alla famiglia reale. 

Mentre una nuova nobiltà aveva ormai soppiantato in Europa quella decaduta, che aveva perso gran parte del suo potere e dei suoi privilegi. Per quanto riguarda la famiglia Rothschild ad esempio, cinque linee del ramo austriaco della famiglia furono elevate alla nobiltà austriaca, avendo ricevuto baronie ereditarie dell'Impero asburgico dall'Imperatore Francesco II nel 1816. Un'altra linea, del ramo inglese della famiglia, fu elevata alla nobiltà britannica su richiesta della regina Vittoria.     

 

Fine prima parte

 

 
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La guerra dell'Anticristo e lo stato invisibile e irresponsabile - Seconda parte

Post n°164 pubblicato il 27 Marzo 2024 da daniela.g0
 

La prima pagina del Corriere della Sera del 6 giugno 1946 che dichiarava la vittoria del voto repubblicano, in seguito alla proclamazione dei risultati del referendum istituzionale del 2 e 3 giugno   


 

I dubbi sulla legittimità della proclamazione della Repubblica: colpo di Stato?   

Antonio Parisi, giornalista e scrittore, ha riportato recentemente importanti retroscena che riguardarono la proclamazione della Repubblica Italiana. Nel corso di un'intervista rilasciata per l'emittente Radio Radio, Parisi ha affermato: 

"Qualche anno fa sono state ritrovate a Roma in via Tiburtina e via Prenestina, dove si trovavano le tipografie di un importante imprenditore italiano, le schede mancanti richieste dalla Corte di Cassazione mai pervenute. Scrive Vezio Crisafulli, costituzionalista e membro della Corte Costituzionale, come in data 18 giugno 1946 la Corte di Cassazione si fosse riunita per la seconda volta e dovette prendere atto, dal ministro dell'Interno, del risultato. Ma si rifiutò di proclamare la Repubblica.  

Il tutto avvenne tra le gravi minacce di Pietro Nenni, Sandro Pertini e altri che paventavano l'imminente scoppio di una guerra civile se non si fosse dichiarata la Repubblica. Il presidente della Corte di Cassazione si chiamava Giuseppe Pagano e diede le dimissioni, insieme con gli altri membri, per protesta.  

La Repubblica Italiana afferma di essere nata in forza di un atto popolare perfetto: le leggi ad esempio sono un atto popolare perfetto ma se manca la firma del Presidente della Repubblica è una non - legge. Così una sentenza della magistratura se manca la firma del magistrato è una non - sentenza: Crisafulli afferma che se Umberto di Savoia non subì la debellatio allora la Repubblica nacque in forza di un colpo di Stato, compiuto da Alcide De Gaspari, che la notte tra il 12 e il 13 giugno si proclamò capo dello Stato senza attendere il risultato della Corte di Cassazione.  

Il re trovandosi di fronte a un sostanziale colpo di Stato, partì per l'esilio al fine di scongiurare lo scoppio di una guerra civile. Tanto che il deputato Vincenzo Selvaggi, poi deputato dell'Assemblea Costituente, invitò il re all'arresto immediato di tutti i partecipanti al colpo di Stato.  

Nel 1959 inoltre la magistratura di Roma affermò che Umberto di Savoia era "ancora re e non ex re".  

Aggiungo un piccolo particolare riguardante uno degli uomini coinvolti nell'intricata vicenda: Vincenzo Selvaggi, che nel 1953 tornò in parlamento nella II legislatura alla Camera con il Partito Nazionale Monarchico e passò poi nelle file del Partito Monarchico Popolare, morì prematuramente nel 1957, quando era ancora deputato, all'età di soli 43 anni. Subentrò nella sua carica Luigi Zuppante.   

 

Le tempeste non toccano il fondo, e passano   

Alla Vigesimo quinto anno del 1903, fanno eco le parole scritte da papa Leone XIII nella sua precedente enciclica: Inimica Vis del 1892. Afferma il pontefice: 

"Ora sono in pericolo la fede degli avi e la salvezza assicurata agli uomini da Gesù Cristo, e conseguentemente anche i benefìci della civiltà cristiana. Infatti, la setta dei Massoni, non temendo nulla, non indietreggiando davanti a nessuno, aumenta ogni giorno d'audacia: il suo contagio è penetrato in tutte le comunità ed essa si sforza sempre più per insinuarsi in tutte le istituzioni pubbliche, cospirando in tal modo, secondo la sua abitudine, per strappare al popolo italiano la religione cattolica, principio e sorgente dei beni supremi. 

Da qui i molteplici artifìci per attaccare la fede divina; da qui il disprezzo della legittima libertà della Chiesa oppressa dalle leggi. Si ammette così in teoria ed in pratica che la Chiesa non ha in sé il diritto e la ragione d'essere di una società perfetta; che lo Stato debba avere la prevalenza su di lei e che il potere civile debba avere la precedenza sul potere spirituale. 

Da questa dottrina perniciosa e falsa, più volte condannata dai giudizi della Sede Apostolica, derivano molti mali, e specialmente il fatto che i governanti civili si arrogano dei diritti che non appartengono ai loro poteri, e non esitano punto ad appropriarsi di quello che hanno tolto alla Chiesa."  

Ma torniamo alla successiva Vigesimo quinto anno

"[...] L'impiego, dappertutto, delle medesime armi della calunnia e dell'eccitamento popolare, mostrano l'identità dei propositi e la parola d'ordine uscita da uno stesso centro di direzione. Episodio del resto che si associa a quel piano prestabilito, e che si va largamente traducendo in atto, per moltiplicare i danni già da Noi annoverati, e soprattutto per restringere fino alla totale esclusione l'insegnamento religioso, formando così generazioni d'indifferenti e d'increduli; per impugnare con la stampa la morale della Chiesa, per schernirne finalmente le pratiche e profanarne le feste."  

Già qui viene ben delineato il ruolo cruciale di continua mistificazione della verità svolto dalla stampa (e successivamente dagli altri media) che istiga le masse verso un decadimento dei costumi e soprattutto dei valori. Cui si aggiunge l'attacco alla fede stessa della Chiesa.  

Tuttavia papa Leone XIII conclude lasciando sempre aperta la porta alla speranza, che nella fede diviene certezza, che le trame della massoneria ordite ai danni della Chiesa e del popolo italiano non giungeranno mai all'esito voluto. Anzi, Dio stesso "fornirà mezzi nuovi e impensati" perché le forze del male non prevalgano. 

"Non vorremmo che il quadro delle dolorose condizioni presenti avesse punto da abbattere nell'animo dei credenti la piena fiducia nel divino aiuto, che maturerà a suo tempo e per le sue vie il finale trionfo. Noi siamo altamente contristati nell'intimo del cuore, non però trepidi degl'immortali destini della Chiesa. La persecuzione, come dicemmo da principio, è il suo retaggio, perché Iddio ne trae beni più alti e preziosi, provando e purificando i Suoi figli. Ma pur permettendo le vessazioni e i contrasti, manifesta la Sua divina assistenza, che fornisce mezzi nuovi ed impensati, onde l'opera resta e ricresce senza che prevalgano le forze congiurate a suo danno. Diciannove secoli di vita, durata tra il flusso e riflusso delle umane vicende, insegnano che le tempeste non toccano il fondo, e passano."  

Il trionfo alle recenti elezioni russe ancora una volta di Vladimir Putin da una parte, e la passerella che Donald Trump sta compiendo alle primarie del suo partito, dall'altra, ci indicano ormai che la Cristianità non è affatto sconfitta: la guerra dell'Anticristo voluta dalla massoneria è persa, almeno per il momento. 

Anche se sappiamo dalla Sacra Scrittura, e precisamente dal libro dell'Apocalisse di Giovanni, che l'Anticristo tornerà in ultimo a sollevarsi. Tuttavia, secondo le parole pronunciate dalla Madonna stessa a Fatima, potremo sperare prima in un lungo "tempo di pace" che precederà la venuta dell'Anticristo. 

Mai come nel tempo presente infatti la massoneria mondiale si trova in così grande difficoltà: i progetti delle élite per il Nuovo Ordine Mondiale sono andati definitivamente in fumo e continuano a susseguirsi strani eventi. La dinastia dei Windsor, legata a doppio filo con la massoneria, dopo la morte della regina Elisabetta si trova in grande crisi e sembra prossima alla fine. Carlo è gravemente malato ed è sparito dalla scena pubblica, la nuora Kate ha subito un delicato intervento all'addome e non si è più vista pubblicamente. Piuttosto, sono state fatte circolare foto ritoccate e un filmato dubbio, che in molti ritengono abbia ripreso una sosia e non la principessa. Così anche William sembra essere uscito di scena e non aver alcuna intenzione di rimpiazzare il posto lasciato vuoto dal padre.  

"Le tempeste - come scrisse papa Leone XIII - non toccano il fondo e passano."  

La Cristianità, ma quindi anche la Chiesa Cattolica, sono ben lungi dall'essere sconfitte, malgrado le infiltrazioni massoniche abbiano attaccato la Chiesa al suo interno. 

Così lo stato invisibile italiano ha subito insieme al governo Meloni un'altra cocente umiliazione: il governo aveva preparato infatti un testo di "condanna delle elezioni" avvenute in Russia pochi giorni fa. Ma il Dipartimento di Stato di Anthony Blinken ne ha bloccato il testo: è la stessa Repubblica degli Elkann a darci la notizia.  

"Una divergenza di vedute tra il Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca e il Dipartimento di Stato sarebbe all'origine del mancato comunicato di condanna delle elezioni russe da parte del G7."  

Questo, se mai ce ne fosse ancora bisogno, ci fornisce chiare indicazioni su chi ha effettivamente il controllo del governo degli Stati Uniti d'America; il quale governo malgrado i primi proclami non ha mai inviato gli armamenti tanto richiesti da Zelensky in Ucraina. Dopo la sparizione e la fuga della vice presidente Kamala Harris, infatti, l'amministrazione Biden non è mai stata realmente in controllo. 

L'Unione Europea è ormai isolata e lo stato invisibile italiano non fa eccezione. Sembrano davvero gli ultimi colpi di coda di una bestia colpita mortalmente, ma che tarda a morire. 

Ancora Repubblica ci informa: "Con una decisione a sorpresa, oggi il primo ministro irlandese Leo Varadkar ha annunciato le sue dimissioni. Il Taoiseach (come si chiama in lingua gaelica il leader di governo) ha annunciato in una conferenza stampa improvvisata a Dublino di lasciare ‘per motivi personali e politici, ma soprattutto politici', senza però andare nei dettagli". 

A precedere Varadkar lo scorso dicembre, il primo ministro del Galles, Mark Drakeford, che aveva annunciato le proprie dimissioni sia dalla carica di primo ministro che da quella di leader del Partito laburista del Galles. 

Il globalismo sta perdendo pezzo a pezzo i suoi sostenitori mentre il governo Meloni si trova isolato e privo dei suoi referenti sovranazionali. Matteo Salvini tenta ancora di riconquistare un improbabile consenso lodando adesso il presidente Putin.   

 

Un uomo da non dimenticare   

Vigesimo quinto anno, che abbiamo ricordato, rimane il testamento spirituale di papa Leone XIII, colmo di fede e di speranza, che ci delinea un acuto quadro dell'epoca oltre che, in maniera impressionante, quello attuale. Ma ci dice tanto anche su quello che fu il temperamento e la forza di un uomo eccezionale. 

Leone XIII, al secolo Vincenzo Pecci, originario della provincia di Roma, sarebbe morto solo l'anno successivo all'età di 93 anni.

 

 

Papa Leone XIII in un fotogramma di una pellicola del 1898, girata da William Dickson per la Biograph: è il primo filmato della storia in cui compare un papa   

 

 

Per tutta la vita, anche da pontefice, visse in modo sobrio e senza pretese: abituato a vivere persino senza riscaldamento nei mesi più freddi, acconsentì ad accendere i caloriferi dei suoi appartamenti vaticani solo pochi anni prima di morire, su espresso consiglio dei medici. Lavorò alacremente fino all'ultimo, lottando contro la morte, e in modo incessante. Così scrisse La Domenica del Corriere, sei giorni dopo la sua morte, avvenuta il 20 luglio 1903: 

"La storia ricorderà a lungo la lotta che il pontefice sostenne con la morte, quantunque tutti prevedessero che in causa della tarda, eccezionale età egli non potesse giacere a lungo malato. Dal 5 luglio i fedeli s'attendevano ogni mattina l'annuncio del decesso. I romani accorrevano in piazza San Pietro per osservare la finestra della camera da letto e trarre oroscopi dalla durata del tempo che rimaneva aperta per il cambio d'aria, ma ognuno apprendeva tosto con lieto stupore che l'illustre infermo aveva ricevuto i suoi cardinali, s'era occupato delle faccende relative al governo della Chiesa, era passato dal letto su la poltrona e persino aveva all'indomani dell'estrema unzione corretto le bozze della sua ultima poesia in latino. Con l'ostinazione dei fanciulli e dei vecchi vigorosi, Leone XIII si è spesso ribellato alle ingiunzioni dei suoi medici, a dir la verità senza immediato suo danno."   

E' il ritratto stesso della forza instancabile della Chiesa, che mai, per mezzo della croce e del sicuro sostegno del suo Signore ma anche della Chiesa celeste, che nello Spirito Santo non fa sosta alcuna nella sua incessante preghiera rivolta al Padre, potrà essere vinta dalle forze oscure del male.

 

 

 

 
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